capture 490 26112020 181841Perchè sciare fa bene? Tutti i motivi per dare il via alla tua stagione invernale.

Pronti per le vostre più incredibili performance sulla neve? Con l’inverno alle porte, i primi fiocchi di neve iniziano a scendere, puntuali come orologi svizzeri. Ecco allora che gli appassionati di sci e snowboard cominciano a preparare lamine e tavole, tute e caschetti, per dare il via ufficiale alla loro stagione preferita. Una boccata di benessere per il corpo e la mente. Già lo sapete: basta tornare da una giornata di sci per essere più felici. Stare all’aria aperta, fare esercizio fisico divertendosi, avere davanti panorami mozzafiato, sono un pacchetto di wellness davvero non indifferente. Lo dice anche la scienza! Scopriamo insieme tutti i motivi per farvi una bella sciata in compagnia!

Si torna in pista? Ecco i motivi per non perdersi la stagione sciistica invernale

Basta uno skipass per farvi ritornare il buon umore? Non sapete tutto. Attenzione: se siete alle prime armi, meglio affidarsi a un bravo maestro, prima di sfrecciare da discese vertiginose. Qualsiasi sia la vostra preparazione però lo sci fa davvero bene, sia allo spirito che al vostro organismo. Vediamo perché:

capture 489 26112020 181434Se vi serviva una scusa per andare a sciare e giustificare la vostra passione per la neve, ora l'avete!
"Sciare fa bene a corpo e mente", ecco la sintesi degli studi condotti qualche tempo fa dall'Università di Salisburgo e ripresi come concetto dal comprensorio sciistico italiano più noto e vasto: il Dolomiti Superski. Sulla scia di questi studi, infatti, è stato sviluppato il programma "Wellbeing Factor", che fa parte del servizio "Performance Check", ovvero un programma che permette di valutare la propria prestazione sugli sci anche in termini di apporto di benessere e buonumore.
Lo studio, portato avanti dalla SASES - Istituto di scienze motorie dell'Università di Salisburgo e supportato da dati scientifici, dimostra che lo sci praticato con una certa frequenza ha la capacità di inibire alcuni dei meccanismi che potrebbero generare malattie cardiovascolari e Alzheimer. In particolare, sciare a quote mediamente alte, migliora l'ossigenazione dei tessuti e il rinnovamento del sangue. Un punto a favore del Dolomiti Superski, dal momento che la maggior parte delle piste si trovano ad oltre 1500 mt di quota.
Inoltre, l'effetto più "comune" e subito percepibile si ha anche su muscoli e cuore. Sui muscoli lo sci agisce positivamente aumentandone la massa, massa che a sua volta protegge articolazioni e legamenti. Sul cuore invece l'effetto è sulla frequenza cardiaca, sia durante la discesa che anche dopo, questo permette al cuore di fare un allenamento prolungato e costante, che aumenta la resistenza e la forma fisica in generale. Altro punto a favore dello sci riguarda la respirazione, infatti più si sale in quota più l'aria risulta libera da agenti che possono provocare problemi all'apparato respiratorio.

capture 486 26112020 150403Benefici sci Salute| Sciare fa bene| Vantaggi sci

"Nello sci dovete usare il cervello, che è la parte più importante della vostra attrezzatura". (Kevin Andrews e Warren Miller). 

Le montagne torinesi non erano così innevate da moltissimi anni. E la stagione invernale, che è già iniziata in anticipo in alcune località con le prime aperture, entrerà ne vivo con il Ponte dell’Immacolata. Per gli appassionati degli sport invernali, questo è il momento più bello dell'anno. Quello in cui divertirsi sulle piste da sci, respirando l'aria fresca dell'inverno. 

sciare fa veramente bene. Vediamo insieme 8 benefici che la pratica dello sci alpino ha sul benessere del nostro organismo:

1) Migliora equilibrio e coordinazione

Per sciare sempre meglio dobbiamo acquisire una consapevolezza crescente dei movimenti e delle posizioni del nostro corpo. La difficoltà da superare è anche quella di percepire le diverse posizioni del corpo e di comprendere lo sforzo necessario per spostarle, in un continuo gioco di equilibrio e coordinazione.

capture 437 23112020 135513I nostri bambini trascorrono troppo tempo in ambienti chiusi e troppo poco all’aria aperta.

Mentre il permanere in ambienti chiusi nei quali il ricircolo dell’aria è molto scarso favorisce (soprattutto in ambienti affollati o nelle comunità infantili) le patologie virali come raffreddori, gastroenteriti e malattie infettive in genere, giocare all’aria aperta e uscire regolarmente migliora la salute ed  il benessere dei nostri bambini.

Vediamo perché.

Perché l’aria fresca fa bene ai bambini

L’aria fresca pulisce i polmoni, liberandoli dalle impurità come le polveri sottili (per chi vive in città, occorre fare attenzione ai bollettini di inquinamento, limitando le attività all’aperto nelle zone ad alto traffico quando sono segnalate criticità legate al superamento dei limiti di polveri sottili nell’aria).

capture 420 22112020 170241Coronavirus: le misure della Regione Emilia Romagna per la ripartenza in sicurezza dello Sport

L'attività fisica quotidiana contribuisce a migliorare moltissimi aspetti della nostra vita a livello fisico, psicologico e sociale.
L'attività fisica è indispensabile per crescere in buona salute. Essa infatti mantiene in buono stato ogni parte piccola o grande del corpo umano (i muscoli, i vasi, il cuore, il cervello i cromosomi, gli organi, dna...) garantendone a lungo un corretto e migliore funzionamento aiutando altresì a migliorare le nostre prestazioni cognitive, la percezione di benessere e a modulare il nostro umore.

L'attività fisica aiuta a  prevenire e curare malattie cardiovascolari e metaboliche (cardiopatia ischemica, obesità, diabete, osteoporosi), diversi tumori (es. colon-retto, seno e prostata), la depressione, disturbi d'ansia e del sonno.
Inoltre migliora l'aspetto fisico, riduce gli effetti negativi dello stress e rallenta l'invecchiamento sotto tutti gli aspetti. Infatti non solo consente di mantenere destrezza e forza muscolare, ma in chi è fisicamente attivo, sono molto più rare la perdita della funzione erettile e l'isolamento sociale.

capture 335 15112020 181734Generalità

Il nuovo Coronavirus (2019-nCoV) è un virus respiratorio responsabile dell'attuale epidemia di COVID-19 con esordio a Wuhan, in Cina, nel dicembre 2019. Per certi aspetti, la sintomatologia d'esordio della COVID-19 simula quelle delle più comuni infezioni alle vie respiratorie, tra cui il raffreddore e l'influenza stagionalefebbretossedolori muscolaridifficoltà respiratorie ecc.

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In effetti, i Coronavirus sono una vasta famiglia di agenti infettivi che causa malattie che vanno dal raffreddore a malattie più gravi, come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Sulla base dei dati epidemiologici ad oggi disponibili, emerge che l'infezione da Coronavirus 2019-nCoV può causare sintomi respiratori lievi-moderati nella maggior parte dei casi (tra cui naso che cola, mal di gola, tosse e febbre). Alcuni pazienti che contraggono il nuovo Coronavirus, possono sviluppare una polmonite e/o necessitano del ricovero in terapia intensiva.

capture 107 19102020 104759Attualmente non esiste una cura in grado di debellare il disturbo. La terapia, dunque, è sintomatica e tra gli obiettivi si pone anche quello di evitare le complicanze

Secondo alcune indagini statistiche la sua incidenza annua oscillerebbe tra i 6,8 e i 16,3 soggetti ogni 100mila negli Usa e tra le 4,6 e le 7,4 persone ogni 100mila in Europa.

Si tratta, dunque, di un disturbo raro che colpisce prevalentemente gli uomini, in particolare con un'età superiore ai 50 anni. La fibrosi polmonare idiopatica è una malattia polmonare di tipo cronico caratterizzata dalla formazione anomala e per motivi ancora non noti di tessuto cicatriziale attorno agli alveoli. Questi ultimi sono piccole sacche situate alla fine dell'albero bronchiale. Proprio qui termina la corsa dell'aria inspirata e avviene il prelievo dell'ossigeno in essa contenuto. La fibrosi polmonare idiopatica appartiene alla categoria delle polmoniti interstiziali idiopatiche la cui eziologia, come dice il termine, non è di natura infettiva, bensì sconosciuta. Purtroppo le conseguenze della patologia sono irreversibili, ciò significa che i cambiamenti a livello dei polmoni sono permanenti e che il tessuto cicatriziale che si viene a creare non è sostituibile con del tessuto funzionale.

Nonostante le numerose ricerche, non si conoscono ancora le cause della fibrosi polmonare idiopatica. Esistono, tuttavia, fattori di rischio in grado di favorirne la comparsa. Innanzitutto la familiarità. Vari studi hanno dimostrato che più del 20% dei malati ha un familiare affetto dalla malattia o comunque da una polmonite interstiziale idiopatica. Il 75% dei pazienti, inoltre, presenta una lunga storia di tabagismo. Sotto la lente di ingrandimento, poi, i soggetti che hanno combattuto infezioni virali sostenute, ad esempio, dal virus dell'epatite C e dal virus di Epstein-Barr. Da non sottovalutare il reflusso gastroesofageo e l'esposizione per motivi lavorativi a polveri di metallo, di carbone, di legno, di fieno e/o di pietra. Infine, come già accennato, la patologia è maggiormente diffusa tra gli uomini e le probabilità di soffrirne crescono con l'aumentare dell'età.

capture 018 27082020 191117Il nostro stile di vita, almeno lo stile di noi occidentali, è quello di avere paura delle malattie, di pensare che i batteri siano li pronti a distruggerci al primo granello di polvere, con le pubblicità che ci fanno vedere i batteri come mostri per vendere detersivi, detergenti, disinfestanti, per rendere le nostre case più sicure e anche le nostre vite e la nostra salute.O almeno così crediamo. E compriamo detersivi su detersivi per sbarazzarci dei germi, per avere pavimenti sicuri, bambini sani, e in fondo diciamolo pure, una vita felice perchè quello che la pubblicità ci vende è sempre un'idea, a volte anche molto brillante, che ci fa sognare, e desiderare di avere quel prodotto.Certo,forse avremo meno germi (o forse anche loro ne usciranno rinforzati) ma sappiamo veramente con quale pericolo combattiamo il pericolo? Ormai è radicata nella nostra mente l'idea della guerra intelligente, la guerra contro i nemici, combattuta con bombe intelligenti (come se le bombe avessero la capacità di pensare o di fare meno morti per questo), la guerra contro chi la pensa diversamente da noi, la guerra contro ciò che sentiamo diverso e che ci fa paura.Anche la guerra contro i germi, in nome della quale riempiamo le nostre case di prodotti dal packaging accattivante e più ne usiamo e più ci sembra di avere pulito.

Ma sappiamo realmente cosa è contenuto dentro ai prodotti che usiamo? E sono poi così sicuri per la nostra salute?

Purtroppo non abbastanza e vediamo come e perchè potrebbero essere dannosi per la nostra salute.

 capture 105 25082020 160629Potrebbe sembrare strano, ma l’uso errato della mascherina può causare quella che è stata chiamata “congiuntivite da mascherina”. Indossarla bene però è importante anche proteggersi dal contagio. Per capire come un dispositivo che copre naso e bocca possa causare irritazioni e infezioni agli occhi, abbiamo chiesto al dottor Pietro Rosetta, responsabile di oculistica di Humanitas San Pio X.

 «Se la mascherina non aderisce bene ai lati del naso – spiega l’esperto -, a causa dell’impedimento rappresentato dalla mascherina posta davanti alla bocca, respirando si crea un flusso di aria che tende a risalire tra le guance fino a raggiungere gli occhi. In questo modo, i batteri buoni che vivono nella bocca e hanno la funzione per esempio di proteggere il cavo orale da infezioni, risalgono verso gli occhi, dove però possono diventare molto aggressivi. Inoltre, alcuni tipi di mascherina possono bloccare la palpebra inferiore, alterando la normale lubrificazione della superficie oculare e creando irritazione e fastidio agli occhi, secchezza, fino a sviluppare una vera infezione. Quando i disturbi agli occhi sono ancora lievi, il problema si può risolvere in breve tempo con la visita dall’oculista e la terapia del caso. Alcune persone però, tardano a rivolgersi allo specialista, forse anche per timore di recarsi negli ospedali e negli ambulatori, salvo poi arrivare in Pronto Soccorso con stati avanzati di congiuntivite. Pertanto, la raccomandazione è di indossare bene la mascherina, scegliendola tra quelle adatte al proprio viso e alla necessità, piegandola opportunamente in modo da evitare che sfiati in corrispondenza degli occhi e soprattutto non aspettare che l’irritazione, qualora compaia, sfoci in infezione prima di rivolgersi all’oculista».

Il Problema

Il tasso di umidità e la qualità dell’aria all’interno della tua abitazione sono elementi che influenzano il comfort e la salute della tua famiglia.

L’eccesso di umidità generato dalla condensa, dalla risalita capillare, dalle infiltrazioni, dai muri umidi, dalla presenza della muffa, degli acari ed altri parassiti può causare delle infezioni respiratorie gravi.

Come sempre, sono proprio le persone più deboli (bambini, persone anziane…) a presentare per prime i sintomi di queste infezioni e a pagare con la propria salute la presenza della muffa.

Umidità in casa: le cause

Capita spesso che nelle case sia presente un’eccessiva umidità, vuoi per le murature antiche che hanno assorbito acqua nel corso degli anni o per molte altre ragioni; insomma, può capitare quindi che muffe e batteri circolino liberi in casa tua, causandoti problemi di salute di cui non sei nemmeno al corrente.

A questo punto ti starai chiedendo: cosa può causare l’umidità in casa? Anzitutto una eccessiva umidità in casa potrebbe comportare la proliferazione di muffa e condense.

Questi due elementi hanno la capacità di causare danni alla salute non indifferenti; spesso intaccano l’apparato respiratorio e non consentono una facile e corretta respirazione.

A quale temperatura si ottiene l’umidità ideale in casa?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che per vivere bene è necessario che gli ambienti abitativi abbiano sia la temperatura che l’umidità ideale.

Secondo le ricerche scientifiche, il corpo umano si trova in condizioni ottimali ad una temperatura di circa 20°-24°, con un’umidità compresa tra il 40% e il 60%.

Ad ogni modo, è necessario tenere presente anche le normative vigenti in materia di temperature interne. La legge, infatti, prevede che nel corso dei mesi invernali la temperatura interna delle case sia di 20° con il riscaldamento acceso. In questo caso si avrebbe un tasso di umidità ideale in casa, e cioè pari al 55%, del tutto tollerabile per la salute del nostro organismo. Tale prevenzione è necessaria per evitare che la casa umida provochi danni di salute.

Qual’è la temperatura ideale in casa per la muffa?

La muffa per vivere e proliferare ha necessità di tre diversi elementi: alto tasso di umidità, poca luce e poco ricircolo d’aria.

Il primo passo alla formazione della muffa è legato alla presenza di condensa, uno sottile strato di umidità che si deposita sulle pareti più a rischio. Essa dipende poi dal punto di rugiada che è il rapporto tra temperatura del muro e tasso di umidità ambientale.

Ad agevolare la formazione della muffa sono le temperature miti, come ad esempio i 22°, combinate però con un’aria pregna di umidità, circa 70%. Pertanto, a temperature confortevoli e specialmente durante i mesi invernali, è consigliabile aprire saltuariamente le finestre o comunque consentire un passaggio d’aria, così da svolgere una funzione deumidificante e a contrastare la formazione di muffe dannose per la salute.