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Inter, una vittoria di cuore: Verona rimontato e battuto. Barella, magia da tre punti
La sfuriata di Conte post Dortmund probabilmente non sarà piaciuta in società, ma di certo ha scosso la squadra. Nel giro di tre giorni la parola rimonta torna ad avere un dolce sapore per l'Inter. Che ribalta il Verona nella ripresa e si riprende la vetta della classifica, almeno per una notte, nell'attesa di un possibile favore dei cugini contro la Juve domenica sera. Verre su rigore causato da Handanovic e un Hellas ben organizzato nel primo tempo fanno vedere le streghe ai nerazzurri, che nei secondi 45 minuti tuttavia salgono tuttavia di tono e di ritmo, di grinta e carattere. E confezionano l'uno-due grazie a due centrocampisti di qualità e sostanza, Vecino e Barella. Conte vuole un uomo in più là in mezzo per gennaio, ma il materiale di cui già dispone attualmente è più che pregiato. E la serata sulle montagne russe di San Siro è servita per ricordarlo.
Non solo George Soros: dagli Agnelli fino ai Sondona, ecco chi finanzia i radicali
Il Fatto quotidiano, in edicola il 9 novembre, fa i conti in tasca alla galassia radicale, scoprendo che tra i suoi finanziatori ci sono George Soros, la famiglia Agnelli e il figlio di Sindona. Soldi che arrivano anche soprattutto per l'alleanza con Più Europa. Da una parte, quindi il Partito Radicale di Rita Bernardini e Maurizio Turco, scrive Lorenzo Giarelli, con le sue 1.300 tessere e gli ultimi tre anni impiegati a ripagare i debiti, dall'altra un movimento (Più Europa) che alle Politiche ha contato su donazioni milionarie. Per le Politiche del 2018 sono stati circa 900, per un totale di 538.815 euro. C'è George Soros, che a gennaio 2019 ha sborsato 99.789 euro, stessa cifra girata dalla moglie Tamiko Bolton. Per le Europee 2019, poi, Più Europa ha potuto contare su altri preziosi proventi, come quelli di Lupo e Delfina Rattazzi, nipoti di Gianni Agnelli e sponsor rispettivamente per 5.000 e 4.000 euro; o Marco Sindona (1.000 euro), figlio di Michele e sostenitore dei Radicali fin dai tempi di Marco Pannella.
M5s, i due big sotto anonimato: "Beppe Grillo deve togliere il simbolo", verso il crac pentastellato
La rivolta, nel M5s, è da tempo a livello di guardia. Forse oltre. Nel mirino Luigi Di Maio e Beppe Grillo, i due leader che - seppur con approcci differenti - hanno portato rispettivamente il M5s a tracollare (mangiato dalla Lega di Matteo Salvini) e poi al governo con il nemico di sempre, il Pd. Il fatto che tra i grillini il dissenso trovi terreno fertile non è certo mistero. Ed è in questo contesto che va inquadrato un retroscena sul Corriere della Sera che dà conto della proposta, clamorosa, avanzata da due big del M5s sotto anonimato. Una proposta ancora non recapitata a chi di competenza, ma esplosiva: "Beppe Grillo dovrebbe toglierci il simbolo, in modo da chiudere una fase e far rinascere qualcosa di nuovo", afferma uno di loro. Dunque, il secondo, aggiunge: "Mi chiede se i gruppi rimarranno compatti? Onestamente non so dirlo".
Silvio Berlusconi, lo sfogo ad Arcore: "Chi va con Matteo Renzi è folle e traditore"
A distanza di qualche ora dalla riunione-fiume che si è tenuta venerdì 8 novembre ad Arcore, dove si è riunito il coordinamento nazionale di Forza Italia, filtrano nuove indiscrezioni relative al discorso fatto da Silvio Berlusconi al suo stato maggiore. Nel mirino del leader, Matteo Renzi e i suoi tentativi di scalata ostile al partito azzurro. "Chi sceglie di andare con Renzi non ragiona, perché va nella metà campo sbagliata e in una coalizione perdente... Ma soprattutto tradisce i nostri elettori e valori", ha tuonato Berlusconi. Dunque, il Cav avrebbe insistito sui sondaggi: "Gli ultimi danno Italia Viva tra il 3,5 e il 4%, massimo al 5 per cento. Dire addio a Forza Italia sarebbe una follia, perché significherebbe andare con lo schieramento destinato a perdere le prossime elezioni politiche", ha concluso il Cav.
Tumore, una modifica al Dna per curare il cancro. I primi clamorosi risultati su tre malati
I primi risultati dimostrano che funziona. Non si può ancora cantare vittoria definitiva contro il cancro, ma l' ottimismo è giustificato. Un' altra terapia sperimentale potrebbe aprire una strada, finora inesplorata, per sconfiggere il tumore. Si tratta di una nuova strategia, messa a punto negli Stati Uniti, che utilizza una tecnica "manipolatrice" del Dna. Lo scopo è quello di alterare le nostre informazioni genetiche in modo tale da "caricare" il sistema immunitario compromesso dalle cellule maligne e permettergli di distruggerle, annientando il cancro. La tecnica, chiamata Dna Crispr, è stata già sperimentata su tre pazienti, dando come detto risultati per ora positivi. Due dei tre pazienti avevano un mieloma multiplo, un tumore maligno del sangue, mentre l' altro un sarcoma, una forma molto rara di cancro che si forma all' interno dei tessuti molli dell' organismo.
Renzi va ospite in Francia dai rivali delle aziende italiane
Renzi è stato "ingaggiato" dal gruppo Altran per un convegno svoltosi il 19 giugno scorso all'Air Show francese, il Salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourge
Lo scorso 19 giugno l'ex premier Matteo Renzi è stato ospite in qualità di oratore di un convegno organizzato da Altran Group, multinazionale francese di consulenza operante in vari settori dell'ingegneria e della Difesa, rivale delle aziende italiane, recentemente acquisita da Capgemini per per 3,6 miliardi di euro, leader mondiale nella trasformazione digitale.
Tagadà, Jacopo Morrone: "Il Pd fa bene a stare sereno e a sottovalutarci. Come ha fatto a Ferrara e Piacenza"
Jacopo Morrone, ospite di Tiziana Panella a Tagadà, su La7, prende in giro in diretta il sindaco di Bologna Virginio Merola: "Quando corriamo, corriamo per vincere", premette il leghista. "Va bene che ci sottovalutino, fanno bene a stare sereni. Lo hanno fatto a Forlì, a Ferrara e a Piacenza e hanno avuto una sorpresa il giorno dopo. Un risultato completamente diverso da quello che davano i loro sondaggi". E ancora, conclude Morrone: "Fanno bene a sottovalutarci perché noi ce la metteremo tutta in Emilia Romagna con una classe dirigente che è cresciuta". Mentre il Pd, conclude il leghista, "ha distrutto i centri storici ha sbagliato la politica migratoria. Non è vero che tutto va bene".
Maurizio Lupi, archiviata l'inchiesta: chi si deve scusare. E vergognare
Se Lupi somigliasse al suo nome adesso dovrebbe saltar fuori dalla pellicceria in cui era finito quattro anni fa scotennato da una banda di forcaioli, e girare per Montecitorio, per tivù e giornali, a mordere i persecutori. Dovrebbe pure passare dalla Procura di Firenze se non altro a ululare, ma glielo sconsigliamo vivamente. Del resto - da buon cattolico - ha perdonato.Non solo era innocente, ma non era stato neppure indagato. Adesso si scopre che anche i suoi collaboratori erano stati coinvolti in una storiaccia di corruzione per un equivoco. Era stata «male interpretata», ha sentenziato il gip archiviandoli, una telefonata ricevuta da Lupi mentre era ministro delle Infrastrutture e Trasporti.Non indagato e cacciato via come un cane malato dal consesso degli onesti, ben prima che si dimettesse.
Dritto e rovescio, Debora Serracchiani: "Non partecipiamo più ai programmi che incitano all'odio"
È il loro modo di essere democratici: sottrarsi al confronto, rifiutare la dialettica politica, evitare di frequentare luoghi non dichiaratamente schierati a loro favore. In nome di questo principio la deputata dem Debora Serracchiani ha lanciato il suo editto via Twitter con cui chiede «alle colleghe del Pd di disertare le trasmissioni televisive che incitano all' odio e alla violenza»; appello prontamente rilanciato dal segretario del Pd Zingaretti che deve essersi sentito coinvolto in prima persona, chissà se credendosi donna o credendosi leader del partito Il riferimento della Serracchiani era alla trasmissione di due giorni fa "Dritto e rovescio", condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4: durante il programma un certo Massimiliano Minocci, detto Er Brasiliano, si è rivolto alla giornalista Francesca Fagnani dicendo frasi tipo
Luigi Di Maio smascherato a Piazzapulita da De Angelis: "Impazzito, come ha minacciato i ministri"
A quanto riferisce Alessandro De Angelis, vicedirettore di Huffington Post, a Piazza Pulita, l'ultimo Consiglio dei ministri avrebbe fatto emergere le profonde spaccature dentro il governo in merito alla risoluzione della crisi Ilva. "Luigi Di Maio è impazzito", dice De Angelis, in quanto una schiera di ministri - tra cui Giuseppe Provenzano, ministro del Sud e presente negli studi di La7 - avrebbe presentato una mozione a favore del ripristino dello scudo penale per ArcelorMittal. Ciò si rende necessario, pensano i ministri, per trattenere l'investitore e togliere il pretesto alla multinazionale franco-indiana per abbandonare gli stabilimenti tarantiniMentre il premier Giuseppe Conte cercava di calmare i toni, dando "un colpo al cerchio e uno alla botte" - aggiunge De Angelis - , Luigi Di Maio, contrario a concedere l'immunità ad ArcelorMittal, avrebbe minacciato i colleghi di alzarsi e andare via. Sul dossier Ilva, divenuto emergenza nazionale, il governo non ha una strategia chiara, anzi litiga. L'empasse domina la scena.
Lilli Gruber, fuori da Otto e mezzo in pantaloncini cortissimi: mai vista, pizzicata da Signorini al parco
Momento di relax per Lilli Gruber, pizzicata a Villa Borghese in compagna del marito Jacques Chamelot dai paparazzi di Chi, per la gioia del direttore Alfonso Signorini. Lontano dagli studi di Otto e mezzo che la vedono impegnata 6 sere a settimana, la conduttrice di La7 si dedica alla cura del corpo e dello spirito sottoponendosi a una sfiancante sessione di ginnastica e stretching nel polmone verde della Capitale.Dimenticate tailleur, giacche e completini, in privato la Gruber si concede un paio di pantaloncini cortissimi e una tenuta molto hi-tech, con occhiali da sole che come nota Dagospia "paiono usciti da un film di fantascienza". A 62 anni, e al netto delle polemiche sui ritocchini, complimenti per il fisico.
Carlo Calenda a Omnibus scatenato contro Michele Emiliano: "Ha fatto di tutto per cacciare Arcelor Mittal" 9 Novembre 2019 Sul banco degli imputati per la grande fuga di Arcelor Mittal dall'Italia, oltre a svariati grillini, c'è il governatore della Pugli
Sul banco degli imputati per la grande fuga di Arcelor Mittal dall'Italia, oltre a svariati grillini, c'è il governatore della Puglia, Michele Emiliano. E proprio Emiliano finisce nel mirino di Carlo Calenda, il leader di Siamo Europei, ospite a Omnibus su La7: "Ha fatto di tutto per far scappare Mittal", picchia subito durissimo Calenda contro Emiliano e il governo giallorosso. "Emiliano ha fatto qualunque cosa per far andar via Mittal. Come fa a parlare di difendere il contratto? C'è un problema di schizofrenia in questa vicenda per cui si dice una cosa e poi se ne fa un'altra", rimarca Calenda. Dunque, le aspre critiche all'apertura circa la nazionalizzazione dell'industria, in un monologo assolutamente scatenato.
Sondaggio Index Research, effetto-Ilva: il governo giallorosso a picco, godono Lega e Salvini
I sondaggi di Index research per Piazza Pulita mostrano un panorama elettorale abbastanza chiaro: la Lega acquista consenso, il Movimento 5 stelle lo perde, fiaccato dalla gestione del caso Ilva. Infatti, secondo il campione intervistato, la Lega si attesterebbe al 33.7% (+0.2% rispetto alla settimana scorsa), mentre il principale partito in Parlamento, il Movimento 5 stelle, sarebbe in picchiata (17.4 % , -0.4% in una settimana). Stabili gli altri azionisti del governo: Pd al 19.3% (+0.1%) e Italia Viva al 5%. Ugualmente stabili i partiti del centrodestra (Fratelli d'Italia all' 8.6% , Forza Italia al 6.4%). Mentre i partiti minori (Più Europa, Verdi e altri di sinistra) potrebbero contare sul 2% dei suffragi ciascuno. Interessante anche la proiezione sulle due coalizioni principali: quella di centrodestra in vantaggio sulla galassia che sostiene il governo Conte (rispettivamente 48.7% e 43.9%).
Annalisa Chirico: "Cosa c'è dietro il sì di Matteo Salvini a Mario Draghi al posto di Sergio Mattarella"
Perché Matteo Salvini ha detto sì a Mario Draghi come candidato alla presidenza della Repubblica dopo Sergio Mattarella? Secondo Annalisa Chirico c'è una ragione ben precisa che la giornalista scrive in un post pubblicato sul suo profilo Twitter: "Il 'why not' di Salvini sulla eventuale futura elezione di Draghi al Quirinale è il segno di una svolta", afferma la Chirico. Il leader della Lega e il suo partito, infatti, "potrebbero sostenere Draghi", ovvero, "l'uomo che ha salvato l'euro". E non è così bizzarro. Perché, conclude la giornalista, "Certe cadute ti insegnano che un leader dura se è capace di costruire per il proprio Paese".
Giulio Tremonti: "Il vero devastante errore dietro l'Ilva, come se ne esce adesso"L'"errore" sull'Ilva è a monte. "Non so se fu fatto con la privatizzazione. Di certo è accaduto con la vendita agli indiani", sostiene l'ex ministro dell'Economia Giulio Tre
L'"errore" sull'Ilva è a monte. "Non so se fu fatto con la privatizzazione. Di certo è accaduto con la vendita agli indiani", sostiene l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, in una intervista a La Stampa. Tremonti critica la scelta del governo di centrosinistra di cedere ad ArcelorMittal gli stabilimenti dell'Ilva al termine di una gara persa dalla cordata appoggiata dalla presenza pubblica di Cdp. "Non si è mai vista una operazione in cui la francese Caisse de depot o la tedesca Kfw escano perdenti, la mano pubblica ha perso, quella indiana ha vinto e questo è un aspetto estremamente anomalo e opaco", spiega ribadendo come "la soluzione di mercato non è sufficiente""Se lo Stato partecipa a una vendita è perché ritiene ci sia un interesse pubblico da difendere, se non l'ha difeso allora vuol dire che si sono accumulati una catena devastante di errori politici", dice ancora.
Alessandria, confessa il proprietario della cascina: "L'ho fatto per avere i soldi della assicurazione"
Giovanni Vincenti era pieno di debiti e aveva deciso di frodare l'assicurazione. Ha infatti confessato il proprietario della cascina esplosa di Quargnento (Alessandria) che ha provocato la morte dei tre vigili del fuoco. Vincenti è crollato dopo un interrogatorio di dieci ore da parte dei carabinieri del comando provinciale di Alessandria. L'uomo ha rivelato di aver avuto solo l'intenzione di danneggiare la cascina, senza volontà di ferire o uccidere. Indagata a piede libero anche la moglie. "Il timer era stato settato all'1.30, ma accidentalmente c'era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimè, ha allertato i vigili del fuoco", ha affermato il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri. Alla domanda se sia coinvolto anche il figlio di Vincenti, Stefano, il comandante provinciale dei carabinieri di Alessandria, il colonnello Michele Angelo Lorusso, ha risposto con un "No comment", mentre il procuratore Cieri ha sottolineato: "Le indagini proseguono"L'esplosione doveva essere una sola ma l'errore nella programmazione del timer, collegato alle bombole del gas, ha provocato poi la strage. La tragedia, infatti, si poteva evitare. "Quella notte Vincenti era stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato - spiega sempre il procuratore di Alessandria - Vincenti però non ha detto che all'interno della casa c'erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas.
L'attacco choc a Salvini sul web: "Spero che sarai ricoperto di m..."
La risposta del leghista: "A differenza di una sinistra che odia, noi parliamo di futuro, di valori, di rispetto, di lavoro, bellezza e sicurezza"
Attaccare Matteo Salvini magari su delle proposte o su alcune idee? Macché! La sinistra preferisce lo scontro verbale ricorrende spesso a linguaggi diplorevoli.
Non c'è un giorno in cui il leader della Lega non sia sottoposto a offese e minacce varie. Il caso più recente è il post di un certo Braschi, venuto a conoscenza della visita dell'ex ministro dell'Interno alla fiera di San Martino di Santarcangelo: "Caro Matteo Salvini, pare che questa domenica sarai a Santarcangelo, il paese dove sono nato e cresciuto, dove sta il mio cuore e il tipo di società in cui credo. Dove resiste ancora un esempio di mondo e di esseri umani che non cercano nemici da combattere e
Iwobi: "Insulti razzisti da sinistra: mi chiamano 'negro da cortile'"
Duro sfogo del senatore leghista di origini nigeriane contro gli insulti ricevuti sul web dagli antirazzisti di sinistra: "Sono arrivati al punto da definirmi 'negro da cortile' solo perché la penso diversamente da loro. Ma i giornali non lo dicono"
"I cosiddetti antirazzisti mi chiamano ''nero di Django, 'negro da cortile', 'negro-verde asservito', 'manichin', e in tanti altri inaccettabili modi. Li querelerò. Perché nessun giornale ha mai mostrato il minimo interesse o la volontà di stigmatizzare queste barbarie?". È il succo del durissimo sfogo affidato al suo profilo Facebook dal senatore della Lega, di origini nigeriane, Tony Iwobi.
"Eviti di venire", "Un mio diritto". E ora l'Anpi vuole zittire Salvini
L'associazione dei partigiani non gradisce la presenza di Salvini alla Fiera di San Martino. Ma lui: "Ci sarò"