M5s, Conte stufo di aspettare i tribunali. Movimento azzerato e nuovo simbolo

Il M5s continua nella sua guerra interna. Non c'è pace tra i grillini e si avvicina l'ultimatum del 22 aprile imposto da Davide Casaleggio, o gli sarà saldato quanto dovuto per le mancate restituzioni da parte dei parlamentari o sarà addio con la piattaforma Rousseau. Giuseppe Conte non vuole più rimandare le decisioni da prendere e per questo motivo - si legge sul Corriere della Sera - ha contattato Beppe Grillo, spingendo il garante verso un’idea più «estrema» di rifondazione, quella studiata inizialmente e poi accantonata. Conte vorrebbe ripartire da zero: nuovo statuto, nuovo simbolo e lasciare l’attuale Movimento come una bad company temporanea, svuotata, che lo accompagni verso le prossime Politiche. Uno strappo dal brand originario su cui il garante sta riflettendo. Una mossa, però, che potrebbe trovare qualche ostacolo. I parlamentari sono restii a muoversi senza garanzie. E su tutta la vicenda aleggia lo spettro delle scarse risorse economiche in cui versano le casse pentastellate.

 

I Cinque Stelle - prosegue il Corriere - sono in un vicolo cieco. In teoria hanno 7,3 milioni di euro delle restituzioni degli eletti, ma non li possono destinare ad altre finalità perché sono stati diffidati a farlo dagli espulsi, che si potrebbero in teoria rivalere in tutte le sedi (comprese quelle giudiziarie, a discapito dei capigruppo e di Vito Crimi che gestiscono il comitato che fa capo alle rendicontazioni) e potrebbero anche chiedere la restituzione delle somme da loro versate. Per far fronte alle necessità (e anche per organizzare il M5S) Crimi ha lanciato il nuovo modello di rendicontazione che prevede mille euro mensili destinati al partito. Tuttavia nel gruppo l’idea non ha trovato per ora molti riscontri: troppi i dubbi che accompagno questa fase politica e il futuro dei pentastellati.

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