capture 031 03122020 152020Quante volte hai letto o sentito frasi del tipo “Viaggiare fa bene alla salute”, oppure ti sei rivolto a un amico iniziando con “Avrei proprio bisogno di un bel viaggio”? Per non parlare dei social, in cui sei costantemente bombardato dalle foto dei tuoi amici di ritorno dalla vacanza “trasgressiva” ad Amsterdam, o dal viaggio romantico a Lisbona, che altro non fanno che aumentare il tuo desiderio di partire. Hai già voglia di prendere il primo volo, vero? Se non sei ancora convinto senti allora cosa ha da dire la scienza in merito.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che viaggiare è strettamente legato (correlato ad essere scientifici) al proprio benessere psicofisico. In particolare è possibile elencare sette ragioni fondamentali per cui viaggiare è un toccasana per la tua salute psicologica:

 

1. Riduce lo Stress

Partiamo dalla ragione più nota: viaggiare è un ottimo modo per sfuggire agli impegni della vita quotidiana. Quando siamo in viaggio sospendiamo per un po’ le regole di tutti i giorni, siamo più indulgenti sull’ora di andare a dormire, su quella di alzarci, sulle cose da fare… non abbiamo nessun obbligo, nessun dovere; ecco perché percepiamo quella bellissima sensazione di rilassamento che aiuta a eliminare lo stress. Numerose ricerche scientifiche hanno, ad esempio, riconosciuto l’effetto benefico che il contatto con la natura ha nel migliorare il benessere psicologico. Ed ecco che, se siamo particolarmente tesi e spossati, scegliere mete del viaggio con ambienti naturali, con la presenza di vegetazione, ma soprattutto di corsi d’acqua, ci aiuta a diminuire lo stress e a tornare a casa più rilassati. Questo però non depone a sfavore delle aree urbane che hanno comunque meritato l’attenzione da parte dei ricercatori, i quali hanno evidenziato come città con parchi, viali alberati, ecc., ricevano valutazioni più alte rispetto alle città circondate solo da palazzi e cemento, aiutando a diminuire lo stress delle persone che li visitano.

2. Migliora la Capacità di Problem Solving

Aristotele definì il benessere non come la mera ricerca del piacere, ma come un esercizio quotidiano mirato al raggiungimento di uno scopo. Se inteso in questo modo, viaggiare rappresenta una delle attività di decision making per eccellenza: pensiamo ad esempio a tutti i piccoli gesti con i quali, giorno dopo giorno, mettiamo insieme i pezzi del nostro viaggio (dalla scelta della meta, alla pianificazione dell’itinerario, all’acquisto dei biglietti) fino alla partenza vera e propria. In questo senso il viaggio è un vero e proprio “progetto personale” (meglio ancora se condiviso) che sviluppa la capacità organizzativa e di problem solving, oltre a migliorare la percezione di noi stessi e del controllo che abbiamo sull’ambiente esterno.

3. Ci Rende Più Creativi

Come la scienza ha ormai ampiamente dimostrato, il nostro cervello è un organo altamente sensibile al cambiamento e capace di adattarsi in situazioni nuove: gli studiosi la chiamano neuroplasticità. Proprio come un muscolo, tuttavia, questa capacità va allenata. Secondo Adam Galinsky della Columbia Business School, l’esperienza del viaggio è un’incredibile palestra per il cervello, il quale è indotto ad adattarsi rapidamente alla lingua e ai costumi del paese che visitiamo. Viaggiando quindi, non solo ampliamo la nostra visione del mondo e cioè letteralmente “apriamo la mente”, ma sviluppiamo anche una maggiore attitudine al cosiddetto pensiero laterale, ovvero più inclini all’elaborazione di soluzioni creative, che ci aiuteranno ad affrontare meglio e con più slancio le difficoltà quotidiane.

4. I Soldi Non Danno la Felicità, Viaggiare Sì

La società consumistica ci spinge costantemente a credere che la chiave della felicità stia nell’accumulo di quantità sempre maggiori di beni, i quali cambiano e si rinnovano con una velocità maggiore rispetto al passato. Beh, mi dispiace deluderti, ma la scienza non è d’accordo, anzi ha dichiarato il contrario, ossia che l’impulso “materialistico” è dannoso nel lungo termine per il benessere psicologico individuale. Viceversa è stato dimostrato che investire il proprio denaro in esperienze di vita ci rende più felici. In base a un esperimento condotto dall’Università di Stato di San Francisco le persone che spendono i propri soldi in esperienze (come viaggiare, andare al cinema, fare rafting, ecc.) piuttosto che nell’acquisto di oggetti di consumo, dichiarano poi di sentirsi più felici e hanno la sensazione che il loro denaro sia stato meglio speso. La conclusione dei ricercatori è che l’acquisto di beni materiali ci fa provare un intenso piacere legato all’atto dell’acquisto il quale, tuttavia, svanisce rapidamente e deve essere rimpiazzato da un nuovo acquisto; al contrario le emozioni e le sensazioni provate grazie alle esperienze si fissano nella memoria a lungo termine e il semplice ricordo del momento felice ci susciterà la stessa gioia ovunque noi siamo, accompagnandoci per tutta la vita.

5. Aiuta a Conoscersi Meglio

Studi psicologici dimostrano che esiste una relazione tra la personalità e il grado di benessere che proviamo in uno specifico luogo. Detto in altri termini: “siamo i posti che visitiamo”. Sonnenfeld, nel 1969, inserisce la mobilità sociale nel suo Environmental Personality Inventory, ovvero quel tratto di personalità dell’individuo che riguarda il grado di interesse personale per la scoperta di ambienti nuovi e distanti dalla sicurezza del “focolare domestico”. Ambienti più stimolanti e avventurosi sono di solito valutati più positivamente da soggetti che amano avere un grado alto di attivazione e quindi sono più propensi a cercare situazioni non familiari e rischiose; viceversa ambienti meno attivanti sono preferiti da soggetti che amano la tranquillità e le situazioni note. Seppur con diverse sfumature viaggiare è comunque di per sé un’esperienza “avventurosa”, che ci espone a situazioni impreviste in misura molto maggiore che nel quotidiano. Cercare di controllare tutto magari riuscirà bene ad alcuni nelle faccende di tutti i giorni, ma quando viaggiamo siamo più vulnerabili e che ci piaccia o no mettiamo alla prova noi stessi, uscendone ogni volta cambiati.

6. Arrichisce il Bagaglio Culturale

Un aspetto molto importante spesso sottovalutato dalle persone, ma molto analizzato e studiato dagli psicologi ambientali è la dimensione del ricordo. Viaggiare ci permette di vivere esperienze, incontrare persone, conoscere usanze e costumi nuovi. In questa fase vi è un integrazione tra quello che è successo durante il viaggio e la nostra vita quotidiana, tra quello che conoscevamo prima e quello che abbiamo appreso; è ciò che permette di creare la cosiddetta “memoria ambientale” dei luoghi. In questo modo siamo in grado di riportare a casa qualcosa dal viaggio, anche solo una piccola parte del luogo visitato. Un esempio classico è il ricordo delle esperienze gastronomiche: se siamo appassionati di cucina, una volta tornati vorremmo rifare le pietanze assaggiate durante il viaggio.

7. Rinforza le Relazioni e Ci Fa Sentire Più Sicuri

Condividere le esperienze vissute permette di consolidare le relazioni migliorando anche il grado di soddisfazione che traiamo da esse. Il racconto dell’esperienza di viaggio, attraverso la condivisione di foto, video, souvenir, ci fa sentire gratificati delle esperienze fatte. Secondo un sondaggio condotto dalla US Travel Association, il racconto delle esperienze del viaggio ha un effetto repentino sul proprio benessere mentale e permette di incrementare la nostra autostima.

Insomma è universalmente e scientificamente riconosciuto che viaggiare è una attività che migliora la nostra salute mentale. Non ha nessuna importanza se la meta è dall’altra parte del mondo o è la città nella nostra provincia che non vediamo da tanto tempo, viaggiare aumenta la soddisfazione, il piacere e quindi il benessere. Tali sentimenti vengono quindi legati al movimento che stimola l’auto-realizzazione e quindi una crescita personale. Vi riporto un esempio per chiarire quanto appena detto: viaggiare è come quando saliamo su una bicicletta e non importa dove stiamo andando, ma ci stiamo muovendo e quello che è importante è la bellezza del vento tra i capelli e la sensazione di libertà che ci regala. Quando rientriamo dobbiamo essere bravi a mascherare quella sensazione di estasi e disorientamento, ma poi chi se ne frega, in fondo ci basterà un sorriso a giustificarci con amici e colleghi e soprattutto tre immancabili parole: “Sono appena tornato”.