E’ una notte senza fine quella che cala sull’ Armenia il 9 novembre 2020. La notizia della dichiarazione della fine della guerra e dell’accordo di pace trilaterale firmato da Russia, Armenia e Azerbaijan entra nella case di 3 milioni di cittadini armeni attraverso un post su facebook del premier Nikol Pashinyan: la guerra del Nagorno Karabakh è finita, la guerra è persa. Sarebbe una notte di estremo cordoglio e silenziosa pena se il furore collettivo maturato per l’ avvilente sconfitta non trascendesse il dolore e conferisse alle ore che seguono il cessate il fuoco una disperazione tragica e irata.
A Yerevan, all’annuncio delle condizioni della resa, segue infatti un’esplosione di rabbia corale. Centinaia di migliaia di persone, una marea orfana di risposte e votata all’impresa del rancore, occupa le strade della capitale, il parlamento, i palazzi governativi e la casa del premier. L’accettazione della sconfitta, lontana dallo scibile della gran parte dei cittadini, e il materializzarsi, di nuovo, nella storia del popolo armeno, di quell’anatema di morte che l’ha condannato nei secoli a privazioni territoriali, deportazioni e genocidi, sconvolgono e incendiano la popolazione che manifesta e chiede, in pasto alla folla e in pegno alla storia, il premier e il suo governo.
In Germania i medici non si fidano, in Italia lo daranno anche ai 65enni. Continuano le decisioni contraddittorie sul vaccino AstraZeneca nel mondo. Nel giorno in cui emergono i dubbi di medici e sanitari tedeschi arriva il via libera dalla Commissione tecnico-scientifica dell`Agenzia italiana del farmaco (Aifa): secondo quanto si apprende, è stata infatti approvata la possibilità di somministrare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca ai soggetti fino ai 65 anni di età in buone condizioni di salute.
Alle persone più anziane o fragili andranno invece somministrati i vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna. La circolare del ministero che recepisce le nuove indicazioni dovrebbe uscire venerdi prossimo.
L’Unione europea si è assicurata altre 300 milioni di dosi del vaccino Moderna e 200 milioni in più di quello sviluppato da Pfizer e BioNTech, mentre Bruxelles ha messo a punto un piano strategico per far fronte alla diffusione delle varianti del Covid-19 considerate più contagiose. A dare l’annuncio è stata la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Una buona notizia è arrivata sul fronte AstraZeneca, il commissario Ue Thierry Breton ha detto che l’azienda anglo-svedese, che aveva rinviato le consegne del farmaco all’Ue, «sta recuperando il ritardo accumulato» nella produzione delle dosi. Sul vaccino russo Sputnik V, invece, la presidente von der Leyen ha frenato, precisando che non è stata ancora chiesta la sua autorizzazione all’Ema e che, se questo accadesse, il farmaco verrebbe sottoposto alla procedura di controllo e di esame di routine, ma «dovrebbero esserci anche delle ispezione nei luoghi di produzione» visto che non viene prodotto in Europa. «Ci stiamo ancora chiedendo per quale motivo la Russia stia offrendo milioni di dosi del vaccino Sputnik V quando non sta vaccinando sufficientemente la propria popolazione», si è chiesta la presidente, sottolineando che questa è una «domanda a cui bisognerà dare una risposta».
In questo video sono racchiusi i pensieri, le emozioni e le preoccupazioni del popolo di montagna, un popolo che chiede solo di poter lavorare. Un progetto che ha coinvolto tanti campioni, ma anche maestri, albergatori...
Da Federica Brignone a Daniela Ceccarelli, da Barbara Merlin al duo formato da Paolo De Chiesa e Maria Rosa Quario.
“Per noi la montagna è vita” è un progetto ideato da Mariarosa Magro e Genny Perron, capace di coinvolgere in un video di un paio di minuti tanti protagonisti del mondo della montagna che tanto sta soffrendo per le restrizioni governative. Voci come quelle di maestri di sci, noleggiatori, commercianti, albergatori. Per riflettere.
Quali sono le spiagge più belle del Brasile? Che siate amanti della natura o della movida più sfrenata, appassionati di surf o alla ricerca di un po’ di relax, nella lista che segue troverete senz’altro la spiaggia che fa per voi!
Ecco la nostra personalissima classifica:
n.12 – Praia do Bonete, Ilha Bela
Per raggiungere una delle più belle spiagge di Ilha Bela è possibile optare per una gita in barca, che dura circa 30 minuti o, per i più avventurosi, un trekking di quattro ore nella foresta. Le difficoltà che incontrerete per raggiungere Bonete Beach verranno ricompensate dalla bellezza di questa spiaggia…
Nella partita del governo Draghi perdono un po’ tutti, e quindi forse nessuno. O meglio, si spera che vinca l’Italia. Ci conforta però che due sicuri e netti perdenti ci siano già: uno forse ancora da verificare, e cioè in prospettiva, ed è il cosiddetto “partito dei giudici”, i giustizialisti alla Travaglio-Bonafede per intenderci; l’altro, già sicuro ed evidente, è il partito degli intellettuali di sinistra, quelli che fanno tendenza e piacciono alla gente che piace. Diciamo che in genere, sulla lunga distanza (magra consolazione!), non ne hanno mai azzeccato o vinta una.
Questa volta però il ko sembra definitivo. E il silenzio assordante dei Saviano, Murgia, Urbinati, Di Cesare (ma parleranno presto statene certi!), è a dir poco significativo. L’intellettuale tipo, come è noto, non può vivere senza un nemico da additare al pubblico ludibrio e rispetto al quale ergersi a “moralmente superiore”. Con esso non vuole confrontarsi sulle idee, o con gli interessi concreti che maturano nella storia e nella lotta politica, ma vuole semplicemente eliminarlo dall’agone pubblico, non dargli nemmeno le credenziali per accedervi. Egli chiama questo nemico “fascista”, dimenticando che quel fenomeno storico è bello e sepolto da più di settanta anni e che quella dell’“emergenza democratica” in Italia è stata una favola bella e buona su cui loro hanno campato per tanti anni. A forza di gridare contro i “pieni poteri”, o l’”uomo solo al comando”, a forza di esaltare acriticamente la “Costituzione più bella del mondo”, questi intellettuali, tranne poche eccezioni (penso a Giorgio Agamben), si sono non solo trovati impreparati e silenti ma hanno addirittura avallato quei poteri e quella insensibilità per le forme democratiche quando si sono appalesate davvero e dalle loro parti.
Dove andare in vacanza con la neve o con il freddo? Dove andare in vacanza in autunno? E ancora, qual è la vacanza giusta da scegliere in primavera? Skyscanner vi suggerisce dove andare e quando: cinque viaggi per ogni stagione, ognuna è una meraviglia che vale il viaggio. E il biglietto!
Ogni luogo ha un’anima che si esprime al meglio in una stagione precisa. Dunque perché avventurarsi in un tour dell’Andalusia in estate e rischiare di svenire per il caldo? O andare nei Caraibi nel periodo sbagliato e rischiare di rimanere in hotel per venti e piogge?
Che vogliate fare un Viaggio dallo spirito avventuroso o una tappa in una città d’arte, qui ce n’è per tutti i gusti. Dovrete solo decidere quale stagione preferite e poi partire: è sempre il momento buono per fare il giro del mondo!
Ci sono pezzi di storia che restano nell’oblio per lungo tempo e che un giorno, inaspettatamente, tornano alla luce attraverso i ricordi di chi li ha vissuti: era il 30 aprile del 1945 quando il corpo di Benito Mussolini veniva seppellito nel cimitero di Musocco a Milano. Dopo quasi settant’anni arriva una testimonianza diretta di quelle ore.
Giovanissimo, radicalizzato sul web e “democratico” nella scelta degli obiettivi da colpire: eccolo il profilo delle nuove leve del terrorismo islamico tratteggiato da chi se ne intende.
Claudio Galzerano, 57 anni, è il primo italiano alla guida del Centro europeo di contrasto al terrorismo di Europol.
Dirigente superiore con un curriculum fitto di esperienze nel settore dell’antiterrorismo, Galzerano è, dal 10 dicembre scorso, ai vertici della lotta agli estremisti nell’Europa finita di nuovo sotto l’attacco del terrorismo islamico a ottobre e novembre dello scorso anno.
“Il tratto distintivo e nuovo che accomuna gli ultimi casi di terrorismo islamico in Europa è rappresentato – assicura Galzerano – senz’altro dalla giovanissima età degli attentatori, tutti intorno ai 20 anni. La minaccia terroristica incombe su tutti e la risposta di prevenzione deve venire dall’Europa nel suo complesso”. Che si trova a fronteggiare un terrorismo sempre più giovane, “variegato”, e soprattutto democratico proprio nella scelta degli obiettivi da colpire.
Due ragazzi di 14 e 15 anni qualche giorno fa hanno ucciso il loro spacciatore, un uomo di 42 anni. L’intento sarebbe stato quello di punirlo per averli trascinati nella dipendenza della droga.
Le indagini faranno il loro corso ed emergeranno certamente altri elementi, i due adolescenti intanto rischiano l’accusa di omicidio premeditato e colpisce immaginarli capaci di organizzare un omicidio, di uccidere un uomo a coltellate.
In questa triste storia di cronaca però c’è qualcos’altro che attira l’attenzione: non si tratterebbe di un omicidio per droga come purtroppo spesso accade. Non c’entrerebbero soldi o partite di sostanze stupefacenti, ma il movente sarebbe la rabbia e la vendetta verso una persona ritenuta responsabile del loro malessere. Una dipendenza dalla quale probabilmente non si ritenevano capaci di uscire.
Si pone a questo punto una domanda, quasi scontata, ma d’obbligo: questa dipendenza quanto doveva essere forte e percepita come insuperabile per orchestrare un omicidio? Questi due ragazzi dovrebbero essersi sentiti come due dannati per l’eternità per pensare e fare una cosa del genere. Possibile? Possibile che nessuno abbia intercettato una presunta volontà di uscire dal giro delle droghe? Ed ancora: possibile che due ragazzini possano pensare ad un omicidio come soluzione e che la vendetta sia un sentimento così alla portata? Sembra la scena di un videogioco o di un film, un regolamento di conti senza valori e soprattutto senza pudore, senza filtro.
Biloslavo e Carnieletto raccontano decenni di sistematico insabbiamento della memoria
«Verità infoibate» riporta alla luce pagine buie del nostro passato nascoste per troppo tempo, che in realtà affondano ancora nel presente grazie ad opportunismo politico, banale conformismo, paura di andare controcorrente o totale disinteresse.
Dal nuovo presidente americano che ammira Tito alla decorazione del Quirinale ancora appuntata sul petto del Maresciallo, fino alle foibe scoperte in Slovenia, la giustizia negata e gli oltraggi ai martiri delle violenze titine che riemergono puntualmente ogni 10 febbraio, giorno del Ricordo. In edicola da domani con il Giornale pubblichiamo alcuni stralci di Verità infoibate - Le vittime, i carnefici, i silenzi della politica, per non dimenticare una ferita aperta ancora oggi.
FOIBE, COLD CASE DELLA STORIA Piccole tracce sepolte dall'oblio della storia: frammenti di cranio, di tibie, di costole. Ce ne sono migliaia e rappresentano la memoria del sottosuolo, che si ostina a non dimenticare i crimini di guerra compiuti dai partigiani di Tito vincitori, dopo la fine del Secondo conflitto mondiale. La piccola e vicina Slovenia è il cimitero nascosto più impressionante d'Europa: una fossa o foiba ogni ventisette chilometri quadrati con una media di centotrentacinque vittime ciascuna. Una commissione governativa ne ha individuate 750. Tito ed i suoi sgherri, per spianare la strada alla Jugoslavia socialista, hanno massacrato un quarto di milione di persone, e non solo in Slovenia. Tutti prigionieri di guerra in stragrande maggioranza sloveni, croati e serbi, che hanno combattuto dalla parte sbagliata o civili, ma pure migliaia di italiani, spazzati via e nascosti per sempre nelle viscere della terra in nome di una pulizia multietnica e politica. In molti casi si cerca di dare un nome e cognome alle povere ossa. «Sono i cold case della storia», dice Paolo Fattorini, esperto di Dna in ambito forense e docente di medicina legale dell'Università di Trieste. «L'interesse scientifico è grande, ma non nego un coinvolgimento emotivo. Mia madre era un'esule istriana. Provare a identificare il numero più alto possibile delle vittime nascoste per tanto tempo serve a voltare pagina».
Meteo: temperature primaverile nei prossimi giorni ma nel weekend torna il maltempo con nubifragi, nevicate, cielo grigio e freddo
Meteo della settimana e del weekend: nord, centro sud e isole
I prossimi giorni saranno contraddistinti dall'arrivo dell'anticiclone sub-tropicale che dall'Africa avanzerà inesorabilmente verso l'Italia centro-meridionale favorendo così un clima via via più primaverile. Questo assaggio di primavera però sarà solo un inganno infatti dal weekend un'intensa perturbazione atlantica ci riporterà alla realtà investendo gran parte del Paese a suon di piogge battenti, locali nubifragi e nevicate diffuse.
Il team de ilMeteo.it avvisa che fino a sabato pomeriggio il tempo sarà asciutto al Centro-Sud, soleggiato al Meridione e a tratti nuvoloso al Centro. Proprio al Centro-Sud le temperature saliranno costantemente fino a raggiungere picchi di 18°C a Roma e Firenze, oltre i 20-22°C in Sardegna, Sicilia e Calabria, fino a 20 sul resto del Sud e in Campania.
Al Nord, benché le temperature siano previste in aumento ma non superando i 13°C, il cielo sarà più grigio e a tratti anche piovoso (specie mercoledì). Sarà nel weekend che le cose cambieranno. Già da sabato pomeriggio/sera un fronte instabile si affaccerà al Nordovest con le prime piogge.
Domenica la perturbazione avanzerà rapidamente verso tutto il Nord, la Sardegna e le regioni tirreniche centrali (Toscana, Lazio) e in Umbria e infine sulla Campania. Le precipitazioni potranno risultare a tratti forti al Centro, moderate al Nord e diffusamente nevose sulle Alpi sopra i 1200-1300 metri con circa 20-40 cm di accumulo. In questo contesto le temperature caleranno di 5-6°C ritornando in media con il periodo, soltanto al Sud continuerà ad essere mite.
Indiscrezioni succose su Lapo Elkann. Indiscrezioni che corrono su Dagospia, che le racchiude nel poco spazio di un "flash" e che riguardano la vita privata del rampollo Agnelli. E la riguardano sia da un punto di vista sentimentale che da un punto di vista familiare e danaroso. Si parte dai sentimenti. Infatti anche Dagospia conferma quanto detto da Roberto Alessi su Libero qualche giorno fa, ossia che Lapo fa sul serio e vuole sposare la sua nuova compagna, Joana Lemos. Tanto che, aggiunge Dago, "ne ha parlato con i fratelli John e Ginevra". Insomma, si fa sul serio. Joana è la donna giusta per Lapo che con lei finalmente avrebbe trovato pace e assoluta serenità.
Esiste un problema che nessuno vuole affrontare. Quel problema si chiama Sergio Mattarella. Nulla di personale ovviamente nei confronti del Presidente della Repubblica, ma quello che sta accadendo può esser pericoloso per la nostra democrazia. Ormai è chiaro che la lotta politica non è più tra destra e sinistra, bensì tra sovranismo e globalismo, cioè tra chi vuole il ripristino della sovranità degli Stati nazionali e chi invece vorrebbe un super-Stato europeo che esautori le singole sovranità.
Su questo nuovo terreno di scontro il Capo dello Stato, che secondo la nostra Costituzione dovrebbe esercitare le sue funzioni con terzietà, si è invece apertamente schierato per il progetto globalista.
Non c’è occasione in cui il Presidente della Repubblica non richiami uno dei principi cardine del liberismo, la dottrina economica sulla quale poggia l’Unione europea: l’equilibrio di bilancio. L’altro giorno in occasione dei saluti ai nuovi magistrati della Corte dei Conti, pochi mesi fa richiamando l’articolo 97 della Costituzione, quello che assicura – disse Mattarella – la sostenibilità del debito pubblico. Insomma, non la Costituzione primigenia ma quella stuprata dalla Legge costituzionale n. 1/2012 che introdusse nella Carta il vincolo del pareggio di bilancio. Una legge aspramente contraria ai principi della Costituzione del 1948.
Non a caso, come ammesso anche dall’ex ministro della giustizia del Pd Andrea Orlando un paio d’anni fa, una legge costituzionale approvata senza un’adeguata discussione e sotto il ricatto della Bce. Un vero e proprio cappotto di cemento, aggiungiamo noi, che ha condannato a morte la generazione degli attuali quarantenni.
Eppure Mattarella, invece di richiamare gli articoli 1 e 4 della Costituzione – cioè i principi del diritto al lavoro e della sovranità popolare – non perde occasione per insistere sul principio dell’equilibrio di bilancio.
Dal report emerge che i settori di interesse sono sfruttamento della prostituzione e tratta di essere umani finalizzata allo sfruttamento del lavoro nero
Dall'esame dei risultati investigativi si evince come la mafia nigeriana sia connotata da organizzazioni unitarie e piramidali, con solide basi nel Paese di origine da dove, attraverso diverse propaggini opera su scala internazionale in vari continenti e in diverse nazioni tanto da dover essere considerata una seria minaccia a livello globale. E' quanto emerge dal report del Servizio Analisi Criminale, diretto da Stefano Delfini, che fa parte della Direzione Centrale della Polizia Criminale, ufficio interforze del VIMINALE, guidato dal prefetto Vittorio Rizzi.
Reati in cui è specializzata la mafia nigeriana
Riguardo ai settori di interesse criminale, la mafia nigeriana, come assodato dalle numerose indagini a livello nazionale e internazionale è specializzata, in diversi reati. Uno dei più importanti è quello della tratta degli esseri umani finalizzata allo sfruttamento del lavoro in nero e, soprattutto, della prostituzione, ramo dove l'organizzazione mafiosa gestisce e controlla tutte le fasi, dall'adescamento delle risorse umane in Nigeria fino all'impiego delle medesime nei vari Paesi del mondo. In particolare, lo sfruttamento della prostituzione viene esercitato ai danni di giovanissime nigeriane che vengono reclutate dalle aree maggiormente depresse della nazione caratterizzate da un'estrema povertà. Proprio in queste zone, la mafia nigeriana opera attraverso cellule che, dietro la falsa promessa di un futuro migliore e di un lavoro all'estero, reclutano le ragazze da avviare alla prostituzione. Il reclutamento delle donne avviene principalmente a Benin City, capitale dello Stato di Edo, da dove la criminalità organizzata attraverso i propri trafficanti organizza i viaggi soprattutto per l'Europa. Con questo fine le organizzazioni si avvalgono della figura strategica di ex prostitute chiamate maman o madame, incaricate di convincere le giovani a partire. Le maman hanno un ruolo fondamentale per le confraternite in quanto legano indissolubilmente a loro le povere vittime attraverso il rito magico juju o ju-ju, con il quale le malcapitate giurano fedeltà anche all'organizzazione criminale, sapendo che ogni trasgressione verrà punita con la violenza o addirittura con la morte propria o dei familiari. Le vittime, avviate clandestinamente nei vari Paesi come l'Italia, scopriranno la cruda realtà che le attende, anziché una buona sistemazione, saranno sottoposte a stretto controllo e, dietro violenze fisiche e psicologiche, costrette a prostituirsi sulle strade per saldare il debito contratto (a loro insaputa) per il viaggio, per la sussistenza, per l'affitto del posto di 'lavoro' alle maman e soprattutto per riscattare la propria libertà. In questo ambito, in alcune aree del nostro territorio (per lo più in Campania e nel settore Nord Est) è stato osservato come lo sfruttamento della prostituzione nigeriana coesista con quello di matrice albanese per la contestuale compresenza di entrambe le etnie.
Riduce del 70% la carica virale e dell'80% il rischio di contrarre la malattia. Ecco lo studio sulla cura contro il Covid: "I dati sono solidi e di notevole rilevanza"
Gli anticorpi monoclonali possono essere la vera svolta nella lotta al Covid-19: ottime notizie arrivano dagli Stati Uniti dove nuovi studi clinici e sperimentazioni hanno dato risultati eccellenti.
Ecco i risultati
I dati della Ely Lilly, azienda farmaceutica globale con sede a Indianapolis, fanno ben sperare: l'azione combinata degli anticorpi monoclonali bamlanivimab (LY-CoV555 il nome tecnico) ed etesevimab (LY-CoV016) hanno ridotto del 70% il rischio di ospedalizzazione o di morte nei pazienti già affetti da Covid-19 ed il Bamlanivimab, da solo, è stato anche autorizzato per uso di emergenza come trattamento per pazienti ad alto rischio con sintomi da lievi a moderati riducendo fino all'80% il rischio di contrarre l'infezione in un campione di residenti delle case di cura americane.
Nessuno obbligo con l'Unione Europea. AstraZeneca mette le mani avanti sui ritardi nella distribuzione dei vaccini. «Appena avremo l’approvazione Ema, l’obiettivo è recapitare all’Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia»: è l’assicurazione del chief executive officer di AstraZeneca, Pascal Soriot, che in un’intervista a Repubblica replica alle accuse di Italia e Ue per i ritardi nelle consegne dei vaccini. «Non c’è alcun obbligo verso l’Ue», ha sottolineato Soriot, «nel contratto con gli europei c’è scritto chiaramente: ’Best effort’. Ossia: ’faremo del nostro megliò. Lo scorso agosto, l’Ue voleva avere la stessa capacità produttiva del Regno Unito, nonostante il contratto firmato tre mesi dopo Londra. Noi di AstraZeneca abbiamo risposto: ’Ok, faremo del nostro meglio. Ma non possiamo impegnarci contrattualmente perchè abbiamo tre mesi di ritardo rispetto al Regno Unitò. E così è stato. Non abbiamo dunque obblighi contrattuali con l’Ue, ma solo un impegno a fare il massimo». «Siamo stati piuttosto specifici con l’Ue», ha insistito Soriot, «anche noi siamo delusi: ci piacerebbe riuscire a produrre di più. A febbraio consegneremo all’Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori. Stiamo lavorando 24 ore su 24, sette giorni su sette per risolvere i problemi».
«La produzione del nostro vaccino», ha spiegato, «è composta da due fasi: una è la creazione del principio attivo in due stabilimenti in Belgio e Paesi Bassi, l’altra è la resa in farmaco, in due centri in Germania e Italia, ad Anagni (nella fabbrica Catalent, ndr), dove state facendo uno straordinario lavoro. Le difficoltà nascono nella prima fase. Alcuni siti generano più ’raccoltò, altri meno, come purtroppo accaduto in Europa. Queste disfunzioni capitano quando si aumenta la produzione a centinaia di milioni di dosi di un nuovo vaccino. Abbiamo due mesi di ritardo, ma risolveremo questi problemi». «Il contratto di fornitura con il governo britannico è stato firmato tre mesi prima di quello con la Ue», ha ricordato il numero uno del gruppo anglo-svedese, «abbiamo avuto il tempo di prepararci.
Le alte gerarchie ecclesiastiche, in specie quelle che abitano in Vaticano, sembrano preferire l’opzione Biden a Trump: non è poi un mistero. Non ne esistono prove, perché la Chiesa cattolica non si schiera (la politica non è materia curiale). Però di indizi ce ne sono parecchi, a partire dalla rinnovata volontà di edificare un dialogo. Il che significa, in via indiretta, che il mandato precedente a questo non è stato percepito come fruttuoso dai sacri palazzi. Papa Francesco, per certa narrativa, è stata la nemesi del trumpismo. Le cose sono più complicate di così, ma è vero che Bergoglio è per il multilateralismo diplomatico, l’accoglienza dei migranti e la cooperazione internazionale: tutti focus su cui Trump non concordava a pieno.
La partita non è solo geopolitica, ma anche culturale: lo scontro in atto tra cattolici tradizionalisti e cattolici progressisti può modificare il cattolicesimo per come lo abbiamo conosciuto. La dottrina, per gli uni, è immutabile, mentre per gli altri sembra possibile assecondare i tempi. Come? Ad esempio accettando il fatto che un abortista come Biden possa essere considerato un presidente degli Stati Uniti cattolico. Dipendesse dal cardinal Raymond Leo Burke agli abortisti non verrebbe concessa l’eucaristia. Ma i tempi sono quelli che sono, e il conservatorismo cattolico è in netta minoranza nelle gerarchie e nell’organizzazione ecclesiastica.
La famiglia è il luogo privilegiato in cui prendono forma e si riempiono di sostanza i valori cattolici e sociali; è un indispensabile ponte tra la comunità e le nuove generazioni.
È dunque, a mio modesto avviso, necessario che ogni uomo impegnato in politica, si adoperi a salvare ed a promuovere i valori e le esigenze della famiglia. Perché sono fermamente convinto che il suo ruolo all’interno della comunità sociale è centrale, portante per la costruzione di un avvenire scevro da disorientamenti. Ed in questo contesto frammentato, nel quale si evidenzia non tanto una fragilità della struttura ‘famiglia’ quanto di quella dell’individuo e del suo bagaglio valoriale, sono i ‘guasti sociali’ che influiscono sulla stabilità familiare. La famiglia è chiamata oggi ad assumersi un impegnativo “compito culturale”: quello di mantenere ‘alto’ il significato della vita familiare. Infatti la famiglia tradizionale - come scientemente intuito dal Cardinale Martini - “non ha più dalla sua la forza di un'evidenza etica condivisa che le permette di imporsi d'autorità”. Pertanto, condividendo il suo monito, “essa ha bisogno di fare emergere i suoi valori in forma comunicativa e accessibile di fronte al proliferare di nuove forme di legame, che forse sono frutto anche di reazioni parziali e polemiche a promesse mancate. In ogni caso la famiglia deve e senza appoggiarsi unicamente alla forza della tradizione”. E da uomo delle istituzioni mi sento di dire che il problema è da rintracciare in anni di politiche nazionali e regionali poco risolutive - per decenni lo Stato, e a cascata le regioni, in particolar modo la Calabria, non è riuscito ad elaborare politiche forti per la famiglia. Intendo politiche organiche e non provvedimenti ‘random’ che avessero un impatto sociale nel breve periodo. Modelli come quello francese o tedesco sarebbero da emulare. Invece siamo quasi sempre rassegnati a dispositivi col profilo assistenzialista che non incentivano la creazione di nuovi nuclei familiari, anzi, talvolta li scoraggiano!
Alcune scelte politiche nazionali di indirizzo, è indubbio, abbiano influito sull’unione matrimoniale e di conseguenza sui figli, i quali, oggi sono in balia di disagi ed incertezze difficilmente gestibili in un contesto fragile come quello di una società che non permette la piena emancipazione professionale e dunque sociale delle nuove generazioni.
La top ten globale conferma per 9/10 le protagoniste dell’anno scorso e il dominio di Toyota Corolla, eppure non manca qualche sorpresa
Pandemia o no, gli equilibri del mercato automobilistico sembrano resistere, almeno a giudicare dalla classifica assoluta delle vendite che stando ai dati pubblicati dal sito Focus2Move vede nelle prime 10 posizioni quasi le stesse auto dell’anno scorso.
Ma se i nomi sono rimasti gli stessi, con una sola new entry e un'uscita illustre, la classifica è cambiata molto di più. Non al vertice, dove continua a dominare Toyota Corolla, una delle “world car” più diffuse sui mercati mondiali e in testa alle vendite ormai da parecchi anni, unica nel difficile 2020 ad essere rimasta al di sopra del milione di unità. Al di sotto, invece, qualcosa si è mosso, e con non poche sorprese.
Auto e pick-up, i 10 modelli più venduti nel 2020
Figura materna e costruzione dell’autostima
Per sviluppare una buona autostima, salda di fronte alle difficoltà della vita, devono presentarsi condizioni favorevoli a un sano sviluppo psichico e cognitivo. Primo fra tutto la presenza di una figura materna e, soprattutto, un forte rapporto con essa. Per provarne l’importanza, fu a tal proposito che Bowlby sviluppò la teoria dell’attaccamento. Egli voleva evidenziare gli aspetti caratterizzanti di un legame sicuro e predittivo la realizzazione di appaganti relazioni affettive, sia in età infantile che adulta.
Una separazione precoce, o una mancanza nel legame affettivo con il proprio caregiver, invece avrebbero incoraggiato una incapacità di provvedere ai propri bisogni e una scarsa fiducia nelle capacità possedute. In sintesi, la differenza di una buona sicurezza di sé la facevano la presenza, o meno, di calore umano e di un ambiente stimolante.
Nei primi mesi di vita il neonato sperimenta una profonda dipendenza nei confronti della figura che lo accudisce. Se la madre, in questo importante lasso di tempo, è in grado di entrare in contatto empatico con il figlio, e i suoi bisogni, offrirà a quest’ultimo la capacità di sviluppare uno stile di relazione sano e sicuro. Da questo rapporto affettivo saldo dipenderà, pertanto, la costruzione di un’immagine di sé sana e di un’autostima idonea anche in età più matura.
A chi vuoi più bene a mamma o a papà? Quante volte abbiamo sentito questa domanda un po’ sciocca da amici, parenti e persone incontrate per caso, come se le due figure non avessero pari importanza. Esse sono complementari e fondamentali per lo sviluppo del piccolo, tuttavia, oggi vediamo una figura bistrattata in gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino, auspicando che ciò porti un po’ di lustro a questi poveri personaggi che sembra siano sempre lì per caso.
Chi sono questi personaggi?
I papà, ma certo! Figure sottovalutate e strapazzate, che in realtà, rivestono una funzione importante nello sviluppo del piccolo.
Friedrich Nietzsche disse: “Chi non ha un padre dovrebbe procurarsene uno”.
Vediamo insieme in quali passaggi e tappe è importante il ruolo del papà …
La gravidanza …
Vi starete chiedendo cosa possa entrarci il papà con la gravidanza vero? Ebbene, il papà è importante in gravidanza, poiché, grazie alla sua capacità di accogliere le ansie materne induce, di riflesso, un enorme benessere sul buon proseguimento della gravidanza stessa e sulla crescita intrauterina del piccolo. Il papà, inoltre, è importante anche riguardo al contatto che ha con il piccolo attraverso il ventre materno. Le carezze che il papà fa sulla pancia della mamma, non sono solo un vezzo come in molti credono, ma sono il primo passo per quello che sarà il futuro legame con il nascituro.
Mi avete segnalato un’immagine che circola online. Mostra una bandiera rossa su cui sono riportati la svastica nazista e la falce e martello simbolo dei comunisti. Il testo nell’immagine riporta:
Se questo ti offende (la svastica) e questo no (falce e martello) Vuol dire che sei vittima del sistema e preda dell’ignoranza. Sotto i due simboli sono riportati dei numeri, con la svastica si parla di 16 milioni di morti con falce e martello 162 milioni di morti.
Non sono riportate fonti per i dati che vengono sostenuti, nessun link che spieghi a cosa facciano riferimento. Le stesse frasi sono riportate in inglese.
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Ecco le lezioni che TAYLOR SWIFT può insegnarti sulla NARRAZIONE
Queste sono alcune lezioni che gli scrittori possono imparare da una dei moderni maestri della narrazione. Che tu sia o meno un fan di Taylor Swift (c... -
TAYLOR SWIFT è la regina della musica ( anche se non conoscete nemmeno una sua canzone)
Elvis arrivò nel mondo della musica al momento giusto, quando c’era bisogno di “scoprire” i giovani e uscire dal conformismo degli anni Cinquanta. I B... -
Concorso Internazionale di Cortometraggi “L’INFINITO di LENTINI Film Festival 2024”
Il concorso “L’INFINITO di LENTINI Film Festival 2024” prevede due sezioni: 1) "TEMA LIBERO"; 2) "GENTILEZZA". I cortometraggi possono essere di qualu... -
Elenco dei Cortometraggi Premiati alla 15° edizione Concorso “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROM...
Lunedì 18 Dicembre 2023 sono stati premiati i migliori cortometraggi arrivati alla 15° edizione del Concorso “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA... -
Le premiazioni del Concorso di CORTOMETRAGGI “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2023“
La premiazione della 15° edizione del Concorso Gran Premio “ilCORTO.it FESTA INTERNAZIONALE di ROMA 2023” (rivolto ai Registi e Filmaker italiani e st...
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Truffa online, basta un clic: come ti svuotano il conto corrente
Accetta tutto, rifiuta tutto, solo i necessari, conferma le mie scelte: quante volte mentre cerchiamo di navigare in santa pace su internet veniamo le... -
YouTube rimuove i “non mi piace”. Ecco come favorisce il politicamente corretto
L’amministratore delegato di YouTube, Susan Wojcicki, ha annunciato mercoledì scorso che la piattaforma di condivisione video più famosa al mondo rimu... -
Le terapie anti-Covid non esistono, giusto? Sbagliato. L’Aifa sbugiarda i virologi star
La ricetta Speranza a base di «tachipirina e vigile attesa» è già stata messa in discussione da diversi studi scientifici. Adesso, però, sta per croll... -
Pfizer, "abbiamo sbagliato vaccino". Campagna contro il Covid, studio sconcertante: tutto ribaltato, chi rischia
Sono 82.278.770 le dosi di vaccino somministrate in Italia, l'87,8% del totale di quelle consegnate, pari finora a 93.749.420 (nel dettaglio 66.025.41... -
Dodici milioni di animali uccisi per i test scientifici: Parlamento Ue chiede fine della “mattanza”
Il Parlamento Ue chiede si fermare la “Mattanza” degli animali da laboratrio: nell’Unione europea, nel 2017, circa 12 milioni di animali sono stati al... -
Instagram è dannoso per la salute mentale delle ragazze. Zuckerberg lo sa e non fa nulla
Facebook sa che Instagram è un social pericoloso per la salute mentale delle ragazze adolescenti, ma non fa nulla per arginare il problema. E’ quanto... -
Carne bovina, due casi di mucca pazza. "Stop alle vendite", torna il terrore: ecco cosa evitare
Torna l'allarme mucca pazza. Certo, non alle porte dell'Italia, ma il caso fa subito paura. In Brasile - il più grande esportatore di carne bovina al... -
Facebook e la lista di vip intoccabili: Zuckerberg ha protetto dalla censura 6 milioni di profili “famosi”
«Gli standard della community di Facebook si applicano a tutti nella stessa maniera», è il mantra che Mark Zuckerberg ama ripetere a tutti. Ma è veram... -
Così muore in pochi secondi il Covid: l'immunologo Clerici ha scoperto l'arma letale che uccide il virus
Una spallata che può essere definitiva nella guerra con il Covid. Mario Clerici, docente di Patologia generale all’Università Statale di Milano e dire... -
Elon Musk da paladino “verde” a inquinatore seriale
Elon Musk proprietario di Tesla e del gruppo Space X ha cercato di rivoluzionare, oltre al mercato automobilistico anche lo stile di vita dei nuovi ri...
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