La fede è fidarsi totalmente del Signore, abbattendo gli idoli mondani. Felicità è stare con Dio vicino ai poveri, non seguire i "professionisti dell'illusione". Aver fede è “abbattere gli idoli mondani” e “aprire il cuore al Dio vivo e vero”. Se possediamo dei beni, la vera gioia non è farne degli idoli “a cui svendere la nostra anima”, ma essere “capaci di condividerli con i nostri fratelli”. Papa Francesco commenta così il Vangelo di questa domenica, prima dell’Angelus recitato con i fedeli raccolti in Piazza San Pietro in una giornata dal sole quasi primaverile.
Le Beatitudini nella versione di San Luca hanno la particolarità dei quattro ammonimenti, i “guai a voi” rivolti a “coloro che sono ricchi, sazi, ridenti e acclamati dalla gente”. Sono parole forti e incisive, spiega il Papa, con le quali Gesù “ci insegna a discernere le situazioni con fede”. Dio è vicino “a coloro che soffrono e interviene per liberarli dalle loro schiavitù”. Il “guai a voi” rivolto “a quanti oggi se la passano bene, serve a ‘svegliarli’ dal pericoloso inganno dell’egoismo e aprirli alla logica dell’amore, finché sono in tempo”. E’ un Vangelo, prosegue Francesco, che ci invita “a riflettere sul senso profondo dell’avere fede, che consiste nel fidarci totalmente del Signore”.
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dall'articolo di Avvenire.it
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