Il Martirio degli Italiani dell’Istria e della Dalmazia ad opera dei comunisti slavi nel corso del secondo conflitto mondiale è oramai incontestabile.
Gli Italiani furono martirizzati con sevizie di ogni genere, stupri di massa su ragazzine e donne incinte, linciaggi e lapidazioni e dopo i sopravvissuti con i polsi legati con filo di ferro, a due a due, furono gettati vivi nelle foibe, profonde cavità naturali di origine carsica di oltre 100 metri.
Fu una morte lenta e orribile, di una barbarie unica. A Zara gli Italiani furono annegati in mare con una pietra legata al collo (testimonianza di Ottavio Missoni).
Questo fu l’olocausto italiano che per sessant’anni è stato tenuto nascosto alle nuove generazioni.
E non soltanto a Scicli, la giornata del ricordo dei Martiri delle Foibe viene pressoché ignorata. La scuola sempre pronta a ricordare l’olocausto degli ebrei, perde quasi sempre la memoria, quando si tratta di ricordare i Martiri italiani delle Foibe.
Evidentemente i crimini dei vincitori devono essere cancellati, mentre i crimini dei vinti devono essere sempre ricordati. Riteniamo quindi opportuno ricordare i martiri italiani delle foibe perché tutti i crimini contro l’umanità devono essere ricordati.
La memoria a senso unico è un insulto alla verità, alle vittime ed ai sopravvissuti.
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