Basta essere contro l’utero in affitto, o dire di credere ancora nella famiglia tradizionale. Basta criticare le adozioni gay. O dire che i termini madre e padre non possono essere cancellati con un colpo di penna. E arriva il bollino rosso su internet. Come? Esiste una estensione di Google Chrome che si occupa di segnalare in rosso nomi e pagine di utenti ritenuti colpevoli di omofobia. In pratica una lista di proscrizione prima che entri in vigore la legge Zan. Si chiama Shinigami Eyes e così viene definito: “un componente aggiuntivo del browser che evidenzia pagine e utenti di social network transfobici e trans-friendly con colori diversi”. Il colore rosso indica omofobia, il verde indica siti e persone trans-friendly. Bollati col rosso politici come Matteo Salvini e Giorgia Meloni o come l’ex ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. E testate non allineate come La Verità e Libero. E ancora Vittorio Sgarbi e Vittorio Feltri, Mario Giordano e Paolo Del Debbio.
Pillon: stigma sociale come con gli ebrei
“Ovviamente io sono in cima alla lista – commenta il leghista pro-family Simone Pillon – con un bel rosso carminio che spicca in ogni mia pagina o contenuto. Mi consola essere in buona compagnia, con tanti amici della Lega, tutti i ragazzi e le ragazze del family day e perfino qualche femminista ritenuta TERF (cioè contraria a riconoscere i trans come femmine). Questa storia mi ricorda, sia pur con un ben diverso livello di violenza, quella di un pazzo criminale che costrinse i figli d’Israele a cucirsi una stella gialla sul petto. Si comincia così, puntando il dito e marcando con un colore diverso per evidenziare lo stigma sociale. Sappiamo come finisce. Tutto questo accade oggi, mentre la legge zanscalfarottoboldrini ancora non è in vigore. Immaginate domani…”.