capture 038 29042021 151254Carlo Calenda usa la poesia per impallinare la sindaca di Roma Virginia Raggi. Il candidato al campidoglio e leader di Azione azzarda sui social il dialogo immaginario tra la "sovrana" grillina della Capitale e il suo vice sindaco, assessore alla Città in movimento, Pietro Calabrese. 

Pietra, anzi lingua di asfalto, dello scandalo è un lavoro di edilizia stradale sugli argini del Tevere, luogo tra i più caratteristici di Roma scelto anche da molti cittadini per correre fare attività fisica, che è un pugno nell'occhio. 

"Una mattina la Sindaca di Roma si svegliò corrucciata e chiese al pittore di corte Calabrese: 'come possiamo ulteriormente deturpare questa città ingrata?'. 'Mia sindaca, rispose il pittore, abbiamo fatto tutto il possibile per punire i romani: sporcizia, traffico, declino. Abbiamo rinunciato alle Olimpiadi e cancellato il Colosseo per far capire ai romani quanto indegni essi siano'. 'Non mi basta!'. “Potremmo, o magnifica sindaca, buttare una colata d’asfalto sul Tevere?' 'Ecco si mio diletto così va bene, procedi', e così fu", scrive Calenda in un afflato polemico-poetico. E non deve essere andato troppo lontano dalla realtà.

Una mattina la Sindaca di Roma si svegliò corrucciata e chiese al pittore di corte Calabrese: “come possiamo...

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