capture 278 04042021 104021Dal caso di El Rubius in Spagna a quello di St3pny qui in Italia: ci sono influencer furbetti che eludono il fisco spostando la sede all’estero o definendosi collaboratori occasionali. Da qui la recente stretta del fisco spagnolo e le indagini della Guardia di Finanza nostrana. Quali sono gli obblighi fiscali per gli Influencer in Italia?

Il fisco spagnolo ha avviato una stretta sugli influencer che trasferiscono la loro residenza all’estero in modo fittizio per godere di agevolazioni fiscali e non pagare le tasse al governo spagnolo.

La task force messa a punto dal ministero delle finanze spagnolo utilizzerà i big data per monitorare i conti degli influencer che, ad esempio, hanno dichiarato la loro residenza al Principato di Andorra, al confine fra Spagna e Francia. Tematica quanto mai sentita in Spagna. Basti pensare che il Paese è il primo ad aver avviato un corso universitario per influencer il 22 ottobre 2020. Il piano di studi, avviato dall'Università Autonoma di Madrid (UAM) all'interno della Escuela de Inteligencia Economica, mira a formare Influencer Professionisti.

A cosa sono tenuti gli influencer in Spagna e cosa succede invece in Italia? Quali sono gli obblighi fiscali di questa professione tanto recente quanto redditizia?

 

Il caso spagnolo: come gli influencer stanno eludendo il fisco in Spagna

La stretta messa a punto dal governo spagnolo è inclusa nel Piano annuale di controllo fiscale e doganale 2021 il cui testo è stato inserito in Gazzetta Ufficiale spagnola (BOE) l’1 febbraio.

Prende le mosse da un caso di cui si sta discutendo l’opinione pubblica da qualche settimana: lo spostamento della residenza ad Andorra da parte dell’influencer El Rubius  che conta, ad oggi, 39,6 milioni di iscritti al suo canale Youtube e oltre 8 miliardi di visualizzazioni. E lui è solo un esempio. El Rubius ha dichiarato di aver spostato la sua residenza nel Principato di Andorra proprio per pagare meno tasse.

Gli obblighi fiscali di un influencer in Spagna

In Spagna vige una imposta sul reddito personale (IRPF), una tassa diretta e progressiva sul reddito delle persone fisiche. Maggiore è il potere d'acquisto, maggiore sarà il contributo da versare al tesoro. Il vantaggio di trasferire la residenza ad Andorra è che si gode di una percentuale minore applicata a ciascuna sezione. Mentre in Spagna la quota più alta è fissata al 45% (per oltre 60.000 euro di reddito), ad Andorra non arriva al 10%. Ora si spiega la scelta di El Rubius e di altri influencer spagnoli.

Influencer spagnoli: ecco come si comportano i furbetti

Per eludere il fisco spagnolo e risultare afferente al sistema fiscale di Andorra basta acquistare una casa, un ufficio o firmare un contratto di affitto per abitazione o ad uso lavorativo nel Principato. Bisogna anche dimostrare di risiedere per almeno 183 giorni all’anno (metà anno) in tale abitazione o di operare per almeno sei mesi all’anno in quell’ufficio.

Il problema principale, che si riscontra anche in Italia, è che risulta difficile collegare i proventi di un lavoro di attività digitale ad un luogo specifico visto che è un'occupazione che si può svolgere, di fatto, ovunque.

Inoltre, se si considera che spesso il contenuto è generato per un pubblico globale, che va oltre le frontiere di uno Stato, la questione si fa ancora più complessa. 

Lotta agli evasori: come si sta comportando il governo spagnolo

Nelle linee guida del Piano annuale di controllo fiscale e doganale 2021 spagnolo si trovano le indicazioni principali di lotta agli influencer evasori. Per farlo utilizzeranno sofisticati sistemi informatici che si basano sull’analisi dei big data.

L’obiettivo? Incrociare i dati per effettuare una vera e propria verifica fiscale per scovare chi ha dichiarato una residenza fittizia all’estero ma lavora in Spagna. I dati analizzati saranno: il patrimonio netto degli influencer così come di tutte le persone con un reddito rilevante, i flussi di reddito, oltre alla presa in esame di rapporti economici e personali.

Professione influencer: chi è, cosa fa, cosa deve saper fare

Come detto, quella dell’influencer è una figura professionale del tutto nuova ed innovativa nata e rafforzatasi con la crescita esponenziale dei social negli ultimi due decenni. Infatti, accanto alla crescita di siti come Facebook, Twitter ed Instagram, ad esempio, è nata una forma di marketing nuova, sempre più richiesta dalle aziende, per scovare volti noti da proporre al target di riferimento per influenzarlo nelle scelte di acquisto quotidiane.

Un influencer è quindi, prima di tutto, un utente attivo sui social e che li sa usare alla perfezione e che utilizza la sua immagine per trasmettere contenuti coinvolgendo i suoi follower e spingendoli ad effettuare alcune scelte, spesso mirate alla vendita di un prodotto.

Oltre ad avere ottime doti comunicative e di coinvolgimento, l’influencer è una persona carismatica capace di “muovere le masse” con un semplice gesto. Ha conoscenze di digital marketing, di social media e di copywriting creativo oltre a soft skills che abbracciano tutto il mondo digitale (dalla creazione grafica alla fotografia, dall’elaborazione di immagini al video-making).

Quanto guadagna un influencer

L’attività dell’influencer è, quindi, del tutto simile a quello dei testimonial: utilizza la sua notorietà e la sua capacità di essersi creato un bacino d’utenza che lo segue e lo stima, per vendere un’idea, un prodotto, uno stile di vita.

Più si allarga il suo numero di follower maggiori saranno le sue possibilità di instaurare rapporti commerciali con aziende che gli chiederanno di sponsorizzare il proprio prodotto attraverso veri e propri contratti pubblicitari.

Quindi il guadagno principale di un influencer non dipende dalla monetizzazione da parte del canale social in cui opera (se non in minima parte) ma dalla possibilità di instaurare rapporti collaborativi con aziende disposte a pagarlo, utilizzandolo proprio come testimonial di una volta. È quindi complicato dire, con esattezza, quanto guadagni un influencer perché la sua capacità di guadagno dipende dal suo potere contrattuale che dipende dalla sua credibilità e popolarità.

Gli influencer più famosi (e più pagati) d’Italia

Secondo la Instagram Rich List 2020 del sito HOPPER hq noto sito di analisi e monitoraggio dei social media, l’influencer più pagata e nota d’Italia è Chiara Ferragni che si piazza al 65° posto a livello mondiale con un guadagno di 59,700 $ per post con 20,300,000 di followers.

A seguire, nella classifica internazionale, Gianluca Vacchi al 71° posto con i suoi 16,200,000 di Followers e 47,600 $ per post.

Al terzo posto il marito della regina dei social italiana Chiara Ferragni: Federico Lucia, in arte Fedez al 84° posto con i suoi 10,700,000 di followers e 31,200 $ a post.

Al 4° posto della classifica italiana e al 114° di quella internazionale troviamo Giulia De Lellis con 4,800,000 Followers e 14,100 $ a post.

Italia: gli obblighi fiscali degli influencer italiani

Come abbiamo visto gli influencer possono raggiungere “stipendi” davvero importanti. Nella maggior parte dei casi gli influencer sono lavoratori autonomi che guadagnano attraverso le donazioni libere da parte dei fan ma anche banner contratti pubblicitari. Inoltre vengono renumerati dagli stessi social che contribuiscono al reddito dell'influencer che si distingue. Questo avviene però solo in piccola parte perché si inizia a guadagnare dopo diverse migliaia di visualizzazioni. 

Viene da chiedersi quali siano gli obblighi fiscali ai quali devono sottostare in Italia. Questo dipende dall’inquadramento e dalla tipologia di lavoro effettuata: continuativa o occasionale

Influencer: come pagare le tasse in Italia

Come detto, gli influencer possono essere divisi in: lavoratori autonomi occasionali e lavoratori professionali.

A meno che non si tratti di personaggi pubblici già famosi, all'inizio tutti gli influencer avranno guadagni contenuti e la loro attività sarà occasionale. In questo caso bisognerà fare riferimento agli obblighi fiscali previsti per il lavoro autonomo occasionale. L'attività di un influencer che non lo fa per professione è svolta saltuariamente senza alcun vincolo di subordinazione, in totale autonomia. L’influencer occasionale non guadagna più di 5000 euro all’anno (si considera il lordo dedotte le spese a carico del committente). Oltre tale soglia si è obbligati ad iscriversi all’Inps e versare la quota di contributi previdenziali per i contratti di prestazione occasionale

Oltre alla ritenuta d’acconto, anche per gli influencer come per i giornalisti, è possibile attingere anche alla forma della Cessione del Diritto d’Autore

Gli obblighi fiscali degli influencer professionisti

Oltre i 5000 euro e se vengono meno le premesse di lavoro saltuario, cioè quando l’attività di influencer diventa continuativa e professionale, è necessario avvalersi ad un inquadramento lavorativo differente. Bisogna aprire una p.Iva. presentando domanda da soli o tramite un commercialista all’Agenzia delle Entrate e presentare il modello AA9/12. Essendo una professionalità nuova non c’è un codice Ateco unico di riferimento. Bisognerà quindi indicarne diversi.

Ecco quelli che si avvicinano di più:

  • 73.11.01 – Ideazione di campagne pubblicitarie
  • 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari
  • 74.90.99 – Altre attività professionali nca.

Tutti questi Codici Ateco hanno come coefficiente di redditività l’aliquota del 78%. Valore da tenere in considerazione soprattutto se si apre una p.iva in regime forfettario. Ad oggi risulta il più conveniente perché prevede un’imposta sostitutiva con aliquota pari al 5% per i primi 5 anni e successivamente del 15% oltre ad altri vantaggi.

Si può accedere al forfettario solo se non si superano i non superano i 65.000 euro.

I furbetti del fisco anche in Italia: il caso St3pny

Purtroppo anche alcuni influencer italiani hanno evaso il fisco. Il primo caso eclatante portato avanti dalla Guardia di Finanza che ha portato alla luce il problema in Italia risale a maggio 2019. L'oggetto delle indagini da parte di GdF era il 23enne youtuber Stefano Lepri di Firenze (in arte St3pny) che, ad oggi conta 4,28 milioni di iscritti (presente anche su Instagram con 2,5 milioni di follower).

Secondo le indagini Stefano Lepri avrebbe omesso di dichiarare i ricavi dalla sua attività di influencer dal 2013 al 2018. L'influencer è stato accusato di aver evaso il fisco per oltre un milione di euro. Parrebbe infatti che lo youtuber ricevesse compensi dalle aziende per l’inserimento all’interno dei suoi video di prodotti ai fini pubblicitari senza versare l’Iva.

L’influencer si è difeso dichiarando di essersi avvalso del della Cessione del diritto d’autore. Secondo la Guardia di Finanza tale lavoro non poteva essere considerato un lavoro occasionale, bensì un’attività lavorativa continuativa e professionale. Per questo avrebbe dovuto aprire p.iva e attenersi agli adempimenti fiscali relativi.

Come ha fatto la Guardia di Finanza a calcolare una evasione di un milione? Si è recata all’Agenzia delle Entrate, ha aperto una p.Iva d’ufficio e ha calcolato le tasse non versate dall’influencer nell’arco di tempo considerato.

Il caso ha rappresentato l’apripista di un nuovo filone d’indagine della Guardia di Finanza italiana volta a smascherare non solo eventuali infleuncer che si stanno arricchendo evadendo ma anche le aziende mandatarie dei progetti che spesso sono complici di questo meccanismo perché non possono non sapere dell’evasione. 

di IRENE DE LUCA per www.trend-online.com

con Entrata Gratuita