«Trenta milioni di afgani sono finiti sotto il controllo degli integralisti islamici e far credere loro che la soluzione sia portarli tutti in Occidente è una cinica presa in giro». Lo scrive Giorgia Meloni in un post sui Social relativamente alla crisi afgana.
«Serve serietà – prosegue la leader di Fratelli d’Italia – perché è già stata fatta troppa demagogia e propaganda sulla pelle degli afgani. Come ha già sostenuto anche il cancelliere tedesco Merkel, noi crediamo che la prima cosa da fare sia sostenere gli Stati confinanti con l’Afghanistan per aiutarli ad accogliere i profughi. Per questo la Ue e l’Occidente stanzino subito un importante piano di aiuti. Poi certo, in casi particolari servono anche ponti aerei in favore di coloro che ci hanno aiutato in questi anni, come gli interpreti, chi ha collaborato con la nostra missione e le donne e i bambini in pericolo di vita».
Prof cattolico trasferito d’ufficio «perché di destra». FdI scende in campo per “Pigi” Dellagiulia
Piergiorgio (Pigi) Dellagiulia, insegnante di religione presso l’istituto Statale Velso Mucci di Bra, in provincia di Cuneo, sarà trasferito dal proprio istituto scolastico perché “troppo” di destra. Ha perfino “osato” prendere posizione contro il ddl Zan, postando a sostegno anche articoli del Secolo d’Italia.
Un gruppo di deputati di Fratelli d’Italia, prima firmataria Monica Ciaburro, sul caso ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. «In che modo il ministro intende garantire la più assoluta libertà di manifestazione del pensiero del personale scolastico?», si legge nell’interrogazione.
Il cantautore Ultimo esce allo scoperto: «C’è chi ha paura di decidere, dobbiamo tornare a vivere»
«Il problema dei concerti è che nessuno si prende la responsabilità di decidere cosa fare e come farlo»’. Lo ha affermato Ultimo, cantautore amatissimo, in un post pubblicato su Instagram. Parole che arrivano dopo le polemiche che si sono scatenate in questi giorni per gli assembramenti al concerto di Salmo a Olbia. «Ci sono concerti che non sembrano concerti», ha aggiunge l’artista. E ci sono «serate in discoteca che sembrano concerti, assembramenti concessi e assembramenti vietati. Che senso ha poter prendere ogni giorno aerei dove tutti sono attaccati (in un luogo chiuso e piccolo), e poi per dover fare un concerto in uno spazio aperto e grande, la gente deve stare seduta con mascherina e distanziata?».
Ultimo, un cantautore coraggioso
«Ah ci sono anche concerti veri, fatti in paesi vicini al nostro. Lì si può andare volendo», ha detto im tono ironico. «Hanno tutti paura di decidere, perché farlo comporta delle conseguenze. E se queste dovessero essere negative, si perderebbero consensi. Ma la politica non può basarsi sul porto sicuro e sul non muoversi per paura di sbagliare».
Rave party inarrestabile nella Tuscia, 10mila assembrati. Almeno un morto, 2 stupri, 4 in coma etilico
Gianluca Santiago, 24 anni di Reggio Emilia (nella foto Facebook) è la prima vittima ufficiale del rave party in svolgimento da tre giorni e tre notti nella Tuscia. Il giovane è stato trovato senza vita a Ferragosto, nelle acque del lago di Mazzano. La notizia della morte di un secondo ragazzo, diffusa nelle ultime ore, rimbalza su molti social, ma non trova al momento conferma ufficiale da parte del Viminale. Secondo Tusciaweb, alcuni sindaci della zona hanno invece confermato il secondo decesso.
Confermate, invece, le due denunce di stupro da parte di una ventenne italiana e di un’altra ragazza. Come pure sono confermate le quattro persone ricoverate per overdose o coma etilico (due ragazze e due ragazzi) all’ospedale di Grosseto. Pare inutile sottolineare che il rave party illegale si prospetta come un cluster Covid spaventoso. Visto che ovviamente nessuno dei diecimila adunati (provenienti da ogni parte d’Europa) rispetta alcuna indicazione delle autorità sanitarie. Gli eventuali contagiati andranno quindi in giro per il continente a diffondere il Covid.
Afghanistan, Di Maio convocato al Copasir e in Commissione Difesa. Andrà con paletta e secchiello?
Alla fine Luigino Di Maio è stato costretto a lasciare la spiaggia dove faceva le facce buffe sott’acqua come un ragazzino scapestrato, convocato dal Copasir, il Comitato Parlamentare di controllo sui Servizi di Sicurezza, per spiegare cosa sta facendo per la drammatica situazione afghana.
Intendiamoci: a questo punto è una questione più di forma che di sostanza perché oramai quello che si doveva dire l’ha già detto, stamane, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, direttore del Dis, gli 007 italiani. Che, in queste ore, in una situazione estremamente fluida, stanno affrontando diversi problemi sul campo in funzione predittiva: dall’organizzazione del rimpatrio dei connazionali e dei collaboratori afghani, interpreti e contractor che rischiano grosso a restare lì in Afghanistan, al monitoraggio dei flussi migratori e dei traffici di stupefacenti, fino ai contatti da sviluppare con i nuovi padroni, i leader Talebani, appunto.
Variante delta, "troppe fughe di notizie". Retroscena, i verbali segreti: la drammatica rissa alla riunione del Cts
Riunione infuocata del Cts. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, si è infuriato con i colleghi "colpevoli" di passare le notizie ai giornali di quanto accade nelle segrete stanze del Comitato. La prova, riporta il Tempo, è contenuta nel verbale del 21 giugno scorso, quando Locatelli mette bene in chiaro che la fuga di notizie deve cessare una volta per tutte. Gli undici esperti nominati dal governo sono tutti riuniti in videoconferenza.
La seduta inizia alle 18,35. Il primo a prendere la parola è proprio il coordinatore: "Nel corso della settimana appena passata", si legge nel documento, "le sollecitazioni degli organi di stampa su questioni particolarmente sensibili per l'opinione pubblica hanno nuovamente trovato riscontro in dichiarazioni rese - o attribuite a componenti del Cts che non appaiono essere in linea con quanto era stato convenuto all'interno del Comitato o appropriate per il mantenimento di un'adeguata reputazione dell'organo, nell'interesse del buon andamento dei suoi lavori e anche per evitare d'ingenerare confusione nella popolazione con informazioni contraddittorie o, comunque, poco allineate su argomenti di essenziale rilevanza".
Meghan Markle, un drammatico flop: "Incapace pure di fare beneficenza"
A finire di nuovo al centro delle critiche è l'ultima iniziativa lanciata dalla duchessa di Sussex. Un progetto per sostenere le donne rimaste senza lavoro per colpa della pandemia, che però il pubblico non sembra aver gradito.
"Unisciti a me nel donare il tuo tempo, dedica 40 minuti a una causa a cui tieni", è l’invito di Meghan Markle sui social network. Ma il post è stato ricondiviso solo 217 volte.
A decretare l'insuccesso dell’iniziativa arrivano anche le dichiarazioni di esperti e biografi della famiglia reale : "Le giovani mamme non vogliono vedere le sue lezioni su come tornare a lavorare mentre lei è dentro la sua villa da 11 milioni di dollari a Los Angeles. Spiegano Questo progetto è solo spazzatura.
Milano, mille firme per recintare il parchetto di via Conca del Naviglio: "Degrado, risse e spaccio, ora basta"
Oltre mille firme per chiedere la chiusura notturna dei giardini di via Conca del Naviglio, a poche centinaia dalla Darsena. Nell'area, che dovrebbe essere dedicata ai bimbi, di notte si riversa la movida dei Navigli. Da tempo, il mattino, i residenti trovano i giardinetti sporchi, tra cocci di bottiglia e addirittura siringhe. Da qui la richiesta, avanzata attraverso la petizione, di recintare i giardini e chiuderli negli orari notturni. «Il silenzio del lockdown ha fatto sentire a tutto il quartiere di Conca del Naviglio, Porta Cicca una volta, che i giardini sono diventati un luogo per incontri da rave party, che si tengono quasi tutte le sere, di preferenza nell'area dei giochi bambini- anche durante il coprifuoco», spiega il comitato Giardini Conca che si è fatto promotore della petizione.
Domenica 6 giugno il comitato ha organizzato dalle 9.30 alle 13, con il supporto di Amsa, un'iniziativa di pulizia dei Giardini. «Daremo vita ad un momento di riappropriazione collettiva di uno spazio comune da coltivare», spiegano. «I Giardini della Conca sono un bene comune che può soddisfare le esigenze di una pluralità di soggetti - bambi ni, anziani, giovani - in un quartiere che si riscopre fiero della sua eterogeneità sociale, e che è storicamente tra i più rappresentativi della città. Un quartiere che dovrebbe essere quasi un biglietto da visita della nostra Milano. Oggi il degrado conseguente al reiterarsi di comportamenti in civili e prepotenti inficia l'uso aperto dei Giardini. La prepotenza di pochi impedisce il godimento di tanti", aggiungono. «Oltre al degrado siamo anche continuamente disturbati dai rumori della movida che non ci lasciano dormire: assembramenti e caos senza più limiti di orari», lamenta una residente.
Covid, allarme del Cts sui malati oncologici: "Senza anticorpi, non rispondono ai vaccini"
I pazienti oncoematologici, ossia in terapia a causa di tumori del sangue, non sviluppano anticorpi contro il Covid dopo essere stati vaccinati. L'allarme, inedito, viene dal Comitato tecnico scientifico. Gli undici esperti nominati dal governo per fronteggiare l'emergenza coronavirus ne hanno discusso a lungo nella seduta il 21 maggio scorso. Lo scopriamo solo adesso perché il verbale è accessibile da pochi giorni. Il Cts , riferendosi a questi pazienti oncologici, parla di «percentuale importante di soggetti che non mostra alcuna sieroconversione», ovvero la mancata produzione di anticorpi contro il virus.
Nella seduta in questione, il coordinatore del Cts, nonché presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, informa gli altri dieci colleghi di aver ricevuto due comunicazioni che hanno fatto scattare il campanello d'allarme: la prima viene dal professor Paolo Corradini, presidente della Società italiana di ematologia, l'altra dal professor Antonio Grassi, direttore della Clinica di Malattie infettive e tropicali dell'Università dell'Insubria. La mancata produzione di anticorpi - si legge nel verbale «emerge in maniera chiara a distanza di due settimane dalla somministrazione della seconda dose di vaccino a mRna», quindi Pfizer e Moderna. Il problema è stato riscontrato anche dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Il Cts rileva anche che «dati di letteratura apparsi in riviste di significativa autorevolezza, quali Jama, indicano che la mancata sieroconversione è frequentemente osservata anche nella popolazione dei pazienti sottoposti a trapianto di organo solido».
Afghanistan, la sindaca Zarifa Ghafari al New York Times: "I talebani verranno a prendermi e mi uccideranno"
Non si è mossa dalla sua città Zarifa Ghafari, 27 anni, sindaco di Maidan Shar in Afghanistan: nominata primo cittadino nell’estate del 2018 dal presidente Ashraf Ghani, Ghafari è una delle pochissime donne ad aver mai ricoperto un incarico governativo nella conservatrice Maidan Shar. “Sono distrutta - si sfoga mentre i talebani hanno preso il potere - Non so su chi fare affidamento. Ma non mi fermerò ora, anche se verranno di nuovo a cercarmi. Non ho più paura di morire”.
La più giovane sindaca dell'Afghanistan è da sempre in prima linea per i diritti delle donne, al New York Times annuncia il suo destino dopo la presa di Kabul da parte dei talebani: “Verranno per le persone come me e mi uccideranno. Sono seduta qui in attesa che arrivino. Non c’è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto solo seduta con loro e mio marito. Non posso lasciare la mia famiglia. E comunque, dove andrei?”
Joe Biden, l'Afghanistan lo farà cadere? Tre commissioni in Parlamento per indagare, Trump: "La più grande vergogna della storia"
Tutti contro Joe Biden. Il ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan, riconsegnato di fatto ai talebani, non è solo un "nuovo Vietnam", ma segna forse la fine prematura della carriera del presidente alla Casa Bianca. I sondaggi sono ai minimi storici, l'opinione pubblica americana è scandalizzata, la stampa è schierata compatta contro il "commander in chief" e soprattutto, cosa più importante, l'ex vice di Obama sembra aver perso completamente il controllo del suo partito, quello democratico.
Nella notte italiana è arrivato il commento, sprezzante, di Donald Trump, precedessore di Biden. "Il ritiro dall'Afghanistan è una questione molto importante, però nessuno ha gestito una ritirata peggiore di quella di Joe Biden, è la più grande vergogna della storia del nostro Paese". Intervistato da Fox News, il tycoon ha anche puntato il dito contro l'ex presidente repubblicano George Bush (con cui non è mai corso buon sangue) per "l'orribile decisione di andare in Medio Oriente". "So che questo non farà contenta la famiglia Bush, però credo che sia stata la decisione peggiore", ha aggiunto Trump.
Lo Stato umiliato dal maxi-rave a Valentano: fanno festa fregandosene del Covid, nessuno controlla
C'è una zona del nostro Paese che da ormai oltre tre giorni è diventata letteralmente una terra di nessuno, in cui la legge pare essere stata sospesa: è la grande area verde nei pressi di Valentano, in provincia di Viterbo, occupata il giorno di ferragosto da oltre 5mila persone provenienti da tutta Europa, in cui si sta svolgendo uno dei più grandi rave party degli ultimi anni. Una enorme festa illegale - come è nella natura di un rave in cui sta succedendo di tutto: alcol, droghe, musica assordante che arriva a chilometri di distanza, incendi, ragazzi in coma etilico e addirittura un morto, un ventiquattrenne di origini britanniche trovato senza vita sul fondo del vicino lago di Mazzano il 16 agosto scorso. Sembra incredibile anche solo a dirsi, ma è tutto vero.
Nell'estate del green pass, delle multe a chi prende un caffè in un bar senza aver indossato bene la mascherina e delle discoteche chiuse, migliaia di giovani sono accalcati in una no man's land" da quasi quattro giorni, senza che nessuno sia ancora riuscito a intervenire per sgomberare l'area. Nonostante tutto in quella festa sia completamente fuorilegge, bagni chimici compresi; nonostante, persino, la tragica morte di un ragazzo, allontanatosi dalla ressa per fare un bagno rinfrescante. Ma più del mancato intervento successivo - senza dubbio problematico, visto l'alto numero di persone da sgomberare -,in questa vicenda lascia stupiti l'incapacità di prevenire un tale, mastodontico assembramento, formatosi nel giro di una notte con una carovana di camper, minivan e auto provenienti da mezzo mondo, la maggior parte delle quali con targhe oscurate per evitare di essere identificate durante il tragitto.
"Portavoce dei talebani fa propaganda su Twitter. Trump bannato a vita"
Il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid fa propaganda su Twitter mentre Trump è stato bannato: è polemica per il metro di valutazione
Il caos in Afghanistan avrà conseguenze sull'Occidente già nel medio periodo. Il Paese è piombato in una delle sue notti più nere e le immagini che arrivano da Kabul sono inquietanti. La classe dirigente ha già lasciato il Paese mentre per i civili non ci sono voli commerciali per uscire dall'Afghanistan. Gli unici aerei autorizzati al decollo sono quelli militari e talmente è grande la paura che qualcuno ha addirittura pensato di aggrapparsi alla fusoliera dei velivoli in decollo. Immagini scioccanti che fanno da contraltare alle dichiarazioni social di Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, libero di effettuare la sua propaganda su Twitter.
Mentre Zabihullah Mujahid può spiegare via Twitter che "tutti dovrebbero restare a Kabul con piena fiducia" nonostante chiunque sia a conoscenza di cosa significhi l'insediamento dei talebani in Afghanistan, all'ex presidente degli Stati Uniti d'America è stato vietato in modo permanente di crearsi un account social. Una sostanziale differenza di trattamento sulla quale ora in tanti lamentano una discriminazione ingiustificabile. Anche Giorgia Meloni in queste ore ha voluto mettere l'accento su questo aspetto attraverso un post condiviso su Twitter: "Il profilo Twitter del portavoce dei talebani è attivo e funzionante, svolge le sue funzioni di propaganda e agisce da megafono per gli integralisti islamici in Afghanistan. Donald Trump (ex Presidente degli Stati Uniti) invece è stato bannato a vita da Twitter. Pazzesco". Un pensiero condiviso da molti, che accusano i social network di avere "stabilito chi sono i buoni e chi i cattivi".
In pasto ai talebani, i giovani afghani abbandonati al tragico destino
La bandiera americana che ha sventolato sull’Occidente e sul mondo è stata ieri con grande crudezza ammainata dal presidente Usa Joe Biden. «Non esportiamo democrazia nel mondo. Non era questo lo scopo della missione in Afghanistan. Era una missione antiterrorismo, e si è conclusa: abbiamo demolito Al Qaeda». Non l’avevamo capito noi, non lo avevano tragicamente compreso nemmeno le migliaia di giovani di Kabul che ieri hanno dato l’assalto all’aeroporto provando disperatamente ad aggrapparsi ai grandi aerei della Us Air Force che stavano decollando per rimpatriare il personale di ambasciate e consolati. La missione antiterrorismo citata da Biden ebbe le sue origini nell’11 settembre 2001, il giorno dell’attentato che sgretolò le Torri gemelle di New York. Gli occhi di tutto il mondo quel giorno furono riempiti d'orrore, e tra le immagini più terribili che non si possono cancellare ci furono quelle degli americani prigionieri del fuoco ai piani alti dei due grattacieli che si lanciarono dalla finestra precipitando per istanti che non finivano mai. Scelsero di schiantarsi al suolo per non essere mangiati dal fuoco. La storia di quella tragedia proseguita per 20 anni si è chiusa ieri con le stesse terribili immagini: quelle di giovani aggrappati disperatamente a portelloni e carrelli degli aerei Usa che marciavano sulla folla e levandosi in volo si scrollavano di dosso come moscerini quei ragazzi che si sono schiantati al suolo. Le stesse immagini dopo venti anni, e in quelle c'è tutta la tragedia di questa disavventura.
Afghanistan, due milioni di profughi lasceranno il Paese. L'esodo di massa che spaventa l'Italia e l'Europa
Il tema immigrazione, in sordina per l'emergenza Covid e per la crisi economica, torna di prepotenza sul tavolo dopo la caduta dell'Afghanistan in mano ai talebani. Centomila profughi sono già in Turchia. Altrettanti e forse più hanno raggiunto il confine con l'Iran e con il Pakistan. E nelle prossime settimane potrebbero diventare un milione, anche due, si ipotizza su Il Giorno. Con gli estremisti islamici tornati al potere si teme insomma una fuga di massa dal Paese. La questione è sotto la lente dell'Europa e dell'Italia. È "l'impegno dell'Italia - scrive in una nota Mario Draghi - proteggere chi ha collaborato con la nostra missione". Come il nostro presidente del Consiglio la pensano Angela Merkel ed Emmanuel Macroni. Ma non ci sono solo i collaboratori.
Ci sono soprattutto i civili in fuga dalla guerra. "Molti cercheranno di lasciare l'Afghanistan: dobbiamo fare di tutto per aiutare i paesi confinanti a sostenere i rifugiati", avverte la cancelliera tedesca. Parla di uno "sviluppo drammatico non solo per gli afghani, anche per gli occidentali: abbiamo sbagliato tutti". La Merkel teme un revival della crisi del 2015-16, quando oltre un milione di richiedenti asilo mediorientali arrivò alle porte dell'Europa. Per questo chiede agli altri leader europei di impegnarsi per aiutare i paesi limitrofi a sostenere chi fugge per limitare l'esodo nel vecchio Continente.
Afghanistan, perché i talebani vogliono morto "l'amico" degli italiani: "Me la faranno pagare, tiratemi fuori"
In Afghanistan sono molti a sentirsi traditi dall’Occidente, che ha evacuato la capitale Kabul e lasciato il paese alla mercé dei talebani, che hanno preso il potere molto prima di quanto era stato previsto. D’altronde hanno trovato strada spianata dopo che gli accordi di Doha siglati da Trump e rispettati da Biden li hanno legittimati e rinforzati, facendo perdere totalmente credibilità al governo afghano.
Jailani Rahgozar è uno dei tanti afghani che si sente tradito: è stato a lungo collaboratore delle ong italiane, adesso si è fatto sentire da Herat, dove è costretto a nascondersi dai talebani. “Torno a implorare l’aiuto delle autorità italiane - ha dichiarato - tirateci fuori da questo inferno, vi prego. I talebani me la faranno pagare per l’aiuto fornito al vostro Paese”. Rahgozar è un uomo braccato, che vive nascosto a casa del suocero insieme alla moglie ed a due figli piccoli: “Nessuno di noi mette il naso fuori di casa, se mi dovessero fermare per un controllo sarebbe la fine, non avrei scampo”.
"Ci usano come cavie, ecco come" Barbara Palombelli, il terribile sospetto su vaccini ed effetti avversi
Mentre le autorità continuano a ribadire che il rapporto costi-benefici del vaccino è fortemente in favore dei secondi anche con la scoperta della correlazione tra gravi trombosi, in vero molto rare, e i sieri AstraZeneca e Johnson & Johnson, arriva la pesante accusa di Barbara Palombelli.
Mentre diversi Paesi stoppano i vaccini in questione e si discute di somministrazione consentita solo a determinate fasce d'età "noi siamo delle cavie, siamo un’immensa clinica e sul nostro corpo si sta sperimentando un vaccino che sarebbe stato pronto tra tre anni", è il ragionamento della giornalista e conduttrice di Stasera Italia su Rete 4 ospite di Massimo Giletti su Rtl 102.5.
"Credo nella scienza e nei vaccini, detto questo stiamo a vedere", dice la Palombelli, ma non ci sta che i cittadini vengano usati come "cavie". per gli effetti avversi del farmaco anti-Covid. "Ciò che innanzitutto non ha funzionato di questa situazione è stata l’euforia del giugno-luglio scorso, quando ci dicevano che ci sarebbe stata la seconda ondata, preparavano gli ospedali e ci mettevano in guardia e gli stessi poi venivano ridicolizzati. Qualcuno dovrà pagare per quella situazione, perché era chiarissimo che non era finita, perché tutto il mondo continuava ad infettarsi, quindi il virus sarebbe tornato anche da noi e nessuno lo voleva ammettere", è l'accusa della giornalista che non nomina mai il ministro della Salute Roberto Speranza ma il riferimento appare piuttosto chiaro.
Green pass o panino, poliziotti in rivolta contro l'obbligo nelle mense
Possono svolgere servizio nello stesso mezzo, condividere l'ufficio, l'alloggio, ma non possono mangiare in mensa senza il green pass. È di ieri mattina la circolare del Dipartimento di Pubblica Sicurezza che sconfessa tutte quelle precedenti e che introduce con decorrenza immediata, l'obbligo della certificazione verde anche all'interno delle mense di servizio obbligatorie delle forze dell'ordine. Un dietrofront improvviso sulla base di quanto indicato dal Ministero della Salute che ha deciso di non esentare nessuno dall'obbligo del green pass per accedere alle mense, compresi tutori dell'ordine. La notizia ha suscitato non pochi malumori. I poliziotti in forza presso i Reparti Mobili che non si sono sottoposti a vaccinazione e che spesso sono in servizio fuori sede, costretti pertanto ad usufruire della mensa, riceveranno il classico «sacchetto» con all'interno uno o due panini, un frutto e una bottiglietta d'acqua.
«Non posso mangiare panini per tutto il tempo - ci confessa un poliziotto - la mensa obbligatoria di servizio un diritto, non vedo perché io che ho facoltà di scegliere se vaccinarmi o meno, non possa mangiare un piatto caldo durante la pausa e debba essere costretto a mangiare un panino con il prosciutto cotto tutti i giorni, magari a centinaia di chilometri da casa».
I rapporti tra sinistra e Mps, sponsorizzazioni e finanziamenti. L’inchiesta sulla banca “vicina al Pd”
Si torna parlare dei rapporti tra sinistra e Mps. Nei giorni scorsi era stato duro l’attacco di Giorgia Meloni contro il piano di vendita di Mps a Unicredit. «Non abbiamo pregiudizi ma solo come sempre il faro dell’interesse nazionale. Con una premessa: occorre che i cittadini sappiano quanto costa allo Stato il salvataggio della banca che per decenni è stata gestita dalla sinistra». Gestita «prima dal Pci e poi dai suoi eredi del Pd. Potremmo chiamarla la “cassaforte” degli scandali». Ora in un’inchiesta il Giornale svela: «I nomi ci sono, ma a essere note sono solo le cifre del foraggiamento ai partiti della banca vicina al Pd, senza specificare il “chi”». Lo scrive il giornalista Massimo Malpica in un articolo dal titolo Finanziamenti, sponsorizzazioni e prestiti. Lo stretto legame tra Pd e Monte dei Paschi.
“Sberla” a Letta dal giovane tiktoker : “Sono italiano, non mi serve un pezzo di carta per saperlo”
Fedez contro Salmo per la folla al concerto. La replica: “Tu sei in vacanza, io canto per la mia Sardegna”
Rissa social fra il rapper Salmo e Fedez per il concerto gratuito dell’artista sardo ieri sera a Olbia. Salmo ha anche devoluto di tasca sua una ingente somma di denaro alla Sardegna, colpita da devastanti incendi.
«Mi faccio arrestare pur di suonare», aveva annunciato Salmo, relativamente al concerto di beneficenza. Il rapper si è esibito per 45 minuti davanti a una folla di giovani, accalcati nei pressi della ruota panoramica di Olbia senza distanziamento, né mascherine. Video e foto della serata parlano chiaro: nessun distanziamento, nessuna mascherina. Un concerto con regole pre-pandemia. Un maxi-assembramento che ha scatenato un putiferio tra i suoi colleghi. Il più velenoso è stato Fedez.
«Sfruttare la nostra condizione di privilegio – ha scritto su Instagram il marito di Chiara Ferragni – aggirare le regole per soddisfare capricci personali. Questo non aiuta nessuno. Avete sputato in faccia a migliaia di onesti lavoratori dello spettacolo che quest’anno cercano di tirare avanti con immensi sacrifici rispettando le regole per andare alla pari con i conti (quando va bene)». La replica di Salmo non si è fatta attendere.
Sgarbi: “Lasciate in pace Arnaldo Mussolini, vittima degli ipocriti di ieri e di oggi”
Scende in pista Vittorio Sgarbi sul caso Durigon. In questi giorni di polemiche arroventate il critico d’arte ha sentito il dovere di scrivere di suo pugno un intervento sul Giornale in edicola oggi 14 agosto. “È incredibile la sistematica mistificazione non solo dei giornalisti e dei politici, ma degli storici che, interrogati sulla questione, mentono sul presente e mentono sul passato. Non è vero che il sottosegretario Claudio Durigon ha proposto di intitolare il parco di Latina, oggi dedicato a Falcone e Borsellino, ad Arnaldo Mussolini. È il contrario: Durigon ha semplicemente proposto il ripristino della originaria titolazione toponomastica del Parco al giornalista socialista Arnaldo, affermando: «Questa è la storia di Latina che qualcuno ha voluto anche cancellare con quel cambio di nome a quel nostro parco, che deve tornare a essere quel parco Mussolini che è sempre stato».
Enrico Ruggeri e il “concerto senza green pass”: bufera per un suo tweet. La replica è dura
«Al mio concerto senza green pass». Enrico Ruggeri, con un tweet, ha acceso il dibattito alla vigilia del suo concerto a Genova. «Una piccola grande vittoria: domani a Genova sarà possibile accedere al mio concerto anche senza green pass: gli addetti della Croce Bianca effettueranno tamponi gratuiti ai possessori del biglietto. (lo avevo proposto un anno fa). Spero di creare un precedente. A domani», twitta il cantante. Tra gli utenti, però, c’è chi fa notare che “tampone negativo = green pass”.
Enrico Ruggeri: concerto senza green pass
Ruggeri, a questo punto, replica affermando che «la vittoria è: vedo il concerto senza dover fare il vaccino e senza spendere soldi per il tampone», offerto gratuitamente come spiegato nel tweet iniziale. Paradossalmente, l’iniziativa del cantante viene osteggiata da due lati. «Tampone negativo = green pass… cosa hai inventato? Neanche a cantare ti si sopporta… genio», scrive una persona. Dall’altra sponda, c’è chi accusa Ruggeri di essersi piegato “alle regole demenziali”. Amareggiato Enrico Ruggeri. «Riuscire a beccarsi insulti da ambedue le fazioni solo per aver difeso diritti e cercato soluzioni», twitta alla fine il cantante. «Forse fanno bene quelli che tacciono e non prendono mai una posizione, se non per correre in soccorso dei vincitori».
Talebani a Kabul? Usa in fuga come in Vietnam? "Non accadrà mai"- Le ultime parole famose di Joe Biden
Non accadrà mai, “non c'è alcuna possibilità che si possa vedere la gente prelevata dal terrazzo sul tetto dell'ambasciata Usa in Afghanistan. Non c'è nulla di paragonabile al Vietnam”. Parola di Joe Biden, presidente degli Stati Uniti. Proprio mentre i talebani entrano a Kabul e gli americani vengono prelevati dall'ambasciata Usa da enormi elicotteri che li prendono sul tetto al politologo Ian Bremmer vengono in mente le parole pronunciate in conferenza stampa da Biden appena un mese fa, l'8 luglio. Sicurezze che si sono sgretolate come neve al sole e che purtroppo dimostrano come la leadership Usa sia in mani incerte e incappate in una delle peggiori disavventure di politica estera che si possano ricordare. Ecco la trascrizione della Caporetto di Biden
Domanda: E' inevitabile ora che l'Afghanistan torni in mano ai talebani?
Biden: No, non lo è. Perché c'è un esercito afghano di 300 mila soldati, tutti ottimamente equipaggiati alla pari con i migliori eserciti nel mondo, e ha pure una forza aerea. Davanti a looro ci sono 75 mila talebani. Non è affatto inevitabile che prendano il paese nelle loro mani...
Domanda: L'intelligence americana sostiene che presto il governo di Kabul collasserà...
Purga rossa contro Claudio Durigon, la verità sulle accuse al leghista
Non deve sorprendere la mobilitazione in atto per la cacciata di Durigon dal governo: basta una scivolata crassa sull’intitolazione di un giardino e i plotoni d’esecuzione della sinistra combattente non perdonano mai, forti di una Repubblica fondata – opportunamente, ovvio - sul paradigma antifascista ma che, dovendo concordare la Costituzione col Pci, non poté equipararlo a un paradigma altrettanto sacrosanto: quello anticomunista.
La storia, si sa, la scrivono i vincitori, e la nostra Costituzione è frutto di un compromesso che fu necessario per evitare che la guerra civile scatenata dai partigiani nel Triangolo rosso si espandesse minando gli equilibri democratici già fragili perché sotto il ricatto del maggior partito comunista d’Occidente. Per cui ancora oggi non ci dobbiamo meravigliarci se via Stalin, via Lenin, via Tito e via Togliatti sfuggono rigorosamente alla Cancel culture del politicamente corretto, se l’indignazione vale solo per la storia della destra, e se ai partiti che la rappresentano oggi viene quotidianamente chiesta una patente di democrazia che solo la sinistra è legittimata a concedere in nome, appunto, dell’antifascismo.
Boom di contagi sull’isola dopo la festa di Obama. A rischio quarantena anche Beyoncé e Bradley Cooper
Chiamatelo “effetto Obama”. La festa di compleanno organizzata sull’isola di Martha Vineyard è diventata un super focolaio Covid. Ne dà notizia il quotidiano britannico Daily Mail, che ha inviato dei giornalisti sull’isola dove una settimana fa l’ex presidente ha organizzato una mega festa di compleanno con circa 400 invitati.
I numeri sono impietosi. L’ultimo bollettino sull’isola dei vip americani, che pareva uscita dall’incubo Covid, riferisce di 74 nuovi casi in poche ore. Un numero che il quotidiano britannico inquadra come conseguenza della festa di compleanno di Obama senza alcuna norma di sicurezza. Niente mascherine, niente distanziamento sociale. Con circa 400 invitati arrivati da ogni parte degli Stati Uniti.
Tra le centinaia di persone che hanno partecipato alla festa per il sessantesimo compleanno dell’ex presidente nella villa di Obama a Martha’s Vineyard, c’era un gran numero di celebrità. La lista degli invitati includeva, tra gli altri, Beyoncé, Jay-Z, Tom Hanks, John Legend e Alicia Keys. Tutti, ora, rischiano di diventare a loro volta diffusori del contagio per l’America.
“Fonderanno il Lettamaio”: Feltri al vetriolo su Letta e Di Maio. Il tweet impietoso
Afghanistan, i talebani a Kabul. Via con gli elicotteri dalle ambasciate. La Farnesina agli italiani: "Rientrate"
L'avanzata dei talebani è inarrestabile. I mujaheddin hanno preso il controllo di altri capoluoghi di provincia (oltre 20 su un totale di 34) e sono entrati a Kabul dove hanno già preso il controllo dell'università nella parte occidentale della capitale, e hanno anche issato le loro bandiere in uno dei distretti. L'amministrazione del presidente Joe Biden è pronta alla caduta della capitale: i rappresentanti diplomatici stanno volando via dalle ambasciate con gli elicotteri e la Farnesina, dopo aver avviato le procedure, ha detto agli italiani di andarsene e rientrare il prima possibile.
Ieri il presidente Ashraf Ghani, sempre più indebolito dall'offensiva dei talebani, ha parlato alla nazione, riferendo che sono in corso consultazioni "dentro e fuori il governo, con leader politici e partner internazionali", per evitare instabilità e violenze. La priorità è mobilitare l'esercito, ha aggiunto promettendo poi che verrano evitati ulteriori spargimenti di sangue. Il presidente ha quindi ringraziato le forze afghane per il loro coraggio nel difendere il Paese e ha detto che non permetterà che vengano cancellati i progressi fatti negli ultimi 20 anni, da quando Washington ha rovesciato il governo degli estremisti.
Chiesa in fiamme tra gay, latino e Cina. Il retroscena su Papa Bergoglio e 007
Caro direttore, con gli incendi che stanno devastando mezza Italia, anche la Chiesa brucia. E le ultime fiammate dell’apostolato di Bergoglio sul piano diplomatico e persino su quello teologico fanno tremare Oltretevere: la prima riguarda le relazioni con la Cina, per la sua piattaforma social di incontri gay; la seconda, il Motu proprio del Santo Padre ‘Traditionis Custodes’, che limita la celebrazione della messa in latino.
Il rogo che sta infiammando la diplomazia della Santa Sede è partito agli albori degli anni 2000 con la crociata “basta con gli italiani” - nel caso di specie, si trattava peraltro di italiani del calibro dei cardinali Casaroli e Silvestrini - a cui la Pontificia Accademia Ecclesiastica, la scuola che prepara i sacerdoti al servizio diplomatico della Santa Sede, aggiunse l’anatema contro i diplomatici in sottana francesi, spagnoli e tedeschi.
Effetto Lamorgese: il dossier del Viminale che inguaia il ministro. Sbarchi aumentati dell’800%
Chiamatelo effetto Lamorgese. Da quando l’ex prefetto di Milano è titolare del Viminale, gli sbarchi di migranti sono aumentati dell’800 per cento. Dati ufficiali dello stesso Viminale.
Paradossi della comunicazione al tempo del web. Ricordate la solfa che Luciana Lamorgese, a differenza del suo predecessore non aveva profili Social e che quindi poteva dedicarsi di più al suo lavoro? Dopo due anni, i risultati sono quelli pubblicati ieri dal Ministero dell’Interno. I numeri nudi e crudi del ministero bocciano il suo ministro, in carica dall’autunno 2019. Ecco i dati. Guarda il dossier del Viminale.
Da Salvini a Lamorgese: a febbraio 2021 sbarchi aumentati di 55 volte
Nei primi sette mesi del 2019, Matteo Salvini al Viminale, i migranti sbarcati erano stati 3.867. Diventati 14.012 nello stesso periodo del 2020. Ma il fallimento assoluto è arrivato quest’anno. Alla data dello scorso 31 luglio i migranti arrivati sulle coste italiane sono stati 28.870. Per avere un’idea delle proporzioni, nel 2020 il totale degli sbarchi fu di 34.154, appena cinquemila in più, ma con cinque mesi ancora avanti a noi. E ancora, febbraio 2019: migranti sbarcati solo sessanta. Febbraio 2020: 1.211. Quest’anno addirittura: 3.994. In due anni un incremento di ben 55 volte.
Il figlio di Tom Hanks, un delirio contro il vaccino: «Non mi infilzerete con quel fottuto ago»
«Ci sono più prove che gli ufo siano reali di quanto quel vaccino sia salutare per te, solo per dire. Gli alieni sono là fuori, pronti a prendermi. Andiamocene da qui! O devo mostrarti i miei documenti per il vaccino?». Così in un video postato su Instagram Chet Hanks, il figlio di Tom Hanks dichiaratamente no-vax, affida il suo lungo sfogo contro i vaccini anti-Covid.
L’esplosione di rabbia del figlio di Tom Hanks
«Proprio come hai il diritto di essere arrabbiato con me perché ho detto che non farò il vaccino, ho il diritto di non prendere quella m…». È quanto ha aggiunto il figlio dell’attore di “Forrest Gump” e “The Terminal”. «Volevo farlo, ma il mio sistema immunitario ha detto che non ha bisogno di essere manomesso. Siamo reali. Il 99% di voi non userebbe uno shampoo che non è approvato dalla Fda. Ma sei disposto a ricevere qualche iniezione sperimentale del governo. Va bene».
Henry Makow. Quanto tempo vivranno i vaccinati.
Spesso mi viene posta la domanda: “Se ho preso il “vaccino”, quanto vivrò?
Ho rinviato questa domanda a un mio amico, il dottor Mylo Canderian, Ph.D. [nato Milos Iskanderianos, Corfù, Grecia, 1938], che ha sviluppato il brevetto per l’ossido di grafene per l’uso come arma biologica ematologica nel 2015.
In piena trasparenza, il dottor Canderian è quello che definirei un “globalista genocida”, che segue il Precetto Dieci delle Georgia Guidestones, di cui si discute molto raramente, affermando “Non essere un Cancro sulla Terra; Lascia spazio alla natura”.
Il dottor Canderian è un collaboratore medico dell’Organizzazione mondiale della sanità ed è anche molto favorevole a Klaus Schwab e al “Grande reset”, e all’inaugurazione di una valuta digitale mondiale che è un obiettivo secondario dell’OMS per il 2022.
Il Dr. Canderian è dell’opinione che il 95% della popolazione mondiale siano “Mangiatori Inutili” che necessitano di essere soppressi il più rapidamente possibile.
Come si cura l'asma bronchiale grave
Da alcuni anni sono disponibili gli anticorpi monoclonali, farmaci di ultima generazione con target d’azione molto selettivo in grado di ridurre l’infiammazione che si sono dimostrati molto utili nel ridurre le riacutizzazioni, ridurre il ricorso a terapia con corticosteroidi sistemici, migliorare la funzionalità respiratoria e la qualità di vita dei pazienti. A tal proposito, in un paziente con storia di asma grave ad insorgenza precoce, la dimostrazione di una allergia clinicamente rilevante ad allergeni perenni può rappresentare un’indicazione all’uso dell’omalizumab (farmaco capace di bloccare il rilascio di sostanza infiammatorie da parte dei mastociti e basofili). L’evidenza di asma eosinofila può dare indicazione all’uso del mepolizumab o del benralizumab (farmaci capaci di bloccare l’azione infiammatoria degli eosinofili).
Joe Biden, spunta il video del figlio Hunter nudo a letto con una prostituta: democratici in imbarazzo
Hunter Biden, figlio del presidente americano Joe Biden, fa ancora parlare di sé. Dal torbido passato emerge infatti l'ennesimo video che mette in imbarazzo i democratici. Si tratta di un filmato risalente al gennaio 2019 che lo stesso Hunter avrebbe registrato. In quei minuti - ripescati dal Daily Mail - si vede il ragazzo nudo a letto con una prostituta, alla quale racconta come l'estate prima, mentre era semi-incosciente a Las Vegas, tre spacciatori russi gli avevano rubato un altro computer.
Un fatto parecchio scomodo se si pensa che nell'aprile 2019 in un centro di assistenza in Delaware fu trovato un altro pc sempre di Hunter. Il computer fu sì consegnato all'Fbi ma prima Rudy Giuliani, allora avvocato del presidente Donald Trump, riuscì a ottenere una copia dell'hard disk e la consegnò al New York Post , tabloid di proprietà di Rupert Murdoch, che vi trovò email definite compromettenti sugli affari condotti da Hunter in Ucraina e in Cina usando il nome di papà.
Accuse e raccolte di firme, l'ultima pagliacciata contro Durigon
Contro Claudio Durigon va in scena una pagliacciata immonda. Addirittura le prime pagine dei giornaloni. E persino la solita petizione lanciata dal solito Fatto Quotidiano. Fango nel ventilatore. Io ho ascoltato quelle parole. Stanno su YouTube, e chiunque può sentirle. Su un palco a Latina. In un comizio di quelli che i partiti non fanno più: per ascoltare Matteo Salvini e la Lega quella sera nel capoluogo pontino non c’era bisogno di avere un green pass. Erano troppi da controllare...Lo scandalo del parco Arnaldo Mussolini è durato due secondi. Due.
Senza mai citare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (e quindi Salvini che stava lì da che doveva prendere le distanze? Quanti sanno, se non sono della città, a chi è intitolato quel parco?). Per chi non lo sapesse, Arnaldo Mussolini è salito in cielo nel 1931, 14 anni prima della fine della seconda guerra mondiale. Eppure, tutto questo scatena un vespaio. Polemiche sanguinose. Offese alla repubblica. Democrazia in pericolo. Diceva Alberto Sordi: «Ma te c’hanno mai mandato...».
Certo, l’esponente leghista poteva non fare riferimento a quel parco che per anni è stato intitolato proprio ad Arnaldo Mussolini. Ma qual è il reato commesso dal sottosegretario Claudio Durigon? Dove sta l’apologia di fascismo? Tutti quelli che ululano come bestie ferite non hanno usato tanta indignazione per altri casi vergognosi. Più contemporanei diciamo. Che davvero dovrebbero far vergognare i protagonisti, ma che continuano a stare comodamente nelle loro poltrone.
Eritema e malattie renali, Ema valuta i nuovi eventi avversi dei vaccini
L’agenzia europea del farmaco Ema valuta nuove segnalazioni di sicurezza per capire se si tratta di potenziali effetti collaterali collegabili alla vaccinazione anti-Covid. Oltre a quanto già comunicato al termine dell’ultima riunione del Comitato di farmacovigilanza Prac, un ulteriore aggiornamento pubblicato sul sito segnala che è in corso l’esame di nuovi dati.
Le segnalazioni riguardano eventi osservati dopo la vaccinazione ma non automaticamente e necessariamente correlati all’iniezione scudo. Per esempio, per il vaccino Comirnaty (Pfizer/BioNtech) si valutano segnalazioni relative all’eritema multiforme. Il Prac ha avviato un’analisi su questa forma di reazione di ipersensibilità (allergica) con caratteristiche lesioni cutanee rotonde per stabilire se si tratta di un effetto collaterale del vaccino. La valutazione segue un piccolo numero di casi segnalati dopo l’iniezione scudo al sistema EudraVigilance.
Altre segnalazioni vengono esaminate riguardo alla glomerulonefrite (infiammazione dei minuscoli filtri nei reni) e la sindrome nefrosica (malattia renale che porta a perdere troppe proteine nelle urine), per stabilire se possono essere effetti collaterali di Comirnaty. In questo momento, viene precisato, nessun ulteriore aggiornamento alle informazioni sul prodotto è attualmente consigliato. Dall’autorizzazione del vaccino Pfizer/BioNTech nell’Unione Europea (dicembre 2020), fino al 29 luglio 2021, oltre 330 milioni di dosi sono state somministrate nell’UE/See.
PROFONDO (GIALLO)ROSSO – LA ROMA È SOMMERSA DAI DEBITI: NEGLI ULTIMI 10 ANNI L’INDEBIDAMENTO FINANZIARIO È PASSATO DA 9 A 302 MILIONI – MA NON È COLPA DI FRIEDKIN, CHE HA EREDITATO LA PATATA BOLLENTE DA DIBENEDETTO (PRIMA) E PALLOTTA (DOPO) - NELL'ULTIMO
Un anno fa Dan Friedkin ereditava una gestione pesantissima: 300 milioni di debiti e le conseguenze, tutte da quantificare, della crisi pandemica. Oggi i conti della Roma continuano ad essere in allarme rosso, nonostante le massicce iniezioni del nuovo proprietario: 188 milioni nelle casse del club. La Roma si trova nella stessa situazione di tante altre squadre in giro per l'Italia e l'Europa, ma presenta una doppia specificità che la rende ancor più vulnerabile: il passivo pregresso, frutto delle spese massicce in "cartellini" e stipendi della prima era americana, e la stretta dipendenza dal calciomercato, che il crollo dei prezzi dei trasferimenti ha trasformato in un boomerang.
A leggere i conti giallorossi stupisce, in particolare, l'impennata dell'indebitamento finanziario netto. Dai 9 milioni al 30 giugno 2010 ai 302 del 30 giugno 2021. Una montagna di debiti accumulata, va detto, prima dell'avvento del texano. La cordata guidata da DiBenedetto prima e Pallotta poi s' insediò nel 2011 in virtù di un'intesa con UniCredit (la banca che aveva rilevato la proprietà dalla famiglia Sensi) che prevedeva anche un iniziale prestito dell'istituto-venditore da 50 milioni. Nel 2014 il debito ha sfondato quota 100 milioni per effetto degli investimenti sulla rosa.
Migranti e Covid, è allarme contagi: quanti hanno il virus. Ma non importa a nessuno
C’è un “bollettino” ulteriore che quantifica i dati Covid rispetto a quello fornito dal ministero della Salute. E ruota attorno a quanti contagiati arrivano con i flussi migratori. Andando a reperire la cronaca degli ultimi giorni, i numeri non sono rassicuranti.
La Nave Ocean Viking, che ha attraccato domenica al porto di Pozzallo, trasportava 549 migranti. Tra essi 30 sono risultati positivi. La Sea Watch 3, giunta invece a Trapani sabato, contava 257 stranieri. Tra essi, 13 contagiati. Qualche giorno prima, dall’hot spot di Lampedusa, da settimane iperaffollato per oltre tre volte rispetto al numero massimo di capienza, un centinaio di persone è stato trasferito su una nave quarantena. Tra di esse, una quarantina risultate positive.
Circa un paio di settimane fa, poi, è scoppiata la polemica sull’hotspot di Taranto, dove 26 ospiti sono risultati positivi al virus, e di conseguenza 2 agenti di polizia si sono contagiati e 10 sono stati messi in quarantena, suscitando molti interrogativi circa le condizioni su cui tutti gli operatori di prima accoglienza (Forze dell’Ordine ma non solo) si trovano ad agire. Il tema non riguarda, peraltro, soltanto la rotta mediterranea. Negli ultimi giorni si segnalano anche sparute positività tra i migranti arrivati in Friuli, seguendo come noto il tratto balcanico.
Migliaia di bambini "nascosti" dallo Stato: manca un registro dei minori affidati
Sono talmente invisibili che non si sa neanche, esattamente quanti siano. Il numero oscilla dai 12mila ai 44mila. Sono i minori affidati alle case famiglia. Nella maggior parte dei casi unica «ciambella» di salvataggio per salvarsi da situazioni di estremo degrado morale, di violenze e abusi che altrimenti rischierebbero di rovinare la vita a centinaia di bambini innocenti. Un terreno difficile, dove tuttavia anche un solo caso di minore strappato ingiustamente all’affetto dei propri cari è un fallimento di un’intera comunità, di quel sistema di diritti che uno Stato civile e democratico dovrebbe garantire. Vale insomma il principio giuridico del «meglio un colpevole libero che un innocente in galera».
Eppure di storie, o meglio di vite rovinate per mano dello Stato ce ne sono tante nel farraginoso sistema dell’affido in casa famiglia. Alcune fonti statistiche fotografano una realtà che vale dai 5 ai 12 miliardi di euro, con un «tariffario» che va dai 100 ai 400 euro a bambino, oltre l’indotto. Un argomento «scivoloso» che per comodità spesso si preferisce ignorare. I cartelli apparsi a Montecitorio la settimana scorsa tuttavia ne impongono la lettura. Giada, Laura, Chiara, nonna Sofia. Simbolo di centinaia di famiglie divise, spezzate, spesso senza che neanche gli involontari protagonisti ne capiscano davvero il motivo.
“È una bufala pazzesca”, Crisanti doccia fredda sul green pass nei ristoranti
Andrea Crisanti è tranchant sul green pass. Il virologo e direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova è ospite nella puntata di lunedì 9 agosto di “In Onda”. Il programma di approfondimento politico dell’access prime time di La 7, condotto da David Parenzo e Concita De Gregorio apre la trasmissione sul tema del momento: il dibattito sulla certificazione verde. La confusione dilaga sia tra i palazzi, in confusione sulle regole dei locali al chiuso, che tra i cittadini che ancora non hanno ricevuto la propria dose del farmaco anti-covid e nutrono delle incertezze sui vaccini. Il primo a mettere il dubbio sull’evidenza scientifica del green pass è Paolo Mieli, il giornalista esordisce così sulle contraddizioni e i problemi di attuazione della misura: “Sul treno, da settembre, devi mostrare il green pass e la carta d'identità. A parte i controlli 8 mila persone ma ci vogliono dei tempi lunghissimi, dobbiamo fidarci del green pass e non farla troppo pesante questa storia. Perché si capisce il green pass è stato chiesto per accelerare le vaccinazioni e farne fare di più. Non fiscalizziamoci primo perché ormai abbiamo capito che ancorché vaccinati possiamo prenderci il virus, un sia pure senza venire all'ospedale terapia intensiva ed eventualmente trasmetterlo. Poi perché sarà come l’App Immuni".
Pensi a fermare gli scafisti, Salvini striglia la Lamorgese
La Lega tiene vivo lo scontro sulla gestione dei migranti e torna ad attaccare il Viminale. Questa volta è lo Ius soli sportivo - caldeggiato da Giovanni Malagò dopo i successi della squadra olimpica a Tokyo 2020 - il casus belli con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, pronta ad accogliere l’appello del capo del Coni: «Quando vediamo questi ragazzi delle Olimpiadi che hanno onorato il nostro Paese viene da pensare che le parole di Malagò abbiano un senso. La politica dovrà fare i suoi riscontri e spero che si arrivi ad una sintesi. Questi ragazzi devono sentirsi parte integrante della società», scandisce intervistata dal direttore de La Stampa Massimo Giannini.
Parole che fanno saltare sulla sedia Matteo Salvini che va subito al contrattacco: «Invece di vaneggiare di Ius Soli, visto che con la legge vigente siamo il Paese europeo che negli ultimi anni ha concesso più cittadinanze in assoluto, il ministro dell’Interno dovrebbe controllare chi entra illegalmente in Italia. Ci sono decine di migliaia di sbarchi organizzati dagli scafisti, senza che il Viminale muova un dito».
Lamorgese fa solo danni, i controlli anti-Covid pesano solo sui ristoratori
Il sospetto è che Luciana Lamorgese sia stipendiata per fare danni. La mattina è Roberto Speranza, ministro della Salute, ad esultare per gli italiani che scaricano il green pass sui loro telefonini. Perché vogliono andare al ristorante senza correre rischi di sanzioni o restare fuori. E quindi più per costrizione che per scelta accettano lo strumento di certificazione. Ma al pomeriggio ci pensa la signora del Viminale a «rassicurare» che i controlli saranno praticamente inesistenti. I due ministri più pazzi del mondo sono impegnatissimi nella gara a non farci capire più nulla sulle prodezze che escogitano.
Con straordinaria superficialità, la ministra dell’Interno ci ha infatti informato che la polizia non può caricarsi il peso dei controlli nei bar o nei ristoranti sui possessori di green pass. «Le forze dell’ordine hanno da fare per la sicurezza», e ci mancherebbe. Anche se viene da aggiungere che se entrano decine di migliaia di clandestini nel nostro Paese diventa difficilmente credibile un ministro che parla di sicurezza. Salvo poi aggiungere che se ne occuperà «a campione» la polizia locale, che notoriamente ha numeri enormi di personale...Conclusione. Uno si dice che insomma le verifiche sui documenti tanto le dovrà fare il personale di bar e ristoranti. No, precisa sempre la Lamorgese, e mica possono farlo gestori o camerieri. Loro devono solo chiedere ai clienti se hanno il green pass; poi, se sia effettivamente loro o di un amico, campa cavallo a verificarlo. Insomma, ha detto, «andare al ristorante con il green pass è come andare al cinema e mostrare il biglietto». Anche se è di un altro?
Francia, ruandese ammazza un prete di 60 anni. Doppio-choc: il killer è lo stesso che appiccò il rogo alla cattedrale di Nantes
Tragedia in Francia: un prete - Olivier Maire, 60 anni - è stato ucciso questa mattina a Saint-Laurent-sur-Sévre, nella regione della Vandea. "Un drammatico assassinio. Tutto il mio sostegno ai cattolici del nostro Paese", ha twittato il ministro dell'Interno Gerald Darmanin. Il presunto killer si sarebbe già consegnato alle forze dell'ordine nelle scorse ore. Secondo quanto riporta Le Figaro, si tratterebbe del 40enne di origine ruandese che un anno fa ha appiccato il rogo alla cattedrale di Nantes. E che da allora era stato messo sotto controllo giudiziario.
Dopo aver ascoltato la confessione, i gendarmi francesi sono andati nel luogo indicato dall'uomo e hanno trovato il cadavere del sacerdote. Il killer viveva a Nantes da molti anni ed era il volontario cui era affidato il compito di assicurare che fosse tutto in ordine in chiesa. Aveva chiesto lo status di rifugiato, ma "aveva dei problemi psichici e aveva cercato di regolarizzare la sua situazione sulla base di questi problemi", aveva detto all'epoca il procuratore di Nantes. La domanda era stata respinta e dal 2019 aveva ricevuto l'ordine di espulsione, ordine che era stato sospeso dopo l'incendio perché sotto sorveglianza giudiziaria. "In Francia si può essere clandestino, incendiare la cattedrale gotica di Nantes, non essere mai espulso, ed essere recidivo con l'assassinio di un prete - ha twittato in polemica Marine Le Pen -. Quello che succede nel nostro Paese è di una gravità senza precedenti: è il fallimento completo dello Stato e di Darmanin".
Giorgia Meloni contro Draghi, quel sospetto sui vaccini: "Un obbligo mascherato fatto per non risarcire in caso di problemi"
Giorgia Meloni non risparmia nessuno. A ridosso dell'annuncio del nuovo decreto anti-Covid la leader di Fratelli d'Italia è un fiume in piena. Più di tutti è un dubbio che la assilla: "Non sarà che scelgono l’obbligo mascherato, invece che quello di legge, per non dover risarcire i cittadini in caso di problemi?". È questa la domanda che la Meloni si pone in una lunga intervista a La Stampa, dove non lesina critiche neppure a Mario Draghi. A suo dire il premier segue le indicazioni del ministro Roberto Speranza, i cui provvedimenti non sono basati su "evidenze scientifiche": "Non mi si dica che si deve cercare un compromesso tra i partiti della variopinta maggioranza di governo, perché Draghi se vuole può imporsi, e spesso lo fa. Assecondare Speranza con provvedimenti ridicoli e che non poggiano su evidenze scientifiche è una scelta del premier".
E ancora: "La famosa frase che ha detto Draghi in conferenza stampa - "chi entra in un locale con il Green Pass ha la garanzia di trovarsi tra non contagiosi" - è un'informazione scientificamente falsa. In base ai dati di oggi, a settembre avremo di nuovo un problema. Qualcuno mi dice cosa si sta facendo per mettere in sicurezza de scuole, i mezzi pubblici che sono il più grande cluster della pandemia? Non mettono il Green Pass sui mezzi pubblici perché non sono in grado di fare i controlli, in compenso pretendono che siano in grado di farlo baristi e ristoratori, che non sono pubblici ufficiali".
Tokyo 2020, rovinosa beffa per Luigi Busà dopo l'oro nel karate: alle prossime olimpiadi, il "gorilla di Avola"...
Tra le gioie e gli insegnamenti che ci stanno regalando i Giochi Olimpici di Tokyo, abbiamo scoperto di essere incredibilmente bravi nel karate. Dopo il bronzo di giovedì della genovese Viviana Bottaro nel combattimento simulato del kata, questa volta è Luigi Busà da Avola a regalare il colpaccio all'Italia. Un'impresa ancora più grande, dato che il trentatreenne ha fatto bottino pieno, portando a casa la medaglia d'oro nel kumite 75 kg. E conquistando la trentasettesima medaglia per l'Italia, che poco dopo sarebbero diventate trentotto grazie ai fenomeni della 4x100 di atletica leggera, firma il record assoluto per lo sport azzurro: mai avevamo conquistato così tante medaglie alle Olimpiadi (il precedente primato, di 36, risaliva a Los Angeles '32 e Roma '60). «È stata una figata pazzesca, sono felicissimo non solo per me, ma per tutto lo staff», le prime parole di un incontenibile Busà. «Davvero, mi sembra di non capire più niente, è stato un percorso incredibile. Sono contento per tutto il karate italiano. È bellissimo vincere qui alle Olimpiadi ed è un risultato che arriva alla fine di un anno difficilissimo, un giorno ve lo racconterò».
Secondo un medico il Covid-19 è la più grande farsa della storia curabile con le vitamine. Non ci siamo!
Analizziamo le affermazioni di un medico vicino alle medicine alternative sul “Sistema” dietro alle cure ufficiali contro il Covid-19
Tra le richieste di verifica pervenute a Open troviamo quella dell’articolo pubblicato dal sito DatabaseItalia dal titolo «Dott. Massimo Citro: “Il Covid é la più grande farsa della storia. Vi spiego cosa fare”». All’interno è presente una video-intervista al medico nel quale spiega le sue teorie sul Covid-19. L’introduzione è una esposizione di affermazioni banali sulla malattia, che nessuno ha mai negato, anche se le dinamiche su asintomatici e forme gravi sono state comunicate in maniera confusionaria a volte, non vi sono molti dubbi sul fatto che non si tratti di una malattia paragonabile all’influenza, al contrario di quanto sembra sostenere Citro. In questo articolo analizziamo le principali affermazioni riguardo alle presunte «cure censurate dall’alto», concludendo con una biografia del medico.
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