“Per me questa litania quotidiana del bollettino è da eliminarsi assolutamente. Non serve a nulla, tranne che a spaventare le persone.” Lo dice il professor Francesco Vaia, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, ospite di Nicola Porro nella puntata di lunedì 20 dicembre di Quarta Repubblica su Rete4.
Si dovrebbero monitorare con attenzione ospedalizzazioni e terapie intensive, invece di concentrarsi solo sui contagi. “Quello che dobbiamo osservare sempre di più sono le ospedalizzazioni, in particolare quelle con degenza per malattia grave” afferma Vaia, e denuncia la mancata predisposizione di personale per le necessarie terapie domiciliari di tutti coloro che sono risultati positivi al covid ma potrebbero evitare di recarsi in ospedale. “Per esempio, nel Lazio, abbiamo messo in campo una task force per fare le terapie che facciamo in ospedale a casa. In questo modo, le persone non sono costrette ad andare in ospedale e possono essere curate a casa con i monoclonali".
Non esiste solo il vaccino, dunque. “Abbiamo due strumenti, non alternativi ma complementari. Il vaccino s’è dimostrato uno strumento importante e va utilizzato” ma esistono delle alternative, ad esempio i monoclonali o il plasma iperimmune. “Spaventare paga di più!” incalza Porro da studio, e il professore chiarisce: “Abbiamo bisogno di serenità ed equilibrio. La scienza deve guidare questo percorso, e convincere senza spaventare".
Ottanta parlamentari nei guai: sfruttano i collaboratori con contratti ridicoli e li mandano a fare la spesa
Deputati e senatori sono i primi a non rispettare le leggi che approvano quando si trovano a vestire i panni del datore di lavoro. Sono circa 80 i collaboratori parlamentari che in questa legislatura hanno segnalato irregolarità nei contratti stipulati e condotte di sfruttamento, spesso al limite del mobbing. Ci sono «onorevoli» donne che mandano le loro assistenti (pagate dai contribuenti per aiutarle nell'attività legislativa) a comprare gli assorbenti in farmacia e altre colleghe che spediscono giovani laureati al supermercato a fare la spesa, che poi vogliono anche ricevere a domicilio.
Umiliazioni spesso subite in silenzio, per paura di non lavorare più nei palazzi della politica. C'è però chi trova il coraggio di trascinare deputati e senatori davanti al giudice del lavoro. Nell'attuale legislatura sono almeno una ventina le cause intentate dai collaboratori ai rispettivi parlamentari, per svariati tipi di prevaricazioni datoriali.
«I contratti stipulati quasi mai corrispondono al rapporto di lavoro sottostante - spiega l'avvocato Fabio Santoro, legale di fiducia dell'associazione Aicp-I parlamentari che legiferano contro i contratti atipici, sono i primi a usare finti co.co.co., co.co.pro. o partite Iva per risparmiare sul costo del lavoro, a fronte di orari rigidi e un rapporto gerarchico che andrebbe inquadrato come subordinato. Poi ci sono collaboratori che hanno scoperto di non avere un contributo versato dopo anni di lavoro; ad altri non è stato pagato il trattamento di fine rapporto o la tredicesima; c'è addirittura chi si è visto negare documenti fiscali come la certificazione unica. Qualcuno è stato licenziato in maniera semiritorsiva, qualcun altro senza preavviso. Insomma, il Parlamento italiano è un Far West in cui il parlamentare spende come vuole il suo budget».
Lo sapevano che non durava 12 mesi, la Maglie svela il bluff del green pass
"Sapevano che il green pass non sarebbe durato 12 mesi". Maria Giovanna Maglie non ha dubbi e accusa il governo di aver fatto il gioco delle tre carte sul certificato vaccinale.
Ma le parole della giornalista sono ancora più esplicite e tirano in ballo perfino la comunità scientifica: "Ma lo sapete perché hanno fissato lo stesso la durata a 12 mesi? - si chiede la Maglie - Perché altrimenti non avrebbero saputo come fare per organizzarsi. Senza dimenticare che lo scorso 22 luglio Draghi ha assicurato agli italiani che chi faceva il vaccino non si sarebbe contagiato e invece non è vero. Hanno detto che i tamponi non sono sicuri e invece adesso li usano anche per i non vaccinati".
La Maglie spara a zero sulla miopia e opacità delle scelte politiche. "Si è seguita solo la strada del vaccino e questo è criminale - attacca la Maglie - Se oggi si parla di lockdown vuole dire che siamo tornati di nuovo al punto di partenza".
Carlo Conti ricoverato in ospedale a Firenze: le condizioni del conduttore positivo al Covid
Carlo Conti, contagiato da Covid-19, è stato ricoverato in ospedale. Sul sito di “La Repubblica” si legge che il popolare conduttore: “è stato ricoverato all'ospedale fiorentino di Careggi nel reparto malattie infettive. Il conduttore è affetto da Covid e, nonostante le sue condizioni non siano gravi, sono state giudicate non più compatibili con l'isolamento a casa”.
A dare notizia della sua positività al Coronavirus era stato lo stesso Carlo Conti con un post su Instagram. Dopo una settimana di sintomi relativamente lievi (febbre e tosse) che gli avevano consentito di condurre una puntata di “Tale e quale show” da casa, ha subìto un peggioramento, come ha reso noto lo stesso Conti (“i sintomi adesso ci sono tutti e anche troppi” ha scritto sui social). Alla fine il trasferimento in ospedale. Questa sera il talent canoro si alterneranno alla conduzione i giudici Loretta Goggi, Vincenzo Salemme e Giorgio Panariello.
Non è l'arena, David Rossi "ucciso, non suicidato". Giletti e l'audio rubato: chi parla, una pista clamorosa
Filmati e video scattati dalla polizia scientifica nello studio di David Rossi, tutti spariti. Massimo Giletti sgancia la bomba a Non è l'arena sul caso del responsabile comunicazione di Mps "suicidatosi" (il condizionale è d'obbligo) nel 2013 in circostanze mai del tutto chiarite, gettandosi dalla finestra del proprio studio a Siena.
Anzi, nuovi sviluppi mettono ora nel mirino le leggerezze dei pm di Siena intervenuti sul luogo del delitto, a botta caldissima. Giletti manda in onda la scena: "La giacca è sistemata, mentre nella prima parte del filmato non era messa così. La finestra è chiusa, prima era aperta. E guardate nella parte bassa, ci sono tutti dei reperti probabilmente buttati fuori da quel cestino". "Dovevano già stare nella catena di custodia - incalza Antonino Monteleone, giornalista che con le Iene ha contribuito a tenere alta l'attenzione sul caso -. Dovevano essere già stati isolati e spediti per le analisi".
"Io devo però aggiungere un fatto nuovo che aggraverà questa storia - sottolinea Giletti -. Una persona a me vicina mi ha chiamato e mi ha detto: nel fascicolo dei magistrati la polizia aveva portato altre 61 fotografie e altri 2 filmati, di cui non c'è più traccia. Quello che sto dicendo è di una gravità inaudita, la persona che me lo ha detto ha la certezza matematica e me ne assumo la responsabilità. Perché quelle foto e quei video sono sparite dai fascicoli? Vi risulta?".
Mario Draghi, il premier senza mandato popolare rappresenta Big Pharma
Un presidente del Consiglio senza mandato popolare, il capo di un governo profondamente tecnico -elitario sostenuto da una maggioranza che ha tradito il voto politico del 23 marzo 2018, va in Europa, cioè nel luogo meno rappresentativo degli interessi dei cittadini, a parlare per conto degli italiani.
Almeno così Supermario ha detto ieri in parlamento. Non con il mio mandato, visto che ha bocciato la nostra proposta di risoluzione con cui chiedevamo al governo di bloccare le vaccinazioni ai bambini e di respingere ogni tentazione di obbligatorietà vaccinale erga omnes. Draghi non ha avuto questo coraggio, pertanto per quel che riguarda la forza che rappresento - ItalExit per l'Italia - egli andrà al Consiglio europeo per difendere gli interessi di Big Pharma e del potere finanziario multinazionale.
Del resto a questo serve l'Unione europea. Soltanto un accrocchio ingannevole può chiedere ai proprietari di casa di accollarsi la messa a norma energetica delle case dal 2030 altrimenti la proprietà privata viene di fatto cancellata: un altro modo per mettere mano alla ricchezza degli italiani.
Ma lo sanno cosa significa per gli italiani una norma del genere? Così come è pura provocazione pensare di distruggere il distretto della motoristica mettendo le nostre aziende in fuorigioco per favorire le grandi case automobilistiche globali su elettrico e ibrido. Il Paese delle Ferrari, Maserati, Lamborghini umiliato dagli euroburocrati. Ma torniamo al vassallaggio nei confronti delle multinazionali del farmaco, Pfizer in testa. Più passa il tempo e più si fa palese la sudditanza dell'Unione europea e dei governi (tranne il tedesco e il britannico per motivi diversi) verso Big Pharma.
Enrico Letta, i beni del segretario Pd sono un mistero
Hanno sparso quintalate di moralismo, lorsignori. Ripristinato peraltro in questa concitata fase di corsa al Quirinale dove, seppur in forma più soft, sono tornati a sventolare il vessillo dell'anticoberlusconismo. Ma quando si tratta di loro stessi, lo zelo viene sempre riposto.
Da un paio di mesi, il segretario del Pd Enrico Letta è stato eletto alla Camera, nel collegio uninominale di Siena dove è entrato al posto di Piercarlo Padoan, nel frattempo dimesso. Ebbene, sul sito della Camera non compare ancora la documentazione patrimoniale. Va detto, a onor del vero, che ha tempo fino a gennaio. Dunque non c'è alcun ritardo nei tempi formali, ma forse prendendo a criterio i «tempi morali» che da quella parte hanno semp
re imposto agli altri, forse un po' oltre lo siamo. Sulla pagina del sito della Camera dedicata alla situazione patrimoniale del singolo deputato, ancora non è stato caricato il documento che lo riguarda.
Tuttavia, attraverso una ricerca al database del Cerved che Il Tempo ha avuto modo di eseguire, il segretario Pd non risulta avere beni patrimoniali in Italia. Poi c'è un'altra sezione del suo profilo sul sito di Montecitorio, ossia quella dedicata alle «dichiarazioni di incarichi e professioni».
Meloni spiana la Lamorgese: "Cosa ci racconta il governo" colpo da ko su migranti e Covid
Giorgia Meloni torna a tuonare contro il paradosso del Viminale, che blocca i voli dal Sudafrica per paura della variante Omicron del Covid ma lascia le porte aperte agli immigrati degli altri Paesi.
"Che il governo non gestisce l’immigrazione clandestina lo sappiamo bene, mi stupisce il fatto che tenga ancora lì il ministro Lamorgese, che su questa materia non è in grado di fare il proprio lavoro" dice la leader di Fratelli d'Italia giovedì 9 dicembre a Dritto e rovescio, la trasmissione condotta da Paolo Del Debbio su Rete4.
"Il governo ci racconta che blocca gli aerei dall’Africa per il covid, ma noi fermiamo gli aerei per dare il monopolio del trasferimento in Italia alla mafia degli scafisti? Una cosa intelligente sarebbe fermare le partenze e impedire che arrivino migliaia di persone in arrivo da Paesi che non sappiamo cosa sta accadendo che quando arrivano da noi si rifiutare di fare il tampone ed il vaccino".
"Si può chiedere serietà? Una delle cose da fare dall’inizio era di difendere i confini" attacca la Meloni sul fronte caldo dell'immigrazione nel giorno in cui la titolare del Viminale in Europa ha chiesto "penalizzazioni" nei confronti dei Paesi, come l'Ungheria di Orban, che si sottraggono alla redistribuzione volontaria dei migranti.
Luciana Lamorgese, fonti Lega sul capo dell'immigrazione: "La signora indagata? Da luglio 2020..."
Il prefetto Michele Di Bari, non indagato, nominato capo del Dipartimento Immigrazione nel maggio 2019, si è dimesso dopo la notizia dell’indagine a carico della moglie per caporalato. L'azione della magistratura ha interessato attività comprese tra luglio e ottobre 2020, quando al Viminale c’era Luciana Lamorgese. "L’attuale ministro ha promesso particolare impegno contro il caporalato - fanno sapere fonti del Carroccio - la Lega si aspetta che riferisca in Parlamento proprio sull’emergenza immigrazione clandestina (visto il ruolo del prefetto dimissionario Di Bari), fenomeno che è strettamente connesso allo sfruttamento del lavoro. Nel 2021, sono stati registrati 63.062 sbarchi. Nello stesso periodo, nel 2020 erano stati 32.919 e nel 2019 11.097". Matteo Salvini non ha commentato la vicenda giudiziaria.
“Chiediamo che il ministro dell’Interno riferisca immediatamente in Parlamento”, ha attaccato poi il leader della Lega, Matteo Salvini, rivolgendosi a chi ha preso il suo posto al Viminale. “Al di là della vicenda giudiziaria che non mi permetto di giudicare, i dati sull’immigrazione – visto che stiamo parlando del Capo dipartimento per l’immigrazione – dicono che in due anni ci sono stati più di 100mila sbarchi, quest’anno più che raddoppiati rispetto all’anno scorso”, ha spiegato l'ex ministro degli Interni.
Pfizer "ha pagato gli esperti". Covid e vaccini, l'accusa che può riscrivere la storia
L'azienda farmaceutica Pfizer avrebbe giocato sporco sul vaccino anti-Covid. In particolare, avrebbe contribuito a screditare Astrazeneca, un altro vaccino contro il virus, molto più economico, che però non ha avuto la stessa fortuna degli altri farmaci. Stando a un’anticipazione della puntata di Channel 4, pubblicata dal tabloid Daily Mail e citata dal Fatto Quotidiano, la compagnia americana è stata accusata di aver pagato degli esperti per gettare delle ombre sul vaccino britannico.
Il riferimento sarebbe ad alcuni relatori di un seminario, che si è tenuto in Canada l’anno scorso. Loro, infatti, hanno sostenuto che il prodotto di Astrazeneca, oltre a non essere efficace su persone immunodepresse, può far insorgere dei tumori. Un altro tema al centro della stampa inglese adesso è anche la differenza di trattamento riservata da Pfizer ai vari Paesi del mondo. Come ammesso dall'amministratore delegato Albert Bourla, infatti, l'azienda ha applicato prezzi diversi a seconda del tipo di Paese. Questo ha fatto sì che i vaccini arrivassero in abbondanza praticamente solo in quelli più ricchi.
Covid, nelle tabelle dell'Iss resuscita un altro bambino. L'errore clamoroso: scambiano un adulto per neonato
Un altro clamoroso errore nelle tabelle sui contagi e decessi da Covid nell'ultimo bollettino di sorveglianza settimanale dell'Istituto superiore di Sanità. Dopo il miracolo avvenuto nella tabella relativa alle fasce di età 0-19 del 17 novembre scorso, quando in soli sette giorni resuscitarono dal Covid letale due bambini, questa settimana tocca a un altro bambino tornare in vita.
Adesso da 37 morti di metà ottobre si scende a 34. Però è la spiegazione riportata nel documento a fondo pagina ad essere ancora più grottesca: in verità, dopo aver verificato la data di nascita il soggetto risulta deceduto davvero, ma non rientra nella fascia di età 0-19 anni. Tantomeno nella fascia dei piccolissimi.
Roma, la grande fuga dei turisti: Natale in bianco, cancellato il 30% delle prenotazioni
Frenano le prenotazioni per trascorrere le feste di Natale nella Capitale. E Roma, come un po' sta accadendo di questi tempi a tutte le città d'arte, sconta l'incremento dei contagi e l'incertezza riguardo a quale sarà la prossima regione a passare dal bianco al giallo o addirittura dal giallo al rosso. Un'incertezza che non consente neanche una programmazione di eventi in grado di attirare turisti per le feste di Natale, come ribadito ieri dal sindaco Gualtieri che in merito al concerto di Capodanno ha detto: «Stiamo finalizzando la nostra valutazione sulla base del dati epidemiologici». «Dopo quel 25-30% in meno di prenotazioni registrate subito dopo l'annuncio della variante Covid - spiega Tommaso Tanzilli, direttore Federalberghi Roma - non abbiamo notato altre particolari variazioni al ribasso, ma ci preoccupa molto questo clima di attesa e di indecisione, che sta facendo desistere italiani ma soprattutto stranieri, dalla voglia divenire atrascorrere il Natale a Roma».
Ci sono ancora circa 300 alberghi chiusi su un totale di 1.200, il che la dice lunga sul fatto che in particolare le piccole strutture, magari ubicate in luoghi non proprio turistici, preferiscono restare chiuse piuttosto che sopportare costi di gran lunga superiori ai ricavi. Gli alberghi aperti, invece, risparmiano. Come? «Beh, ad esempio, spegnendo il riscaldamento ai piani non occupati - risponde Tanzilli - perché se la media ad oggi delle camere prenotate è di 30 su 100 va da sèche si concentrano le prenotazioni su un unico piano e lì tutti i servizi». E poi si risparmia sul personale e qui arrivano altre note dolenti. Gli aiuti finora dati al settore dal Governo hanno permesso agli imprenditori di non licenziare. Il personale è rimasto a casa ma con un contratto.
Roma invasa dai topi e Gualtieri "taglia" la derattizzazione. Fondi bloccati
Si intrufolano nei garage, spuntano dalle pedane dei dehors, si arrampicano sugli alberi, entrano nei negozi e nelle edicole. Cresce l’allarme nel rione Prati per la presenza ormai ubiqua di topi e pantegane di ogni misura, e benché siano ormai una «compagnia» abituale, il fenomeno sembra stia sfuggendo da ogni controllo nel fallimento totale degli interventi dell’amministrazione capitolina. «L’altro giorno stavo camminando vicino piazzale degli Eroi quando all’improvviso è spuntato un grosso topo da un garage che si è infilato tra i miei piedi facendomi quasi inciampare – racconta Luca Aubert, ex consigliere del Municipio I – Ormai sono dappertutto, i roditori sono diventati i “padroni” della strada».
Più di tre ratti per ogni romano fanno quasi 10 milioni di topi residenti a Roma. A tanto ammonterebbe l'esercito dei roditori nella Capitale, ma dal 2016 ancora non si è riusciti ad attivare il bando per la derattizzazione. E quello lanciato nel 2020 dall’amministrazione grillina – un appalto da 7,5 milioni di euro per gli anni 2021, 2022 e 2023 - dopo due anni incredibilmente non è ancora in funzione. A causa delle ormai abituali lungaggini delle procedure, la gara è ancora in fase di aggiudicazione e la nuova amministrazione capitolina del sindaco Gualtieri è stata costretta a disimpegnare i fondi messi a bilancio per il 2021. In questa situazione si va avanti a interventi spot, ad esempio attraverso i fondi derivanti da un accordo stipulato con Ama. Ma si tratta di una manciata di spicci, con i quali si possono disinfestare al massimo poche strade. Qualcos’altro fanno i municipi, con interventi mirati ad esempio nelle scuole. Ma sulle strade, nei giardini e nelle aree verdi, tutto è fermo.
Cina a processo per il virus. Il giudice lo convoca in aula e il governo di Pechino si infuria
Il presidente dell'associazione dei ristoratori Mio Italia, Paolo Bianchini, ha denunciato per danni Pechino
La Cina si può processare per il coronavirus. E non per la volontà politica del governo. Oppure per una denuncia dell’organizzazione mondiale della sanità. I pezzi grossi del mondo non hanno tanta voglia di inimicarsi il gigante asiatico.
E però è sufficiente la testa dura di un ristoratore di Viterbo, Paolo Bianchini, presidente di Mio-Italia – l’associazione di categoria – che è riuscito a ottenere dal tribunale civile della sua città il riconoscimento del buon titolo a citare a giudizio la Repubblica popolare cinese. Per gli enormi danni provocati dal coronavirus e dai ritardi del regime di Pechino. Tutto scritto in una denuncia che ha fatto il giro del mondo, da Viterbo a Roma a Pechino e ritorno con tanta di arrabbiatura del regime: «Comandiamo noi, che vogliono questi ristoratori italiani...», hanno mandato a dire a Bianchini e soci.
Quella di Mio-Italia è una bella e drammatica storia di impegno sociale e per la giustizia. Perché la pandemia ha mietuto vittime anche sul campo economico. E i ristoratori italiani sono stati in prima fila. Il virus dagli occhi a mandorla li ha rovinati. I danni prodotti sono stati enormi, attività chiuse, personale licenziato, come fare a dimenticare periodi così drammatici... i talk show di tutte le televisioni pubbliche e private, i quotidiani e ogni genere di mezzo di informazione hanno raccontato le loro peripezie. L’Italia ha davvero solidarizzato con la loro lotta.
Padova, vaccinato muore di Covid a 47 anni ma per i vicini era no vax. Il caso clamoroso su La Stampa
Le chiacchiere dei vicini sono fra le fonti giornalistiche meno attendibili che ci siano. Quando un inquilino se ne sta un po' sulle sue e non ama le relazioni con gli altri, ne fioriscono tante. Magari ci sarà pure chi sostiene che fa chissà quali porcherie, o fa partire leggende metropolitane sulle sue abitudini sessuali. Ma vorrei vedere il giornale che sulla base del chiacchiericcio dei vicini titolerebbe mai "Tizio secondo i vicini era un pedofilo", anche perché l'editore su una sciocchezza così rischierebbe le mutande.
Se si tratta però del virus evidentemente ogni regola giornalistica viene sacrificata, anzi, impiccata alla ideologia. In questo caso alla ideologia sì vax, che onestamente vale come quella no vax. Titolo de La Stampa su un signore morto di Covid a casa a Padova: "i vicini: era no vax".
Maxi multa ad Amazon, ecco perché deve pagare un miliardo di euro
MAxi multa dell'Antitrust ad Amazon. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato una sanzione di oltre 1 miliardo di euro, per la precisione 1.128.596.156,33 euro, alle società Amazon Europe Core, Amazon Services Europe, Amazon, Amazon Italia Services e Amazon Italia Logistica er violazione dell’art. 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.
Amazon detiene una posizione di assoluta dominanza nel mercato italiano dei servizi di intermediazione su marketplace, che le ha consentito di favorire il proprio servizio di logistica, denominato Logistica di Amazon (Fulfillment by Amazon, c.d. FBA), presso i venditori attivi sulla piattaforma Amazon.it ai danni degli operatori concorrenti in tale mercato e di rafforzare la propria posizione dominante. Secondo l’Autorità, le società hanno legato all’utilizzo del servizio Logistica di Amazon l’accesso a un insieme di vantaggi essenziali per ottenere visibilità e migliori prospettive di vendite su Amazon.it. Tra tali vantaggi esclusivi spicca l’etichetta Prime, che consente di vendere con più facilità ai consumatori più fedeli e alto-spendenti aderenti all’omonimo programma di fidelizzazione di Amazon.
Mai cosi poche nascite e tanti morti dal 1918. II dati agghiaccianti Istat, aumentano solo gli stranieri
Il deficit di "sostituzione naturale" tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge in Italia -335 mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di "spagnola", in coincidenza con la fine della Prima Guerra Mondiale, contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno. Lo spiega l’Istat nella sua nota sull’andamento demografico nel 2020. Invece, il nuovo record minimo delle nascite (405 mila) e l’elevato numero di decessi (740 mila) causato soprattutto dalla pandemia di Covid aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese. Il deficit di nascite rispetto ai decessi è tutto dovuto alla popolazione di cittadinanza italiana (-386 mila), mentre per la popolazione straniera il saldo naturale resta ampiamente positivo (+50.584).
Il 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente, la popolazione in Italia conta 59.236.213 residenti, in calo dello 0,7 per cento rispetto al 2019 (-405.275 individui). Questo calo è attribuibile prevalentemente alla dinamica demografica tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2020: infatti, il saldo dovuto al movimento demografico totale (saldo naturale più migratorio), desumibile dalle fonti anagrafiche, ha fatto registrare 362.507 unità in meno. Il conteggio della popolazione abitualmente dimorante, effettuato sulla base dei "segnali di vita amministrativi", ha poi determinato un ulteriore aggiustamento statistico pari a -42.768 unità: si tratta di un saldo dovuto alla differenza tra unità conteggiate in aggiunta rispetto alla popolazione iscritta in anagrafe (correzione dell’errore di sotto-copertura anagrafica) e unità in detrazione (correzione dell’errore di sovra-copertura anagrafica).
Vittoria no vax negli Usa. Il Senato sconfessa Biden: no all'obbligo vaccinale al lavoro
Vittoria per i contrari all'obbligo vaccinale in America. Forse, però, solo momentanea. Il Senato degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione per annullare un decreto dell’amministrazione di Joe Biden secondo cui le aziende con 100 o più dipendenti devono vaccinare i propri dipendenti contro il coronavirus o sottoporsi a test settimanali. Il voto è stato 52-48. È improbabile che la Camera a guida democratica prenda la stessa strada del Senato, il che significa che il decreto resterebbe valido, anche se i tribunali lo hanno sospeso per ora. ll voto in Senato tuttavia ha dato ai senatori la possibilità di esprimere l’ opposizione a una politica che, a loro dire, ha suscitato timori da parte delle imprese e degli elettori non vaccinati che temono di perdere il lavoro se la regola dovesse entrare in vigore.
Il provvedimento, che tra l’altro attualmente è arenato in un tribunale, suscita proteste e perplessità perchè nel Paese delle libertà individuali, tutto quello che viene imposto dal potere centrale è guardato con sospetto. «L’assurda richiesta di vaccinazione del presidente Biden è un abuso di potere», ha tuonato il leader della maggioranza repubblicana, Mitch McConnell. Come lui, molti repubblicani si dicono favorevoli al vaccino, ma contrari al suo obbligo. E anche Manchin, uno dei due democratici che ha votato con il Gop, ha chiarito che è contrario «a qualsiasi obbligo di vaccino formulato dallo Stato nei confronti delle aziende private». Intanto, di fronte all’impasse, alcune città hanno deciso da sole d’imporre la vaccinazione. Il sindaco di New York ha annunciato lunedì che tutti i dipendenti del settore privato saranno presto soggetti all’obbligo di vaccinarsi contro il coronavirus, che ha già ucciso più di 790mila persone in Usa.
"Non è più grave della Delta". Anthony Fauci mette la parola fine sulle speculazioni sulla variante Omicron
Anthony Fauci tranquillizza tutti sulla variante Omicron. “Quasi certamente non è più grave della variante Delta. Secondo qualche indicazione potrebbe anche essere meno grave. In ogni caso ci vorranno almeno un altro paio di settimane in Sudafrica e poi, man mano che avremo più infezioni nel resto del mondo, potrebbe volerci più tempo per vedere qual è il suo livello di gravità”, le parole dello scienziato americano all’AFP. Il consigliere medico del presidente Usa Joe Biden ha suddiviso le conoscenze e le incognite su Omicron in tre aree principali: trasmissibilità, quanto riesce a sottrarsi all'immunità da infezioni e vaccini precedenti e gravità della malattia.
La nuova variante, afferma Fauci, “è chiaramente altamente trasmissibile, molto probabilmente più di Delta, l'attuale ceppo globale dominante”. I dati epidemiologici accumulati in tutto il mondo indicano anche che le reinfezioni sono più alte con Omicron. Gli esperimenti di laboratorio che hanno testato la potenza degli anticorpi dei vaccini attuali contro Omicron dovrebbero arrivare nei "prossimi giorni, massimo una settimana. Quasi certamente non è più grave della Delta. C’è qualche suggerimento che potrebbe anche essere meno grave, perché se si guarda alle statistiche del Sudafrica il rapporto tra il numero di infezioni e il numero di ricoveri sembra essere inferiore a quello avuto con Delta".
Fauci ci ha tenuto a sottolineare che è importante non sopravvalutare questi dati perché la popolaziona presa in considerazione è composta da giovani e quindi hanno meno probabilità di essere ricoverati. "Penso che ci vorranno un altro paio di settimane almeno in Sudafrica per capire l’effettiva gravità. Un virus più trasmissibile che non causa malattie più gravi e non porta a un'ondata di ricoveri e morti è il miglior scenario possibile. Lo scenario peggiore è che non solo è altamente trasmissibile, ma causa anche una malattia grave e poi si assiste ad un'altra ondata di infezioni che non sono necessariamente attenuate dal vaccino o dalle precedenti infezioni delle persone. Non credo che questo scenario peggiore si verificherà, ma non si sa mai” ha concluso Fauci.
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Il virologo dello Spallanzani "stende" Speranza: "Emergenza? Adesso basta, bisogna uscirne"
Il direttore dello Spallanzani contro l'ipotesi di prorogare lo stato d'emergenza: «Quasi 2 anni fa agli italiani abbiamo detto non abbiate paura, erano i giorni del ricovero della coppia cinese. Oggi, come allora, diciamo agli italiani non abbiate paura, usciamo dall’emergenza, riprendiamoci la vita e non torniamo indietro». Così il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, durante la cerimonia di accensione dell’albero di Natale dell’Istituto, donato dai Carabinieri. Presente anche l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato.
Le sue dichiarazioni arrivano proprio nelle ore in cui il ministro della Salute Roberto Speranza ha ammesso l'esistenza di una riflessione in corso in seno al governo sul possibile prolungamento dello stato d'emergenza, attualmente prorogato solo fino al prossimo 31 dicembre.
Perché fare il vaccino ai bambini se la scienza non è ancora sicura? Troppi dubbi sull'efficacia
È partita ieri l'operazione vaccinazione dei bambini, con una circolare del ministero della Salute che spiega che dal prossimo 16 dicembre anche nella fascia di età 5-11 anni sarà possibile ricevere una mini dose a cui ne seguirà una seconda a distanza di almeno 21 giorni dalla prima. Per i piccoli più fragili prevista anche una immediata terza dose, che sarà disponibile a 28 giorni della seconda. Quindi questo gruppo di bimbi fragili riceverà ben tre dosi in meno di due mesi, record assoluto da quando è partita la campagna vaccinale in Italia e in tutto il mondo. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri ha lanciato un appello ai genitori perché inizino le prenotazioni e risolvano eventuali dubbi parlando al pediatra di fiducia invece di leggere la qualunque sui social. «Su una materia così delicata», ha spiegato il ministro, «bisogna fidarsi di chi ha dedicato una vita a questa materia. Non ci si può fidare di un social network, non ci si può affidare a un talk show o a una battuta televisiva: affidiamoci alle persone che per competenza, per storia, per esperienza hanno tutti gli elementi per poter valutare. Abbiamo una grande fortuna ad avere alcuni dei pediatri e dei medici migliori a livello globale, questo ci viene riconosciuto da tutti, fidiamoci di loro».
Boom del prezzo del petrolio. I mercati hanno deciso: Omicron non fa paura
Dopo il rimbalzo di quasi il 5% di ieri, i prezzi del petrolio continuano a correre mentre si attenuano le preoccupazioni per l’impatto della variante Omicron del Covid sulla domanda globale di carburante. Il Brent è in rialzo del 3,91% e viaggia verso i 76 dollari al barile. I future sul petrolio americano, il Wti, volano a 72,59 dollari al barile segnando un +4,46%.
Nei giorni scorsi, appena si erano diffuse le prime notizie sull'estrema contagiosità della variante sudafricana, il prezzo del petrolio era subito crollato, per il timore di un ritorno in lockdown delle principali economie del mondo con conseguente minore richiesta di carburanti. Ora, però, il quadro sembra già essere cambiato.
Sensazioni che si respirano anche a piazza Affari, che concede il bis con il risk-on tornato a dominare sui mercati grazie allo sgonfiarsi dei timori legati alla variante Omicron. I primi dati sulla variante Omicron che tendono a rassicurare gli investitori sul rischio di un ulteriore deterioramento della situazione sanitaria dopo che i funzionari sanitari di Sud Africa e Usa hanno segnalato che i sintomi della nuova variante Covid non appaiono di particolare gravità con tassi di ospedalizzazione non elevati.
Vaccino, è rissa sulla quarta dose. Spaccatura e lite tra virologi favorevoli e scettici
Oramai è una costante dall'inizio dell'incubo pandemia. Ad ogni evoluzione della cronaca sanitaria attorno al maledetto morbo cinese, cambia copione della gazzarra del mondo scientifico. Ma non il senso delle cose, che è quello di un ribollire di voci ed esternazioni con il pericolo di disorientare ancor di più il cittadino-medio oramai sempre più estenuato. Così, si apre il capitolo, della quarta dose. Perché mentre gli italiani in questi giorni tornano negli hub per la terza puntura (un nutrito numero di convertiti sulla via di Damasco anche per la prima) il confronto si porta avanti sul lavoro. Di «possibilità concreta» di quarta iniezione ha parlato Franco Locatelli, coordinatore del Cts, parlando alla convention di Courmayeur di SkyTg24. Innestandosi in un dibattito dove già si schierano i favorevoli, i perplessi, i né né.
Al primo segmento appartiene sicuramente Fabrizio Pregliasco, docente all'Università Statale di Milano, che all'AdnKronos osserva: «Viste le tempistiche di elevata protezione pari a 6 mesi, è possibile che dovremo eseguire altre vaccinazioni. Vedremo com' è l'andamento epidemiologico, ma penso che questa vaccinazione potrà essere considerata un appuntamento annuale come l'antinfluenzale». E sempre tra i favorevoli si annovera Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive al San Martino di Genova. Secondo lui, «è evidente che nel 2022 faremo una quarta dose. Bisogna solo capire quando, non credo si farà nei primi mesi del nuovo anno per chi ha fatto e sta facendo la terza dose», specificando poi che «dovremo attendere i risultati degli studi, vedere quanto dura l'immunità del ciclo completo con tre dosi e poi valutare quando ci sarà bisogno della quarta». Inoltre, quanto all'impatto sulla società di una ulteriore iniezione «non dovrebbe essere un problema», dice Bassetti. «Se fare la quarta dose significa avere i numeri attuali di Covid 19 e continuare a convivere con il virus depotenziandolo, non credo che i cittadini italiani avranno problemi se gli si dirà di vaccinarsi per la quarta volta nel 2022». Stesso lato anche per l'infettivologo Massimo Galli. Servirà la quarta dose?, gli hanno chiesto in un'intervista a La Stampa. «Alla fine penso di sì. Temo che la terza dose non sarà la risposta definitiva alla pandemia, per quanto utilissima».
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