capture 240 01042021 103424Non lo convince la conversione femminile del Pd e non ha peli sulla lingua, come al solito. Per il filosofo Massimo Cacciari, da sempre attento alle vicende politiche del Partito democratico, “la scelta di due donne come capigruppo parlamentari del Pd, voluta dal segretario Enrico Letta, di per sé è niente altro che immagine; bisogna vedere a cosa si accompagna dal punto di vista politico”, afferma all’AdnKronos.

Cacciari non lesina critiche a Letta

Se questa scelta si accompagnerà poi a progetti e strategie politiche coerenti, che davvero affrontino il problema della diseguaglianza di genere, a partire dal modo in cui si sta gestendo questa crisi, allora avrà un senso“, spiega Cacciari. “Altrimenti, sarà solo una questione di immagine e nient’altro. Bisognerà vedere se seguirà qualcosa di concreto, che faccia uscire il Pd dalla nullità in cui versa da un paio d’anni: ma le variabili sono infinite e solo in piccola percentuale sono sotto il controllo di Letta”, conclude Cacciari.

Nei giorni scorsi, Cacciari si era espresso in modo molto ruvido sulla nuova leadership del Pd. “A parte che non vedo stratosferiche altezze da parte di Letta rispetto a Zingaretti. Ma al di là di questo particolare, la verità è che Zingaretti ha posto una drammatica questione: e cioè che secondo lui, segretario del Pd, il partito è assolutamente inadeguato ad affrontare la situazione ben oltre la pandemia e le ultime vicende. Il giudizio di Zingaretti  riguarda in qualche modo l’intera storia del Partito Democratico”. In un articolo pubblicato sulla Stampa, l’ex sindaco di Venezia ieri aveva attaccato anche l’esecutivo guidato da Mario Draghi spiegando che, forse a causa della sua scarsa “sensibilità”, non è riuscito ancora a notare “un cambiamento di passo nell’affrontare la situazione”.

 

di Lucio Meo per  www.secoloditalia.it