Non un allarme astratto, ma «fatti concreti» che hanno «riscontri giudiziari». Giorgia Meloni torna a denunciare il «business dell’accoglienza», rilanciando la notizia dell’«ennesimo scandalo» emerso da Verona, dove la Guardia di Finanza ha compiuto il sequestro preventivo di 12 milioni di euro nei confronti di una società che del settore sportivo, impegnata nel servizio di assistenza e accoglienza ai richiedenti asilo.
Meloni: «Fermiamo il business sulla pelle dei migranti»
«Ennesimo scandalo legato al business dell’accoglienza. Questa volta i riflettori della Guardia di Finanza sono finiti su una società di Verona che sembrerebbe aver intascato illecitamente milioni di euro per l’accoglienza dei migranti», ha scritto Meloni sulla sua pagina Facebook, sottolineando che «quando parliamo del business dell’immigrazione clandestina, parliamo di fatti concreti che hanno, purtroppo, riscontri giudiziari». «Anche per questo – ha aggiunto la leader di FdI, rilanciando la notizia – denunciamo l’ipocrisia buonista della sinistra, spesso complice (vedi il pessimo “modello Riace”) di situazioni opache con illeciti e sperpero di denaro pubblico». «Fermiamo il business sulla pelle dei migranti, fermiamo l’immigrazione clandestina», ha quindi concluso Meloni.
La pandemia della disoccupazione giovanile: un ragazzo su tre è senza lavoro
Torna, di nuovo, a salire la disoccupazione giovanile. E lo fa toccando i massimi da due anni, relegando l’Italia ai bassifondi delle (poco invidiabili) classifiche europee. Con il risultato che quasi un ragazzo su tre, in Italia, è attualmente senza lavoro.
Cala la disoccupazione, ma sono sempre tanti gli inattivi
Gli ultimi dati sul lavoro, pubblicati pochi giorni fa dall’Istat, restituiscono un quadro che ancora risente dei lockdown del 2020. Perché è vero che la disoccupazione a settembre si consolida al di sotto dei 10 punti percentuali (9,2%), ma è altrettanto vero che rimane stabile e su livelli elevati (per quanto in leggera riduzione) il numero degli inattivi. Circostanza, quest’ultima, che droga il primo dato perché fa “uscire” dalla statistica chi sarebbe disponibile a lavorare ma rinuncia a cercare un impiego: una tendenza già osservata negli scorsi mesi. Tanto che “rispetto ai livelli pre-pandemia (febbraio 2020) il numero di occupati è inferiore di oltre 300 mila unità”, si legge nella nota diffusa dall’Istituto.
Greta Thunberg, una macchina da soldi: quanto ha guadagnato (sul clima) a soli 18 anni
Una Greta da un milione di dollari: così, immaginando un titolo sulla falsariga di uno dei vecchi film della Walt Disney, potremmo definire Greta Thunberg, l'attivista più famosa al mondo, in relazione al patrimonio che avrebbe accumulato in margine alle sue campagne, e grazie ad esse. Il condizionale è d'obbligo, perché nessun giornalista, magistrato o commercialista ha finora avuto la possibilità di verificare i conti in modo da renderli pubblici. Ma varie stime sono state fatte, a partire da quella dello scorso aprile a cura di Wealth Magnet: è una società di media globali specializzata in affari, generazione di ricchezza, investimenti, tecnologia, imprenditorialità e stile di vita. Appunto Wealth Magnet ha stimato un milione di dollari di patrimonio personale, che però sarebbe solo una componente di un giro di affari più ampio. Classe 2003, figlia di un mezzosoprano che rappresentò la Svezia all'Eurovision Song Contest del 2009 a Mosca e di un attore a sua volta figlio di un altro attore e regista che aveva recitato anche con Ingmar Bergman, Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg divenne un fenomeno globale quando di anni ne aveva appena 15, e decise di fare uno sciopero della frequenza scolastica per chiedere a governo e parlamento di Stoccolma di rispettare l'Accordo di Parigi.
Il dramma della star del reality The Bachelor: infarto e pericardite dopo il vaccino Pfizer
Monique Morley, star del reality “The Bachelor”, si racconta in un lungo post su Instagram dove parla a cuore aperto dei gravi effetti collaterali avuti dopo la prima dose di vaccino Pfizer. “Volevo aspettare a postare questo, perché onestamente è stato tutto un po' troppo. Ma sento che ora posso farlo. Sto condividendo - dice facendo notare a tutti la differenza tra le sue condizioni di saluto prima e dopo l’inoculazione - tutto questo in modo che forse ci penserete due volte prima di avere discussioni con un amico o una persona cara sulle loro scelte e sceglierete di essere gentili invece di pensare di saperne di più. 15 minuti dopo la prima dose ho iniziato ad avere attacchi incontrollabili per 45 minuti. Il dottore e l'infermiera mi hanno detto di non andare in ospedale, ma di andare a casa e riposare visto che non avevo precedenti di attacchi simili. Il giorno dopo ero nel mio salotto quando è iniziato di nuovo il blocco della mascella, ho iniziato a sudare, ad avere palpitazioni cardiache, avevo la visione sfocata, crampi in tutto il corpo”.
La Morley racconta di come sia andata in ospedale in ambulanza per essere dimessa dopo appena 8 ore, con la storia che va avanti con un nuovo ricovero in ospedale e altre dimissioni dopo 12 ore: “Dopo tutto questo purtroppo mi sono svegliata alle 4.30 del mattino per un attacco di cuore. Sono andata dritta all'ospedale.
Usa, i giudici fermano Joe Biden sull'obbligo di vaccino ai dipendenti: decisioni contro la Costituzione
Joe Biden viene fermato dai giudici nei suoi tentativi di contenere il Covid inserendo l’obbligo di vaccino per i lavoratori delle aziende con almeno 100 dipendenti. La Corte d'Appello Federale degli Stati Uniti ha emesso una sospensione che congela gli sforzi dell'amministrazione che richiedeva ai lavoratori delle aziende statunitensi con almeno 100 dipendenti di essere vaccinati contro il Covid o di essere testati settimanalmente, citando "gravi problemi statutari e costituzionali” nel caso venisse applicata tale regola.
La sentenza della Corte arriva dopo che numerosi Stati a guida repubblicana hanno presentato appello contro la nuova norma, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 4 gennaio 2022. In una dichiarazione, il Solicitor of Labor, Seema Nanda, aveva detto che il Dipartimento del Lavoro era "fiducioso riguardo la sua autorità legale" nel volere questa regola, che sarà applicata dalla Occupational Safety and Health Administration (OSHA). "L'Occupational Safety and Health Act dà esplicitamente all'OSHA l'autorità di agire rapidamente in un'emergenza in cui l'agenzia reputi che i lavoratori siano sottoposti a un grave pericolo e pensa che sia necessario proteggerli", ha detto Seema Nanda, che ha poi aggiunto: “Siamo pienamente preparati a difendere questa tesi in tribunale”.
Truffa nell’accoglienza migranti, sequestrati 12 milioni di euro alla società di calcio antifascista Virtus Verona
Grossi guai per la società di calcio Virtus Verona, il cui presidente Luigi Fresco è indagato nell’ambito di una inchiesta della Guardia di Finanza su illeciti nell’accoglienza migranti.
Un’indagine iniziata due anni fa
L’indagine ha inizio due anni fa in seguito alla segnalazione da parte della Prefettura veronese di anomalie nella rendicontazione delle spese relative a bandi di accoglienza per la gestione di circa 700 immigrati dal 2016 al 2018, grazie al quale la società si sarebbe intascata l’ingente somma di oltre 12.242.711 euro. La Finanza ha quindi accertato una serie di irregolarità nella documentazione prodotta per poter partecipare ai bandi di gare relative alla falsa attestazione di esperienze pregresse nel settore, il numero degli operatori impegnati e l’idoneità delle strutture destinate all’accoglienza.
Le accuse e il sequestro preventivo
La società millantava infatti di avere una “comprovata esperienza in ambito di progetti di accoglienza destinati ai richiedenti protezione internazionale”, requisito necessario per poter accedere al bando, fornendo come esempio presunte attività svolte a favore degli immigrati provenienti da Albania ed ex-Jugoslavia nel periodo dall’1989 al 1995. Peccato però che la società sia stata fondata solamente nel 2000. Inoltre l’oggetto sociale era l’esercizio di attività sportive e non i servizi di accoglienza, integrazione e assistenza alle persone, come invece dichiarato nei bandi. Infine le strutture alloggiative messe a disposizione erano sovraffollate e non in regola con le normative igienico-sanitarie ed il personale impiegato non sufficiente a garantire i servizi minimi richiesti.
Le due facce di Bassetti: da moralizzatore televisivo a festaiolo senza distanziamento
Un Matteo Bassetti in versione festaiola, circondato da una comitiva di amici su di giri — rigorosamente assembrati e senza mascherina — mostra, messo di schiena, il retro una maglietta decisamente autocelebrativa: «Bassetti Corona Buster», che rifà il verso al logo dei Ghostbusters. La fotografia sarebbe stata pubblicata dallo stesso professore ordinario di Malattie infettive dell’Università di Genova nelle storie del proprio profilo Instagram lo scorso 28 ottobre.
Bassetti fa festa (e intanto moralizza)
Insomma: proprio Matteo Bassetti, il moralizzatore pandemico che da un anno e mezzo dà lezioni agli italiani sull’importanza di distanziamento, mascherine al chiuso e comportamenti responsabili, sarebbe il primo a non rispettare le stesse regole con cui quotidianamente ci martella sui media nazionali. Indossando, ironicamente, una maglietta che attesterebbe il proprio impegno nella lotta al coronavirus.
Amici degli amici più “er Pugile”: la giunta Gualtieri è il dream team di Cetto Laqualunque
Non è proprio il Dream team di Cetto Laqualunque, ma un po’ lo ricorda. Parliamo della giunta allestita da Roberto Gualtieri, neo-sindaco della Capitale a furor di… astenuti. Ricordate? In campagna elettorale aveva promesso di «far rinascere Roma» in un crescendo di riconquistandi primati che lo hanno visto secondo, in quanto a sogni neo-imperiali, solo al meravijoso Enrico Michetti. Ma mentre questi ha perso e si è ritirato, Gualtieri ha vinto e oltrepassato il sacro limes del Campidoglio. Apposta tutti aspettavano di conoscere la giunta che avrebbe selezionato per riportare l’Urbe a svettare nell’Orbe. Ma mai attesa fu più tradita, almeno a leggere sul Foglio il servizio di Salvatore Merlo. Che un po’ si diverte a fare le pulci al neo-sindaco e, attraverso di lui, a quel Pd imbolsito dal suo mal riposto complesso di superiorità.
Vaccino Pfizer ai bambini, i dubbi degli scienziati: "A loro non serve e il rischio miocardite non va sottovalutato"
Vaccini da somministrare ai bambini, arriva l'ok negli Stati Uniti ma i dubbi tra gli scienziati persistono. La Commissione consultiva della FDA ha votato a favore della raccomandazione dei vaccini pediatrici ai bambini di 5-11 anni sulla base di analisi fornite dalla Pfizer-BioNTech. Il colosso ha fornito i dati di due studi che hanno coinvolto circa 3mila bambini. Un campione in realtà molto piccolo, non sufficiente a registrare possibili eventi avversi gravi come l'infiammazione del cuore.
A confermare questa allarmante tesi, Leslie Ball, un ufficiale medico della FDA, che ha ribadito proprio questo concetto, sostenendo che gli studi non erano abbastanza ampi da raccogliere necessariamente un effetto collaterale non comune come la miocardite. Ball ha anche affermato che nell'analisi della FDA, l'agenzia non è stata in grado di determinare se ci fosse un impatto della vaccinazione sulla “diffusione” del virus (insomma, se e come il vaccino blocca i contagi).
Il medico indagato per i green pass falsi a cena con il commissario Figliuolo
l medico legale Antonio De Luca, indagato nell’inchiesta della Procura di Roma sui green pass falsi, lo scorso settembre era cena con il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid. È stato lo stesso professore di Medicina legale (spesso critico sulla portata della pandemia) a pubblicare su Facebook la foto che lo immortala insieme a Figliuolo, Pippo Franco e la moglie del comico: l'attrice di teatro Piera Bassino. I carabinieri del Nas l’altro ieri hanno sequestrato i green pass dell’ex conduttore del Bagaglino, della consorte e del figlio Gabriele Pippo, dj e produttore musicale che nel 2019 aveva partecipato al reality show «Temptation Isalnd Vip». Secondo la ricostruzione dei pm, il medico di base Alessandro Aveni Cirino (anche lui indagato per falso), avrebbe fatto risultare come vaccinati Pippo Franco, la moglie, il figlio, il professor De Luca e alcuni suoi familiari, anche se non erano vaccinati. Da qui è scaturito il provvedimento della Procura che ha portato al sequestro di 9 green pass, disattivati dalla banca dati del ministero della Salute.
Guerra ai taxi, Mario Draghi cambia le loro licenze. Il governo vuole più concorrenza, pronte le barricate
Ci risiamo. Il governo Draghi gioca la carta della liberalizzazione dei taxi. Lo fa nel disegno di legge concorrenza che, ieri ha ricevuto il via libera del consiglio dei ministri. Le norme mirano ad aprire il mercato del trasporto privato ad altri operatori ma, come successo tutte le volte che un esecutivo ci ha provato, i tassisti di rivedere il loro status non hanno alcuna voglia. E anche se per ora non è chiaro in quale direzione si muoverà la revisione delle regole per le auto bianche, è già acclarato che le maggiori associazioni del settore alzeranno barricate. L’obiettivo è quello di arrivare garantire agli utenti maggiori garanzie di qualità e più concorrenza con regole più stringenti per i servizi di taxi ed Ncc, quali ad esempio Uber. Lo strumento che sarà adottato sarà la delega al governo per adottare un decreto, entro sei mesi, in materia di trasporto pubblico non di linea. A far accendere le polveri della contestazione dei tassisti sono stati i princìpi che dovrà seguire la delega e cioè la «promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati» e la «garanzia di una migliore tutela del consumatore nella fruizione del servizio, al fine di favorire una consapevole scelta nell’offerta».
Covid, in Fvg nuovi casi triplicati in un giorno. Ma i cortei No Green pass sfidano Fedriga
Sono stati 5.905 i nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore. Ieri erano stati 5.188. I decessi registrati sono poi 59, dato che porta la cifra complessiva a 132.283 vittime. Ieri erano stati 63. Il tasso di positività risale all’1,14% su 514.629 tamponi, dopo che ieri era sceso allo 0,7% a fronte dell’1,2% del giorno precedente. E in Friuli Venezia Giulia è allarme per la crescita esponenziale: i nuovi casi sono triplicati in un giorno. Ma il dato non ferma i cortei No Green pass.
Più ricoveri in terapia intensiva e reparto
Continua la seppur lenta crescita di ricoveri nei reparti Covid. I pazienti con sintomi negli ospedali italiani oggi ci sono 3.045 pazienti, vale a dire 16 in più rispetto a ieri, quando l’incremento era stato di 33 persone. Cresce oggi anche il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva che sono 383, con un incremento di due nelle ultime 24 ore. Da ieri si contano 3.754 guariti, che portano il totale a 4.569.045 dall’inizio della pandemia.
Sondaggio Agorà, doccia fredda per Mario Draghi: "Mai così in basso". Chi sale tra Salvini e Meloni
Tutti ad applaudire i successi del G20 nella percezione internazionale dell'Italia - il cosiddetto standing... - raggiunto grazie al premier Mario Draghi. Ma a quanto si apprende dagli ultimi sondaggi il consenso nel Paese è un po' diverso. Perché la fiducia nel governo di SuperMario è in calo mentre quella in Draghi leader sprofonda come non mai.
Giovedì 4 novembre ad Agorà, il programma condotto sui Rai3 da Luisella Costamagna, tengono banco i sondaggi di Fabrizio Masia. Il quesito agli intervistati è chiaro: quanta fiducia ha nel governo Draghi? Ad averne molta o abbastanza è il 49 per cento del campione, quattro punti in meno rispetto a sette giorni fa. Salgono i negativi, da 43 a 45 per cento, così come quelli che preferiscono non rispondere o non sanno: dal 4 al 6 per cento.
L'Italia presa a pesci in faccia, Storace tuona sul caso Lazio
Italia si è fatta prendere a pesci in faccia". Storace non usa giri di parole nel condannare la decisione del governo francese di non consentire l'arrivo dei tifosi laziali a Marsiglia in occasione della sfida di Europa League. In collegamento con "ZonaBianca" su Rete4 il vicedirettore del Tempo ha stigmatizzato il silenzio assordante delle istituzioni italiane. "Mi sembra che nessuno abbia detto una parola su quanto avvenuto in Francia".
Durante la trasmissione Storace ha parlato anche del caso Trieste e della decisione di vietare il corteo dei no pass. Infine il riferimento alle contraddizioni del green pass sui luoghi di lavoro. "In questo modo - ha tuonato Storace - stiamo togliendo lo stipendio anche a chi non può fare il vaccino per motivi sanitari".
Troppa gente strana intorno a Puzzer. Così la Questura di Roma ha deciso il Daspo
Ha fatto scalpore e suscitato numerose polemiche politiche la decisione del questore di Roma di emettere un Daspo o foglio di via che lo si voglia chiamare per impedire al leader dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, di mettere piede nella capitale per il prossimo anno. La scelta è sembrata a quasi tutti esagerata perché Puzzer era venuto a Roma da solo e in piazza del Popolo aveva messo in un angolino qualche seggiolina e un banchetto da campo con una serie di cartelli che aveva fatto sorridere. Qui un posto per Mario Draghi, qui uno per Papa Francesco, qui altri per personaggi delle istituzioni e leader del mondo che Puzzer invitava a raggiungerlo per dargli spiegazioni accurate sulle scelte fatte per green pass e piani vaccinali.
Di tutti quelli che hanno sfilato anche a muso duro nelle piazze italiane da fine estate in poi Puzzer era sembrato il no vax più mite e sicuramente non violento, oltre che ragionante. Prenderlo di mira con un provvedimento di solito adottato contro i violenti è sembrato ai più grande esagerazione, e scelta inappropriata, in grado di fare dubitare sulla libertà di dissenso in questo paese. Anche chi la pensa in modo diametralmente opposto a Puzzer ha visto in quel foglio di via benzina buona per accendere ancora di più il fuoco delle proteste e forse anche per fare alzare quelle fiammate alte e violente che le forze di pubblica sicurezza vorrebbero evitare.
Salvini vuole far fuori Giorgetti. Retroscena Lega, così Matteo rovescia il tavolo
Consiglio federale del partito per far uscire allo scoperto il ministro, che aspira a mandare Draghi al Colle per fare lui il premier
Dicono i fedelissimi del Capitano: la cosa più sbagliata in un partito che nella sua denominazione elettorale ha scritto “Salvini premier” è pensare di poter immaginare Giancarlo Giorgetti al posto di Matteo. E già questo dice abbastanza della sfida in corso nella Lega e che oggi vedrà una tappa interessante nel consiglio federale del partito. Salvini lo ha convocato anche per rendere bene l’idea: il partito lo comanda lui e chi non ci sta lo dica con chiarezza e senza nascondersi dietro “le colpe dei giornali”. La stampa raccoglie le notizie che si raccontano ed è inutile smentire poi quanto si fa trapelare prima.
E se il ministro dello sviluppo vuole scalzare Matteo Salvini è proprio ora che deve tirare fuori la testa. Perché quel che più gli si rimprovera nel novero ristretti dei fedelissimi del Segretario è proprio quella ridda di indiscrezioni che accompagnano parole e pensieri del “ministro di Draghi”, come lo chiamano.
Marsiglia-Lazio, niente tifosi in Francia perché "violenti e fascisti". Lotito invoca il Governo e il caso diventa politico
La società ha chiesto un intervento della "diplomazia italiana" per una presa di posizione sulla questione. Meloni: "Ci troviamo di fronte a un pericoloso precedente"
"Viaggi individuali o di gruppo, con qualsiasi mezzo, per valichi autostradali, porti e aeroporti francesi, sono vietati ai tifosi della Lazio o chi si comporta come tale", si legge nel provvedimaento firmato dal ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, che ha ricordato anche i recenti scontri a Marsiglia tra tifosi dell'OM e del Galatasaray in cui restarono feriti 32 poliziotti, giustificando così la scelta: "Il comportamento violento di alcuni tifosi della Lazio in modo ricorrente intorno agli stadi e nei centri cittadini dei luoghi di ritrovo nonché la ripetuta interpretazione di canti e saluti fascisti".
Vaccino d'oro per Pfizer. L'azienda Usa insegue il profitto, lo scandalo sono i conflitti d'interesse
La Pfizer ha chiuso il terzo trimestre del 2021 con un fatturato di 24 miliardi di dollari cresciuto del 134% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e con un utile del trimestre di 8,1 miliardi di dollari, superiore a quello dell'intero anno scorso, che fu di 7 miliardi di dollari. Nei primi nove mesi di quest'anno il fatturato Pfizer è stato di 57,6 miliardi di dollari, superiore di circa 16 miliardi a quello dell'intero anno precedente, e sempre in 9 mesi ha registrato un utile di 18,5 miliardi che è più del doppio di quello dell'intero anno scorso e 10 miliardi superiore a quello dei primi nove mesi del 2020. L'intera crescita del fatturato e dell'utile è dovuta a un solo prodotto: il vaccino anti-Covid messo a punto con i tedeschi di BioNTech, da cui ha ricavato 14,5 miliardi di dollari nel terzo trimestre e 28,7 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2021.
Secondo i contratti già sottoscritti dai principali paesi del mondo, sono già sicuri incassi l'anno prossimo per 36 miliardi di dollari. Sono performance che qualsiasi grande azienda del mondo si sognerebbe, e lì però resterebbero le ambizioni, perché non si trova una crescita analoga in così breve tempo in nessun altra storia imprenditoriale nel mondo. Di tutto ci si può scandalizzare quindi meno del fatto che questi numeri vengano chiamati “business”, come ha fatto Sigfrido Ranucci durante l'ultima puntata di Report su Rai 3. Eppure da destra e sinistra è insorta la politica, con il Pd che addirittura bolla quel termine- “business” (affari in italiano)- come una tesi no-vax e altri che gridano: “questo non è servizio pubblico”.
Caso Report, Furia Ranucci contro i politici: "Ma quale no vax, ne ho fatti otto in un giorno. E voi?"
Dopo le accuse di Pd, Italia Viva e Forza Italia a un servizio trasmesso da Report sui vaccini
Non ci sta Sigfrido Ranucci. Dopo essere stato vittima tutto il giorno di attacchi per un servizio di "Report" che, a detta di Italia viva, Pd e Forza Italia, strizzava l'occhio ai no Vax propagandando teorie antiscientifiche, il giornalista Rai si fa ospitare "in trasferta", a Di Martedì su La 7, per replicare alle accuse. E ne ha per tutti.
"Mi hanno accusato di essere no vax - si sfoga con Giovanni Floris - quando in realtà io sono vaccinato contro il Covid. Dico di più, per andare nei teatri di guerra una volta ho fatto otto vaccini in un solo giorno. Sarei curioso di sapere se chi mi critica può dire la stessa cosa".
Il giornalista Rai rivendica, però, il diritto di raccontare quello che non sta funzionando nella campagna vaccinale italiana. A partire dagli errori fatti con Moderna (una dose intera somministrata anziché metà come suggerito dall'azienda produttrice) e dal mancato monitoraggio degli anticorpi che dovrebbe servire per stabilire se e quando effettuare la terza dose.
Piacenza, egiziano semina il terrore inneggiando ad Allah. Era stato espulso, ma stava ancora qui (video)
Semina il panico in piazza armato di coltello e inneggiando ad Allah. Tentato omicidio, lesioni personali aggravate, violenza e resistenza a pubblico ufficiale: con queste accuse la polizia ha arrestato nella notte un egiziano di 32 anni. L’uomo ha terrorizzato i passanti in piazza Cavalli, a Piacenza, mandando all’ospedale due persone.
Si tratta, riporta il Piacenza, di Hissam Habdul Mahmud, “una vecchia conoscenza della polizia. Pochi giorni fa infatti, il 27 ottobre, lo avevano arrestato in via Manzoni alla Farnesiana. Aveva aggredito la polizia e danneggiato auto in sosta. Ma soprattutto di recente nei suoi confronti c’era stato un decreto di espulsione dall’Italia su ordine del questore”
Riguardo invece alla notte di Halloween, l’egiziano, fermato intorno alle 2 da una volante per un normale controllo in via Sant’Antonino ha estratto all’improvviso un coltello a serramanico tentando di ferire i poliziotti gridando ‘Allah Akbar’. La colluttazione subito dopo si è spostata in piazza Cavalli sotto i portici del Barino – tra il fuggi fuggi generale dei tanti giovani presenti – il 32enne ha anche cercato di scagliare i tavolini di ferro del dehor contro i poliziotti e i carabinieri, cercando anche nel frattempo tra i passanti qualcuno da accoltellare.
Marsiglia vietata ai tifosi della Lazio. Il ministro degli Interni francese: “Sono violenti e fascisti”
Ai tifosi della Lazio sara’ impedito recarsi a Marsiglia per seguire l’incontro di Europa League in programma giovedi’ (ore 21) all’Orange Velodrome. Saranno vietati, si legge nel decreto firmato dal ministro degli Interni francese Gerald Darmanin, “viaggi individuali o collettivi, con qualsiasi mezzo, di chiunque si dichiari tifoso della Societa’ Sportiva Lazio, o si comporti come tale, tra i valichi stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali francesi, da un lato, e il comune di Marsiglia (Bouches-du-Rhone), dall’altro”.
Lazio a Marsiglia senza tifosi, la Francia non li vuole
Il ministero giustifica questo provvedimento con il “comportamento violento di alcuni tifosi” della Lazio “in modo ricorrente intorno agli stadi e nei centri cittadini dei luoghi di ritrovo”, nonche’ “la ripetuta interpretazione di canti fascisti e la realizzazione di saluti nazisti”. Il decreto ricorda anche
“Aumento contagi normale: no allarmismi. E niente vaccino ai bambini”. La lucidità di Vaia
L’aumento dei contagi è normale, non bisogna allarmarsi, e niente vaccino agli under 12: Francesco Vaia fa il punto mentre i soliti Burioni ripartono con il catastrofismo. “L’aumento dei contagi da Covid-19 era prevedibile ma non c’è da allarmarsi: sta arrivando la stagione fredda, che favorisce la circolazione dei virus e la gente non usa più le mascherine”. In ogni caso “l’aumento non è così elevato“, spiega il direttore sanitario dello Spallanzani. In una intervista al Corriere della Sera, Vaia fa presente che però “bisogna incrementare le vaccinazioni e renderle obbligatorie per chi è a contatto con il pubblico“.
Vaia: “Aumento contagi normale, non bisogna allarmarsi”
“Quello che bisogna fare oggi – rileva l’esperto – è spingere su due fasce di popolazione: soggetti fragili e anziani, ma anche su tutti i non vaccinati e gli immunizzati con una sola dose, che purtroppo sono tanti. Il governo deve compiere un’azione coraggiosa per prosciugare questo bacino e ampliare l’obbligo vaccinale a chiunque ricopre funzioni a contatto con il pubblico. E anche porre fine alla concezione del tampone come atto strategico per ottenere il green pass: il test è una fotografia del momento, non di ieri e non di domani. E non può surrogare il vaccino che, lo ripeto ancora, si è dimostrato un’arma efficace. È arrivato il momento di infliggere il colpo del ko al Covid”, dice Vaia.
Canzuk»: dopo la Brexit, Londra alla conquista del Pacifico
Uno dei vantaggi della Brexit risiede nella possibilità, per la Gran Bretagna, di condurre in autonomia la propria politica commerciale. Questo senza dover rendere conto ai burocrati di Bruxelles. Il governo di Londra ha già firmato, nell’ultimo anno, intese per centinaia di miliardi di sterline. Sarebbe facile pensare che il ministero del Commercio internazionale del Regno Unito abbia raggiunto tutti gli obiettivi che si era imposto con la fuoriuscita dall’Ue. Le cose non stanno così: in cantiere c’è infatti un altro grande accordo con Nuova Zelanda, Australia e Canada. Scopo del trattato, ancora in via di definizione, è creare un’area di libero scambio tra le quattro nazioni, il cui Pil se combinato equivarrebbe a quello del terzo Paese al mondo.
L’ambiziosa strategia commerciale della Gran Bretagna dopo la Brexit si chiama Canzuk
La Gran Bretagna poche settimane fa ha già siglato un’intesa con la Nuova Zelanda per un valore di 2,3 miliardi di sterline. Questa permetterà alle aziende britanniche di esportare beni e servizi pagando il 10% in meno delle tariffe commerciali praticate attualmente. Anche con l’Australia è già in vigore un accordo commerciale. Entro il prossimo anno se ne aggiungerà poi un altro con il Canada.
Umano, più che umano: la soluzione futurista di Stefano Vaj
Una delle chiavi di lettura per comprendere I sentieri della Tecnica. Spirito faustiano, transumanesimo, futurismo di Stefano Vaj (Moira, 20,80€) è la milanesità. Profondamente milanese è l’autore e Milano da secoli è il motore d’Italia. Dal riformismo illuminista al romanticismo risorgimentale, dal socialismo al futurismo, dal primo fascismo al boom economico. Non vi è stagione dell’Italia che non abbia visto in Milano lo scenario premonitore, la porta sul futuro.
Ora in Vaj si ritrovano entrambi le note caratteriali delle culture che nella penisola si sono irradiate da Milano. Egli è caratterialmente illuminista – anche se il riferimento non gli farà piacere – per il suo franco atteggiamento di disprezzo nei confronti di quella che considera la stasi ideologica, tendenzialmente regressiva, del presente. Nello stesso tempo è romantico nel rievocare alcune icone fondamentali: il Prometeo, il Faust magari anche un po’ il Frankenstein (apparso letterariamente nel romanzo della Shelley intitolato appunto “Il moderno Prometeo”).
“Un Nobel postumo a Ezra Pound: in mezzo a tanta mediocrità il suo nome va urlato”: da Naxoslegge la furente proposta di Fulvia Toscano
Non fu impossibile. Ve l’immaginate. Ezra Pound sull’altare del Nobel per la letteratura. Che cosa avrebbe detto, il vecchio profeta che ha attraversato la follia e il falò della Storia? Non fu impossibile. Nel 1955, l’anno in cui un po’ tutti si rendono conto che la detenzione del più influente poeta del Novecento è una euforica vigliaccata – anche in Italia: Sergio Solmi e Diego Valeri redigono una petizione “per la liberazione di Pound”; Giovanni Papini, il 30 ottobre 1955, scrive una lettera all’ambasciatrice americana in Italia perorando la causa dalle colonne del Corriere della Sera – cominciano a fioccare le ‘nomination’ al Nobel. Ininterrottamente, fino al 1966, Pound è proposto al Nobel per la letteratura. Poi, sappiamo come è andata: il premio va ai cultori della quiete, a quelli che non danno troppi problemi politici. In realtà, un premio Pound lo ha preso, mentre era confinato al St. Elizabeths. La prima edizione del Bollingen Prize – che poi sarebbe diventato uno dei premi di poesia più prestigiosi del mondo americano, andato a tipi come Wallace Stevens, W.H. Auden, Robert Frost, John Ashbery, Mark Strand… – sotto gli auspici di Thomas S. Eliot, Robert Lowell, Allen Tate. Era il 1949, e fu già un risarcimento. Pound s’era dannato per far pubblicare tutti, da Hemingway a Joyce, per rivoluzionare le arti occidentali. Glielo dovevano. Ora, in qualche modo, in questa scia, si pone Fulvia Toscano, pasionaria della cultura, vulcanica ideatrice del festival ‘Naxoslegge’, che a un certo punto, nel magma dei Nobel ‘alternativi’, scocca la proposta, “vorrei lanciare l’idea di un Nobel postumo a Ezra Pound, cosa ne pensa?”. Io penso che il vero premio, per un poeta che riposa in pace, è che la sua opera continui a non darci pace, a essere letta, con furia allucinata. Per cui. Se il Nobel postumo – quello che non hanno avuto il coraggio di dargli – serve a rinnovare l’interesse sull’opera, a leggere, rileggere, ritradurre, studiare i Cantos, benissimo. Fulvia ha già in mente l’evento, la manifestazione, tutto. Ci vuole Pound per risvegliare la cultura italiana da questo mortificante torpore. (d.b.)
Forza Italia, Marta Fascina parla e dà la linea: la compagna di Berlusconi attacca Brunetta
Silenzio, parla Marta. In questo caso Marta Fascina, giovane parlamentare di Forza Italia (31 anni) da tempo silenziosa e costante presenza al fianco di Silvio Berlusconi. Con lui ha diviso l'«esilio» in Costa Azzurra durante il Covid, con lui abita a villa La Certosa e con lui condivide ultimamente anche le trasferte romane nella nuova residenza di Villa Grande. Marta Fascina non appare quasi mai, resta silente accanto al Cavaliere, ma quando interviene è per dare un segnale al partito. E tutti sanno che in quel momento è come se parlasse Berlusconi. L'ultima dichiarazione è arrivata ieri sulla chat interna di Forza Italia, come racconta l'agenzia Adnkronos, e prende posizione dopo un duro scambio tra Matteo Salvini e Renato Brunetta. Il leader della Lega venerdì aveva lanciato un atto d'accusa contro «la maggior parte dei parlamentari» che «pensano solo alla propria ricandidatura».
Una presa di posizione che non era piaciuta al ministro di Forza Italia che aveva subito preso le difese di deputati e senatori: «Dall'inizio della legislatura il Parlamento ha lavorato senza un attimo di tregua, un lavoro straordinario, proseguito con il governo Draghi».
Usa, Jen Psaki positiva al Covid: la portavoce del presidente Biden era vaccinata con doppia dose
È risultata positiva al Covid 19 la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, nonostante si fosse vaccinata con doppia dose. La Psaki non ha partecipato a viaggio in Europa dopo che alcuni familiari erano risultati contagiati dal coronavirus. In una nota ufficiale è la stessa portavoce a spiegare come siano andate le cose: martedì scorso 26 ottobre ha incontrato il presidente americano all'aperto, rispettando il distanziamento e con la mascherina. Poi è risultata positiva al Covid-19 alcuni giorni dopo aver rinunciato a partecipare al G20 in Italia con il presidente perché alcuni membri della sua famiglia si erano ammalati.
"Mercoledì, in coordinamento con la dirigenza senior della Casa Bianca e il team medico, ho preso la decisione di non intraprendere il viaggio all'estero con il Presidente - spiega in un tweet sul suo account ufficiale - a causa di un'emergenza familiare, in cui i membri della mia famiglia risultavano positivi al COVID-19. Da allora, mi sono messa in quarantena e sono risultata negativa (tramite PCR) al COVID mercoledì, giovedì, venerdì e sabato. Tuttavia, oggi sono risultata positiva" racconta la Psaki.
L'ira di Burioni contro la pubblicità delle pompe funebri: "La maledizione!". Il manifesto choc sul vaccino
Il black humor nero è diventato un linguaggio usato nella pubblicità anche in quei settori dove l'ironia è sempre stata tabù, come quello delle pompe funebri. Sono sempre di più le compagnie che offrono servizi funerari infatti che cercano di colpire l'attenzione con manifesti e pubblicità social che sdrammatizzano l'idea della morte.
In origine fu Taffo, poi la moda è dilagata, ma i risultati non sono sempre geniali. Soprattutto quando si sovrappongono l'umorismo sulla dipartita e battute sul Covid. Il manifesto pubblicitario pescato dal mare del web dal virologo Roberto Burioni fa proprio capo a quest'ultima tipologia. Lo slogan pubblicitario recita "Non ti vaccinare", e il servizio offerto dalla compagnia di pompe funebri è un servizio a prezzo concorrenziale.
Un messaggio che fa indignare su Twitter Burioni che rilancia la foto e commenta: "Non esageriamo! La maledizione!". Insomma, a tutto c'è un limite, sembra dire il virologo.
Incontro tra Bolsonaro e Salvini, insieme a Pistoia alla cerimonia per i caduti brasiliani in Italia
Matteo Salvini e Jair Bolsonaro saranno insieme a Pistoia martedì 2 novembre in occasione della cerimonia in onore dei caduti brasiliani in Italia nella Seconda guerra mondiale presso il Monumento Votivo Militare Brasiliano di via San Rocco, nel capoluogo toscano. Lo si apprende da fonti della Lega. All’evento sarà presente il Presidente del Brasile, in questi giorni a Roma per il G20. Dopo la cerimonia il leader del Carroccio presenzierà anche all'inaugurazione di una sede del partito in via Atto Vannucci.
In precedenza alcuni giornali brasiliani, come Folha de S. Paulo, spiegavano che Bolsonaro stava pianificando un incontro con Salvini in occasione del summit internazionale. L'occasione è quella dell'omaggio ai caduti brasiliani a Pistoia.
"Sono felice e orgoglioso di rendere omaggio ai caduti brasiliani durante la Seconda Guerra mondiale, martedì, accanto al presidente Bolsonaro: diedero un contributo importante alla liberazione dall’occupazione nazifascista. Per me sarà l’occasione per ribadire la profonda amicizia che lega Italia e Brasile" ha dichiarato il leader della Lega. "A Bolsonaro, che ieri è stato ricevuto al Quirinale, rinnoverò il ringraziamento anche per l’impegno e la serietà che ci consentirono di riportare in Italia il terrorista comunista Cesare Battisti nel 2019”, si legge in una nota di Salvini.
Covid, "il numero dei morti non torna". Il professor Dumontet: solo 55mila attribuibili al virus, ecco perché
Il numero dei morti di Covid "non torna" e sono ancora tanti i misteri sulla pandemia, dagli effetti disastrosi che ha avuto al nord al "mistero" dei dati sui più giovani. Ad affrontare il tema con un contributo che farà discutere è Stefano Dumontet, professore ordinario all'università Parthenope di Napoli, che secondo quanto riporta La Verità - che lo ha intervistato - sta per pubblicare uno studio con altri scienziati di università italiane proprio sui decessi dovuti al coronavirus.
Il dato da cui parte Francesco Borgonovo, autore dell'articolo, è il tasso di morti in Italia, il più alto del Dopoguerra, registrato nel 2020: "100.526 in più rispetto alla media 2015-2019" ma il dato non è uniforme. "In Italia, nel 2020, il virus ha ucciso il 3,5% dei positivi, ma in Lombardia la punta è stata del 5,4%, mentre in Campania appena dell'1,3%. Perché questa notevole differenza? E perché, nel 2021, il divario tra Nord e Sud non si è visto?" è la serie di quesiti da cui parte l'intervista.
"L'eccesso di mortalità del 2020 non trova una spiegazione univoca almeno nella sua totalità" spiega il professor Dumontet secondo cui "solo 55.576 decessi sarebbero attribuibili al Sars-Cov-2, quindi almeno 30.000 decessi non trovano una spiegazione" rispetto al totale fornito dall'Istat.
"Io non voglio convincere nessuno o imporre una particolare tesi: analizzo i dati ufficiali su serie storiche. Essi mostrano una realtà più complessa di quella che vede nel Covid la causa di tutti i mali", premette lo studioso.
Vaccino Johnson & Johnson, "l'allarme inascoltato": disastro di Roberto Speranza, 1,5 milioni di italiani in pericolo
Per quel che riguarda il vaccino Johnson & Johnson, in Italia, è l'ora del caos. In Italia infatti ci sono un milione e mezzo di persone vaccinate con quel siero che, in base alle ultime risultanze scientifiche, starebbe perdendo efficacia prima del previsto. E proprio per questo si sta parlando della seconda dose (J&J è monodose), da fare al più presto. Peccato però che, come rivela Il Tempo, questi italiani in attesa del richiamo sono stati di fatto dimenticati da Roberto Speranza e dal ministero della Salute.
Si pensi, per esempio, che la Fda statunitense, l'equivalente della nostra agenzia del farmaco, il 20 ottobre scorso ha dato il via libera al "richiamo" al vaccino J&J, sottolineando come la seconda dose vada fatta due mesi dopo la prima. Insomma, un netto taglio dei tempi. In Italia, però, fino ad ora niente si è mosso.
Cerno (Pd) boccia il ddl Zan: “Legge medievale. Io, gay, ostracizzato dai colleghi dem”
Quando l’unico gay dichiarato di Palazzo Madama è del Pd e bolla il ddl Zan come «medievale», finendo così per subire l’ostracismo dei suoi colleghi e compagni di partito eterosessuali: è quanto sta accadendo al senatore Tommaso Cerno, che intervistato dal Giornale esprime tutto il suo dissenso per il disegno di legge fortunatamente affossato mercoledì in Senato.
Cerno, il ddl Zan, non l’ha votato. «Arrivati al voto, ho comunicato che non avrei partecipato, per evitare di passare per boicottatore a voto segreto». Ancora più gustoso, poi, che sia proprio un omosessuale a definire «medievale» uno dei cavalli di battaglia dell’establishment, di quell’élite pronta ad agitare lo spauracchio del «Medioevo» ogni qual volta arriva il momento di promuovere le istanze tanto care al mondo degli unicorni progressisti: diritti Lgbt, aborto, eutanasia, liberalizzazione della droga. «Basta Medioevo!», frignano le pasionarie. Ma secondo Cerno, che decisamente non si può definire conservatore — è stato dirigente nazionale dell’Arcigay e fra i promotori del Gay Pride di Venezia — il Medioevo è qui e ora: e viaggia in groppa ai sostenitori della Zan.
Santa pandemia: mentre i commercianti piangono, Google registra profitti da capogiro
Il Covid-19, si sa, ha arrecato danni ingenti a tutta l’economia mondiale. A essere colpiti sono stati in particolare i piccoli commercianti che, nei periodi delle chiusure e dei confinamenti, si sono ritrovati impossibilitati a lavorare. Ma se molte aziende hanno chiuso, o stanno per farlo, c’è anche chi ride: soprattutto i colossi Big Tech. La pandemia, in effetti, è stata un vero affare per giganti come Google e Amazon. Come c’era da aspettarsi, con le chiusure la creatura di Jeff Bezos ha letteralmente messo il turbo.
Google e l’affare pandemia
Anche Google, però, grazie alla pandemia ha registrato un aumento dei profitti da capogiro. Stando a un articolo del Wall Street Journal, nell’ultimo trimestre le entrate del colosso di Mountain View hanno segnato un nuovo record: Alphabet, la holding a cui fa capo Google, ha annunciato un incremento del 41%, pari a 65,12 miliardi di dollari. Per quanto riguarda i profitti veri e propri, si parla della bellezza di 21,03 miliardi di dollari. In poche parole, precisa il quotidiano newyorchese, grazie alla pandemia Google ha quasi triplicato i suoi profitti. Elemento decisivo per questa crescita è stato l’aumento esponenziale degli annunci digitali che le piccole imprese hanno pubblicato per intercettare i clienti spostatisi online.
Padova, in terapia intensiva sette pazienti su dieci sono vaccinati
Il punto sui ricoveri all'Azienda ospedaliera di Padova, posti letto Covid triplicati nell'ultima settimana.
Ricoveri triplicati all'Azienda ospedaliera di Padova nell'ultima settimana. Ma spicca il dato delle terapie intensive: 7 pazienti su 10 sono vaccinati.
Padova, in terapia intensiva sette pazienti su dieci sono vaccinati
Torna a crescere il numero di posti letto occupati per Covid all'Azienda Ospedaliera di Padova, ma il dato che più colpisce - nel tradizionale punto stampa del direttore generale, Giuseppe Dal Ben - è che 7 pazienti su 10 in terapia intensiva sono vaccinati.
Nell'ultima settimana, in particolare, ci sono stati 21 ricoveri totali: il triplo rispetto a quella precedente. Un piccolo campanello di allarme che ricomincia a suonare. Sono 38 i posti letto Covid occupati all'Azienda ospedaliera padovana, di cui 18 in area medica, 8 in Geriatria, due in terapia subintensiva e 10 in terapia intensiva (di cui, come detto, 7 vaccinati).
Anche quest’anno presepe horror in San Pietro: Bergoglio l’ha voluto terzomondista
Pensavate che l’orrido presepe di ceramica in stile «Star wars post-conciliare» esposto lo scorso Natale a Piazza San Pietro avesse toccato il fondo del cattivo gusto? E che, da quel momento, fosse possibile solo risalire verso la decenza? Sperate male. Se è vero che, deo gratias, il presepe horror con gli inquietanti alieni di ceramica e i mostruosi figuri è stato messo in soffitta, nemmeno quest’anno si torna a una parvenza di tradizione, o per lo meno di decoro.
San Pietro, quest’anno si va di presepe terzomondista-animista
Per la Natività di quest’anno, infatti, la Santa Sede ha pensato a una bella rappresentazione terzomondista, di quelle che mandano in brodo di giuggiole Bergoglio: una Sacra Famiglia andina, per la precisione. Stando a quanto anticipato da La Verità, infatti, Gesù Bambino avrà le sembianze di un indio Hilipuska. Sarà avvolto dalla tipica coperta huancavelica e legato con un chumpi, la caratteristica cintura intrecciata. Chissà che qualcuno non scritturi anche un bel gruppetto di suonatori di strada muniti di poncho e flauto di pan. Per il resto, fa sapere una nota vaticana, il presepe sarà formato da 30 pezzi in ceramica, legno di agave e vetroresina, a grandezza naturale e vestiti con i tipici costumi peruviani.
Mascherine, la "vergogna" di Domenico Arcuri sulla pelle dei poliziotti: agguato alla loro salute
Le mascherine di Arcuri date ai poliziotti. Che le nostre forze di polizia fossero poco considerate, a giudicare dalla mancanza di strutture e strumenti per lavorare, e da alcuni commissariati presi come le capanne, lo si sapeva, ma che anche le si mandasse al fronte con i fucili di cartone, questo no. In data 21 ottobre, dalla Regione Puglia, e particolarmente dalla presidenza della Giunta regionale, sezione protezione civile, è stata diramata una disposizione urgente avente per oggetto: «Emergenza Sars Cov 2 - segnalazione Dpi da richiamare». La nota è contenuta in una circolare del ministero dell'Interno, dipartimento Pubblica Sicurezza, e indirizzata alle questure, alla scuola per la formazione della polizia, alle scuola superiore di polizia, ai reparti mobili della polizia di stato, alla direzione centrale della prevenzione e ad altri uffici dove si chiede l'immediato blocco e il ritiro dei citati dispositivi. I dispositivi sono «alcune tipologie facciali filtranti distribuite anche alla polizia di Stato dalla struttura del commissario straordinario per l'emergenza Covid». Leggi Domenico Arcuri.
Il green pass è il primo passo per controllarci, Freccero gela tutti a Piazzapulita: "È il sistema cinese"
Carlo Freccero lo ammette subito: "Non ci volevo venire" a Piazzapulita e in effetti nella trasmissione in onda giovedì 28 ottobre su La7 l'ex direttore di Rai 2 appare isolato nelle sue posizioni su vaccino, green pass e Covid-19. Tanto da scontrarsi con lo stesso conduttore, Corrado Formigli, e con gli altri ospiti come Myrta Merlino.
Formigli lo accoglie bollando come una "follia" considerare i contrari al green pass come i nuovi partigiani, così come è "assurdo" tirare in ballo nazismo e dittature. Il conduttore chiede se condivide le affermazioni più dure sentite nelle piazze no green pass. "Totalmente" risponde Freccero lasciando di stucco la Merlino che ripete stupefatta: "Totalmente?".
"So che per voi è tutto assurdo ma purtroppo c'è qualcosa che si agita, molto importante. Vedo Andrea Crisanti sorridere..." dice rivolto al microbiologo, anche lui ospite in collegamento. "Sa che questo è un dibattito che non si svolge solo a Trieste ma in tutto il mondo. Attraverso il green pass, che altro non è che una tessera digitale, si sta affermando un sistema autoritario senza precedenti in un nessun altro sistema" è la tesi dell'autore ed esperto di media e linguaggi televisivi.
Indagine sul Movimento 5 Stelle per finanziamento illecito e riciclaggio sui fondi del Venezuela
Si è acceso il faro della Procura di Milano sui presunti fondi arrivati dal regime del Venezuela al Movimento 5 Selle. Sono finanziamento illecito e riciclaggio le ipotesi di reato contestate nel fascicolo aperto ormai oltre un anno fa sul caso di 3,5 milioni di euro in contanti che sarebbero stati versai nel 2010 dai venezuelani al fondatore Gianroberto Casaleggio. Una vicenda che era finita al centro di un'inchiesta giornalistica pubblicata nel giugno 2020 dal quotidiano spagnolo Abc, corredata da un documento attribuito all'intelligence chavista e definita dal M5S una "fake news". Gli inquirenti hanno già ascoltato a verbale il giornalista spagnolo e hanno inoltrato alla Spagna un ordine di investigazione europeo per poter sentire nell'inchiesta Hugo Armando Carvajal, alias 'El Pollo', ex capo dell'intelligence venezuelana quando governava Hugo Chavez e all'inizio del governo di Nicolas Maduro. Carvajal è stato arrestato di recente in Spagna su ordine degli Stati Uniti: ha parlato davanti ai giudici spagnoli di presunti finanziamenti illeciti a partiti di sinistra di vari Paesi da parte del regime venezuelano, tra cui anche i Cinquestelle.
Sala, da antifascista a Beccaris 2.0: “La polizia manganelli i no green pass”
Com’è versatile il neo rieletto sindaco meneghino Beppe Sala: alla bisogna barricadero che fa richiesta ai consiglieri di esibire un «certificato di antifascismo militante» (Vittorio Feltri gli ha ben spiegato cosa se ne deve fare); coccoloso quando si devono accogliere stuoli di immigrati e con i 72 generi del mondo Lgbt; per arrivare, infine, alla versione «manganello inclusivo» contro i manifestanti no green pass presentata ieri a L’aria che tira di Myrta Merlino.
Beppe Sala il Beccaris 2.0
Forse in ossequio alle invocazioni di Giuliano Cazzola, che qualche tempo fa chiedeva al ministro Lamorgese di richiamare in servizio «Bava Beccaris che sa come trattare questa gente, questi terroristi». «Ci vuole il feroce monarchico Bava, con il piombo gli affamati sfamò. Non c’è nessuna scusa, sono dei terroristi e quindi non meritano nulla. Magari non proprio Bava Beccaris, ma sicuramente meritano che la celere li bastoni». Del resto questi «no pass», come li chiamano i giornaletti mainstream, hanno definitivamente fracassato le palle: per il 14esimo sabato consecutivo il centro della gràn Milàn è congestionato da questa folla — ma come, non erano 4 gatti? — di pezzenti: non vogliono vaccinarsi, non vogliono pagarsi i tamponi per lavorare, e come se non bastasse con i loro cortei bloccano tutte le attività commerciali. «Milano non si ferma», bisogna guardare ai dané, lo dichiarava Sala nel febbraio 2020 abbracciando cinesi e lo ribadisce ora.
Misteri Covid: quei test a Wuhan finanziati dagli Stati Uniti
Che le relazioni tra Stati Uniti e laboratorio di Wuhan siano, o siano state, quantomeno opache è ormai cosa nota. Ciò non significa che attori legati al governo americano abbiano svolto un ruolo precipuo nella creazione del Covid. L’origine di quest’ultimo resta insomma un mistero, con tutte le ipotesi e le congetture del caso che inevitabilmente persistono al riguardo. Quel che è certo è che esiste un legame tra Washington e determinate ricerche svolte nella città cinese epicentro della pandemia.
Wuhan, quel coronavirus creato grazie ai soldi Usa
Anzi, in un nuovo articolo pubblicato online da Science, si rivelano alcuni sviluppi di questi rapporti, piuttosto nebulosi. “Pur negando ancora una volta di aver contribuito a creare il virus che ha scatenato la pandemia di Covid – si legge nel pezzo della prestigiosa rivista scientifica statunitense – i National Institutes of Health (Nih) degli Stati Uniti hanno rivelato in una lettera inviata ai repubblicani al Congresso Usa che gli esperimenti che l’ente ha finanziato attraverso un’organizzazione no profit con sede negli States nel 2018 e 2019 presso l’Istituto di virologia di Wuhan (Wiv) in Cina, hanno avuto il ‘risultato inaspettato’ di creare un coronavirus più infettivo nei topi“.
Trieste, 26 ottobre 1954: la seconda redenzione di chi non si arrese mai
Ripubblichiamo questo articolo del 2018 in occasione del 67esimo anniversario della liberazione di Trieste. Il 26 ottobre 1954 i soldati italiani entravano nella città per la prima volta dopo dieci anni, liberandola dall’occupazione jugoslava.
Trieste, 26 ott — La folla che all’alba del 26 ottobre 1954 si assiepa sotto la pioggia lungo la strada che da nord scende verso il cuore di Trieste, per salutare l’Esercito che riprende in nome della Madrepatria il possesso della città, respira finalmente a pieni polmoni, come chi esce da una lunghissima apnea. E l’apnea di Trieste è durata più di dieci anni. L’inizio di questo lungo incubo affonda le sue radici nelle ore sciagurate dell’8 settembre 1943, nella disorganizzazione conseguente all’armistizio Badoglio, nella viltà del sovrano che punta a salvare la pelle, fregandosene altamente del destino dei suoi sudditi.
Open Arms, Giorgia Meloni e il caso di Richard Gere ammesso come teste: "Indecente"
È fissata per il prossimo 17 dicembre la seconda udienza del processo, iniziato oggi a Palemo, nel quale è imputato Matteo Salvini, segretario della Lega e all'epoca dei fatti ministro dell'Interno, con l'accusa di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per il caso Open Arms, la nave che nell'agosto del 2019 rimase per quasi tre settimane in mare in attesa di un porto di sbarco. A bordo erano presenti 147 migranti, ma per la nave arrivò il divieto di ingresso in acque territoriali italiane e dovette attendere in mare 19 giorni prima di ottenere l'assegnazione di un porto di sbarco.
Tutti ammessi i testimoni: dall'attore Richard Gere all'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Con loro, a deporre, saranno chiamati anche l'ex vicepremier Luigi Di Maio e gli ex ministri ai Trasporti Danilo Toninelli e alla Difesa, Elisabetta Trenta. E tra i testimoni ci sarà anche Luciana Lamorgese.
Ed è proprio sulla testimonianza di Richard Gere che è esplosa la polemica. Secondo la difesa di Open Arms l'attore può riferire quali fossero le situazioni complessive a bordo. "E' un processo serio?'" si è domandato subito l'imputato. Poco prima dell'inizio dell'udienza, Salvini su Twitter ha postato un selfie dall'aula: "Qui Aula di Giustizia del carcere di Palermo. Il processo voluto dalla sinistra e dai tifosi dell'immigrazione clandestina comincia: quanto costerà ai cittadini italiani?". Per Salvini, "è surreale andare a processo per aver fatto il mio dovere". "Difendere i confini, la sicurezza, l'onore di un Paese - ha detto dopo l'udienza - è un dovere, non di un ministro, ma di chiunque. Mi spiace perché verrà Richard Gere. Quanto è serio un processo in cui verrà da Hollywood a testimoniare sulla mia cattiveria Richard Gere?".
Luciana Lamorgese è diventata lo zimbello d'Italia: nel corteo scatta il "movimento ondulatorio"
“Movimento ondulatorio, movimento ondulatorio, movimento ondulatorio”. A Torino si scatena l’ironia della manifestazione no-green pass nei confronti di Luciana Lamorgese. La ministra dell’Interno è diventata ormai una barzelletta dopo le sue parole alla Camera sulla “forza ondulatoria” pronunciate nell’informativa in merito ai fatti del 9 ottobre con l’assalto degli esponenti di Forza Nuova alla Cgil.
“E' stata anche adombrata l'ipotesi della possibile presenza in piazza di agenti di polizia infiltrati tra i manifestanti. Sento di dovere escludere anche questo inquietante retroscena. Nel dispositivo era prevista, come è normale, la presenza di agenti in borghese appartenente alla Digos. Con compiti di osservazione e monitoraggio e anche di mediazione con i manifestanti agli stessi compiti era detto anche l'operatore di polizia che in abiti civili compare in alcune immagini diffuse dei social presente all'azione di alcuni esagitati che intendevano provocare di ribaltamento di un furgone della polizia. In realtà quello operatore stava verificando anche la forza ondulatoria scaricata sul mezzo e che non riuscisse ad essere effettivamente concluso” aveva detto la Lamorgese sulla possibile presenza di infiltrati alla manifestazione di Roma. I manifestanti di Torino hanno preso in giro la titolare del Viminale, cantando con i cellulari alla mano.
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