capture 510 23012021 090347Per gentile concessione dell’autore, un estratto da “Croce ed Einaudi. Teoria e pratica sul liberalismo”, libro di Giancristiano Desiderio, uscito da poco per Rubbettino. Per una settimana, tutte le sere, sul nostro sito troverete un’anticipazione, un piccolo boccone del libro appena uscito. Ecco la terza puntata.

La risposta di Einaudi è chiarissima: tra liberalismo e comunismo vi è «incompatibilità assoluta» perché là dove c’è una sola volontà – lo Stato, il Partito, il Capo – che impone il suo volere, lì non c’è libertà e perfino la stessa libertà del pensiero è negata se il pensiero non è esprimibile perché avverso all’unica volontà valida. Quindi la libertà vive per forza di cose quando c’è una certa dose di liberismo, anche se – specifica Einaudi – ciò non significa porre un’unità tra il liberalismo e uno dei tre “significati tecnici” prima illustrati.

In altre parole, il comunismo nega proprio quella pluralità che abbiamo visto essere indispensabile all’esistenza della libertà. Il liberismo storico, dunque – dice Einaudi affratellandosi con lo storicismo di Croce –, mostra non solo che vi è incompatibilità tra liberalismo e comunismo ma che è la stessa libertà a creare l’economia che le serve per vivere e, quindi, Einaudi sfugge all’eventuale critica di Croce di far dipendere in tal modo la vita libera e spirituale dall’economia. Era, questa, una conclusione che anche Croce poteva accettare. E, tuttavia, la discussione sarebbe continuata andando ancora più in profondità.

capture 489 22012021 123949La pandemia ha portato con sé un diluvio di numeri. Bollettini quotidiani con il numero dei casi, delle vittime e dei tamponi fatti. Poi è arrivato l’indice Rt, il tasso di positività e i primi conteggi sui vaccini. È facile perdersi in questa infinità di dati. Alla fine dell’anno l’Istat ha pubblicato nuove rilevazioni in merito al tasso di mortalità che vanno contestualizzate e spiegate.

Numeri preoccupanti che raccontano del debito che il Paese ha pagato alla pandemia. Come ha evidenziato Federico Fubini sul Corriere della Sera, nel periodo tra marzo e novembre del 2020 l’Italia ha visto un incremento dei decessi rispetto alla media del periodo precedente di 85 mila persone. Nel lasso di tempo considerato hanno infatti perso la vita 547.369 italiani rispetto alla media di 461.746 calcolata nel quadriennio precedente.

Un’Italia a macchia di leopardo

La fredda contabilità ci dice che la mortalità è cresciuta del 19% nel giro di un anno. Questo numero racconta però molto poco la realtà che ci circonda. Per avere un quadro più completo e veritiero di come la pandemia ha colpito alcune zone più di altre, è necessario gettare uno sguardo sui territori. I dati dell’Istituto nazionale di statistica mostrano infatti un’Italia a macchia di leopardo.

La provincia che ha pagato il debito più alto è stata Bergamo. Centrata in pieno dalla prima ondata ha fatto registrare un incremento di morti dell’86%, con una variazione spaventosa del +574,7% solo a marzo. Numeri importanti però anche in altre zone del Nord come la provincia di Cremona (+76%), Lodi (62%), Brescia (+57%).

capture 428 19012021 120233Una foresta pluviale, questa è l’Amazzonia, in gran parte compresa in territorio brasiliano, che copre una superficie pari al 42% di quella dell’Europa. Oltre a essere riconosciuta come”il polmone verde” della terra, l’Amazzonia rappresenta l’ecosistema più ricco al mondo di biodiversità. È attraversata da uno dei fiumi più lunghi del mondo, il Rio delle Amazzoni, in cui vivono 2000 specie di pesci e numerose specie di mammiferi come il delfino rosa e la lontra gigante.

 

 

 

 

Flora e fauna della foresta amazzonica

capture 333 13012021 113123Provate a digitare in chat con un amico su WhatsApp “Viaggio a Parigi”. Dopo poco tempo, sulla vostra bacheca Facebook vi appariranno pubblicità di hotel a due passi dalla Tour Eiffel a tariffe “convenienti”. Uozzappate sulla sciatica della nonna con un parente? Come per magia, sulla piattaforma di Zuckerberg, un sito di shopping cinese vi proporrà delle “formidabili panciere” e delle lozioni miracolose.

Potenza degli algoritmi e del marketing. Se non ci avete mai fatto caso prima, accade da parecchio tempo. Esattamente da quando il signor Facebook ha comprato WhatsApp. Ora, la richiesta di aggiornamento della privacy di WhatsApp, non fa che ribadire ancora più esplicitamente il concetto. “Se vuoi usarmi gratis, devi regalarmi i tuoi dati e le tue conversazioni ai fini di marketing”.

Signal e Telegram tra le alternative a WhatsApp

Chi non vuole soggiacere a tutto questo? Può provare con altre piattaforme. Alternative a WhatsApp ci sono sempre state. A cominciare da Telegram. Altrimenti date retta al miliardario americano Elon Musk, che ha suggerito di usare Signal. Si tratta di un app sviluppata da Open Whisper e che funziona in modo simile alla più famosa WhatsApp, ma con regole meno invasive in tema di privacy. L’invito di Musk ad utilizzarla, che ha ricevuto oltre 41mila retweet e 320mila mi piace, ha provocato un boom di download di Signal: il proprietario di Tesla non ha fatto esplicito riferimento al servizio di Zuckerberg nel suo tweet, ma sembra evidente la connessione tra l’invito ad utilizzare Signal e le modiche apportate da WhatsApp in merito alla condivisione dei dati con Facebook.

Dopo la chiusura degli account di Trump, dopo la censura a Libero su Twitter, e dopo la cancellazione della App di Parler perché troppo “a destra”, molti utenti in tutta Italia stanno cercando alternative.

Al momento, sono ancora scaricabili MeWe, Gab e Rumble. Tuttora disponibili online e nei negozi digitali di Google e Apple.

capture 256 08012021 111427Pierpaolo Sileri va all’attacco. In un libro appena uscito dal titolo Covid segreto, edito da Paper- First e scritto con Alessandro Cecchi Paone, il viceministro racconta ciò che ha vissuto. E al Corriere che lo ha intervistato mostra tutta la sua amarezza. «Quando ho avuto il Covid – spiega – mi ha fatto soffrire essere tagliato fuori, dal 10 marzo a metà aprile, dal Cts non mi hanno mandato un verbale, un rapporto, niente. Eppure potevo lavorare, dare un contributo. Nei primi mesi la comunicazione è stata difficile. Provai a inserire una mia osservatrice e, alla prima riunione, l’allontanarono con ostilità. Stando a indiscrezioni, addirittura in quanto donna». Il viceministro  si chiede: «È possibile non tenere aggiornato il viceministro? Ho dovuto scoprire dai Tg il primo caso di due cinesi positivi al coronavirus in Italia. I primi tempi, mi costringevano a leggere anche cento pagine in sede, vietandomi le fotocopie».

Sileri, pesanti accuse al Cts

E poi spiega che tutti gli scontri tra esperti sono da ricondurre al Comitato tecnico scientifico. «Formazione e gestione del Cts – rincara la dose – sono all’origine della rissosità fra infettivologi, virologi, epidemiologi». E aggiunge al Corriere: «Proposi Massimo Galli al Cts, mi fu detto no; Maria Rita Gismondo e mi fu detto no. Ancora prima di Codogno, chiesi chi aveva fatto la rete Ecmo e scoprii che era Alberto Zangrillo. Dissi: coinvolgiamolo e non fu coinvolto. Verso fine luglio, vedevo le liti in tv e chiesi di ampliare il Cts con Andrea Crisanti e altri… Dissi: così, se devono discutere di scienza, lo fanno a un tavolo istituzionale». E poi ancora. «Essendo chirurgo, spiegai che, se devo operare qualcuno faccio un briefing con oncologo, radiologo, anestesista… e che se il paziente assistesse direbbe: grazie, ma non mi opero. Qualcuno si offese e pensò che volevo mandare via loro e prendere altri».

capture 125 09122020 114419Report continua a scavare, e dalle mail continuano a emergere altri dettagli scottanti per l’Oms e il ministro della Salute Speranza. L’ormai noto documento sul mancato aggiornamento del piano pandemico da parte dell’Italia, che ha portato critiche pesantissime, e che è stato pubblicato e in seguito censurato da parte dell’Oms, torna al centro dell’inchiesta del programma di Rai 3 (in onda questa sera, 7 dicembre alle 21.30 con importanti aggiornamenti in merito). Arrivano dunque ulteriori particolari, ancor più imbarazzanti per il governo.

 

capture 027 15092020 110300“Cara Azzolina, questi sono gli alunni di una classe genovese, che scrivono in ginocchio perché non hanno i banchi che avevate promesso”. Così Giovanni Toti ha commentato l’agghiacciante immagine che arriva da una scuola in cui i bambini non solo non hanno i banchi a rotelle, ma neanche quelli normali, al punto da doverli sostituire con le sedie. “E non sarebbero gli unici purtroppo - ha aggiunto il governatore della Liguria - i nostri bambini, le maestre e le famiglie non meritano questo trattamento, soprattutto dopo i sacrifici fatti in questi mesi in cui era anche un dovere morale lavorare per evitare tutto questo”. E invece la ripartenza della scuola non è filata liscia, anzi sono diverse le criticità emerse tra banchi e mascherine: “Io lo trovo inaccettabile - ha dichiarato Toti - e sto già scrivendo una lettera alla direzione scolastica per intervenire immediatamente. Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile come l’Italia”. Impossibile dargli torto. 

capture 184 30072020 121839Il convegno al Senato sul coronavirus ha sollevato un polverone. Nel mirino anche Alberto Zangrillo, intervenuto al fianco di Vittorio Sgarbi, Matteo Salvini e di altri esperti contrari all'allarmismo. "Sin dall'inizio ci siamo occupati dell'epidemia - esordisce in un'intervista a Repubblica rigettando la definizione "negazionista" -. Io riporto solo l'evidenza, ovvero che oggi il virus non produce una malattia clinicamente rilevante. Ma questo non vuol dire che il virus non esista più: sono stato il primo, già ad aprile, a dire che dovremo convivere con il Sars-Cov-2 finché non arriverà un vaccino. Se colleghi universitari milanesi si permettono di dare del negazionista a chi come me è andato in mezzo ai malati e se ne è preso cura, ne risponderanno". 

D'altronde "a differenza di alcune nuove 'star' televisive, ho curato davvero i pazienti", tuona il primario del San Raffaele di Milano, ribadendo la frase incriminata: "Il Covid-19 si è indebolito". Ma attenzione, Zangrillo tiene a precisare che il virus è più debole, non che è scomparso come invece vogliono far credere i suoi "avversari".

capture 304 02062020 105001Luigi de Magistris considera il "Csm-gate" come uno dei punti più bassi toccati dalla magistratura. Però non si stupisce. «Apprendo con grande amarezza le ultime novità sul caso Palamara, che peraltro è scoppiato oltre un anno fa, ma non le considero una novità, anche alla luce di quel che ho dovuto subire io stesso prima di entrare in politica». De Magistris ha rivestito per 15 anni la toga del pm d'assalto, protagonista di memorabili indagini sulla classe politica italiana e di conflitti durissimi con i suoi colleghi; poi è uscito dalla magistratura nel 2009 per fare l'eurodeputato (con l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro) e due anni dopo è stato eletto sindaco di Napoli. Riconfermato nel 2016, il suo secondo mandato scadrà l'anno prossimo. Oggi ascolta il richiamo del presidente Mattarella sulla «inammissibile commistione tra politici e magistrati» e sulla «degenerazione del sistema correntizio» con l'aria di chi sapeva già come sarebbe andata a finire.

Per la seconda volta in un anno il capo dello Stato, che presiede anche il Csm, fa capire che la magistratura ha bisogno di una riforma radicale.

«Quelli di Mattarella sono interventi puntuali e profondi. Ma ormai non è nemmeno sufficiente la sola riforma del Csm. Tutto il sistema giudiziario è vittima di degenerazioni correntizie, dietro la sacrosanta indipendenza della magistratura si nascondono gravi dipendenze da logiche di potere interne. Quando si legge la frase "è uno dei nostri" negli stralci dei dialoghi fra magistrati intercettati, si comprende che le correnti, nate come espressione della libertà di pensiero, sono divenute uno strumento di protezione e promozione di cordate».

capture 255 29052020 133219Recovery Fund. Il governo festeggia “sguaiato” quello che ancora deve negoziare. Così Fabio Rampelli dai microfoni di Coffe Break. “Resto sorpreso dal dilettantismo del governo e del Pd. Le smargiassate indeboliscono la nazione. E minano il potere contrattuale nel pieno di un negoziato con Bruxelles e con 4 Stati europei,  satelliti della Germania, che battono i piedi per terra”.

Rampelli: il governo si comporta da idiota

Il vicepresidente della Camera ricorda che per varare ufficialmente “questo Recovery Plan” serve l’unanimità degli Stati membri. Quindi festeggiare ora è da idioti. Direi che si ignorano i fondamentali della psicologia negoziale, che oggi viene addirittura insegnata. Sarà quello il momento nel quale si capirà se le riforme toccheranno solo giustizia amministrativa e pubblica amministrazione e con quali richieste. Oppure se si tenterà di nuovo di entrare nelle questioni di macroecononia.  Peraltro il bilancio dell’Ue – aggiunge Rampelli – è in scadenza e si corre il rischio che l’Italia dovrà reperire quelle risorse autonomamente. Infine, si parla di 82 miliardi da distribuire in sette anni, cifra e tempi ben lontani da quelli di cui aveva parlato lo stesso presidente Conte”.

Stare tutto il tempo a casa ha conseguenze negative sul nostro benessere psico-fisico. Quali?

«Un uomo che non parla a nessuno e a cui nessuno parla è come un pozzo che nessuna sorgente alimenta:

a poco a poco l'acqua che vi stagna imputridisce ed evapora»

Oriana Fallaci.

Isolamento sociale e dal mondo

Sono diversi motivi per cui una persona decida di isolarsi dal mondo e vivere un ritiro sociale.

Ma perchè non si ha voglia di vedere nessuno?

Ovviamente prima fra tutto vi è l’isolamento sociale o paura delle relazioni o di mettersi in gioco in qualsiasi settore, ma potrebbe essere un sintomo anche di alcune patologie come la depressione, l’apatia, la clinomania o la cosiddetta sindrome di Hikikomori.

Vediamo più da vicino le diverse casistiche che coinvolgono una sintomatica in cui non si riesce più ad uscire di casa, isolandosi socialmente da tutto ciò che può fare paura e rinchiudendosi in quella che rappresenta un rifugio sicuro, ossia la casa.

capture 131 20052020 191302Linciaggio vergognoso, insulti e minacce infami via social. Scene dell’altro mondo. Al  presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci,  dopo la nomina ad assessore della Cultura del leghista Alberto Samonà alla guida dell’Assessorato ai Beni culturali sono giunte addirittura minacce di morte. E’ lo stesso Musumeci in una diretta facebook a darne notizia.  “Farai al fine del topo”, “Ti appenderemo a testa in giù”, “Hai i giorni contati”, “Ti auguro una morte lenta e dolorosa”: queste alcune frasi miserabili rese note dallo stesso governatore.  Che va avanti senza indugio sulla sua strada.   “Per alcune di queste frasi se ne occupa già la polizia e per altre sono in corso le identificazioni degli autori”. E ha aggiunto con il consueto garbo che lo contraddistingue: “E’ giusto contestare una iniziativa del presidente della Regione se non la si condivide ma questo dissenso deve essere espresso in maniera corretta”.

La replica di Musumeci

Musumeci risponde per le rime poi agli attacchi del Pd dopo la nomina di Samonà, persona preparata:  “Stiano zitti quelli del Partito democratico, che con Crocetta hanno cambiato 54 assessori in due anni. Con quel governo in due anni e mezzo sono arrivate 22 nomine di assessori, io ne ho fatte soltanto due”.  “Per la Cultura misero assessori che non volevano neanche restare al proprio posto – ricorda Musumeci -. Lo scienziato Zichichi non diede vita neanche a una delibera e Franco Battiato si chiese: ‘cosa ci sto a fare io qui?'”. E continua: “Come possono parlare di rimpasto? Nessun rimpasto, abbiamo solo completato la giunta con il dodicesimo assessore”.

capture 043 06052020 182805Oggi l’ARRESTO, da parte della Guardia di Finanza, del direttore dell’Ente Fiera di Bergamo Stefano Cristini!

E’ del 27 giugno, solo 6 giorni fa, l’interrogazione depositata dal Consigliere Dario Violi in cui chiedeva chiarezza riguardo la situazione creatasi in Fiera di Bergamo – Ente Fiera Promoberg. Mentre lunedì il cda ha riconfermato il direttore per altri 3 anni.

La stampa ha riportato alcuni fatti riguardanti lettere anonime, microspie audio e video, perplessità su considerevoli rimborsi spese. Violi aveva richiesto espressamente “Quali azioni Regione Lombardia intendesse intraprendere per portare chiarezza e trasparenza sui fatti sopra esposti”.

Il direttore è accusato di aver simulato falsi rimborsi spese intestati a ignari dipendenti, per appropriarsi indebitamente, nel corso degli anni, di oltre 140 mila euro.

“Chiedo nuovamente che cosa ha fatto la Regione fino a oggi? Dov’è stato il suo rappresentante in questi anni? La Regione faccia chiarezza e che dia risposte in merito a quanto fatto fino a oggi, per verificare la correttezza dell’operato di questo ente.” conclude Violi.

capture 216 25042020 165208Una vera Liberazione non dovrebbe dimenticare l'altra memoria, quella dei vinti

È scomodo, specie oggi, ricordare che, nonostante si avvalori una memoria, quella dei vincitori, questo Paese dovrebbe avere “la” memoria, quella ampia e dolorosa nella sua complessità. Senza lasciar nulla sotto il tappeto. Tantomeno i crimini, efferati, di cui si macchiarono alcune fazioni partigiane. Pure loro, scrisse Giampaolo Pansa, che negli ultimi anni pagò un prezzo di linciaggio mediatico per quell’operazione storiografica che si intestò “avevano ucciso persone innocenti e inermi sulla base di semplici sospetti, spesso infondati, o sotto la spinta di un cieco odio ideologico”. Parole tratte da “La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti”. Un volume dell’enorme produzione di Pansa sul tema. L’ultimo, “La Repubblichina”, parlava di Teresa Bianchi, giovane donna che pagò la sua scelta di prestar servizio come maestra di scuola nella Repubblica di Salò.

Quando tutto crollò, subì l’oltraggio partigiano in pubblica piazza, legata, rapata a zero, cosparsa di bitume in testa, privata della sua femminilità. Potè, per fortuna, ricostruirsi una vita di lì in poi. Ma a molti andò molto peggio, in un’eruzione di vendette sommarie. Luigi Canali, il “Capitano ‘Neri”, era a capo della Resistenza comasca ed ebbe un ruolo di primo piano nell’esecuzione di Benito Mussolini. La sua morte è avvolta nel mistero ma, come si intuisce anche da un memoriale di sua mamma, è probabilmente riconducibile ad un regolamento di conti fra partigiani comunisti. E nella fine violenta incappò anche la sua fidanzata, Giuseppina Tuissi, staffetta partigiana “Gianna”, che aveva preso ad indagare sulla scomparsa del suo amato. E proprio in questo giorno, per dire, di settant’anni fa cominciava il calvario di Giuseppina Ghersi, a Savona. Poco più che bambina, 13 anni, ma “colpevole” di appartenere ad una famiglia di simpatizzanti fascisti, il che le cuciva addosso il timbro di spia. A 13 anni, sì. Alcuni partigiani la prelevarono, la tennero sotto sequestro per qualche giorno, la stuprarono per poi mettere fine alla sua vita con una sventagliata di mitra, il 30 aprile. Nel centro Italia, tra Terni e Rieti, si collocano le sanguinose scorrerie della “Brigata Gramsci”.

capture 201 24042020 123156Cos’è il plagio? Cosa fare in caso di manipolazione psicologica? La persona plagiata può denunciare?

Quando si parla di plagio, la prima cosa a cui si pensa è la violazione del diritto di autore. Commette plagio, infatti, chi si appropria indebitamente di un’opera altrui protetta da copyright. Il plagio, però, può significare anche un’altra cosa: nel diritto romano, questo termine veniva riferito alla condotta di chi riduceva un uomo libero in condizione di schiavitù. A lungo il nostro codice penale ha previsto e punito il reato di plagio. Come si vedrà, però, le cose sono cambiate e oggi è difficile capire cosa fare in caso di persona plagiata. Approfondiamo questo delicato argomento.

Plagio: cos’è?

Cosa fare quando una persona è plagiata? In passato, non ci sarebbero stati problemi: il codice penale prevedeva la reclusione da cinque a quindici anni per chi sottoponeva una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione [1].

capture 157 22042020 121637Se anche un moderato per vocazione come Ferruccio De Bortoli usa parole pesanti contro il governo di Giuseppe Conte per la gestione dell'emergenza coronavirus. Accade a L'aria che tira, il programma di Myrta Merlino in onda su La7, dove si faceva il punto sulle prospettive e la possibile ripartenza. E l'ex direttore del Corriere della Sera punta il dito: "Dobbiamo restare uniti senza polemiche strumentali e pensando solo al bene del Paese. Aspiriamo a recuperare nei limiti del possibile la nostra normalità ma dovremo avere una socialità più consapevole". Dunque, a strettissimo giro di posta, aggiunge: "Peccato che il governo a volte ci tratti come degli adolescenti. Il rischio zero non lo avremo mai", conclude Ferruccio De Bortoli.

capture 101 19042020 163710Prima di vedere i soldi, quelli veri del Recovery fund, occorre attendere almeno un anno. Il falco tedesco Klaus Regling, intervistato dal Corriere della Sera, spiega come funziona davvero l'Unione europea e perché all'Italia converrebbe dare il via libera al Mes e, nel caso, accedervi. Piccolo particolare: Regling è il direttore generale del Fondo Salva Stati, meglio noto come Mes. Come dire, parere leggermente interessato. Di più: Regling è stato tra gli artefici del famigerato "salvataggio" della Grecia

Prima di vedere i soldi, quelli veri del Recovery fund, occorre attendere almeno un anno. Il falco tedesco Klaus Regling, intervistato dal Corriere della Sera, spiega come funziona davvero l'Unione europea e perché all'Italia converrebbe dare il via libera al Mes e, nel caso, accedervi. Piccolo particolare: Regling è il direttore generale del Fondo Salva Stati, meglio noto come Mes. Come dire, parere leggermente interessato. Di più: Regling è stato tra gli artefici del famigerato "salvataggio" della Grecia