capture 072 28082021 103229Due pesi e due misure da parte della sinistra. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, è ospite in collegamento di L’Aria che tira estate, programma che Francesco Magnani conduce su La7, e affronta i più stretti temi d’attualità, dal caso delle dimissioni di Claudio Durigon alla crisi in Afghanistan, tirando una secca stoccata ai dem. “Non si può nascondere che alcune battaglie revisioniste siano state vinte, grazie alla debolezza politica e culturale dei vertici della Repubblica. La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica” le parole di Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano, uno stralcio che ha mandato Gasparri su tutte le furie, soprattutto per l’assenza di una presa di posizione da parte della sinistra.

 

“La frase di Durigon era - l’esordio del senatore azzurro - una frase sbagliata ed infelice, ma noi passiamo dal caso Durigon a quello dell’Afghanistan, una tragedia del pianeta. In questi giorni di rilevanza mediatica non dico che avessero lo stesso spazio le due notizie, però dopo la notizia sull’Afghanistan c’era questa vicenda da strapaese. Io contesto l’ipocrisia, in alcuni casi uno a sinistra può dire quello che vuole, come Tomaso Montanari, che ha negato la tragedia delle foibe. Lui quando si dimette da rettore dell’Università per Stranieri di Siena? Facciamo l’esame di democraticità a tutti coloro che svolgono funzioni pubbliche rilevanti… I comportamenti di Governo si devono giudicare non solo dalle frasi, indubbiamente sbagliata, ma anche dal lavoro vero e proprio… Serve - evidenzia poi Gasparri - una riunione di maggioranza sul tema immigrazione. Se arrivano dall’Afghanistan i collaboratori dell’Italia è giusto aiutarli, se arrivano in Europa milioni di profughi è un problema di diversa dimensione. Forza Italia non chiede le dimissioni del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ma dice di sedersi al tavolo. La tragedia afghana ha questo riflesso di accoglienza, ma anche la questione degli sbarchi è grave quanto se non più della frase di Durigon, che alla fine si è dimesso e quindi l’Italia è placata. A me - conclude Gasparri - preoccupa la realtà, non la frase che è un peto nell’aria”.

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