capture 263 02042021 180634La celebrazione dell'impresa di Alessandria scatena i perbenisti: "Combattevano per il fascismo". Ma una impresa militare resta un'impresa militare

Ieri mi sono imbattuto in un pezzo su Domani. Non è un gioco di parole, solo che il quotidiano diretto da Stefano Feltri si intitola proprio così.

Su Domani, dicevo, è apparso un articolo che ripercorre una polemica assurda scoppiata in questi giorni. La riassumo: la Marina Militare da qualche tempo sta pubblicando sul suo sito il racconto di alcune imprese militari (non tante) e avvenimenti importati che riguardano il corpo nel recente passato. A titolo di esempio possiamo citare l'elogio dei fanti di Marina che difesero la città di Venezia durante la prima Guerra Mondiale, oppure l'attacco alla Baia di Suda nel '41, la battaglia di Capo Matapan, l'evento "memorabile" della Beffa di Buccari e - ovviamente - l'impresa di Alessandria. Bene. Proprio il racconto entusiasta di questa azione militare ha fatto storcere il naso ai soliti perbenisti, scandalizzati dalla celebrazione delle "azioni militari della dittatura fascista".

Per chi non lo sapesse, la notte tra il 18 e il 19 dicembre del 1941 sei incursori italiani riuscirono a colpire parte della flotta britannica nel Mediterraneo (qui tutti i dettagli). La storia è di quelle che mio babbo mi raccontava prima di andare a scuola, e in effetti è un po' strano, ma si tratta davvero uno degli eventi più leggendari delle forze armate nostrane. L'operazione fu condotta in parte sul sommergibile Scirè, comandato dal tenente di vascello Junio Valerio Borghese, in parte invece si compì a cavallo dei Siluri a Lenta Corsa, più noti come "Maiali". I sei incursori, a coppie, navigarono sotto il pelo dell'acqua (al netto di uno, che ebbe un malfunzionamento) e piazzarono ordigni sotto le navi avversarie riuscendo ad affondarne due e danneggiarne altrettante. Tutti catturati, i sei marinai ricevettero non solo il plauso di molti (Churchill: "Sei italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell'Asse"), ma tra anni dopo ottennero pure la medaglia d'oro.

 Insomma: roba militare, da annali e libri di storia. Tuttavia, forse per colpa dell coinvolgimento di Borghese (famoso pure per il tentato golpe che porta il suo nome), forse per il fatto che l'impresa di Alessandria avvenne durante il Ventennio, fatto sta che sulla Marina sono piovute numerose critiche. La colpa sarebbe quella di aver ricordato l'azione militare senza contestualizzarla, cioè senza sottolineare che quei sei soldati combattevano sotto i vessilli dell'Italia fascista "al fianco del regime nazista". Deliri progressisti di cui ha già parlato qui ottimamente Lorenzo Vita.

 

Mi premeva solo aggiungere una cosa, dedicata ai radical chic perbenisti che si stracciano le vesti. La storia è storia. Punto. Non si cambia, non si riscrive, la si studia. I sei incursori erano in guerra durante il Fascismo? Questo non toglie che l'impresa fu ammirevole, tecnicamente complicata, sicuramente pericolosa. Parliamo di uomini e delle loro storie, non di ideologie. Quella di Alessandria fu un'azione militare, e niente più, ricordata "per il sacrificio dei loro protagonisti, uomini in divisa, esempio di coraggio, capacità e tecnica, al servizio delle Istituzioni". È strumentale, come dice la Marina, "correlare il loro operato alla forma di governo allora vigente". Punto.

Se invece l'antifona è questa, almeno applicate lo stesso metro in ogni occasione, e smettetela col moralismo a targhe alterne. L'Italia è il Paese dove ci sono strade dedicate a Stalin, Lenin e al Maresciallo Tito. Siamo il Paese dove è stata data protezione culturale ad assassini, terroristi e gambizzatori. Elogiamo appena possibile Palmiro Togliatti, uno che - scrive la Treccani - rimase "sempre profondamente legato all'Unione Sovietica", non proprio la patria della democrazia. Anzi: i Gulag, le purghe, le foibe. Il comunismo, è il caso di ricordarlo, in giro per il mondo ha sterminato milioni di persone. Morti che la sinistra ancora oggi in sostanza finge di non vedere. Quindi invece di continuare a "cancellare" a vostro piacere la storia, e a prendervela con sei eroici marinai, imparate a studiarla. O almeno a mostrare un po' di coerenza.

 di  per www.ilgiornale.it