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Coronavirus, "Nicola Porro positivo al tampone: sospeso il programma Quarta Repubblica"
Nicola Porro sarebbe risultato positivo al test del Coronavirus. Secondo quanto riporta Adnkronos, per questa ragione stasera 9 marzo non andrà in onda il programma Quarta Repubblica, su Rete 4. Contattato dalla redazione di Libero, il giornalista ha confermato l'indiscrezione e ha assicurato che al momento sta bene.Mediaset intanto ha sospeso il programma per cautela sanitaria e ha invitato tutti i professionisti della redazione di Quarta Repubblica a restare in isolamento domiciliare. Nicola Porro sarà video-collegato in diretta da casa con l’edizione speciale di Stasera Italia di Barbara Palombelli che andrà in onda stasera in prima serata su Retequattro.
Coronavirus, si muove il centro del contagio: prossimi giorni, lo scenarioDopo Wuhan c'è l'Italia, seconda al mondo per vittime e contagi. Anche la curva dell'epidemia è simile e ora si spera che fra un mese e mezzo anche da noi i casi comincino a frenare
Dopo Wuhan c'è l'Italia, seconda al mondo per vittime e contagi. Anche la curva dell'epidemia è simile e ora si spera che fra un mese e mezzo anche da noi i casi comincino a frenare. Intanto l'emergenza sta per esplodere in Francia, Germania, Gran Bretagna e Usa. Perché il centro del contagio continua a spostarsi. E lo scenario è sempre lo stesso, soltanto sfasato di qualche settimana, riporta la Repubblica. Il direttore dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus lo ha detto chiaramente: "Ogni paese deve darsi da fare per fermare, contenere, controllare, ritardare e ridurre l'impatto di questo virus" perché l'epidemia non conosce confini.In Francia si contano mille contagi. Due deputati sono stati infettati e le scuole chiuse per due settimane nelle due province dell'Oise e dell' Alto Reno, dove i casi sono aumentati di 8 volte in 2 giorni. In Germania i casi sono 850, Berlino ha vietato gli assembramenti e si prepara a misure di sostegno economico. A Mosca 14 giorni di quarantena videosorvegliata o si rischia 5 anni di carcere.
Il virus galoppa. +1326 casi in un giorno. Nessuna zona d’Italia è immune
Il numero complessivo dei positivi oggi incrementa di 1326, siamo a 6387 pazienti positivi. Lo ha detto il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli nel corso del punto stampa. Sono numeri drammatici. Dinanzi ai quali il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, che affiancava Borrelli, non ha potuto che ribadire con forza quel richiamo alla responsabilità che ormai deve coinvolgere tutti.
Il virus circola se lo lasciamo circolare
“Se continuiamo a comportarci come se nulla fosse, che lo facciamo a Milano o lo facciamo in un’altra città del centro o del Sud Italia, non è che il virus non circola”, ha detto. “Ecco perché è stato varato “un provvedimento che mira a rendere consapevole ogni cittadino italiano di quanto sia importante l’adozione di queste” misure, “indipendentemente da dove viviamo”.
Ormai è una guerra. Con i medici-eroi in corsia e le famiglie a casa
Non stiamo giocando al coronavirus, che si sta trasformando in tragedia. È una guerra che si vince solo con sangue freddo e l’esempio deve venire dall’alto. Perché altrimenti quaggiù, tra la gente comune, si pensa che in fondo tutto passerà, ti pare che toccherà proprio a me….
Mettiamoci in testa che festicciole e aperitivi con combriccole di amici sono un delitto contro ciascuno di noi. E che restare in casa diventa un imperativo morale. In corsia i medici-soldato e le famiglie se ne stiano dentro le loro abitazioni. Contravvenire al buonsenso è roba da disertori.
Una guerra da vincere con sangue freddo
Quando in un giorno si passa da 233 morti a 366, con un aumento percentuale del 57 per cento in appena ventiquattr’ore è da pazzi sottovalutare quello che sta succedendo in Italia. Si illude chi pensi che questi numeri riguardino la sola Lombardia, che pure sta pagando un tributo altissimo alla diffusione di questo maledetto coronavirus. Arriverà ovunque e non rispondiamo alla sua minaccia dandogli il nostro corpo in pasto.
Salvini: "Al lavoro su proposte concrete per affrontare l'emergenza"
“Eppur si muove. Siamo passati da un provvedimenti di 3 miliardi a 7 miliardi. Noi siamo a disposizione del governo con le nostre proposte per interventi da 30 miliardi. Se ci coinvolgono penso farebbero cosa utile”. Lo ha ribadito il leader della Lega, Matteo Salvini, in una intervista postata sul suo profilo Facebook. Salvini ha ricordato come il ministro della salute Roberto Speranza abbia incontrato e coinvolto gli amministratori locali, “così si fa. Certo se mercoledì arriva in Aula un decreto con misure per famiglie e imprese, sarebbe opportuno che ci chiedessero coma la pensiamo. E questo non perchè diciano ‘se non ci chiamate non vi votiamo’. Chiamateci, noi siamo a disposizione”. Secondo Salvini sul versante economico “bisogna fare in fretta, altrimenti anche la cifra di 30 miliardi che noi proponiamo diventa bassa”.
Coronavirus, treno da Milano a Napoli fermato a Caserta: chi hanno trovato a bordo
La fuga di massa da Milano in treno potrebbe aver già trovato i primI "furbetti del coronavirus". È stato infatti bloccato a Villa Literno (Caserta) un convoglio Intercity Notte 797 partito alle 22,55 di sabato dalla stazione di Milano Centrale e diretto a Napoli. Le vetture sono molto affollate per la presenza di centinaia di persone che avrebbero lasciato la Lombardia per tornare nei comuni di residenza al Sud, prima dell'entrata in vigore del decreto del governo che limita gli spostamenti dalla "Zona 1" a più alto rischio contagio. L'arrivo del treno, formatosi a Torino Porta Nuova, alla stazione di Napoli Centrale era previsto intorno alle 10 e alle 10.50 il convoglio sarebbe stato a Salerno.
Tantissime persone - secondo quanto riferito da fonti Polfer a Caserta - sono salite ieri sera senza biglietto. Il convoglio è stato fatto fermare due volte nel Casertano, perché la Polizia Ferroviaria doveva identificare tutti i viaggiatori prima dell'arrivo alla stazione di Napoli Centrale, essendo stata anche emanata proprio stamani dal governatore De Luca l'ordinanza che obbliga chi arriva dalla Lombardia o altre zone rosse a mettersi in quarantena.
Coronavirus, i grafici del contagio: Italia come Hubei, picco in arrivo. L'unico modo per fermare il contagio
Le proporzioni dell’emergenza coronavirus in Italia stanno diventando tali da non poter più essere sottovalutate. In due settimane sono stati riscontrati circa 6mila casi positivi in tutta la penisola: la Lombardia è di gran lunga la regione più colpita e deve rappresentare un serio avvertimento per tutte le altre, specialmente quelle del Sud che non possono permettersi che il virus dilaghi. Finora il sistema sanitario nazionale ha dato una grande risposta, ma da solo non può vincere la battaglia contro una malattia sconosciuta: da quando è scoppiata l’epidemia, l’Italia non è mai scesa al di sotto del 10% di contagiati ricoverati in terapia intensiva, toccando l’11,2% in occasione dell’ultimo bollettino del commissario Angelo Borrelli.
Coronavirus, Michele Emiliano ai pugliesi in fuga da Milano: "Scendete subito da quei treni. Chi arriva qui, in quarantena"
"Scendete da quei treni". È l'appello del governatore Michele Emiliano ai pugliesi che stanno tornando a casa dal Nord Italia. Situazione fuori controllo sul coronavirus. La fuga da Milano, successiva alle prime voci sul decreto del governo che isola, da oggi, tutta la Lombardia e le altre province della "zona 1" più a rischio (tra Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche) avrà ripercussioni gravissime sul resto d'Italia che rientra nella "zona 2", sorta di zona "gialla".
La Regione Puglia dispone la quarantena per chi arriva dalle zone rosse (o meglio, ex zone rosse) dell'emergenza epidemia. "Ho firmato l'ordinanza per obbligare alla quarantena chi arriva da Lombardia e da province del Nord" a rischio, scrive su Facebook il presidente Emiliano.
Coronavirus, Antonio Socci: "Ecco l'ultimo regalino di comunisti e rigoristi", siamo rovinati
La crisi del coronavirus è un emblema perfetto della fase storica che viviamo dal crollo del Muro di Berlino. Tutti i nodi stanno venendo al pettine. Per anni è stata esaltata la globalizzazione, l' interdipendenza e la fine delle frontiere. Si è spezzata la catena della produzione facendo della Cina la fabbrica del mondo: così ci siamo de-industrializzati e siamo diventati dipendenti da una mostruosa tirannia comunista, che è ormai la prima economia del mondo. E proprio la Cina ha esportato dappertutto il virus. Molti virus vengono da là e ovviamente - essendo la Cina il centro economico del pianeta - questo virus ha volato, sulle ali dell' economia, nelle zone più interconnesse con quel Paese. Infatti come è arrivato in Europa? Lo ha spiegato un articolo di Riccardo Luna, ieri, su Repubblica: attraverso la Germania («il virus arriva in Italia dalla Baviera»). Eppure a passare per l' untore del mondo è stata l' Italia, mentre i tedeschi fanno i pesci in barile. Emblematica questa «fregatura» dell' Italia. In fondo cosa è accaduto alla nostra economia negli ultimi 30 anni? Nei primi anni Novanta eravamo la quarta potenza industriale del mondo: dal '91 al '99 la produzione industriale italiana è cresciuta del 13 per cento e quella tedesca solo del 3. Poi arriva l' euro e dal 2000 al 2018 quella italiana è precipitata del 17 per cento, mentre quella tedesca è cresciuta del 27 per cento. Così ci hanno accusato di essere il malato d' Europa imponendoci tagli e peggiorando la crisi. Ma la nostra malattia è l' euro (che ci fu presentato come una medicina).
Coronavirus, Vittorio Feltri: "Complimenti Conte, hai trasformato la Lombardia in un ghetto"
Un Vittorio Feltri controcorrente. A poche ore dal decreto sul coronavirus annunciato dal governo (e prima ancora filtrato sui social, scatenando l'effetto panico), il direttore di Libero esprime le sue critiche in maniera piuttosto netta e stringata: "Complimenti a Conte che ha trasformato la Lombardia in un ghetto". Il riferimento è all'inclusione dell'intera regione (in tutto, 14 province dal Piemonte alle Marche) nella cosiddetta "zona 1" ad alto rischio, in cui il premier ha imposto di fatto "l'isolamento" con tanto di divieto di spostamento senza una validissima e stringente motivazione lavorativa o familiare.
Per la verità anche alcuni esponenti delle istituzioni locali ha contestato la scelta del governo per tempi e modi. Il governatore del Veneto Luca Zaia contesta l'inserimento delle province di Padova, Treviso e Venezia nella "zona 1", avendo tenuto il contagio sotto controllo, mentre quello dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini si è detto perplesso sullo scarso preavviso e della carente comunicazione da Roma, oltre che sull'applicazione delle norme.
Coronavirus, il governatore del Piemonte Cirio positivo: 5 province nella "zona 1" a rischio, si complica tutto
Dopo Nicola Zingaretti, anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio è risultato positivo al coronavirus. L'epidemia non risparmia nessuno; semplici cittadini e amministratori. La scorsa settimana il governatore della Lombardia Attilio Fontana si era posto in auto-quarantena perché una sua stretta collaboratrice era positiva al test. Cirio ora dovra restare sotto osservazione mentre i collaboratori della sua Giunta dovranno sottoporsi ai test e restare sotto monitoraggio. Non la condizione ideale per gestire una situazione emergenziale come questa.
Sabato sera, Cirio spiegava: "Stasera non riesco a collegarmi per gli aggiornamenti della diretta Facebook, perché sono al lavoro per formulare le osservazioni sulle nuove misure di contenimento proposte oggi dal governo". "Si tratta di un decreto urgente predisposto dal Presidente del Consiglio Conte che verrà firmato domani e che stiamo cercando di capire e approfondire al meglio. Dovrò trasmettere il nostro parere in nottata.
Domenica In, Mara Venier sul coronavirus: "Dobbiamo fare sacrifici, chi è positivo ed esce è un killer che cammina"
Una Mara Venier magistrale rende un ottimo servizio pubblico in merito all'emergenza coronavirus che ha investito pesantemente l'Italia intera, ma soprattutto alcune regioni del Nord. A Domenica In la conduttrice veneta non si lascia andare a facili allarmismi né tantomeno al panico, ma restituisce al pubblico la situazione reale. "Dobbiamo osservare le regole tutti insieme perché è importante per le nostre famiglie, per gli altri e per noi stessi. Lo so che può essere difficile, però dobbiamo fare un po' di sacrifici, ne vale la pena per la salute di tutti. Se siamo uniti, possiamo vincere questo maledetto virus". La Venier ha poi invitato ad osservare le misure restrittive e soprattutto ha detto chiaramente che "chi è positivo ed esce da casa è un incosciente, un killer che cammina".
Coronavirus, Armando Siri: "Il governo offre solo 500 euro, va potenziata la sanità con 50mila nuovi posti in terapia intensiva"
Armando Siri rivolge un accorato appello su come affrontare l'emergenza coronavirus che sta investendo pesantemente l'Italia e in particolare le regioni del Nord. Il senatore leghista sostiene che sia decisiva "la realizzazione immediata di 50mila nuovi posti letto da adibire a terapia intensiva". Per fare ciò sono necessari "5 miliardi di investimento e 5 miliardi per la gestione. Sembrano tanti soldi, ma sono molto meno di quello che altrimenti ci costerà il blocco totale del Paese se lo usiamo come unico strumento per fronteggiare il virus. È un investimento che ci mette al sicuro anche per qualunque - non auspicata - eventualità futura. La Lombardia si sta già attrezzando, ma serve un piano nazionale".
Coronavirus, quanti soldi sprecati in Italia: 12 miliardi per reddito di cittadinanza, solo 7.5 per l'emergenza
Nel momento più difficile, quando decine di migliaia di imprenditori rischiano di chiudere l'attività e i soldi sono contati, è meglio continuare a dare il poco che c'è a chi non fa nulla (e magari lavora in nero o spaccia, come racconta una lunghissima casistica), oppure usarli per sostenere chi produce? Cominciando, ad esempio, col cancellare i pagamenti fiscali del 16 marzo, che già incombono sulle aziende come un incubo? La scelta che ha davanti Giuseppe Conte è questa, e la risposta che ha dato sinora il suo governo è la peggiore: si continua così, destinando le briciole all'emergenza. Tutto pur di non toccare il reddito di cittadinanza, feticcio dei Cinque Stelle.
Le cifre in ballo le ha ricordate ieri l'ufficio studi della Cgia di Mestre. «Per dare un sussidio a chi è poco interessato a trovarsi un lavoro o vuole andare in pensione in anticipo», cioè per il reddito di cittadinanza e per garantire l'assegno previdenziale a quota cento, «il governo ha previsto 12,3 miliardi di euro per il 2020. Per affrontare una crisi economica che, invece, rischia di far scivolare il Paese in una recessione pesantissima, promette 7,5 miliardi». Qualcosa non torna, dunque, ed è qualcosa di grosso.
Coronavirus, fonti anonime dagli ospedali: "Situazione da guerra batteriologica, oltre ogni immaginazione"
Uno scenario da "guerra batteriologica". Così fonti anonime degli ospedali lombardi, tra Bergamo e Cremona, si sfogano con il Fatto quotidiano, descrivendo la situazione nelle corsie della nuova "zona 1" lombarda, l'area a maggior rischio contagio da coronavirus. I posti letto in terapia intensiva e rianimazione scarseggiano, l'infezione cresce in maniera esponenziale. Il clima è quello "da collasso", e il timore è di essere obbligati tra qualche giorno a scegliere "chi intubare tra un 60enne e un 40enne che stanno morendo entrambi". La denuncia è chiara: "È una follia che accada perché non si ha l' attrezzatura per salvare la vita ai pazienti.
Coronavirus, Luigi Bisignani: "Angelo Borrelli è un contabile, Guido Bertolaso si sarebbe mosso da medico con un piano concreto"
Luigi Bisignani immagina i "dialoghi dal paradiso" per offrire il suo punto di vista sull'emergenza coronavirus che ha investito pesantemente l'Italia. I protagonisti della conversazione immaginaria, pubblicata sulle colonne de Il Tempo, sono Francesco Cossiga, Giulio Andreotti e Giuseppe Zamberletti. Quest'ultimo è stato il padre della protezione civile e offre a Bisignani lo spunto per parlare di Angelo Borrelli, l'attuale capo nonché il commissario straordinario dell'emergenza. "Non lo conoscevo, ho fatto chiedere a Guido Bertolaso, che li ha cresciuti tutti. Mi ha detto che si occupava di amministrazione e conti. Proprio quello che ci vuole per combattere il virus... un contabile". Poi Bisignani utilizza Zamberletti per sostenere che Bertolaso si sarebbe mosso diversamente: "Al posto di quei bollettini diramati da Borrelli che sono serviti solo a creare angosce irrazionali, avrebbe approntato un piano più concreto". Ovvero si sarebbe mosso da "medico e non da commercialista, capendo subito che il problema era legato alla respirazione e alla necessità di potenziare i reparti di rianimazione. Bertolaso - sottolinea Bisignani - avrebbe anche ottenuto i pieni poteri per identificare tutti i letti per le terapie intensive, mobilitando le strutture pubbliche, quelle private, requisendo gli ospedali militari, organizzando con l'esercito ospedali da campo ovunque.
Coronavirus, Renato Farina su Fontana e Zaia: "Onore ai generali del Nord. Li sfottevano, invece avevano ragione loro"
La mascherina in tivù? Aveva mille volte ragione Fontana, il contagio è un flagello, se non fai di tutto per evitarne la diffusione sei un irresponsabile, anzi proprio uno stronzo. I topi mangiati vivi in Cina? Ben detto, Zaia. Ti sei scusato per ragioni di Stato, ma era voce dal sen sfuggita e veritiera. Deve essere chiaro a tutti, che noi siamo i contagiati e non gli untori, e siamo i più bravi di tutti nel dare indicazioni al mondo di cosa si deve e non si deve fare. E di come si comportano i leader. Ecco questo è il punto: non proprio i leader nazionali, ma quelli regionali, che pure governano popolazioni (10 milioni + 5 milioni) più numerose di Svizzera, Norvegia, Olanda e Finlandia. Sono stati intrepidi nel mettersi contro corrente, coraggiosi, onesti. Non come chi prima ha occultato il pericolo (Pechino) e poi ha nascosto l'origine del focolaio europeo che pure aveva in casa e l'aveva colpevolmente lasciato trasferire a Codogno (Berlino). (Su Roma stendiamo un velo, incapaci anche di fare i furbi).
Coronavirus, rivolta nelle carceri: 2 agenti ostaggio a Pavia, 3 morti a Modena
Con l'emergenza Coronavirus scoppia il caos carceri. Tensioni e rivolte, da Nord a Sud, da Alessandria a Frosinone, dopo il caso di Salerno. Lo stop ai colloqui per le restrizioni a causa delle misure contro il virus ha fatto esplodere le proteste. Il blocco era stato imposto per evitare possibili infezioni.È in corso anche nel carcere di Pavia una rivolta dei detenuti, che hanno preso in ostaggio due agenti della polizia penitenziaria. Lo conferma il sindacato Uilpa sottolineando che alcuni agenti di rinforzo sono partiti dalle carceri milanesi di San Vittore e Opera. I detenuti sono in rivolta in varie parti d'Italia per protestare contro le restrizioni dovute all'emergenza coronavirus.
Sono andate in scena "proteste dei detenuti negli istituti penitenziari di Napoli Poggioreale, Modena (tre detenuti morti nelle proteste), Frosinone, Alessandria San Michele; battiture delle inferriate da parte dei reclusi sono, inoltre, in atto da parte dei detenuti a Foggia e Vercelli. E un centinaio di persone hanno richiesto di effettuare i colloqui presso la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano stazionando per alcune ore".
Coronavirus, l'Italia stabilisce il nuovo record di contagi e decessi a livello mondiale (Cina esclusa)
Almeno in materia di coronavirus, l'Italia è da record mondiale. Dopo l'ultimo bollettino ufficiale del commissario Angelo Borrelli, il Bel Paese è il più contagiato di tutti, ovviamente Cina esclusa. Sono 7375 i casi confermati alle 18 di domenica 8 marzo: sorpassata la Corea del Sud, che è invece a 7314, e distaccata l'Europa intera, al punto che Francia (1126), Germania (1018) e Spagna (613) insieme non arrivano neanche alla metà dei casi italiani. Inoltre deteniamo il triste primato di decessi fuori dalla Cina: 366, molti di più dei 194 dell'Iran e dei 50 della Corea del Sud. I record dell'Italia sul coronavirus devono far riflettere i cittadini: l'emergenza è reale e molto seria, l'unico modo per porre un freno ad un virus sconosciuto è rinunciare il più possibile all'attività sociale e tenere comportamenti responsabili fino a quando il peggio non sarà passato.
Coronavirus, il sondaggio Noto che sconforta Burioni e gli esperti: "I giovani snobbano l'emergenza". Dati terrificanti
Alle nuove generazioni l'emergenza coronavirus interessa poco o nulla. È l'amara constatazione che scaturisce dai dati dell'ultimo sondaggio condotto da Antonio Noto su un campione di studenti delle scuole medie superiori. Ovviamente i giovani sono quasi tutti favorevoli alla chiusura delle scuole (85%), ma solo il 35% dichiara il mettere in atto i comportamenti consigliati dal governo e appena il 27% teme di essere contagiato. Un sondaggio che è uno schiaffo a Roberto Burioni e a tutti quegli esperti che cercano da settimane di far comprendere all'Italia quanto seria sia la battaglia in atto con il coronavirus e quanto sia necessario adottare i giusti comportamenti per frenare la trasmissione il prima possibile.Eppure dal sondaggio Noto si evince che le nuove generazioni hanno avvertito il pericolo (il 57% si dichiara preoccupato), ma allo stesso tempo non fanno nulla per evitarlo: il 75% saluta con strette di mano, baci e abbracci e il 65% non evita di frequentare luoghi affollati.
Coronavirus, Becchi: "Chi sputava sul sovranismo oggi parla di orgoglio nazionale e difende un governo di irresponsabili"
La dolorosa rivincita del sovranismo? Dall'emergenza coronavirus secondo Paolo Becchi emerge un dato politicamente rilevante. "Una banale constatazione .- scrive il professore, editorialista di Libero, su Twitter -.. Tutti coloro che sino a ieri hanno sputato sul sovranismo oggi parlano di orgoglio nazionale, di unità nazionale, di solidarietà nazionale per difendere un governo di irresponsabili". Il riferimento è al decreto governativo che mette, di fatto, in quarantena la Lombardia e complessivamente 14 province del Nord Italia, dal Piemonte al Veneto e l'Emilia Romagna.L'appello del premier Giuseppe Conte è alla "auto-responsabilità" dei cittadini, che dovranno di fatto assicurare allo Stato di rimanere in casa e attenersi alle indicazioni sanitarie in mancanza di controlli cogenti. Tutto questo in un quadro di caos per la fuga di notizie nel tardo pomeriggio di sabato che ha scatenato il caos a Milano: alla notizia della "chiusura" della regione, centinaia di persone si sono riversate nelle stazioni cittadine per lasciare la città.
Porta a porta, Maria Giovanna Maglie contro lo speciale di Vespa sul coronavirus: "Chi credono di prendere in giro?"
Anche Maria Giovanna Maglie contesta duramente la scelta editoriale di Bruno Vespa. Il suo speciale coronaviirus di Porta a porta non ha convinto il sondaggista Lorenzo Pregliasco e la giornalista ne condivide l'appunto (intento "minimizzatore") ma esprime la critica con toni decisamente molto più aspri.
"Special si fa per dire", ironizza la Maglie via Twitter: "L'unico tentativo è stato quello di minimizzare, banalizzare, tirar fuori luoghi comuni, responsabili anche esperti come Ricciardi".. Poi l'interrogativo, pesantissimo e inquietante: "Chi credono di prendere in giro, e soprattutto perché?". Una domanda che forse è plana direttamente dalle parti di Palazzo Chigi.