camera e senatoI vertici di Camera e Senato durano tutta la legislatura. I governi, invece, non sempre. Specie quando manca un maggioranza. Eccoci infine ai nastri di partenza. Questa settimana s’insedia il Parlamento, dopo di che interverrà la scelta su cui si giocano le sorti della XVIII legislatura: l’incarico di formare un nuovo esecutivo. Il passaggio cruciale, dal quale dipende tutto il resto. O no? No, la vera decisione cade adesso, con l’elezione dei presidenti delle Camere. O meglio, d’un presidente soprattutto: quello del Senato. Sarà lui (lei) a dominare la scena, e per una somma di ragioni.

 

Primo: in un paio di giorni verrà eletto, mentre il suo dirimpettaio di Montecitorio potrebbe attendere anche un paio di mesi. C’è una differente procedura, infatti, nei regolamenti di Camera e Senato. Fra i deputati serve la maggioranza dei due terzi, che in caso d’insuccesso scende alla maggioranza assoluta dei voti: 316 schede, se non ci sono assenze. Con questi chiari di luna, un traguardo alto quanto l’Everest. Fra i senatori, viceversa, le regole pretendono la maggioranza assoluta (prima dei componenti, poi dei votanti), tuttavia – dopo tre fumate bianche – al quarto scrutinio s’affidano al ballottaggio fra i due candidati più votati. Uno vince, l’altro perde. Come accadde a Spadolini, sconfitto per un solo voto da Scognamiglio nel 1994.

Secondo: proprio in virtù di queste regole, a destra già cantano vittoria. Con 137 seggi la maggioranza relativa è verdazzurra, dunque per gli altri al ballottaggio non c’è scampo. Sicuro? Se il Pd e i 5 Stelle decidessero di sommare i propri voti, conterebbero su 171 senatori; e la tombola sarebbe tutta loro. Ecco perché questa partita può decidere il campionato del governo: perché sarà il banco di prova d’alleanze e inimicizie, di matrimoni e di divorzi.

Terzo: il nuovo presidente del Senato diventerà il supplente del capo dello Stato, però anche il suo assistente. Quid iuris, infatti, se perdura lo stallo fra i partiti? Semplice: dopo un primo giro di consultazioni senza risultati, Mattarella affida un mandato esplorativo all’inquilino di palazzo Madama. Continua tu, gli dice, e poi fammi sapere.

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dall'articolo  di MICHELE AINIS  per espresso.repubblica.it 

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