Oltre 50 mila sfollati ancora senza abitazione. Case di emergenza con tetti e pavimenti che marciscono. E ricostruzione completata allo 0,5%. Intanto la regione viene morsa dalla crisi economica e sociale.

A Sanremo giovani, un varietà di aspiranti cantanti, si sono ricordati di Genova, i figli prediletti Luca e Paolo hanno versato le loro lacrime e tutti insieme la grande commozione per il ponte maledetto che bene o male avvia le sue pratiche per risorgere. Nelle Marche, morta la grande ricostruzione e pure la piccola: non si muove il settore pubblico, con i quasi 2 miliardi già stanziati tuttora largamente inutilizzati; meno ancora si muove quello privato, col 5% circa di risorse impiegate su complessivi 13 miliardi stabiliti nella legge di bilancio 2017. Pessima ricostruzione di inettitudini e bugie volate via insieme al potere declinante: dopo i primi 650 milioni spesi il neocommissario alla ricostruzione David Piccinini disse, come il Big Ben di Portobello, che finiva la amministrazione straordinaria, si rientrava nel regime ordinario. Poi naturalmente le precisazioni, le autosmentite. Finché il maxiemendamento inserito nella legge di bilancio gialloverde non ha previsto nuove misure in forma di altrettante proroghe: in particolare quella dello stato di emergenza nei territori coinvolti per tutto il 2019 con lo stanziamento di ulteriori 360 milioni di euro, insieme ad altri pannicelli caldi.

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dall'articolo di Massimo Del Papa  per lettera43.it 

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