hotel RigopianoC'è chi ci credeva, come uno dei primi soccorritori arrivati lassù, al miracolo. E dopo tanta fatica e freddo è arrivato il primo contatto con alcuni dei dei trenta dispersi dell'Hotel Rigopiano, spazzato via da una valanga mercoledì pomeriggio. Otto persone ancora vive - tra cui due bambini - sotto le macerie miste a neve dell'albergo, a 42 ore dal momento in cui, erano le 17.40, in cui la montagna è caduta.

C’è chi ci credeva, come uno dei primi soccorritori arrivati lassù, al miracolo. E dopo tanta fatica e freddo è arrivato il primo contatto con alcuni dei dei trenta dispersi dell’Hotel Rigopianospazzato via da una valanga mercoledì pomeriggio. Otto persone ancora vive – tre uomini, tre donne e due bambini – sotto le macerie miste a neve dell’albergo, a 42 ore dal momento in cui, erano le 17.40, in cui la montagna è caduta. Cinque sono già fuori dalla morsa di detriti e ghiaccio. Dopo una notte di ricerche i vigili del fuoco hanno sentito le voci e alle 11 sono riusciti a parlare più volte con loro. Coperte termiche e liquidi sono stati chiesti dai soccorritori. I superstiti hanno trovato riparo e salvezza sotto un solaio, nella zona delle cucine. Un elisoccorso del 118 trasporterà tutti all’ospedale di Pescara che confermano l’arrivo ma non conoscono le condizioni dei superstiti.

Mamma e figlia estratte hanno acceso il fuoco: “Probabilmente oltre ad accendere un fuoco avevano qualcosa da mangiare con loro – racconta il soccorritore della Gdf Marco Bini che le ha tirate fuori – Mentre noi stavamo scavando questo varco loro ci sentivano. La speranza ora è quella di ritrovare altre persone in vita anche se non abbiamo avuto altri segnali o sentito rumori”.

Due invece le vittime recuperate, e finora questo è il numero ufficiale dei morti. “I numeri li dà la prefettura, che qui ha parlato di due vittime e quindi io mi attengo a questo numero”, ha detto il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Non è invece stato ancora ufficializzato il numero dei dispersi che sarebbe tra i 25 e i 30. All’ospedale di Penne è stata allestita una sala di accoglienza per i familiari dei dispersi. Con loro un gruppo di psicologi esperti di questi casi per supportarli in questo momento difficile. All’interno dell’ospedale anche uno dei sopravvissuti, Giampiero Parente.

I soccorritori hanno continuato a lavorare senza sosta, nonostante sapessero che più il tempo passava e più si riducevano le possibilità di trovare dei superstiti. “Da ieri sera stiamo lavorando in condizioni difficili nella ricerca di superstiti nella zona dell’Hotel Rigopiano, i cani spesso fiutano odori ma dobbiamo scavare per oltre 4, 5 metri prima di arrivare al terreno”, aveva racconta Matteo Gasparini, responsabile del Soccorso alpino della Valdossola.

“Gli eventuali superstiti al disastro potrebbero resistere, in assenza di traumi gravi, anche 4-5 giorni, di più se hanno accesso a liquidi da bere – dice Mario Balzanelli, presidente eletto della Società Sistema – Una persona in buona salute, se ha la possibilità di ossigenarsi, può resistere in quelle condizioni anche 4-5 giorni. Ancora di più se può bere. Questo è possibile perché in questi casi si creano delle compartimentazioni d’aria, degli spazi ristretti che comunque garantiscono la respirazione. Invece se ci sono dei traumi gravi o delle malattie pregresse, cardiache o respiratorie, le chance ovviamente diminuiscono”. Nel caso delle persone trovate questa mattina può aver influito anche il non essere da sole. “Un elemento fondamentale è la capacità di resistenza mentale – sottolinea l’esperto – che si rinforza fortemente quando ci si sente supportati dalla vicinanza e dalla condivisione del momento drammatico”.

Le polemiche sui ritardi nei soccorsi – Il viceministro degll’Interno Filippo Bubbico è a Penne, dove si trova il quartiere generale logistico dei soccorsi a pochi chilometri dall’albergo. Sulle polemiche per il ritardo nell’evacuazione degli ospiti dell’albergo, Bubbico ha detto “non ho abbastanza elementi per poter dare un giudizio, non mi pare la priorità adesso”. “C’è tempo per capire esattamente come sono andate le cose, ci sono le autorità competenti per accertare le responsabilità. Ora dobbiamo preoccuparci dei soccorsi”, ha detto il viceministro a RaiNews 24. Dalle testimonianze emerge che i clienti e il personale dell’albergo erano spaventati dalle scosse di terremoto già nel primo pomeriggio e che attendevano la turbina per andarsene. A dirlo mercoledì pomeriggio a un amico è Roberto Del Rosso, titolare dell’hotel anche lui tra i dispersi. “I clienti e le persone presenti erano spaventate per le forti scosse di terremoto e non tanto per il maltempo e per la neve abbondante. Ovviamente una slavina era inimmaginabile” ha detto all’Ansa il conoscente di Del Rosso.

Condizione al limite – Di sicuro le operazioni di soccorso sono al limite del possibile. Con le temperature al di sotto dello zero, i soccorritori hanno lavorato grazie all’ausilio delle fotocellule ma a ritmi ridotti. Non ci sono infatti le condizioni di sicurezza necessarie per operare in maniera massiccia e, dunque, si è preferito ridurre il numero degli uomini impegnati. Nel corso della notte le turbine e le ruspe hanno anche proseguito il lavoro per liberare la strada che sale all’hotel e consentire una migliore circolazione dei mezzi di soccorso. E oltre al maltempo c’è da fare i conti con le scosse di terremoto che non si arrestano. Da mezzanotte alle cinque ne sono state registrate 30 nel Centro Italia (considerando solo quelle di magnitudo non inferiore a 2), la più forte delle quali di magnitudo 3.1 all’1:09 con epicentro a Capitignano (L’Aquila). Non si segnalano al momento nuovi crolli. Ieri nello stesso arco di tempo le scosse erano state circa 65, due delle quali di magnitudo 3.5.

Trovati due morti sotto altre slavine – Un’altra slavina ha ucciso un uomo a Ortolano, frazione di Campostosto, nell’Aquilano. Il suo cadavere è stato trovato dagli uomini della Guardia di Finanza, secondo quanto si apprende da fonti della protezione civile. Il 60enne, un abitante del luogo, è stato travolto da una slavina dopo che era uscito da casa a seguito delle scosse di terremoto. I soccorsi hanno potuto raggiungere la frazione di Ortolano solo nelle scorse ore, perché fino a giovedì era impossibile a raggiungere il paese. Trovato il corpo senza vita anche uno dei due dispersi da ieri a Poggio Umbricchio, frazione del comune montano di Crognaleto. La scoperta è stata fatta da una delle squadre dei Vigili del Fuoco di Teramo impegnati nelle ricerche da ieri sera. Si tratta di Mattia Marinelli, 23 anni. Rimane disperso il padre Claudio, di 50 anni. Il ritrovamento è avvenuto lungo la strada comunale, a circa due chilometri dalla frazione di Crognaleto da dove padre e figlio si erano allontanati a piedi per comprare una pizza.

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