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Onore ai medici ed infermieri in prima linea.Grazie da Redazione Italia

Coronavirus, l'affondo di Antonio Socci: "Tutta colpa della Cina, ma preferiscono ignorarlo"

capture 046 07032021 095019È un fenomeno che ha dell'incredibile. Dappertutto (tanto più in Italia), quando si verifica un disastro, la domanda immediata che ci si pone - soprattutto sui media - è la seguente: chi ne è responsabile? Accade sempre. Ebbene, da otto mesi subiamo la più grave catastrofe dalla Seconda guerra mondiale, una pandemia che non ha fatto solo centinaia di migliaia di morti nel mondo e 35 mila in Italia, ma che ha devastato le economie di tutto il globo (la nostra più di tutte) e sta continuando a paralizzare la vita sociale, economica e politica dei popoli. Eppure in questo caso, e solo in questo caso, non si trova nessuno che indichi le responsabilità o si chieda "di chi è la colpa?" Perché il colpevole è ignoto? No, è notissimo.

Si tratta della Cina comunista. La cui responsabilità è chiara. Il 1° aprile scorso il cardinale Charles Maung Bo, presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche ha scritto: "C'è un governo che ha la responsabilità primaria, a motivo di ciò che ha fatto e di ciò che ha mancato di fare, e questo è il regime del Partito comunista cinese a Pechino () Bugie e propaganda hanno messo in pericolo milioni di vite in tutto il mondo questo regime è responsabile, attraverso la sua negligenza e repressione criminale, della pandemia che oggi dilaga nelle nostre strade". Quale altro giornale italiano, oltre a Libero, ha riportato queste parole? Ma c'è ancora di più. Il professor Joseph Tritto nel libro "Cina Covid-19" (Cantagalli) mostra che a quel tipo di virus si arriva con l'ingegneria genetica e siccome a Wuhan, dove è scoppiata l'epidemia, c'è proprio un laboratorio che da anni lavora esattamente su quei "prodotti", la conclusione è chiara. Tritto fa anche i nomi di chi lavorava in quel laboratorio ed era capace di progettare questo virus chimerico ricombinante e di produrne dei cloni (in questo caso evidentemente il virus è sfuggito di mano per carenza di sicurezza).

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Copasir, tre costituzionalisti: così si sta violando la legge, la presidenza deve andare a FdI

capture 045 07032021 093601Tre costituzionalisti concordano: si sta violando la legge sulla nomina del presidente del Copasir, l’organismo parlamentare di controllo dei Servizi segreti.

La legge 124 istitutiva del Copasir prevede, infatti, che la presidenza dell’organismo di garanzia vada, per diversi motivi, all’opposizione. Quindi a Fratelli d’Italia, l’unico partito che è rimasto fuori dalla maggioranza. E che non ha votato la fiducia al governo Draghi.

Ma l’attuale presidente del Copasir, il leghista Raffaele Volpi, si è rivolto ai presidenti delle Camere invocando, per restare alla guida dell’organismo che deve andare ad Fdi, il precedente di Massimo D’Alema. Che, nel 2011, rimase in sella anche con il governo tecnico di Mario Monti, sancendo, così, proprio uno strappo alla lettera della legge 124.

Il precedente del caso D’Alema invocato dalla Lega per restare alla guida del Copasir

A differenza di tutti i suoi predecessori l’attuale presidente leghista del Copasir, Angelo Volpi, cita – ma a sproposito – il caso D’Alema. E non si è, quindi, è dimesso con il passaggio del suo gruppo alla maggioranza. Ma ha, invece, chiesto un’interpretazione della legge 124 ai presidenti delle Camere, la forzista Elisabetta Casellati e il grillino Roberto Fico.

D’Alema era subentrato all’allora presidente del Copasir, Rutelli che aveva, a sua volta, apprezzabilmente avvertito il dovere morale di dimettersi dalla carica dopo aver abbandonato il partito democratico, pur rimanendo alla opposizione.

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Dopo le foibe la Resistenza: un libro smonta le tesi di Pansa. Laterza è ormai la casa editrice dell’Anpi

capture 044 07032021 093310Bisogna “rinsaldare gli anticorpi dell’antifascismo”. Questo lo scopo del libretto che Laterza dà alle stampe dopo quello di Eric Gobetti teso a minimizzare il dramma delle foibe.  Si intitola “Anche i partigiani però” e si presenta come un’operazione di fact checking per ristabilire la verità sulla Resistenza. L’autrice del libro, Chiara Colombini, lavora all’Istituto storico della Resistenza di Torino. Non proprio una voce super partes. Ma come sempre avviene dalle parti della sinistra, la verità ideologica si sovrappone al vero e fanno tutt’uno.

Il libro sulla Resistenza di Chiara Colombini

Il libro, che in sostanza è un’apologia della Resistenza fondata sul principio aprioristico che i partigiani non hanno mai commesso atrocità, viene salutato con entusiasmo dal Fatto: “Un piccolo manuale di difesa delle idee e che restituisce le giuste ragioni a chi ha sempre avuto ragione”. Guai a dare spazio alle “ragioni dei vinti”, si finisce con l’oscurare un “mito”, quello resistenziale, che deve continuare ad essere fondativo dell’etica collettiva.

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La civile Svizzera domani alle urne per vietare burqa e niqab alle islamiche

capture 043 07032021 093101In passato è riuscito a far approvare il referendum contro la costruzione dei minareti in Svizzera. E per domani il Comitato di Egerkingen attende fiducioso gli svizzeri su un altro passaggio fondamentale: il referendum per vietare il burqa e il niqab negli spazi pubblici.

L’iniziativa per “il divieto di dissimulare il viso” è stata proposta dallo stesso Comitato di Egerkingen. E l’esito della consultazione è al momento incerto.

Gli ultimi sondaggi danno una lieve maggioranza di Sì. Ma il numero dei favorevoli è in netta diminuzione rispetto a rilevamenti precedenti.

La proposta anti burqa in Svizzera, sostenuta dal partito populista di destra Udc, prevede il divieto di coprirsi il viso con eccezioni per “motivi inerenti alla salute, alla sicurezza, alle condizioni climatiche e alle usanze locali“.

L’ultima eccezione si riferisce prevalentemente al Carnevale. E per quanto riguarda la salute, va ricordato che il voto si svolge mentre vige l’obbligo di coprirsi naso e bocca con la mascherina per proteggersi dal contagio del Coronavirus.

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Vittime del Covid, a Bergamo familiari “snobbati” per la visita di Draghi: «Ennesima provocazione»

Alle celebrazioni per la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid i familiari di chi ha perso la vita potrebbero non essere invitati: è il paradosso che si consuma a Bergamo, dove il 18 marzo è atteso il presidente del Consiglio Mario Draghi. Si tratta una situazione simile a quella che si verificò anche in occasione del concerto al cimitero Monumentale, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e poi rientrata con una frettolosa marcia indietro che infine aprì le porte solo al comitato “Noi denunciamo”. A sollevare il caso, che coinvolge direttamente il Comune guidato da Giorgio Gori, sono stati i legali dei familiari delle vittime del Covid.

Per il Comune è «presto per ipotizzare» un invito

«Apprendiamo dalla stampa locale che secondo il Comune di Bergamo sarebbe ancora “presto per ipotizzare una rappresentanza” dei legali dei familiari delle vittime. Un concetto che si sarebbe potuto esprimere in mille modi diversi. Ma che, così espresso, suona come l’ennesima puerile provocazione di un Comune (e di chi ne fa le veci), che ha sempre inviso l’attività di denuncia dei familiari delle vittime tanto da non essersene mai interessato. E per la quale non ha mai speso pubblicamente una parola di sostegno», hanno scritto in una nota i legali Consuelo Locati; Luca Berni; capture 042 07032021 091810Giovanni Benedetto; Alessandro Pedone; Piero Pasini; Robert Lingard.

La rabbia dei familiari vittime del Covid di Bergamo

A rendere ancora più paradossale e odiosa la vicenda c’è il fatto che proprio dai legali che rappresentano i familiari delle vittime del Covid era partito l’invito a Draghi, con una lettera inviata alla presidenza del Consiglio il 22 febbraio e nella quale si sottolineava il senso di abbandono da parte delle istituzioni. Un sentimento corroborato anche dalla scarsa attenzione rivolta ai familiari in occasione della precedente, rara visita dei vertici dello Stato in città.

Un «film già visto»

«Sembra di rivedere – hanno sottolineato gli avvocati – un film già visto nei toni e nei modi. Quello del concerto presso il cimitero Monumentale di Bergamo alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso giugno che vide l’invito in extremis del presidente del comitato “Noi Denunceremo”, Luca Fusco (e rispetto al quale ci risulta lo stesso sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, non ha ancora chiarito i rapporti pubblicamente)». Un riferimento, quest’ultimo, al sospetto di un legame politico tra i due, che ha già lacerato i rapporti interni al Comitato Vittime.

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Il Recovery affidato agli americani di McKinsey, Meloni: «Incredibile». E Pd e Leu cadono dal pero

capture 041 07032021 091423Non solo la ferma opposizione di FdI, che ha già annunciato un’interrogazione. La scelta del ministero dell’Economia di affidarsi alla società di consulenza americana McKinsey per la stesura del Recovery Plan sta creando un terremoto anche nelle forze che compongono la stessa maggioranza, che si accodano alle proteste del partito di opposizione. «È possibile che con tutti i ministri, viceministri, sottosegretari, capi dipartimento, capi uffici legislativi, task force, dirigenti, tecnici e funzionari dello Stato che abbiamo, il governo Draghi debba affidare la stesura del Recovery Plan ad una società privata di consulenza?», ha chiesto Giorgia Meloni, rilanciano una grafica di FdI, che bolla la vicenda come «incredibile».

Il contratto tra Mef e americani «firmato nei giorni scorsi»

Sul tema il deputato di FdI e responsabile per l’innovazione del partito, Federico Mollicone, ha già annunciato la presentazione di una interrogazione. Ora anche da Pd e Leu si levano voci di protesta, per una scelta che appare piombata inaspettata sulle stesse forze di maggioranza. La notizia che sta scuotendo i “Dragi boys”, infatti, è emersa grazie a indiscrezioni di stampa. In particolare, è stata Repubblica a riferire che «il contratto tra la società e il ministero è stato firmato nei giorni scorsi» e che «è stato il Mef, guidato da Daniele Franco, a contattare McKinsey per accelerare la riscrittura del piano italiano e colmare i ritardi accumulati nei mesi scorsi».

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Sanremo 2021, vincono i Maneskin ma è bufera sul televoto: "Fedez e Michelin secondi?", cosa non torna

capture 040 07032021 091210Il Festival di Sanremo 2021 se lo sono aggiudicati i Maneskin con "Zitti e buoni". All'esordio sul palco del teatro Ariston, il gruppo che ha iniziato a farsi strada grazie a xFactor ha trionfato col suo rock al termine della 71esima edizione, che passerà alla storia come la prima - e si spera unica - senza pubblico a causa dell'emergenza coronavirus che dopo un anno ancora perseguita l'Italia e il mondo intero. I Maneskin sono entrati nella terna finale insieme a Francesca Michelin e Fedez ed Ermal Meta, battendoli entrambi quando in realtà non sembravano essere i favoriti, vista la mole di preferenze su cui potevano contare gli altri artisti in gara per la vittoria. 

In particolare non è mancata una polemica piuttosto accesa sui social per il fatto che Chiara Ferragni, potendo contare su oltre 20 milioni di follower su Instagram, abbia influenzato pesantemente l'esito del televoto, riuscendo a far rimontare Fedez e la Michelin fino al secondo posto, a un soffio dalla vittoria finale. Ovviamente nulla di illecito, ma per i fan degli altri artisti non è facile digerire il fatto che l'imprenditrice digitale possa spostare numeri così imponenti pure a Sanremo, stando comodamente seduta sul divano di casa sua insieme al figlio Leone che è più famoso di molti cantanti impegnati al teatro Ariston quest'anno. 

Per quanto riguarda il resto, Willi Peyote con il brano "Mai dire mai (La locura)" si è aggiudicato il premio della critica Mia Martini, mente Colapesce e Di Martino con "Musica Leggerissima" si sono portati a casa il premio Lucio Dalla, assegnato dalla sala stampa composta da radio, tv e web. Un premio è stato destinato anche a Fiorello: si tratta del Città di Sanremo, che Amadeus ha voluto fargli recapitare "perché senza di lui il Festival non avrei potuto farlo". "È il premio più bello della mia carriera - ha replicato lo showman siciliano - lo dedico a tutti quelli che hanno lavorato affinché il Festival arrivasse alla quinta puntata È il nostro premio", ha chiosato Fiorello che già nel corso della serata aveva chiesto un applauso per le maestranze. 

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Coronavirus, bollettino 6 marzo: quasi 100mila morti, crescita costante di contagi e ricoveri

capture 039 06032021 184154Continua a peggiorare giorno dopo giorno la situazione epidemiologica dell’Italia, tanto che il Comitato tecnico scientifico ha suggerito caldamente al governo presieduto da Mario Draghi di attuare subito un lockdown duro, essendo la diffusione delle varianti del Covid fuori controllo. L’alternativa sarebbe far scattare in automatico la zona rossa nel momento in cui si supera la soglia dei 250 contagi per 100mila abitanti: nel nuovo Dpcm firmato da Draghi è invece previsto che a decidere se attuare o meno la zona rossa sono i governatori. 

Intanto il bollettino di sabato 6 marzo rilasciato dal ministero della Salute non trasmette affatto buone notizie: oggi sono stati registrati 23.641 contagiati, 13.984 guariti e 307 morti su 355.024 tamponi analizzati, con il tasso di positività che è risalito al 6,7 per cento (+0,3 rispetto a ieri). Continua ad aumentare anche la pressione sul sistema sanitario nazionale: il saldo dei ricoveri in reparti Covid è +327 (20.701 posti letto attualmente occupati), mentre quello dei ricoveri in terapia intensiva è +46 (2.571) con 214 ingressi del giorno. 

Gli attualmente positivi sono saliti a 465.812, mentre i morti sono ormai prossimi a raggiungere quota 100mila: sono 99.578, un’enormità. La buona notizia arriva dalla campagna di vaccinazione, che finalmente sta iniziando a decollare: nelle ultime 24 ore sono state somministrate più di 200mila dosi per un totale di 5.231.708. 

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Sanremo 2021, Giorgia Meloni fa i complimenti al direttore d'orchestra Beatrice Venezi: "Da applausi sulle donne"

capture 038 06032021 183834Alla co-conduzione della quarta serata di Sanremo che rianima gli ascolti del Festival della Canzone c'è il direttore d'orchestra Beatrice Venezi, per la parte delle Nuove Proposte. Ed è lei la protagonista della prima mezza polemica che si scatena sui social: “Quello che conta per me è il talento e la preparazione con cui si svolge un determinato lavoro. La posizione, il mestiere, hanno un nome preciso e nel mio caso è direttore d'orchestra" dice la Venezi sul palco con Amadeus che non osa chiamarla "direttrice" e le fa spiegare il perché. Sul caso interviene anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che in un post sui social si complimenta con la Venezi: "Complimenti a Beatrice Venezi - scrive la Meloni - che a Sanremo ha liquidato, con una semplice frase, questa rincorsa confusa al politicamente corretto".

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Speranza, la lettera mai vista: "Se era un piano segreto, lei…"

capture 037 06032021 175858Il carteggio riservato dopo le notizie sul "piano segreto". Speranza infuriato: "Informazioni riportate incautamente"

Martedì 21 aprile, interno giorno. Ufficio del ministro della Salute. Roberto Speranza sfoglia il Corriere della Sera, arriva a pagina 11 e gli si accappona la pelle. Lo immaginiamo così il momento in cui il ministro scopre l'avventata intervista rilasciata da Andrea Urbani, direttore generale della Prevenzione e membro importante del Comitato tecnico scientifico anti Covid

Uno choc cui segue per reazione una missiva di fuoco - che ilGiornale.it mostra in esclusiva - inviata al "caro Andrea" e che segna il primo atto della "strategia difensiva" del dicastero per riparare al vespaio di polemiche provocato dal suo direttore generale.

Per capire facciamo un salto indietro, come già ampiamente ricostruito nel Libro nero del coronavirus (clicca qui). Il 20 aprile, un giorno prima del patatrac, il Corriere della Sera pubblica un’inchiesta su "errori, omissioni e sottovalutazioni" che hanno accompagnato i primi mesi di pandemia. Nel pezzo si parla della (folle) decisione di bloccare i voli dalla Cina lasciando il "buco" degli scali intermedi, ma anche di silenzi normativi, assenza di mascherine ed altre questioni già emerse nell’inchiesta di Inside Over di alcuni giorni prima. Forse per "rispondere" all'articolo del Corsera, i tecnici del ministero della Salute si sentono in dovere di replicare. E il giorno successivo Urbani smentisce "vuoti decisionali" rivelando urbi et orbi l’esistenza del "Piano segreto": "Già dal 20 gennaio - dice - avevamo un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata di non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio".

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Aritmia - Cause e Sintomi

capture 036 06032021 154336L'aritmia è un disturbo caratterizzato dall'alterazione del ritmo cardiaco; il battito risulta, in particolare, più rapido (tachicardia), più lento (bradicardia) o irregolare (fibrillazione atriale) rispetto alla frequenza cardiaca media normale.
Esistono diverse forme di aritmia, dalle più innocue a quelle pericolose per la vita, che possono condurre alla morte in tempi brevi. In qualche caso, infatti, queste alterazioni possono impedire al cuore di riempirsi adeguatamente e di svolgere la sua funzione di pompa del sangue in circolo; questo può arrecare gravi danni a vari organi, come cervello, cuore e reni.

In linea generale, la differenza tra i vari tipi di aritmia dipende da in quali parti del cuore origina tale disturbo (sopraventricolari o ventricolari) e quali attraversa. Inoltre, il disturbo può essere in rapporto ad alterazioni del sistema di conduzione (cioè di quel complesso di strutture a livello delle quale nasce e viene trasmesso a tutto il miocardio l'impulso alla contrazione) oppure dipendere da disordini riguardanti l'eccitabilità delle fibre muscolari cardiache.

Le aritmie possono essere determinate da processi patologici di diversa natura a carico del cuore, come infarto del miocardio, scompenso cardiaco, pericarditi e cardiopatie valvolari.

Tuttavia, il riscontro di tale manifestazione non è sempre indice di una patologia cardiovascolare. Le aritmie possono essere, infatti, secondarie a malattie generali dell'organismo, quali intossicazioni iatrogene (digitale e farmaci beta-bloccanti), disfunzioni endocrine (es. feocromocitoma ed ipertiroidismo) e squilibri elettrolitici nel sangue (soprattutto quelli che riguardano potassio e calcio).

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Vaccino AstraZeneca agli over 80, Bassetti: "Una svolta, serve coraggio"

capture 035 06032021 154028Secondo il primario del San Martino di Genova Matteo Bassetti, la possibilità di estendere a tutti l'Astra-Zeneca potrebbe essere una svolta: “Non me l’aspettavo di arrivare ad oggi con così pochi vaccinati”

Buone novità per quanto riguarda l'uso del vaccino contro il coronavirus. In due articoli scientifici in pre-print emerge che quello Astra-Zeneca potrebbe funzionare anche su chi ha più di 80 anni.

Una grande notizia in un periodo in cui l’Italia è impegnata nella corsa contro il tempo contro il Covid con risultati che fin qui non sono ancora quelli sperati. La notizia è stata accolta positivamente dal direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti: Mi auguro- ha detto su il Giornale.it il professore- che presto Aifa riveda la raccomandazione e che renda il vaccino Astra-Zeneca disponibile per tutti e non più solo per chi ha meno 65 anni”.

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Sanremo, Beatrice Venezi schiaccia il politically correct: "Sono direttore, non direttrice d'orchestra"

capture 034 06032021 153823Poche parole ma chiare e dette col sorriso dal palco più importante d'Italia: in pochi secondi, Beatrice Venezi calcia via il femminismo integralista

Dopo l'impalpabile presenza di Vittoria Ceretti sul palco del teatro Ariston nella terza serata, al festival di Sanremo è arrivata Beatrice Venezi.

Di professione pianista e direttore d'orchestra, la co-conduttrice della quarta serata ha voluto immediatamente mettere in chiaro il suo ruolo nella serata ma, in generale, nell'ambito musicale, dimostrando che non sono le etichette a qualificare un professionista ma la sua bravura. Con una semplice frase, la pianista ha messo a tacere i ben pensanti del politically correct radical chic, sempre pronti a violentare la lingua italiana con le loro teorie campate per aria.

In un momento storico in cui una certa parte politica sembra avere come priorità quella di eliminare il maschile generico dalla lingua italiana e forzare determinate parole in nome di una presunta parità tra i sessi, che sembra passare dalla forma e non dal contenuto, Beatrice Venezi ha voluto fare chiarezza sul suo titolo. "Io sono direttore d'orchestra", ha detto la Venezi sul palco del teatro Ariston ad Amadeus, che la stava presentando come direttrice. "La posizione ha un nome preciso e nel mio caso è quello di direttore d'orchestra, non di direttrice", ha spiegato la Venezi. Uno schiaffo morale alle femministe a ogni costo, con un discorso molto più femminista di quanto non vogliano farci credere gli integralismi della declinazione linguistica. Beatrice Venezi non vuole discriminazioni nella sua professione, non vuole sentirsi diversa rispetto ai suoi colleghi.

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Vaccini, Rampini elogia il sovranismo sanitario. “Il sogno globalista si è spappolato”

capture 033 06032021 140222Federico Rampini che elogia il “sovranismo sanitario” è tutto da gustare. Su La 7, a Piazza Pulita, Formigli e i suoi ospiti sono spiazzati. Inviato di Repubblica, uomo di sinistra, anti-trumpiano doc, di certo Rampini rappresenta una voce al di sopra di ogni sospetto di simpatie salviniane e meloniane, per dirla semplice. Si parla di piano vaccinale e gli ideologismi suonano grotteschi: “Quando i governi non sono in grado di garantire vaccini anzitutto ai propri cittadini, la solidarietà internazionale svanisce“, afferma Federico Rampini. “Il sovranismo sanitario è legittimo”. 

Rampini: “I governi non sono in grado di garantire vaccini ai propri cittadini”

L’editorialista risponde così alle domande del conduttore. La notizia del giorno è il “no” di Roma all’esportazione di  250mila dosi di vaccino Astrazeneca in Australia che dovevano partire da Anagni. Giovedì ne parlavano tutti i Tg e i talk-show serali, fino a tarda notte. Rampini spiega ai suoi interlocutori scettici:  “Il sogno di un globalismo sanitario si sta spappolando”, assicura Rampini che vive in America da tempo. Formigli gli chiede: E’ un primo segnale di qualcosa che si sta muovendo rispetto al governo precedente? Rampini risponde affermativamente: ” E certo,  ed è anche giusto. Pensate, che nelle stesse ore in cui Draghi bloccava l’export, l’Oms impediva agli ispettori inviati a Wuhan di redigere il rapporto sull’origine della pandemia”.

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Bonaccini: Zingaretti ha sbagliato, il Paese è in crisi e il Pd non può parlare dei suoi problemi…

capture 032 06032021 135509Stefano Bonaccini commenta le dimissioni di Zingaretti. Un commento che era atteso, visto che proprio il governatore dell’Emilia Romagna è accreditato come possibile futuro successore del leader dimissionario. E il commento non è tenero nei confronti di Zingaretti.

Bonaccini: stima per Zingaretti

“Il Pd è il mio partito – scrive su Fb – e non faccio parte di alcuna corrente. Con Nicola Zingaretti ci frequentiamo fin da ragazzi, ho votato per lui all’ultimo congresso, mi ha sostenuto nella mia rielezione a presidente dell’Emilia-Romagna: la mia fiducia personale c’è sempre stata e c’è, immutata. Tale resta sia quando siamo d’accordo, sia quando non lo siamo, e gli ho sempre detto come la penso”.

“Ma dimettersi è una scelta sbagliata”

“Ogni scelta va rispettata, ma credo che dimettersi sia una scelta sbagliata. La stima rimarrà sia se deciderà di rimanere segretario, come spero, sia se confermerà le sue dimissioni. Il punto, per me è questo: in tempo di pandemia il Pd non può parlare di se stesso. Non può perché stanno arrivando meno vaccini del previsto, mentre i contagi crescono più del previsto; perché abbiamo bambini, ragazzi e ragazze a casa da scuola e le famiglie in difficoltà; perché ci sono persone che perdono il lavoro e imprese che rischiano di non riaprire più”.

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Dal ceppo di Wuhan alle ultime varianti: le trasformazioni del Sars-Cov-2

capture 031 06032021 124801I virus sono organismi microscopici. Vengono chiamati nemici invisibili proprio perché sono subdoli. Riescono ad attaccare un organismo quando questo meno se lo aspetta e, in alcuni casi, sono pure in grado di scatenare pericolose pandemie. Come nel caso del Sars-CoV-2, rilevato per la prima volta nel dicembre 2019, a Wuhan, in Cina, ma chissà da quanto tempo in circolazione. Come e dove si è originato? Non lo sappiamo. Tre sono le opzioni più papabili: nella provincia dello Hubei, nei meandri del sud-est asiatico (la più probabile) o chissà in quale altro luogo. I virus sono quindi anche misteriosi. A maggior ragione se prendiamo in considerazione i virus animali che, di punto in bianco, e grazie a condizioni favorevoli, effettuano il salto di specie. La cosiddetta zoonosi, come ha spiegato nel dettaglio lo scrittore David Quammen nel fondamentale libro Spillover, uscito in Italia per Adelphi.

In casi simili, se pensiamo ancora una volta alla pandemia di Covid-19, è pressoché impossibile risalire all’origine dell’infezione. Per maggiori informazioni chiedere all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), fresca di una lunga missione a Wuhan per rimettere insieme le tessere del mosaico e fare luce sulla nascita del Sars-CoV-2. A distanza di un anno, gli scienziati non hanno ancora prove certe. È partito tutto da un pipistrello? È l’ipotesi più probabile. Ma per quale motivo l’infezione si è scatenata a Wuhan? Chi ha portato il virus nel cuore di una delle megalopoli più moderne della Cina? È assurdo pensare che uno dei pipistrelli presenti tra la Cambogia, il Myanmar, la Thailandia e il Vietnam sia riuscito a volare per 1.200 chilometri fino alla provincia dello Hubei. Molto più facile che sia stato un essere umano a trasportare la bestiola notturna fin lì. Oppure il pipistrello potrebbe aver infettato un altro animale, l’eventuale ospite intermedio, a sua volta responsabile del contagio umano. Quale animale intermedio? Magari un pangolino, o un altro animaletto della foresta entrato in contatto con il pipistrello infetto, poi raccolto da un uomo e portato in città in qualche mercato. Tutte le piste sono al vaglio degli esperti.

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L’Europa si è inchinata a Big Pharma sui vaccini anti-COVID. E adesso che si fa?

capture 030 06032021 120314La strategia dell’Europa sui vaccini è un fiasco. Decidono le aziende farmaceutiche, senza conseguenze. È troppo tardi per cambiare?

La strategia dell’Europa sui vaccini contro il COVID-19 si sta rivelando un vero e proprio fiasco. Ne parliamo ormai da settimane, e non soltanto perché le aziende farmaceutiche che hanno messo a punto i vaccini – e con le quali la Commissione Europea ha stretto accordi già a partire dalla seconda metà dello scorso anno – non stanno consegnando le dosi promesse, ma perché i contratti negoziati a livello europeo danno alle aziende farmaceutiche tutto il potere.

La Commissione Europea ha messo i soldi e si è assicurata milioni e milioni di dosi di tutti i vaccini più promettenti, ma a livello contrattuale si è messa in ginocchio. E la maggior parte dei contratti firmati non sono ancora stati resi pubblici nonostante il Parlamento Europeo chieda da mesi la massima trasparenza sugli accordi raggiunti.

I ritardi nelle consegne delle dosi si accumulano di settimana in settimana – l’Italia è stata costretta ad interrompere e rallentare la campagna di vaccinazione per mancanza di dosi – c’è ben poco che l’UE possa fare o che sta facendo, se non chiedere ai Paesi membri di avere fiducia e non andare a cercare i vaccini altrove, senza il supporto dell’UE.

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La Cina all’origine della pandemia: dati, propaganda, percezioni

capture 029 06032021 115715“Ci hanno mentito. Hanno tenuto nascosto tutto”. Blindato dietro visiera protettiva e doppia mascherina, il dottor A. L. di Roma non ha dubbi sulle responsabilità dell’epidemia da coronavirus: è colpa della Cina. Dopo aver visitato 300 pazienti – “anche positivi” – e aver seppellito colleghi, il medico condanna senza pietà il ritardo con cui Pechino ha reso nota l’entità del contagio e la sudditanza politica dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): “una marionetta nelle mani della Cina.”

L’opinione di A.L. trova largo consenso in Italia, dove – secondo uno studio condotto congiuntamente dell’Istituto Affari Interazionali (IAI) e dal Laboratorio di analisi politiche e sociali dell’Università di Siena – la maggioranza (ben il 79%) è convinta che la responsabilità della pandemia sia da attribuire alla Cina, mentre quattro rispondenti su cinque ritengono che Pechino dovrebbe anche ammettere le proprie responsabilità per la diffusione di Covid-19 nel mondo. Il motivo sta in quel mese di ritardo intercorso tra i primi casi e l’ufficializzazione della trasmissibilità del virus. Ovvero, il presunto insabbiamento da parte delle autorità di Wuhan, per non rovinare i festeggiamenti dell’imminente Capodanno cinese. Ma tra i molti errori qualcosa si salva. Come le capacità gestionali dimostrate dal sistema cinese, considerate un modello da seguire dal 63% degli italiani.

Il risultato del sondaggio, per quanto apparentemente dissonante, riflette in maniera cristallina il grande paradosso cinese. La Cina appare con le sembianze di un Giano Bifronte: focolaio della pandemia (salvo smentite), rimane il più grande paese in via di sviluppo del mondo con le sue tradizioni alimentari discutibili, il pallino per la censura e lo strabismo di un apparato amministrativo farraginoso che risente costantemente delle tensioni tra autorità centrali e periferiche. Talvolta, con l’effetto di ritardare la risposta in situazioni di crisi. Ma la Cina è anche il paese che per primo ha saputo domare il virus, formulando – con il plauso dell’Oms – soluzioni replicate (non sempre con ugual successo) in altre parti del mondo. Un risultato ottenuto grazie agli avanzatissimi apparati tecnologici (pensiamo agli occhiali termoscanner o alle mascherine autodisinfettanti) e alla mole di risorse statali dispiegate, tanto umane quanto economiche. Ovviamente l’establishment di Pechino ha fatto il possibile perché a prevalere, nell’opinione pubblica mondiale, fosse questo secondo aspetto. In alcune circostanze c’è riuscito, in altre no.

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Come la Cina è riuscita a trasformare il coronavirus in una grande occasione di propaganda

capture 028 06032021 115452Il regime cinese ha messo in moto una grande macchina di comunicazione, per far dimenticare alcune cose e evidenziarne altre.

Dalle parti di Pechino non devono aver preso bene la decisione di Donald Trump di riferirsi al Coronavirus come il “virus cinese”. Una definizione che scarica in una sola direzione la responsabilità della diffusione della malattia (la cui pericolosità gli Stati Uniti hanno compreso molto tardi) e si scontra direttamente con la strategia contraria perseguita da Pechino: cancellare dal pianeta l’idea che la pandemia sia “colpa” della Cina.

Al contrario, approfittando della situazione ormai quasi sotto controllo (fatto salvo il rischio ricaduta), Xi Jinping ha le idee molto chiare su quale sia l’obiettivo da perseguire: presentare la Cina come un esempio di solidarietà e un modello da seguire per chiunque voglia sconfiggere l’epidemia, offuscando quanto più possibile il fatto che il Coronavirus si sia diffuso partendo dalla Repubblica Popolare anche a causa del colpevole ritardo con cui le autorità hanno riconosciuto ufficialmente ciò che stava avvenendo.

I mezzi per riuscire in questa difficile impresa sono, in patria, i media di stato. Ma a livello internazionale è ai social media occidentali che la Cina sta affidando la comunicazione, spronando i suoi diplomatici sparsi ai quattro angoli del globo a iscriversi a Twitter e altre piattaforme vietate in patria per diffondere il più possibile il messaggio giunto direttamente da Pechino. Che, sintetizzato al massimo, recita così: se c’è una cosa per cui la Cina va ricordata, è l’efficacia della sua risposta e la solidarietà internazionale dimostrata.

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Sondaggi, «nuovo record» per FdI. Il centrodestra vola verso la maggioranza assoluta: è al 49,3%

capture 026 05032021 185320Il centrodestra continua a crescere, il centrosinistra continua a perdere consensi. La Supermedia settimanale di YouTrend per l’agenzia di stampa Agi, anche oggi certifica il costante declino dei giallorossi, Pd in testa. Di contro, i sondaggi confermano la costante crescita di FdI, che, si legge nel commento ai dati, «realizza un nuovo record». Complessivamente il centrodestra si conferma ampiamente coalizione maggioritaria, volando verso la maggioranza assoluta con il 49,3% dei consensi (+0,6%) contro il 37,2% di Pd, M5S e Leu (che perdono 0,7 punti).

YouTrend: per FdI «nuovo record» nei sondaggi

La Lega resta primo partito e, con una crescita di mezzo punto, raggiunge il 23,5%. Perde invece lo 0,4% il Pd che scende al 19,2%. Continua, poi, a crescere FdI, che guadagnando lo 0,2% si attesta, secondo la Supermedia di YouTrend, al 16,7%, «realizzando – si legge nel commento ai numeri – un nuovo record», rispetto alle edizioni precedenti dello stesso “sondaggione”. E ora bisognerà attendere i contraccolpi al terremoto che ha investito il Pd con le dimissioni di oggi di Nicola Zingaretti per vedere se, come già registrato da altri sondaggi, il partito di Giorgia Meloni supererà i dem anche nella Supermedia.

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Salvini: Zingaretti ha spiegato chi è il Pd, ora non fate perdere altro tempo agli italiani

capture 027 05032021 185601«A Zingaretti ho mandato un messaggino... ma gli italiani chiedono.... salute, vaccini, lavoro, rimborsi... spero che nel Pd non passino settimane a decidere chi deve fare cosa perché non abbiamo tempo da perdere». Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, oggi a Catania per l'udienza sul caso Gregoretti. «Mentre Pd e 5Stelle litigano su leadership e problemi interni, la Lega è interamente concentrata sui problemi degli italiani», ha aggiunto.

«Mi spiace per gli altri partiti che litigano ed è grave che il segretario del secondo partito in Italia si dimette perché nel Pd parlano solo di poltrone, detto da lui». Così Salvini parlando delle dimissioni di Zingaretti da segretario del Pd. «Fortunatamente la Lega è a servizio dell’Italia - dice - di Draghi e del Governo, ci stiamo occupando di vaccini e salute».

«Conto che la pace fiscale cancelli decine di milioni di cartelle esattoriali fino a 5.000 euro. Sto lavorando su questo» ha aggiunto Salvini. Le inchieste di Ragusa e di Trapani sulle Ong? «Siamo solo all’inizio», si dice convinto il leader della Lega

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Sanremo 2021, super-flop per la terza serata: "La gente è arrabbiata"... e si vede. I dati dello share

capture 025 05032021 185204La terza serata del Festival di Sanremo, dedicata alle cover dei 26 artisti in gara, è stata vista da 7 milioni 653 mila spettatori, pari al 44,3% di share. Un risultato molto simile a quello della seconda serata, mercoledì 3 marzo. Nel dettaglio, come riporta davidemaggio.it, la prima parte - dalle 21 e 31 alle 23 e 49 - ha catturato l'attenzione di 10 milioni 596 mila spettatori (42,4%); nella seconda parte -  dalle 23 e 53 all’1 e 59 - la kermesse ha appassionato 4 milioni 369 mila spettatori (50,56%). Un risultato dignitoso per il direttore artistico del Festival Amadeus, che comunque non riesce a raggiungere i numeri molto più alti dell'anno scorso.

La terza serata di Sanremo 2020, infatti, venne vista da  13 milioni 533 mila spettatori con il 53,6% di share nella prima parte e 5 milioni 636 mila con il 57,2% nella seconda. In media, la serata dei duetti dell'anno scorso aveva fatto registrare 9 milioni 836 mila spettatori e il 54,5%. Parlando del flop di quest'anno e del calo degli ascolti, Amadeus in  questi giorni ha detto: "La gente è arrabbiata: c'è una situazione che non è paragonabile a nessun'altra e questo si riflette sui dati d'ascolto".

Il conduttore della 71esima edizione del Festival però non si abbatte: "I dati che leggo mi sorprendono in positivo: siamo in un mese in cui ci sono le partite, che tolgono dai 3 ai 5 punti, in un momento storico in cui c'è gente disperata. Ci sono persone che la sera non sanno se riescono a mettere il piatto a tavola: questo Paese è come se vivesse una guerra in questo momento". Dopo la serata dedicata alle cover, comunque, a posizionarsi in cima alla classifica è Ermal Meta con Caruso di Lucio Dalla. Sul secondo e terzo gradino del podio, invece, Annalisa e Willie Peyote.

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Reddito di cittadinanza, 400mila euro a stranieri non aventi diritto: l'ultimo flop M5s con i soldi pubblici

capture 024 05032021 120423In 239 si sono presentati in diverse zone d’Italia allo sportello postale per rivendicare il reddito di cittadinanza. Pin alla mano, autocertificazioni compilate, così come prevede la misura di sostegno economico fortemente voluta dai grillini, hanno chiesto e ricevuto l’attivazione delle card elettroniche prepagate sulle quali sono state accreditate le somme previste. Peccato però che non ne avessero diritto. Le indagini, portate a termine dai finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo in collaborazione e in stretta sinergia con l’Inps, sono iniziate lo scorso dicembre quando le fiamme della Tenenza di Occhiobello hanno bloccato un tentativo fraudolento di riscuotere il reddito di cittadinanza da parte di 23 persone tutte provenienti dalla Romania.

Un’integrazione al reddito che i 23 romeni non avevo il diritto incassare. La legge infatti prevede che chi chiede questa tipologia di sostegno economico debba, alla data di presentazione della domanda, risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due 2 in modo continuativo. I finanzieri però non si sono fermati ai 23 romeni e hanno scoperto che il fenomeno era tutt’altro che episodico. Su 673 persone controllate, ben 239 non possedevano il requisito della effettiva residenza in Italia e, per tali ragioni, sono state tutte denunciate alle Procure della Repubblica di: Milano, Napoli, Roma, Cosenza, Lodi, Bari, Torino, Pavia, Massa, Agrigento, Foggia, Genova, Vercelli, Pisa, Latina, Imperia e Rovigo, rispettivamente competenti per il luogo di presentazione dell'istanza.

L’Inps ha provveduto a sospendere il pagamento ma le somme indebitamente percepite ammontano a 400 mila euro. Considerano che il reddito di cittadinanza viene corrisposto a decorrere dal mese successivo a quello di presentazione della domanda e per almeno 18 mesi prorogabili per ulteriori 18, il tempestivo intervento dei finanzieri ha anche impedito l’illegittima corresponsione di somme che oscillano fra un minimo di circa 1.875.000 euro e un massimo di 4.500.000 euro. In Italia, complice la pandemia da Covid 19, sono 1,3 milioni i nuclei familiari, circa 3 milioni di italiani, che hanno percepito il reddito di cittadinanza. L’importo medio è 528 euro.

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Coronavirus, l'ipotesi di un coprifuoco "estremo": anticipato alle 20? Zone rosse e lockdown non bastano

capture 023 05032021 110552Il contagio da coronavirus galoppa. E con quello i ricoveri: i posti occupati in terapia intensiva, stando al bollettino del 4 marzo, sono 2.475, ma soprattutto in 24 ore si sono registrati 232 ingressi totali. Ci si avvicina pericolosamente alla soglia critica dei 3mila ricoveri in intensiva, che è considerata soglia di allarme. E ancora, la curva epidemiologica ha ripreso incrementi esponenziali: siamo ufficialmente alle prese con la terza ondata. E infatti le regioni tendono pericolosamente verso la zona rossa, verso il lockdown: la Lombardia è già in arancione scuro e Guido Bertolaso, due giorni fa, ha confermato che tutta Italia "procede verso la zona rossa, Sardegna esclusa".

E il governo di Mario Draghi starebbe già valutando ulteriori chiusure, ulteriori strette, insomma nuovi provvedimenti. Compreso il lockdown nazionale. Obiettivo principale, limitare al massimo lo spostamento delle persone ed evitare i contatti. Secondo quanto ripetuto da Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, ministri della Salute e degli Affari Regionali, "i prossimi quindici giorni saranno decisivi, dobbiamo monitorare l’effetto delle ordinanze sul cambiamento di fascia", ripetono come un mantra.

Da domani, sabato 6 marzo, sarà in vigore il primo decreto Draghi, che non prevede ulteriori restrizioni rispetto a quelle in atto, in particolare per le regioni collocate in zona gialla. Eppure, tra le nuove misure, si starebbe ragionando su un coprifuoco anticipato, portato alle 20 rispetto alle attuali 22. L'ipotesi era stata scartata da Draghi prima del varo del dpcm in atto da domani, o meglio il premier aveva deciso di prendere tempo in attesa di vedere l'evoluzione del quadro, che ora però sembra volgere al peggio.

E ancora, tra le ipotesi sul piatto, quella di limitare la possibilità di visita a parenti e ad amici, non soltanto all'interno delle zone rosse. Poi, c'è chi ha agito in autonomia, come la Lombardia: visite proibite anche in arancio scuro. Possibile che la scelta venga estesa su scala nazionale, con l'eccezione delle zone gialle. 

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Dimissioni Zingaretti, "Pd a pezzi. E' una catastrofe"

capture 022 05032021 105744Massimo Cacciari commenta con Affaritaliani.it le dimissioni del segretario del Pd. "E ora? Uno vale l'altro. Ormai..."

Non ci crede. Pensa che sia uno scherzo. E invece è vero. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia e voce spesso critica del Centrosinistra, apprende da Affaritaliani.it delle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Partito Democratico. "Davvero non me l'aspettavo", commenta a caldo. Poi riflette: "So per certo che Zingaretti aveva opinioni irriferibili su alcuni suoi compagni di partito e so che i rapporti con una parte del gruppo dirigente erano pessimi, ma non mi aspettavo affatto che si arrivasse alle dimissioni. Zingaretti ha lavorato in queste settimane per un congresso che ridefinisse complessivamente la linea del partito, visti i nuovi scenari politici con la nascita del governo Draghi. Evidentemente la linea del segretario ha incontrato resistenze fortissime. Zingaretti immagino che non abbia avuto le garanzie di andare a un congresso vero e come Dio comanda, cioè aperto e finalizzato a un rinnovamento concreto".

Cacciari aggiunge: "Questa è la spiegazione che posso dare a caldo, ma su una cosa non ci sono dubbi: le dimissioni di Zingaretti sono l'ultimo atto per il Pd, una vera e propria catastrofe". Chi adesso come segretario? Orlando? Bonaccini? Nardella? "Non lo so davvero", afferma l'ex primo cittadino di Venezia. "Uno vale l'altro vista la situazione. Mi informerò con quelle due o tre persone di cui mi fido. Ma, ripeto, è una catastrofe ed è chiaro che l'immagine che viene fuori del Pd dalle dimissioni di Zingaretti è di un partito a pezzi", conclude.

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Salvini: "Zingaretti? Spiace ma noi lavoriamo". Meloni: "Da governatore no?"

capture 021 05032021 105258Anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno commentato le dimissioni di Zingaretti da segretario del Partito Democratico. “Spiace che il Pd abbia problemi interni che costringono Zingaretti a dimettersi" dice il leader della Lega "ma noi oggi stiamo lavorando coi ministri della Lega per produrre vaccini in Italia, per rottamare 65 milioni di cartelle esattoriali, per far arrivare rapidamente i rimborsi attesi a 3 milioni di Partite Iva, professionisti e imprenditori. Dalle parole ai fatti”. 

 "Non entro nelle dinamiche interne di altri partiti e non lo farò nemmeno col Pd" scrive su Twitter Giorgia Meloni. "Ammetto, però, che dopo anni di malgoverno e dopo gli ultimi scandali sulle mascherine, avrei commentato volentieri le dimissioni di Nicola #Zingaretti da Presidente della Regione Lazio...". 

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Vaccini, Italia autosufficiente. E’ un miraggio? No. In 4-8 mesi la riconversione è possibile

capture 020 05032021 105047Italia autosufficiente sui vaccini anti Covid. Il tema è al centro del tavolo del Mise e si sta procedendo “a individuare le aziende che dal punto di vista infrastrutturale e tecnologico potrebbero essere in grado, in un ristretto arco temporale di produrre vaccini in Italia. Anche sulla base di accordi commerciali con multinazionali detentrici dei brevetti”. E’ quanto ha spiegato ieri alla Camera Giancarlo Giorgetti, facendo il punto sulle modalità alle quali ricorrere. Tra queste “la riconversione degli impianti industriali esistenti” grazie ad “adeguati ausili pubblici” e “appositi contratti di sviluppo”.

Incontro tra Giorgetti e il commissario Ue Breton

Stamattina Giorgetti ha incontrato il commissario europeo Thierry Breton, al fine di discutere la disponibilità al trasferimento tecnologico dei brevetti, che è la condizione essenziale per poter poi procedere. Ciò – ha dettagliato Giorgetti – può essere realizzato anche attraverso la riconversione degli impianti esistenti e la strutturazione di filiere in grado di garantire tutte le fasi della produzione. Da supportare con adeguati ausili pubblici per le imprese interessate e che sul fronte della produzione necessitino di idonei bioreattori per la produzione del principio attivo del vaccino” o che “richiedano idonee strutture per l’infialamento” del siero. La riconversione dei siti richiederà un minismo di 4-8 mesi.

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Vaccino, l’Italia blocca l’export di AstraZeneca. Prima in Ue

capture 017 05032021 102956Sono oltre 250mila le dosi del vaccino di AstraZeneca che l'Italia ha proposto di bloccare sulla base del nuovo meccanismo europeo sul controllo dell'export

L'Italia ha bloccato l'export di un loto di vaccini di AstraZeneca versa l'Australia. Si tratta del primo caso in Ue di blocco di esportazione di dosi. Secondo quanto scrive il Financial Times, Roma ha deciso di impedire l'esportazione di 250 mila dosi di vaccino. L'Italia ha notificato a Bruxelles la sua proposta di blocco alla fine della scorsa settimana nell'ambito del meccanismo di trasparenza delle esportazioni di vaccini dell'Ue. La commissione aveva il potere di opporsi alla decisione italiana e non l'ha fatto, hanno spiegato alcuni funzionari italiani al Ft che fanno notare come non sia stata una decisione unilaterale italiana. Nell'ultimo vertice dell'Ue il presidente del Consiglio, Mario Draghi, aveva insistito sul blocco delle esportazioni fuori Ue per le aziende che non rispettano i contratti siglati con l'Unione. 

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L’Ue si arrende a Mosca: Ema apre allo Sputnik snobbato finora. Basta scettici: servono vaccini

capture 019 05032021 103403La Ue s’arrende al vaccino Sputnik. La Russia si prende la sua rivincita sulla scettica Europa. E finalmente l’Ema accoglie l’assist di Mosca sul vaccino anti-Covid di Putin. L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha avviato la valutazione del siero russo che, in base alle dichiarazioni rese in queste ore da Kirill Dmitriev, capo del fondo sovrano russo che ha finanziato lo sviluppo dello Sputnik, è pronto a sbarcare nel vecchio continente. E con decine di milioni di dosi. Per l’esattezza, stando a quanto riferito da Il Giornale sul suo sito, «le autorità russe sarebbero pronte a fornire ben 50 milioni di vaccini agli europei a partire da giugno. Presumibilmente in seguito al via libera definitivo di Bruxelles». Nato dall’evidenza che: servono i vaccini. Ovunque.

Ue e vaccino Sputnik: l’Ema valuta l’opzione russa

Dunque, dopo essersi letteralmente infilata in un cool de sac. dopo aver sommato errori su errori. Tra lacune e carenze, ritardi e disguidi, l’Unione Europea ha continuato a mantenere il punto con Mosca, ostracizzando il vaccino Sputnik finché ha potuto. Nonostante gli inviti al suo utilizzato avanzati in queste settimane in maniera bipartisan da Fdi a Zingaretti, da Salvini a Berlusconi. Passando per esperti e virologi di chiara fama. E culminando assai probabilmente nella telefonata di ieri intercorsa tra Mario draghi e la Von del Leyen, con il premier convinto dalla linea sovranista per la campagna vaccinale. Malgrado l’alternativa del vaccino di Mosca fosse sul tavolo, come valida possibilità ai sieri occidentali, in ritardo su produzione e consegne.

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Sanremo 2021, Madame umilia Lucia Azzolina sul palco: un caso pazzesco, cosa spunta all'Ariston

capture 016 05032021 102814Di riffa o di raffa, al Festival di Sanremo spesso e volentieri rispunta la politica. È accaduto anche nella terza serata della kermesse dell'Ariston, quella dei duetti. A dare una spurzzatina politica al Festival ci ha pensato Madame, giovane cantante che si è presentata con la cover di Prisencolinensinainciusol, il famoso brano di Adriano Celentano del 1972. Brano controverso e che viene considerato il primo rap nella storia della musica italiana. 

Madame ha scelto la canzone per parlare della "incomunicabilità" e lo aveva anche preannunciato su Twitter: "Questa sera mi vesto da professoressa - ha scritto la cantante su Twitter - professoressa Madame. Con Prisencolinensinainciusol e i miei amici di avventura vogliamo chiedere All Right? Il mondo avanza, il sistema scolastico no. Tutto Bene?". E sul palco, su cui è salita intorno all'una di notte in veste di professoressa, ecco comparire anche i famigerati banchi rotanti che ci riportano alla mente la disastrosa parentesi di Lucia Azzolina al ministero dell'Istruzione.

Già, perché durante la performance, degli attori si sono mossi seguendo il ritmo della musica girando sul palco proprio seduti ai banchi a rotelle. Ogni riferimento, insomma, non è sembrato puramente casuale. La scelta ha ovviamente scatenato i social network, che hanno cannoneggiato contro la Azzolina: "Madame sul podio già solo per aver portato sul palco dell'Ariston i banchi con le rotelle che finalmente sono serviti a qualcosa". E ancora: "Grazie Sanremo e grazie Madame per dare un senso alla spesa fatta per i banchi con le rotelle la scorsa estate", "Grazie a Madame almeno abbiamo capito a cosa servivano i banchi a rotelle". E questi sono soltanto tre tweet in un diluvio di sfottò contro la Azzolina.

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Covid, Bassetti pessimista: «È iniziata la terza ondata. Temo ci costerà di nuovo un prezzo alto»

capture 009 04032021 112359Il virologo del San Martino di Genova, Matteo Bassetti si dichiara preoccupato. «Occorre fare attenzione per tutto marzo e correre con le vaccinazioni», dice, prefigurando lo scenario scenario di una terza ondata virulenta che, dichiara, «temo farà male». La situazione sembra sfuggire di mano: la curva dei contagi non decresce. Il dato dei ricoveri in terapia intensiva aumentano sensibilmente. Le varianti impazzano significativamente. E il virus amplia lo spettro del suo raggio d’azione coinvolgendo giovani e giovanissimi. Le scuole restano per lo più aperte, ma in molte regioni, e non solo sul fronte dell’istruzione, si procede in ordine sparso. E mentre l’esperto riassume lo status quo della nostra realtà epidemiologica e indica suggerimenti e chiarimenti su vaccini: somministrazioni. Il ricorso alla monodose per i guariti dal Covid e la predisposizione dei richiami a seconda dei prodotti disponibili, un dubbio aleggia pesantemente… Come accelerare? E ancora: le iniziative fin qui messe a punto, potrebbero non garantire la soluzione…

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Renzi, al via il processo ai genitori, indagati per il fallimento di tre cooperative

capture 010 04032021 112509E’ iniziata oggi davanti al Tribunale di Firenze l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex-premier Matteo Renzi.

Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono indagati per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni, reati per i quali nel febbraio 2019 erano finiti agli arresti domiciliari .

La misura cautelare venne poi revocata dal Tribunale del Riesame dopo 18 giorni.

L’inchiesta riguarda il fallimento delle cooperative ‘Delivery Service Italia‘, ‘Europe Service‘ e ‘Marmodiv‘, che si occupavano in particolare di volantinaggio e distribuzione di materiale pubblicitario.

Nel corso dell’udienza il procuratore aggiunto della Procura fiorentina, Luca Turco, ha depositato una memoria integrativa di una quarantina di pagine per rafforzare l’accusa nei confronti dei coniugi Renzi e di altri 16 imputati.

L’udienza preliminare è stata poi aggiornata dal gup al 10 marzo dopo che le parti avranno preso visione dei nuovi elementi portati dal pubblico ministero.

Secondo le accuse della Procura di Firenze, Tiziano Renzi e Laura Bovoli arebbero stati amministratori di fatto delle coop, tramite persone di fiducia o comunque condizionando le decisioni prese all’interno delle stesse società dedite, in particolare, al volantinaggio e alla distribuzione di materiale pubblicitario.

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Elezioni, si va verso il rinvio da primavera ad ottobre

capture 008 04032021 112116L'istruttoria per chiedere il rinvio sarebbe già pronta, ma il consiglio dei Ministri prende tempo prima di definire delle date ufficiali

Pare ormai quasi certo che le elezioni amministrative, originariamente in programma per la prossima primavera, verranno rinviate almeno al mese di ottobre.

In questa direzione sembrano infatti convergere sempre più numerose voci di corridoio raccolte nelle ultime ore e provenienti da fonti sia governative che parlamentari.

Lo spostamento sarebbe dovuto all'innalzamento della curva dei contagi da coronavirus e dai timori sempre più forti dello scoppio di una terza ondata, che sarebbe resa ancora più pesante, secondo quanto ritenuto da alcuni esperti, dall'incremento del numero di casi delle cosiddette "varianti".

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Svezia, attacco terroristico: 8 accoltellati e feriti nel paese dell’accoglienza

capture 007 04032021 110401È di otto persone accoltellate e ferite a Vetlanda, in Svezia, il bilancio di quello che la polizia ritiene essere “un attacco terroristico“.

L’aggressione è avvenuta intorno alle 15, non lontano dalla stazione ferroviaria di Vetlanda.

E, secondo i media locali, un giovane di 20 anni è stato ferito dalla polizia dopo aver accoltellato le 8 persone.

“Il movente non è ancora chiaro, l’uomo non è ancora stato interrogato”, ha detto Angelica Israelsson Silfver, portavoce della polizia, citata dal quotidiano Aftonbladet.

La stazione ferroviaria di Vetlanda è stata chiusa su richiesta della polizia, che ha dispiegato un vasto numero di agenti per effettuare pattugliamenti e controlli nella città di circa 13.000 abitanti.

Il ministro dell’Interno svedese, Mikael Damberg, ha definito l’attacco “terribile” e affermato che “al momento non è chiaro cosa sia successo e quale fosse il movente”

”La polizia – ha confermato il ministro dell’Interno della Svezia – ha arrestato un sospetto e avviato un’operazione per gestire gli sviluppi dell’attacco e ripristinare la sicurezza a Vetlanda”.

Non è la prima volta che la Svezia , considerata la nuova culla del terrorismo islamico in Europa per le sue generose politiche di accoglienza  dell’immigrazione, finisce nel mirino del terrorismo.

Nel 2017 un ordigno era stato fatto esplodere, poco dopo la mezzanotte, davanti a una stazione di polizia a Helsingborg nel sud della Svezia.

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I Miti Del Calcio: Valentino Mazzola

capture 006 04032021 110121Molti hanno ritenuto Valentino Mazzola, il più grande calciatore italiano di tutti i tempi, seppure i parametri e il modo di giocare abbiano subito di decennio in decennio modifiche sostanziali. Di certo, comunque il capitano granata aprì negli anni Quaranta la strada a un nuovo modo di interpretare il football sicuramente più evoluto di quello anteguerra che pure aveva regalato all'Italia due titoli mondiali. Mazzola era calciatore completo nell'accezione moderna del termine: uomo decisivo sia nella propria area sia in quella avversaria capace di unire a una tecnica di altissimo livello anche la potenza e straordinari mezzi fisici, che lo rendevano pericolosissimo anche di testa pur non essendo molto alto. Ma soprattutto aveva l'anima e il carisma del leader. Un'esempio. All'inizio della stagione 1948/49 Mazzola chiese al Presidente di aumentargli lo stipendio, ma questi si oppose, per non far si che nella squadra ci fosse chi guadagnasse di più, chi di meno. Allora Valentino Mazzola si ribellò saltando le prime due gare di campionato. A questo punto furono gli stessi giocatori del Torino a chiedere attraverso un documento l'aumento salariale per il campione. Era una mezzala tradizionale di quelle che correvano instancabilmente avanti e indietro per tutto il campo. Nato a Milano dove giocò per la Tresoldi nel 1939 fu ingaggiato dal Venezia e in tale squadra costituì una formidabile coppia d'attacco con Ezio Loik, insieme al quale passò al Torino nel 1942. Mazzola fu capitano e ispiratore dei granata tra il 1943 e il 1949, periodo in cui lo squadrone torinese si aggiudicò 5 scudetti consecutivi. Nel 1047 vinse il titolo di capocannoniere. Purtroppo, capitan Valentino e i suoi compagni non riuscirono a festeggiare quel trionfo. Infatti perirono a Superga a poche settimane dal termine del campionato. La sua carriera in azzurro, stroncata premutaramente dopo 12 partite e 4 reti.

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Sanremo fa flop totale. Gli ascolti vanno in picchiata

capture 005 04032021 105923Il Festival segnato dalla pandemia non decolla. Ieri la prima parte della seconda serata è stata seguita da 10.113.000 spettatori con il 41,2% di share. L’anno scorso la prima parte della seconda serata del Festival fu seguita 12.841.000 spettatori e il 52,5% di share.

Nella seconda parte della serata ieri gli spettatori sono stati 3.966.000 con il 45,7% di share. Mentre lo scorso anno la seconda parte della seconda serata fu seguita da una media di 5.451.000 spettatori con il 56,1% di share. La media ponderata dell’intera serata ieri è stata pari 7.586.000 spettatori con il 42,1%. L’anno scorso era stata di 9.693.000 spettatori con il 53,3% di share. Ma era un altro mondo. E forse questo festival spingerà ad una riflessione su quanto i lockdown hanno modificato la fruizione di audiovisivo, soprattutto per quanto riguarda la tv ’linearè, quella che si vede in diretta dal televisore.

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Allergia al polline? 15 rimedi per smettere di soffrire!

capture 004 04032021 105341La primavera è la stagione in cui alberi e fiori rilasciano polline nell’aria, il quale può viaggiare anche per molti chilometri.

Se sei sensibile alla polvere oppure al polline, situazione molto comune tra i sofferenti di allergia in Italia (1 milione di italiani nel 2011 secondo l’ANSA), la polvere del tuo materasso combinata con il polline può causare allergie più o meno fastidiose.

Vaccini per l’allergia?

Non esistono vaccini per eliminare permanentemente un’allergia, così in questo articolo vogliamo consigliarti alcune precauzioni da seguire per ridurre al minimo gli attacchi di allergia durante il cambio di stagione ed evitare il più possibile starnuti, naso che cola, congestione nasale, prurito al naso e gocciolamento, mal di testa... sintomi negativi derivati dall’allergia.

Un sintomo predomina sugli altri

Tieni presente che in qualche persona solo un sintomo predomina sugli altri, quindi se pensi di non soffrire di allergia al polline e ogni giorno ti ritrovi con uno di questi disturbi, probabilmente ti conviene effettuare dei test per stabilire con chiarezza se sei allergico al polline.

Ma ora veniamo ai consigli!

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BERGOGLIO E’ UN FALSO PAPA ELETTO CON UN CONCLAVE PILOTATO: LE ACCUSE DEL PARROCO RIBELLE CACCIATO PER ERESIA

capture 002 04032021 104813A cura di Aldo Maria Valli per aldomariavalli.it

È il 13 novembre 2018 quando l’arcidiocesi di Palermo notifica a don Alessandro Maria Minutella un decreto di scomunica datato 15 agosto 2018: “L’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, dichiara le scomuniche latae sententiae, in cui lo stesso sacerdote è incorso per il delitto di eresia e per il delitto di scisma”.

Il provvedimento ha fatto seguito alla sospensione a divinis avvenuta nel 2017.

Anche se per la Chiesa è ormai ex parroco ed ex sacerdote, don Minutella non rinuncia a far sentire la sua voce. Definisce la Chiesa attuale “neoariana, neomodernista e neoluterana” e, respinta al mittente l’accusa di eresia, vi aggiunge quella di apostasia, mettendo duramente sotto accusa papa Francesco, da lui considerato pontefice non legittimo.

Come si può ben capire, siamo in presenza di un caso limite, pieno di risvolti che lo rendono quanto mai controverso. Inoltre don Minutella, per sua stessa ammissione, si esprime in modo alquanto dirompente. Ritengo tuttavia che alcune sue argomentazioni, al di là del modo in cui sono espresse, contengano elementi degni di essere presi in considerazione. Ecco dunque perché, anche in seguito alle richieste di non pochi lettori, ho deciso di porre a don Minutella alcune domande.

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Covid, 20.884 nuovi contagi. L’allarme dei pediatri: «Bambini obesi 3 volte più a rischio»

capture 001 04032021 104413Continuano a crescere i numeri del contagio e dei ricoveri da Covid. I nuovi positivi nelle ultime 24 ore sono stati 20.884, a fronte dei 17.083 di ieri. I morti, poi, sono arrivati a 347, quattro in più di ieri. Il totale delle vittime da inizio pandemia arriva così a 98.635. E mentre da più parti si lancia l’avvertimento sulla terza ondata ormai praticamente già in atto, un nuovo preoccupante studio arriva dai pediatri: i bambini obesi hanno un rischio tre volte superiore di sviluppare forme gravi di Covid. Un allarme che si fa particolarmente importante alla luce della diffusione delle varianti. E delle statistiche sui bambini in sovrappeso nel nostro Paese.

Cresce il numero dei ricoverati

I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono stati 358.884 contro i 335.983 di ieri. Il tasso di positività risale così al 5,8%, dal 5,08% di ieri. In aumento anche le persone ricoverate in terapia intensiva che sono 84 in più, per un totale di 2.411. Crescono i numeri anche dei pazienti nei reparti ordinari: 193 più di ieri per un totale di 19.763 (+193). I guariti nelle ultime 24 ore sono stati 14.068, che portano il totale degli italiani usciti dalla malattia da inizio pandemia a 2.440.218. Gli attualmente positivi sono, invece, 437.421, vale a dire 6.425 più di ieri, per un totale di contagiati da inizio emergenza pari a 2.976.274 persone.

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Le prove che incastrano Casarini

capture 001 03032021 172152Un bonifico da 125mila euro erogato a favore della Idro Social Shipping, società proprietaria della Mare Jonio, costituirebbe la prova principale racconta dagli inquirenti nell'ambito dell'indagine che coinvolge anche Luca Casarini

Per i magistrati di Ragusa sono due le prove principali a sostegno delle indagini rivolte verso Luca Casarini e altre tre persone legate a doppio filo alle attività della Mare Jonio, la nave dell'Ong Mediterranea Saving Humans.

Da un lato un bonifico da 125mila euro erogato dalla società danese Maersk Tankers alla Idra Social Shipping, proprietaria della Mare Jonio. Dall'altro una finta gravidanza che ha giustificato un trasferimento in elicottero di una donna risultata poi in un buono stato di salute, tanto da essere dimessa da un ospedale

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Viktor Orban lascia il Pse, verso i conservatori. Retroscena: si apre un slot per la Lega e Matteo Salvini?

capture 004 03032021 154757L'Ungheria di Viktor Orban è, di fatto, da tempo fuori dall'Europa in tante cose. Lo è, ad esempio, da quando (nei mesi ‘caldi’ della crisi libica e siriana e dell’invasione di decine di migliaia di profughi da Nord Africa e Medio Oriente) Budapest ha di fatto unilateralmente 'sospeso' il trattato di libera circolazione all'interno dell’Unione Europea, vietando l'ingresso nel Paese agli immigrati; o, ancora, da quando ha 'chiuso' ermeticamente il suo Paese nella prima fase della pandemia di Covid a primavera 2020; o, pure, in tempi recentissimi, quando ha dato il via libera all'arrivo in Ungheria del vaccino russo Sputnik, fregandosene dei 'se' e i 'ma' dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), di fatto agendo in modo del tutto unilaterale.

Per questo suo anti-europeismo di fondo, il suo partito Fidesz è stato da tempo sospeso dal Ppe, il gruppo dei Popolari europei al Parlamento europeo. Lui ha sempre fatto spallucce, restando di fatto anche a Strasburgo in una ‘terra di nessuno’ nella quale ha sguazzato a piacimento. E oggi, mercoledì 3 marzo, alla vigilia del voto sulla revisione dello statuto dei popolari europei che, secondo gli osservatori, potrebbe portare all'esclusione del partito magiaro, ha preferito battere sul tempo il Ppe annunciando l'uscita di Fidesz dal gruppo.

Un addio che potrebbe aprire a uno scenario con importanti ripercussioni sulla politica di casa nostra. Perché, con il probabile (a questo punto) passaggio di Orban al gruppo dei conservatori europei guidato da Giorgia Meloni (dove è già approdato l'ex leghista Sofo, compagno di Marion Le Pen), nel gruppo del Ppe a Strasburgo potrebbe aprirsi uno 'slot' per la Lega di Matteo Salvini. Silvio Berlusconi e il braccio destro dello stesso leader leghista, Giancarlo Giorgetti, da tempo premono perché Salvini si muova in quella direzione. Per la Lega si tratterebbe di uno spostamento epocale, che tra l’altro ricucirebbe drasticamente le distanze tra il Carroccio e Forza Italia.

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Archiviate le primule di Boeri. Il dono dell'archistar: nessuna causa

capture 005 03032021 155156Con la rimozione di Arcuri, tramonta il progetto delle strutture vaccinali "griffate" Boeri. L'archistar aveva fornito tutto gratis. E non intende fare causa

Archiviate le primule di Boeri. Il dono dell'archistar: nessuna causa

Nessuna buona azione resta impunita. Stefano Boeri ci casca, ogni tanto. Ci è cascato con il terremoto: a Norcia ha realizzato gratis un centro polivalente simbolo della rinascita della città. Sapete come è finita? Boeri indagato, poi scagionato. Ma il pm ricorre. E lui ci rimane male, malissimo. Poi lo chiama Domenico Arcuri per realizzare qualcosa di iconico per il piano vaccinale. E lui, ancora una volta gratis, si inventa le primule. Struttura ammirata da tutto il mondo, idea che gli è stata chiesta, e che ha regalato. Cade Arcuri e che cosa succede? Via le primule. Boeri, per adesso, non parla. In fondo le primule le ha regalate, niente di più. C'è chi potrebbe ipotizzare cause, ma il suo entourage fa sapere che no, cause non ce ne saranno. Perché basta sapere come è andata la storia per capire come andrà a finire: lo Stato ha chiesto un logo, un claim e un prototipo di padiglione. Uno studio per gli adattamenti interni delle strutture già esistenti. Buona parte di questo studio è stato peraltro replicato per i centri vaccinali di mezza Italia, Lombardia in testa. Lo studio Boeri ha disegnato e consegnato tutto, gratis. Lavoro finito, donato. Con Arcuri, cestinato. Un dispiacere, forse, ma nulla di più.

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Ascolti tv, Sanremo 2021 non fa il botto: 46,35%. I picchi d'ascolto con...

capture 003 03032021 154109Ascolti tv, Festival Sanremo 2021 tutti i numeri

ASCOLTI TV, DIODATO E FIORELLO I PICCHI DI ASCOLTO DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO 2021

I picchi d'ascolto della prima serata del Festival di Sanremo 2021 sono stati, in termini di ascolti tv, di 14 milioni, alle 21.46, quando Amadeus e Fiorello hanno presentato Diodato, e, in termini di share, del 51.90%, alle 23.23 quando Fiorello ha cantato 'Se stasera sono qui'.

Ascolti tv, Sanremo 2021 a 11,1 milioni con il 46,35%. Niente botto nonostante il coprifuoco. I dati Auditel

Il Festival di Sanremo 2021 vince la serata degli ascolti tv ma senza fare numeri clamorosi nonostante il coprifuoco: 11.176.000 spettatori pari al 46.35% di share nella prima parte - dalle 21.36 alle 23.54 - mentre la seconda da 4.212.000 spettatori con il 47.77%, la seconda andata in onda dalle 23.58 all’1.34.  

Ascolti tv, Sanremo 2021 perde contro Sanremo 2021 nella prima serata

Nel 2020 la prima parte del Festival sempre con Amadeus e Fiorello aveva avuto 12 milioni e 480mila spettatori con il 51.2%, la seconda 5 milioni 697 mila con il 56.2%. Complessivamente sono 8,4 mln con il 46.6% in questo 2021: furono 10.058.000 spettatori con il 52.2% nel 2020. L'appuntamento con il Primafestival ha ottenuto 1 milioni 841 mila spettatori con il 27.8%. Sanremo Start (dalle 20.50 alle 21.30) ha raggiunto 11 milioni 592 mila spettatori pari al 38.7%.

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"Arcuri mi ha promesso che autorizza l'acquisto delle mascherine, ti faccio diventare ricco"

capture 002 03032021 153713"Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell'acquisto (...) Tu lasciami lavorare e te faccio diventare... mooolto molto benestante, forse potresti anche essere considerato ricco". Così lo stampatore originario dei Castelli Vittorio Farina si vantava con il socio, l'editore croato Andelko Aleksic, del lascia passare che avrebbe avuto dall'allora commissario straordinario all'emergenza Covid, Domenico Arcuri, sulla fornitura di mascherine da destinare alla scuola. Arcuri non è indagato, mentre Farina e Aleksic sono accusati di traffico di influenze illecite, oltre che di truffa aggravata sulla maxi fornitura di 5 milioni di mascherine e 430mila camici alla protezione civile della Regione Lazio durante la prima ondata della pandemia.

Il 5 ottobre scorso, infatti, Farina, parlando con Aleksic, "ha mostrato la sua soddisfazione - si legge nell'ordinanza di arresto del gip del Tribunale di Roma Francesca Ciranna che li ha condotti ai domiciliari - nell'aver ottenuto la promessa (verosimilmente dal commissario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri) di inserire la Ent Tlc srl quale fornitore sussidiario rispetto a Luxottica e Fca per l'approvvigionamento di un'ingente quantità di mascherine chirurgiche da desinare alle scuole". Effettivamente il  15 luglio 2020 aveva chiamato il manager Massimo Cristofori (non indagato), "giurando di aver parlato con Arcuri per inserire la Ent Tlc srl quale fornitore sussidiario a Fiat e Luxottica" per le mascherine destinate alla riapertura delle scuole sul territorio nazionale. Crisrofori rilancia: "Tu che sei grande amico di Arcuri, lanciati nel business delle scrivanie". Farina è titubante: "Sì, ma come faccio, troppo". Cristofori insiste: "Tre milioni di scrivanie, a prezzo medio di 50 euro (...) non riesci a inserirti in questo business qua con Arcuri?". Farina spiega: "Quello delle mascherine, stiamo, quello che non fornisce Luxottica e Fiat, sai che gli hanno fatto, che so grandi produttori, no? Se non ce la fanno, subentriamo noi, adesso sappiamo tra qualche giorno... sono stato ieri, giuro".

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Berlusconi si conferma “Paperone della politica” al Parlamento italiano e a Bruxelles: ecco il tesoretto

capture 001 03032021 153441Berlusconi si conferma il “Paperone della politica”. Sia al Parlamento italiano, che a quello di Bruxelles. Vediamo allora, nel dettaglio, a quanto ammonta e in cosa consiste, tra ville, azioni, titoli e beni di lusso, il suo tesoretto. Un reddito tra i più strabilianti, anche se rispetto al 2019 ha perso più di 500mila euro, con un imponibile di oltre 47 milioni di euro dichiarati al fisco nel 2020. E che attesta, ancora una volta, Silvio Berlusconi in vetta alla classifica dei ricconi. Un primato che conferma il Cav come il più facoltoso del Parlamento italiano e di quello di Bruxelles. Non solo: conti alla mano, l’imprenditore in prestito alla politica è risultato anche il numero uno tra i leader di partito e di governo. Dunque, spulciando “l’anagrafe patrimoniale dei dirigenti di partito” consultabile on line, riferisce l’Adnkronos, si scopre però che il reddito del Cav, pur restando sempre al top della classifica, rispetto a quello denunciato nel 2019, registra come anticipato una perdita di poco più di 500mila euro. Insomma: il Conte bis, di fatto, non avrebbe portato tanta fortuna al presidente di Fi che con l’avvocato del popolo a palazzo Chigi (dal primo giugno 2018 al 13 febbraio scorso) ha guadagnato di meno.

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Disavventura a Sanremo per Orietta Berti: "Alle 22.05 mi hanno inseguita tre macchine della polizia"

capture 227 03032021 114522Per la strada oltre l'orario consentito dal coprifuoco, Orietta Berti a Sanremo è stata inseguita e fermata dalle forze dell'ordine

Il festival di Sanremo non inizia mai il giorno in cui conduttore e cantanti salgono sul palco del teatro Ariston.

Inizia prima, quando i protagonisti iniziano a riversarsi negli hotel della Riviera dei fiori, a Sanremo e nelle cittadine limitrofe. C'è chi scegli una camera d'albergo, chi preferisce affittare un appartamento o una villa. Alcuni amano rimanere nella città che ospita il Festival per immergersi completamente nella sua atmosfera, altri decidono di spostarsi per godere di maggiore tranquillità. Anche quest'anno, considerato non come il 71esimo festival di Sanremo ma come il 70esimo+1 da Amadeus, nonostante tutto non ha fatto eccezioni. I cantanti arrivano prima per provare, sistemare gli ultimi dettagli di canzoni e look e lo stesso ha fatto Orietta Berti, la grande veterana di questa edizione. Ma qualcosa, per la cantante di Finché la barca va, non è andato per il verso giusto.

È stata la stessa Berti a raccontare l'episodio spiacevole durante un collegamento con La vita in diretta. Nella confusione delle zone e dei colori, che poi determinano la misura delle restrizioni di un Sanremo surreale, c'è un'unica certezza: il coprifuoco alle 22. Le uniche deroghe consentite per gli spostamenti sono solo per motivi di lavoro o di emergenza. E da qui inizia il racconto di Orietta Berti: "Mi ha fermato la polizia, erano le 22.05 e da Bordighera sono andata a ritirare gli abiti. Tre macchine della polizia mi hanno inseguito e mi hanno fermato". Nei giorni frenetici di Sanremo, Orietta si è trovata a dover ritirare a tarda sera il suo abito in un hotel di Sanremo. Avendo scelto di alloggiare in una località limitrofa sul mare, lontana dal caos della Città dei fiori, la cantante ha dovuto giustificare agli agenti il suo spostamento oltre i confini comunali.

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