► PRIMA PAGINA
Confindustria non vuole le elezioni: “Pil è frenato dall’incertezza politica”. Ma i consumi erano fermi anche nel 2016
Dopo aver smentito le proprie catastrofiche previsioni sugli effetti della vittoria del No al referendum costituzionale, il Centro studi di viale dell'Astronomia non cambia linea: resta al fianco del governo in carica. E, nella sua congiuntura flash, sostiene che la crescita "inadeguata a uscire dalla crisi" dipende dalla "instabilità" che deprime la domanda interna. L'Istat però attesta che le vendite al dettaglio hanno segnato un misero +0,1% anche quando Renzi era saldamente in sella. Lo scorso dicembre, dieci giorni dopo il trionfo del No al referendum costituzionale, ha ammesso che le previsioni catastrofiche sul presunto tracollo del pil e dei posti di lavoro in caso di bocciatura della riforma erano fortemente esagerate. A due mesi di distanza, il premier è cambiato ma Confindustria non cambia linea: sempre al fianco del governo in carica, in nome della stabilità che piace ai mercati e tranquillizza gli investitori.
Aborto: l'ordine dei medici del Lazio contro la Regione: «Ritirare l'atto». La replica: «Procedura regolare»
Il presidente dell'Ordine dei medici di Roma Giuseppe Lavra chiede al presidente della Regione Lazio di revocare l'«atto iniquo» della assunzione di due medici sulla base di un concorso per non obiettori all'aborto. Lavra chiede anche che il Comitato Centrale della Federazione nazionale, la Fnomceo, si pronunci su questa vicenda. «Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza - spiega - ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica».
«Soltanto ragioni superiori potrebbero consentire di superare il diritto fondamentale di invocare legittimamente l'obiezione di coscienza in determinate situazioni. Ma queste ragioni superiori non ci risulta esistano», rileva il presidente dei camici bianchi di Roma.
L'Inps certifica (ancora) il flop di Renzi e Jobs Act
Crollano i contratti a tempo indeterminato: calati del 91%. Si dissolve così la riforma del mercato del lavoro renziana. Un altro flop di Matteo Renzi certificato dall'Inps. Il Jobs Act non è mai decollato. Sono ammontati a 340.149, al netto delle cessazioni, i nuovi contratti stipulati nel 2016, poco più della metà di quelli registrati nel 2015 che aveva chiuso a 627.569. Crollo invece per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato che hanno chiuso l'anno a quota 82.917 contro i 934mila registrati invece nel 2015: 851mila in meno dunque a causa del progressivo scomparire della decontribuzione.
In calo anche le cessazioni (-3,1%) mentre i licenziamenti restano stabili. I nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato, infatti, senza calcolare le cessazioni, sono ammontati a 1,264 milioni, il 37,6% in meno del 2015 mentre le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine sono state 378.805, il -35,4% in meno dell'anno precedente. Sono stati pari invece a 81.305, invece, il 5% in meno, gli apprendisti trasformati a tempo indeterminato. Il tutto a fronte di 1.642.049 cessazioni che portano il dunque il saldo 2016 a 82.917 assunzioni contro i 934.092 del 2015. Insomma la riforma renziana del mercato del lavoro continua a far acqua da tutte le parti.
............
Dall'articolo di
Dietrofront del governo: verrà cancellata la norma anti-Flixbus, società che gestisce i bus economici
Il Milleproroghe ha incassato la fiducia anche alla Camera e quindi diventa legge senza che il testo venga modificato. Restano validi sia l’emendamento Lanzillotta su taxi ed Ncc, su cui però il governo si è impegnato ad intervenire nel giro di un mese siglando il protocollo coi tassisti, sia quello che blocca l’attività di Flixbus, la società italo-tedesca che gestisce i bus low cost.
Il pressing dei deputati, di maggioranza (il pd Boccadutri e Mazziotti di Ci) e di opposizione (Capezzone di Direzione Italia), ha però convinto il governo a fare marcia indietro: “Il governo ci da ragione – annuncia il relatore al Milleproroghe Andrea Mazziotti di Civicie Innovatori –. Sarà superata la grave forzatura fatta al Senato”. “In questi giorni – spiega il presidente della Commissione Affari Costituzionali - si è parlato molto della protesta dei tassisti e meno della norma anti Flixbus che voleva cancellare il diritto di tanti consumatori a viaggiare su autobus lowcost. Ho chiesto al governo di cancellare questa norma e il governo ci ha dato ragione: sarà abrogata al primo provvedimento utile”.
Liberalizzazioni, nulla cambia. Taxi o farmaci, rinvii e ricatti: le lobby comandano
Scalfire monopoli, rendite di posizione, vantaggi acquisiti non è mai facile. Ma illudersi di vincere la sfida del progresso sgonfiando le gomme altrui o riportando indietro le lancette dell’orologio è insana utopia. Ma è ciò che sta accadendo in Italia con la sharing economy, cioè tutto quel mondo basato sulla filosofia dell’utilizzare e condividere piuttosto che possedere, esploso grazie al web e alle nuove tecnologie: da Uber, a Flixbus, passando per Airbnb o Gnammo.com, fioccano norme che che con l’intenzione di regolare, spesso, finiscono per soffocare.
Il tutto mentre i liberalizzatori dormono e la legge sulla concorrenza prende polvere in Parlamento da 22 mesi. Una legge che ha perso pezzi lungo il percorso e che dovrebbe ripartire la prossima settimana. Sarebbe ora. Purtroppo però non darà quella svolta invocata più volte dall’Antitrust e dalle istituzioni internazionali. In soldoni, stima l’Ocse, liberalizzare i settori strategici farebbe crescere il Pil del 2,6% in cinque anni. Gli assalti delle lobby hanno imposto retromarce, annacquamenti e rinvii di vario genere. Basti pensare alle farmacie, dove la liberalizzazione dei farmaci di fascia C è fallita con tanto di spaccatura tra i ministri. O ai notai, dove il governo è riuscito a fare qualcosa su piante organiche e sedi ma ha dovuto ripiegare sull’apertura di alcuni servizi agli avvocati. Fallito miseramente il tentativo di regolare la durata delle concessioni dei servizi aeroportuali e autostradali, così come la riforma del trasporto pubblico locale. Qualcosa in più si è fatto in tema di energia elettrica e gas, ma le offerte libere non sono mai decollate e, dal 2018, il mercato tutelato finirà per legge.
Trump ha cancellato una direttiva di Obama sugli studenti transgender
Era quella che chiedeva alle scuole americane di lasciare che gli studenti transgender usassero i bagni in cui si sentivano più a loro agio. Negli Stati Uniti l’amministrazione Trump ha cancellato una direttiva dell’ex presidente Barack Obama che chiedeva alle scuole di tutto il paese di lasciar decidere agli studenti transgender quali bagni usare, in armonia con le leggi contro la discriminazione sulla base del genere e dell’orientamento sessuale. La direttiva di Obama (dunque non una legge vera e propria) era arrivata dopo la contestata legge “anti-gay” del North Carolina, che obbligava le persone transgender a utilizzare bagni o spogliatoi pubblici che corrispondessero al loro sesso di nascita. Già in campagna elettorale Trump aveva annunciato che avrebbe cancellato la misura di Obama, perché secondo lui entrava in una questione che avrebbe dovuto essere pertinenza dei singoli stati e delle scuole, e non prevedere una indicazione a livello federale. La direttiva è stata revocata con una lettera congiunta dei più importanti funzionari per i diritti civili del dipartimento di Giustizia e del dipartimento dell’Istruzione.
Contrordine compagni, il problema non è Renzi ma il PD
Nella lenta agonia della scissione annunciata e mai praticata, che da settimane sta logorando il sistema nervoso e l’entusiasmo anche dei più fervidi sostenitori del Partito Democratico, la direzione di ieri ha segnato un’altra tappa, forse definitiva. La decisione di avviare il percorso congressuale che si concluderà con le primarie di maggio, insieme alla scelta di Michele Emiliano di mollare la rivoluzione socialista lampo -avviata soltanto 72 ore prima -per rimanere e candidarsi alla guida del partito, rischiano di far passare sottotraccia la questione politica più interessante, la vera notizia del giorno. Per la prima volta, infatti, ieri sera Bersani e D’Alema in tv e stamane Guglielmo Epifani in una lunga intervista, hanno rivelato le vere ragioni politiche della “scissione” che stanno tentando.
Finalmente, aggiungerei. Perché uno dei temi più incredibili di queste settimane è, al netto del profondo rancore verso Matteo Renzi che continua ad essere vissuto come un “usurpatore”, l’incomprensibilità della loro scelta, irragionevole persino agli occhi dei loro storici sostenitori, recalcitranti a seguirli fuori dalla casa costruita insieme.
Bankitalia ha trovato i nomi di sospetti terroristi nei database della banche italiane
Nomi di sospettati di terrorismo internazionale sono stati individuati dalla Banca d'Italia nel corso di un'indagine sui database 'di alcune grandi banche italiane' e di altre banche molto attive nei pagamenti online e in generale nelle transazioni finanziarie sul web. Lo riporta l'agenzia Radiocor. La scoperta è stata fatta nel corso di un'indagine dell'unità di informazione finanziaria presso la Banca d'Italia, l'unità di intelligence contro il riciclaggio, che ha cercato nei database delle banche italiane l'eventuale presenza di nomi contenuti in liste internazionali, elenchi composti da ben 20mila nominativi di sospettati.
Renzi: “Negli Stati Uniti cerco idee anti-populisti per rilanciare la sinistra”
Sono passate da poco le otto, quando Matteo Renzi torna in albergo dalla sua corsa mattutina: 15 miglia sul lungomare di San Francisco, indossando il colore azzurro dell’Italia. Il cellulare è rovente e continua a squillare senza tregua, ma lui è «sereno e sorridente, lontano ottomila chilometri dalle polemiche». È venuto in California per staccare la spina e «ossigenare il cervello», ma soprattutto per cercare le idee con cui riproporsi alla guida del paese, rispondendo alle ansie della gente che hanno provocato l’ondata populista cominciata in Gran Bretagna con la Brexit, e proseguita negli Usa con Trump. «Il punto di questo viaggio - spiega Renzi, mentre con Marco Carrai va alla Apple per incontrare Tim Cook e Luca Maestri - è politico».
Sostegno disabili, famiglie contro le nuove regole. ‘Dal governo criteri perversi solo per risparmiare’
Con la delega ministeriale la valutazione non spetterà più alle scuole, ma a commissioni esterne. Oggi pomeriggio terranno un presidio davanti a Montecitorio. Perché le nuove norme sull’inclusione scolastica preoccupano le famiglie: “Assenza di continuità didattica ed eliminazione dei Gruppi di lavoro sull’handicap” dice il padre di una bimba sorda e con emiparesi. “Il vero discrimine – denuncia il padre di un ragazzo autistico – è tra chi vince le sentenze e chi non ha i mezzi per fare ricorso”. E poi c’è la mamma di una bambina con la sindrome di down ingaggia battaglie legali. Ecco le testimonianze.
Orfini-Renzi, mossa diabolica (per far cadere Gentiloni)
Si approvi subito lo ius soli, anche mettendo la fiducia. Basta privatizzazioni e si faccia una legge sui voucher. Tre richieste, tre stilettate alla maggioranza. E, quindi, al governo. Ad aprire il fronte, in un’intervista alla Stampa, è Matteo Orfini, presidente del Pd e reggente del partito fino a quando non verrà eletto il nuovo segretario. «Lo ius soli», ha spiegato, «è incomprensibilmente bloccato al Senato: un governo forte e autorevole come il nostro, di fronte a italiani lasciati senza diritti, può pensare ad aiutare l’approvazione con la fiducia». Insieme a questo, si è detto contrario alle privatizzazioni per ridurre il debito, dopo che già avevano espresso dubbi il sottosegretario Antonello Giacomelli e Graziano Delrio e ha chiesto una legge sui voucher. L’uscita sullo ius soli ha sollevato una bufera nella maggioranza, in particolare tra i centristi. Durissima è stata la risposta di Maurizio Lupi, di Ap: «Orfini si guardi allo specchio e se li voti lui certi provvedimenti a suo avviso prioritari. Vorrei ricordargli che questa legislatura non è stata un monocolore Pd. Se Orfini reggente», ha continuato, «pensa che in questi otto mesi le priorità siano l’approvazione dello ius soli, l’aumento delle tasse, la dichiarazione anticipata fine vita e l’interruzione del processo di liberalizzazione, allora si faccia il suo bel partito di sinistra con Sel».
Un secchio d'acqua per prevenire i terremoti. Come umiliano i nostri vigili del fuoco
Come prevenire i terremoti e intervenire prontamente? Con un secchio pieno d'acqua. Sembra una barzelletta, ma è tutto vero. I vigili del fuoco in Umbria dovranno dotarsi di un recipiente pieno d'acqua e al primo movimento lanciare l'allarme perché significa che c'è una scossa.
Il trafficante: "Vai in Italia, ti vengono a prendere loro"
La nostra cronista ha telefonato a uno scafista fingendosi migrante: "Niente militari, ci sono quelli delle missioni". Il numero di telefono circola da mesi tra gli immigrati. «Basta chiamarlo e ti organizzano il viaggio verso l'Italia», raccontano. Con l'aiuto di un madrelingua arabo proviamo a telefonare al cellulare libico del presunto scafista. Il quale ci spiega come sia facile partire da Tripoli, su un barcone verso l'Italia. Il viaggio della speranza è a portata di mano. Con la particolarità che il «taxi» attraverso il Mediterraneo avviene, a suo dire, con la complicità di «navi delle missioni», «niente militari». Il telefono squilla a lungo, poi qualcuno risponde.