capture 020 20072020 121451Basta essere contro l’utero in affitto, o dire di credere ancora nella famiglia tradizionale. Basta criticare le adozioni gay. O dire che i termini madre e padre non possono essere cancellati con un colpo di penna. E arriva il bollino rosso su internet. Come? Esiste una estensione di Google Chrome che si occupa di segnalare in rosso nomi e pagine di utenti ritenuti colpevoli di omofobia. In pratica una lista di proscrizione prima che entri in vigore la legge Zan. Si chiama Shinigami Eyes e così viene definito: “un componente aggiuntivo del browser che evidenzia pagine e utenti di social network transfobici e trans-friendly con colori diversi”. Il colore rosso indica omofobia, il verde indica siti e persone trans-friendly. Bollati col rosso politici come Matteo Salvini e Giorgia Meloni o come l’ex ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. E testate non allineate come La Verità e Libero. E ancora Vittorio Sgarbi e Vittorio Feltri, Mario Giordano e Paolo Del Debbio.

Pillon: stigma sociale come con gli ebrei

“Ovviamente io sono in cima alla lista – commenta il leghista pro-family Simone Pillon – con un bel rosso carminio che spicca in ogni mia pagina o contenuto. Mi consola essere in buona compagnia, con tanti amici della Lega, tutti i ragazzi e le ragazze del family day e perfino qualche femminista ritenuta TERF (cioè contraria a riconoscere i trans come femmine). Questa storia mi ricorda, sia pur con un ben diverso livello di violenza, quella di un pazzo criminale che costrinse i figli d’Israele a cucirsi una stella gialla sul petto. Si comincia così, puntando il dito e marcando con un colore diverso per evidenziare lo stigma sociale. Sappiamo come finisce. Tutto questo accade oggi, mentre la legge zanscalfarottoboldrini ancora non è in vigore. Immaginate domani…”.

 

Anche la giornalista di sinistra Marina Terragni, incappata nel bollino rosso perché contraria alla legge Zan contro la omotransfobia, è scandalizzata dalla schedatura delle idee e titola il suo commento su Fb “La lettera scarlatta”, in riferimento al romanzo di Hawthorne: “C’è una estensione di google – scrive Terragni – già scaricata da più di 20000 persone, che fa comparire in rosso i nomi delle-gli utenti di Facebook bollati come Terf (Femministe Radicali Trans Escludenti, a loro dire): così viene definita-o chi pensa che l’utero in affitto sia una abominio, chi ritiene che la prostituzione non sia un lavoro come un altro, chi lotta contro la somministrazione di ormoni a bambine e bambini dal comportamento non conforme, chi si oppone al cosiddetto self-id: la libera determinazione del genere a cui appartenere senza alcun atto pubblico.  A che cosa serve segnalarci? Che uso si intende fare di questa segnalazione?”.
www.secoloditalia.it