capture 026 04082020 102129È finita, grazie a Dio, la inevitabile kermesse del Festival di Sanremo che, anche quest’anno e nella migliore tradizione, ha visto il fior fiore della intellighentia radical chic filo comunista italiana esibirsi, a spese di noi contribuenti, sul Palco dell’Ariston per sponsorizzare il Partito Democratico a un mese dalle elezioni. E così abbiamo avuto l’outing di Ornella Vanoni che ha confessato, cosa che ci rafforza nelle nostre convinzioni di destra, di votare per Matteo Renzi. Poi abbiano avuto Fiorella Mannoia che condannava gli esperimenti atomici francesi ma non quelli cinesi, che ha pianto lacrime intellettuali per i clandestini. E infine abbiamo avuto l’assolo di Pierfrancesco Favino, che ha commosso fino alle lacrime tutta la sinistra nostrana. La maggioranza degli italiani normali, che assolutamente non si riconosce in queste posizioni, si è indignata e arrabbiata ma occorre dire che, purtroppo, non si riesce ad andare molto oltre le parole. Sì, perché il mondo della cultura e dello spettacolo italiano e la Chiesa cattolica attuale hanno una cosa in comune. Professano idee di sinistra, ma quando si tratta di incassare fanno molto affidamento sulla destra. Ossia: la Chiesa bergogliana è tutta a favore della immigrazione incontrollata, dell’invasione africana, delle frontiere aperte, dei “ponti”, e si oppone decisamente a qualsiasi norma che possa regolare il fenomeno accusando di razzismo quelli che, invece, legittimamente e giustamente, ritengono che il fenomeno vada controllato e circoscritto. Il Papa è giunto a minacciare l’inferno e la dannazione eterna a tutti coloro che si rifiutano di accogliere i clandestini nelle loro case affermando, in modo storicamente del tutto inesatto, che anche Giuseppe e Maria erano dei migranti. Questa Chiesa così schierata a sinistra, però, non ha nessuna difficoltà ad accettare soldi e finanziamenti da noi cittadini di destra, anzi è ben felice di riceverli fedele al motto che pecunia non olet. Stesso discorso vale per gli attori, gli scrittori e i cinematografari italioti. Sono al novanta per cento di sinistra, odiano e disprezzano chi non la pensa come loro. Ci accusano di essere razzisti, ottusi, di idee ristrette, egoisti o peggio ancora fascisti o nazisti.

 

Scrivono libri e fanno film dove i buoni e i simpatici sono sempre di sinistra e i cattivi e antipatici sono sempre di destra. Boicottano in modo selvaggio quei pochi artisti o intellettuali che non la pensano come loro impedendogli, di fatto, di lavorare. Però, quando pubblicano un libro o fanno un film pregano il Signore onnipotente che anche quelli di destra acquistino il loro capolavoro o vadano a vedere il loro film. Prendiamo, ad esempio, l’ultimo film in uscita nelle sale in questi giorni del regista Muccino. Il cast è rigorosamente di sinistra. Tutti gli attori sono simpatizzanti del Partito Democratico e nemici giurati di Berlusconi, della Meloni o di Salvini. E che dire di Daniele Lucchetti che ha fatto un film agiografico in cui si esalta acriticamente la figura di Papa Bergoglio? Ed allora il punto è che noi popolo di centro destra dobbiamo passare rapidamente e decisamente dalle parole di sdegno ai fatti concreti. Non è più sufficiente scrivere la lettera al Direttore o mettere un post arrabbiato su Facebook o su Twitter. Occorre colpire questi signori là dove fa loro più male: nel portafoglio. Ed allora basta dare soldi alla Caritas, a Sant’Egidio ed alle altre organizzazioni della Chiesa cattolica apertamente schierate a sinistra ed in favore della immigrazione selvaggia. L’otto per mille si può dare allo Stato o alla Chiesa Ortodossa e perfino ai Buddisti. E quanto ai nostri cinematografari radical chic con la casa a Capalbio o a Porto Cervo e la macchina fuori serie iniziamo a boicottarli seriamente. Esce un film con Favino o Stefano Accorsi? Non lo vado a vedere. Esce un film di Muccino e Lucchetti? Mi astengo dall’andare a vederlo. Esce un cd della Mannoia? Non lo compero. Solo in questo modo riusciremo a far giungere a questi signori un messaggio chiaro e deciso. Quando i loro film si vedranno gli incassi dimezzati forse capiranno. Quando i loro libri e i loro cd rimarranno invenduti sugli scaffali dei negozi forse capiranno. Noi consumatori abbiamo il coltello dalla parte del manico. Non acquistiamo più i loro prodotti e vedrete che il messaggio giungerà a destinazione, perché è vero che i nostri amici radical chic amano i migranti, ma è altrettanto vero che amano ancora di più i soldi.

di Giancarlo Cremonini per www.secoloditalia.it