capture 031 30092022 135819Un colpo di coda del governo Draghi, verrebbe da dire, un soccorso “rosso” transitato per una decisione del Dap che fa capo al ministero della Giustizia. Un provvedimento che cambia lo “status” del terrorista rosso Cesare Battisti e non modifica la sua pena, ma dal significativo impatto simbolico (e sulle misure collaterali) ora che sta per insediarsi un governo di centrodestra. Proprio una delle vittime di Battisti, Alberto Torregiani, ha da sempre combattuto la sia battaglia di giustizia al fianco della destra e da FdI, mentre l’assassino ha sempre cercato e spesso trovato sponda a sinistra. Difficile credere che quella decisione del Dap di declassificare Battisti da “alta sicurezza” a “detenuto comune” sia un mero atto burocratico visto che arriva a distanza di tempo dalla richiesta avanzata dal difensore dell’ex leader dei Pac.

La decisione apre a Battisti la strada dei “benefici di legge

Il provvedimento non cambia nulla rispetto alla pena che Battisti deve ancora scontare ma aumenta la possibilità di accedere ai benefici di legge. L’unica novità, che non ha a che fare col provvedimento, è che l’ex protagonista della lotta armata potrebbe essere trasferito dal carcere di Ferrara a quello di Parma. Quello che cambia è lo stato d’animo delle vittime. Non a caso, da Fratelli d’Italia si fa notare la strana coincidenza di tempi con la prossima fine del governo Draghi.

 

“Ultimo soccorso al terrorismo rosso. Autorevoli fonti confermano l’imminente declassificazione del regime carcerario applicato al terrorista Cesare Battisti. Il terrorista passerebbe dal regime ad alta sicurezza a quello comune, vedendo così la prospettiva di ottenere futuri benefici”, attacca Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato e responsabile giustizia di Fratelli d’Italia. “Una aberrazione! Dopo anni di latitanza e di fuga dalle sue responsabilità penali, appena assaggiato il regime carcerario italiano il criminale terrorista ottiene la declassificazione a detenuto comune – conclude – Una vergogna! Ancora più una vergogna che il Dap stia prendendo questa gravissima e scellerata decisione a pochi giorni dal cambio del governo. L’impunità del terrorismo rosso non è certamente la politica che il governo di centrodestra intende mettere in campo”.

L’indignazione delle vittime. Parla Alberto Torregiani

Indignate anche le vittime di Cesare Battisti: “Farò in modo che questa richiesta venga bloccata perché la violazione del rispetto per le vittime deve, una volta per tutte, finire”, dice all’Adnkronos Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi Torregiani, ucciso 40 anni fa da un commando dei Pac davanti alla gioielleria di famiglia e a sua volta rimasto ferito, dicendosi “per nulla” d’accordo con la declassificazione del regime di carcerazione dell’ex leader dei Pac Cesare Battisti da alta sicurezza a comune. Un passaggio che, secondo Torregiani, rischia di essere il preludio a “ulteriori richieste” con il “pericolo, il tentativo neanche tanto subdolo, di abbreviare la condanna”.

“Apprendo dai giornali la decisione del Dap di declassificare la posizione carceraria di Cesare Battisti da Regine di sicurezza a detenuto comune – sottolinea infatti Torregiani – Non comprendo la volontà di accettare questa richiesta e condizione del terrorista Battisti, quando, e ricordo molto bene, in tempi non lontani, sbraitava per avere quegli stessi diritti di sicurezza che nel carcere calabrese non aveva sottolineando il pericolo per la sua vita”. Secondo Torregiani all’ex leader dei Pac sono stati concessi “quei diritti che un ‘altro’ non avrebbe ricevuto trasferendolo nel carcere di Ferrara che sappiamo essere un carcere di massima sicurezza” cosa che “non vuol dire essere alla gogna, ma risiedere in un carcere che, appunto, dà al carcerato quella sicurezza richiesta”.

Le complicità della sinistra italiana e straniera con Cesare Battisti

“Un terrorista, lasciando perdere il discorso della lunga latitanza, avuta con il contributo degli amici di sinistra, che ha sulle spalle due ergastoli, non dovrebbe avere la sfacciataggine di fare certe richieste, ma accettare (come lui stesso ha dichiarato) la sua condizione e punizione con il silenzio, con accettazione delle conseguenze, per il rispetto delle vittime in causa – osserva Torregiani – Emerge come naturale conseguenza che fra qualche mese farà ulteriori richieste, che, con la nuova concessione gli sarà possibile proporre. E’ qui il pericolo, il tentativo neanche tanto subdolo, di abbreviare la condanna seguendo una corsia preferenziale che a pochi è stata concessa per le peculiarità politiche”.

La protesta dell’Osservatorio sugli anni di piombo

“Queste concessioni gratuite senza alcun contributo alla ricerca della verità non fanno altro che confermare una presenza attiva della rete di soccorso rosso. La giustizia italiana continua ad essere sbeffeggiata pubblicamente da questo terrorista pluriomicida. Mi auguro che il nuovo governo provvederà a correggere eventuali fughe in avanti fatte dal Dap”, è invece il parere, espresso all’Adnkronos, Potito Perruggini, presidente dell’Osservatorio nazionale per la verità storica ‘Anni di Piombo”.

  di Marta Lima per www.secoloditalia.it