capture 025 20072020 175524Il viceministro Laura Castelli "chieda scusa. Si apre con questo cartello la manifestazione voluta dal neo nato movimento M.I.O. che oggi ha chiamato in piazza Montecitorio un centinaio di persone. Erano in realtà molte di più le adesioni ma la Questura ha dato l’ok per questo numero viste le necessarie norme sul distanziamento da rispettare in era Covid.

Hanno scelto il nome Invisibili per scendere in piazza perché si sentono trascurati, non visti e soprattutto offesi dalla parole della viceministra Castelli che nonostante la smentita sulle pagine di questo giornale, aveva detto loro in sostanza di cambiare mestiere vista la situazione post pandemia che mette a rischio migliaia di attività. «Parole a dir poco assurde - fa sapere Paolo Bianchini, Presidente del Movimento - che hanno ottenuto la giusta indignazione da parte della categoria e che non potevano, però, passare inosservate da chi in questo momento sta facendo una fatica assurda a mantenere in piedi l’attività. Di voglia di lavorare ce ne è tanta, ma se non c’è liquidità né la prospettiva minima di clienti che consumano nei locali, come si può chiedere a questa categoria di dare oltre o addirittura di cambiare mestiere?». Per carità il settore sa bene che un cambiamento nel modo di operare ci dovrà per forza essere. 

 

«Non siamo certo fermi ad aspettare di chiudere – incalza Roberta Pepi, segretario nazionale e coordinatrice per Roma di M.I.O. - nel mio piccolo, nel mio ristorante in via Panisperna, ho per esempio adottato una tipologia di menù non digitale ma rispettosa delle regole anti Covid che il cliente può portarsi a casa ma che resta cartaceo. Un modo per continuare a fidelizzare chi consuma nel mio esercizio perché sono profondamente convinta che la nuova strada passi per una maggiore qualità e un migliore rapporto con la clientela». Altro che cambiare mestiere. I ristoratori, gli chef e tutto l’indotto del settore non ci pensa proprio. Vuole sopravvivere e continuare a far sentire forte e chiara la propria voce. L’indignazione alle dichiarazioni di un’importante figura del Governo è stata praticamente unanime. Ciò nonostante chi manifesta oggi in un luogo emblematico come Montecitorio altro non vuole che un incontro proprio con la viceministra chiamata in causa. Soprattutto perché ci sono scadenze fiscali importanti da onorare tra pochi giorni e i ristoratori non vedono proprio come ce la potranno fare a pagarle. «Altro che sospensione dei pagamenti – tuona Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti, che condivide la protesta di questa mattina – se da una parte il Governo dice di essere al nostro fianco, dall'altra non fa altro che posticipare di qualche mese scadenze fiscali che oggettivamente gran parte di noi non sarà in grado di pagare. E poi cosa succederà, ci chiameranno evasori?».

Ci sono ristoratori, baristi, titolari di esercizi di somministrazione non solo romani ma anche provenienti da altre zone d’Italia. Si sentono abbandonati, dimenticati e ora anche offesi dalle parole della viceministra grillina che invitava loro a esercitare nuove forme di business visto che nulla può essere come prima. “Vero”, le rispondono in piazza “ma forse l’esponente del Governo non lo sa che lo stiamo già facendo. Il problema però ora è sopravvivere”. Sono in tanti ad essere preoccupati anche della cig scaduta e non ancora prorogata così come del problema degli affitti e delle scadenze fiscali che si dicono non in grado di pagare. La speranza è quella di essere ricevuti dal Governo e trovare insieme altre forme di sostengono rispetto a quelle elaborate fino ad oggi, che la categoria giudica assolutamente insufficienti.

di Damiana Verucci per www.iltempo.it