Quando arriva il secondo, il “maestro di cerimonie” si avvicina sorridendo al tavolo dei single e chiede agli uomini di scambiarsi i posti. Al dolce si fa un altro giro di sedie e al caffè arriva il momento più desiderato e più temuto: lo scambio dei numeri di cellulare. Nella pizzeria vicino a via Nizza, a Torino, l’atmosfera della cena per single è ormai rilassata: gli uomini hanno avuto modo di parlare con tutte le donne presenti, e viceversa. Hanno tutti passato i 48 anni, anche se molti sembrano trentenni incapaci di invecchiare. Superato ogni imbarazzo iniziale, una signora che dice di essersi “dimenticata” di sposarsi mostra il video in cui si scatena in un ballo Lindy hop, un’altra un sito che promuove il suo romanzo fantasy, scritto nelle pause del lavoro da operatrice museale. Un habitué di queste serate racconta della sua associazione di scapoli incalliti, “I Figos”. Gira la foto dell’ultimo possibile buon partito di una commensale, le signore osservano con attenzione, commentano, ma è chiaro che nessuna lo sposerebbe. «Ci vuole ben altro». 

Vita da single nell’Italia che cambia stato di famiglia a una velocità impressionante. Secondo l’Annuario 2016 dell’Istat, i single non vedovi sono più che raddoppiati in vent’anni: ora è un esercito di 4,8 milioni di persone, il 7,9% della popolazione. Ma se aggiungiamo vedovi e divorziati che non si sono risposati, celibi e nubili che non vivono nella famiglia di origine, monogenitori con figli, allora il numero delle persone sole in Italia sfiora gli 8 milioni, il 13%, e le famiglie composte da un solo membro sono quasi un terzo del totale. 

Pochissimi dichiarano di essere soli per scelta. Di solito, dicono con una battuta, lo sono “per scelta degli altri”. Festeggiano San Faustino il 15 febbraio invece di San Valentino il 14, ma non rimpiangono la vita coniugale alle spalle e non invidiano più di tanto chi torna a casa la sera e trova accesa la luce. Malgrado i 4.600 matrimoni in più nel 2015 rispetto al 2014, l’Istat ammette che le famiglie unipersonali sono destinate ad aumentare assieme alle “libere unioni”, un milione di coppie che non sono ancora convolate a nozze e forse non lo faranno mai. Se la tendenza trovasse conferma nei prossimi decenni, «la metà delle donne che appartengono alla generazione del millennio non si sposerà nel corso della sua vita». 

Cuori solitari? No  

È un fenomeno che preoccupa la Chiesa, allarma i demografi e segue una sua inarrestabile evoluzione. Presto diventerà un nuovo business. Basta iscriversi via internet a uno degli eventi per persone sole per essere bombardati di mail sui viaggi per single, crociere per single, feste per single, occasioni per conoscere altri single. 

La cena di cui sopra è stata promossa da vitadasingle.net, organizzazione con base a Torino che in 16 anni ha organizzato 940 eventi e vacanze ai quali hanno partecipato oltre 86 mila persone. L’ultimo, il cenone di Capodanno, 135 euro compreso il “giro di tavolo” e le “schede di valutazione” con i giudizi finali che hai dato e ricevuto. Ci si iscrive online, si paga subito o in certi casi al ristorante nelle mani degli addetti del sito, e ci si siede a un tavolo di sconosciuti e sconosciute, selezionati in base all’età e con un matematico rispetto delle quote rosa. 

Alla fine ti accorgi che nessuno cerca l’anima gemella, ma una persona simpatica da coinvolgere nel tempo libero e nello sport, da chiamare per una cena o una serata in compagnia o al massimo per una vacanza. Ed è questo il salto che il marketing delle persone sole sta cercando di compiere: andare oltre l’agenzia matrimoniale e soddisfare il bisogno di distrazione e di divertimento senza ghettizzare i single nella categoria un po’ malinconica dei “cuori solitari”. 

Chi sono i single? Nemmeno l’Istat ha dedicato loro uno studio ad hoc. Annota che i single non vedovi sono più uomini che donne (il 55,3%), mentre i monogenitori sono all’86,1% mamme sole. Nell’ultimo decennio è aumentata l’occupazione delle donne single mentre è calata quella degli uomini. Nel 2014 il reddito del single in età attiva era mediamente di 17.466 euro, più alto di quello di un coetaneo che vive in famiglia. Senza figli da mantenere, il potere d’acquisto di molti single e soprattutto il maggiore tempo libero a disposizione potrebbero sviluppare nuovi consumi, ma il mercato sembra penalizzarli applicando spesso e volentieri una sorta di tassa anti-single, dal supplemento per la camera singola alla mancanza di promozioni per chi è solo in viaggio, al ristorante o al supermercato. 

Il record della Liguria  

Il dato sorprendente è quello della Liguria. Con 2,1 componenti per famiglia contro una media nazionale di 2,4, la regione è in testa, con la Valle d’Aosta, nella statistica delle famiglie unipersonali: 316 mila liguri stanno per conto loro. All’ultimo censimento erano il 40,86%, quasi dieci punti in più del dato italiano e il 7% in più del censimento precedente. Da che cosa dipende? Se consideriamo la popolazione sopra i 30 anni, i celibi e le nubili sono un punto in più del dato italiano, i divorziati due e i vedovi altrettanto, mentre i coniugati o conviventi sono il 5% in meno. Eppure ci sono ben poche occasioni di vita e di tempo libero per le persone sole in Liguria. 

Al Tiger Spot, il locale di via San Vincenzo a Genova, ogni secondo sabato del mese organizzano uno speed-date, ossia un incontro ravvicinato e velocissimo fra sconosciuti. Hai sei minuti per presentarti e renderti interessante a una persona, scrivi “Sì” su una scheda se vuoi rivederla, poi passi a un altro tavolino e alla fine vedi quanti giudizi positivi (match) si sono incrociati. Tiger Spot ha dedicato uno di questi appuntamenti agli ultra-sessantenni. C’è stata molta partecipazione, ma sono arrivate soprattutto donne, determinate a fare in pochi minuti nuove conoscenze. Gli uomini si sono tenuti alla larga. «Vanno molto bene gli speed-date per i giovani, ed è stato un successo quello che abbiamo dedicato a gay e lesbiche – spiega Sabrina Losciale, organizzatrice di eventi per Tiger, 31 anni, “felicemente convivente” –. Lo speed-date è un gioco breve ed effimero. Serve per conoscere e prendere contatto. Poi tutto può succedere».

di Alessandro Cassinis per lastampa.it 

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