capture 065 22122020 115033C'era una legge molto severa dal punto di vista penale che puniva con il reato di peculato tutti gli albergatori che non versavano come dovuto la tassa di soggiorno nelle casse del comune dove era situata la struttura. Quella legge non c'è più, cambiata dalla famosa norma “salva-suocero” inserita del decreto legge rilancio, che depenalizza quel reato, ma lo trasforma in sanzione amministrativa salatissima, con una multa che raddoppia o triplica l'importo del mancato versamento. Come si saprà dopo che è uscita la notizia del colpo di spugna sulla pena di un anno e due mesi patteggiata da Cesare Paladino, suocero di Giuseppe Conte, in base a questa nuova legge, è nato un putiferio. E con grande generosità si è immolato Dario Franceschini per fare da scudo al premier e rivendicare la paternità della norma, sostenendo di averla fatta inserire lui e che Conte fino ad oggi ne ignorava l'esistenza. Fatto piuttosto strano, per due motivi. Primo: il premier si è sempre vantato da giurista di controllare anche le virgole dei testi in approvazione in consiglio dei ministri, cosa che avrebbe sempre fatto, salvo che sulla norma che salvava suo suocero. Secondo: Paladino grazie a quella norma aveva ottenuto dal gup di Roma la cancellazione della condanna penale, e la figlia Olivia si è tenuta per sé una notizia così importante senza confidare la gioia al fidanzato. Sarà...
Ma il suocero di Conte è doppiamente fortunato, perché lui era stato condannato per peculato per essersi trattenuto 2 milioni di contributo di soggiorno in 5 anni senza versarli nelle casse di Roma Capitale guidata da Virginia Raggi. Con la nuova norma Franceschini ignorata da Conte quella condanna penale è stata cancellata solo a lui (è stato rifiutato a tutti gli altri albergatori) con un colpo di spugna. Ma la supermulta in vigore che avrebbe costretto Paladino a pagare una sanzione extra fra 4 e 6 milioni di euro a lui non è stata applicata, perché quando ha violato la legge quella multa non era ancora in vigore. Quindi il suocero di Conte è diventato l'unico italiano che può fare quello che vuole essendo al di sopra della legge: quella vecchia che per lui è stata cancellata e quella nuova che per lui non era applicabile.
La cosa clamorosa è che questo finale era stato pure previsto. E non da uno qualsiasi, ma da relatore di quel testo in commissione Giustizia della Camera, Eugenio Saitta, un esponente M5s. Fu lui a fare mettere a verbale un avvertimento al governo: “In assenza di una specifica norma transitoria, l'illecito amministrativo si applica ai fatti commessi dopo l'entrata in vigore della norma; laddove la giurisprudenza qualificasse la disposizione in commento come operante una depenalizzazione, per i fatti commessi prima, non potendo più trovare applicazione la norma penale, sarebbero escluse tanto sanzioni penali quanto sanzioni amministrative”. Insomma: “attenti perché a un furbetto evasore della tassa di soggiorno verrebbe cancellata la condanna penale, ma non potrebbe essere applicata la nuova sanzione se non scriviamo una norma transitoria”. Il governo ha fatto orecchio da mercante e non ha scritto nulla per evitare questo. E il povero Saitta ci ha azzeccato, restando profeta inascoltato. Certo nemmeno lui poteva immaginare che il solo caso che davvero sia stato al di sopra di ogni legge come lui temeva avrebbe riguardato proprio il suocero di Conte...

 

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