Lunedì Unicredit farà partire sul mercato il più grande aumento di capitale mai tentato in Italia. Un'operazione ad 13 miliardi indispensabile per il futuro dell'unico istituto sistemico del Belpaese. Nonchè il più europeo fra le big del credito nostrane. Ecco perchè, per la prima volta (nel caso del recente prospetto sull'aumento del Mps non vi era traccia di un simile avvertimento), fra i «fattori di rischio» del maxi aumento elencati dalla nota di sintesi approvata dalla Consob, vengono citate l'ipotesi di «uscita di uno stato membro dall'Euro», le incognite su come potrebbero essere gestite in questo caso «le attità e passività correnti denominate in euro» del Paese, ma soprattutto la «disgregazione dell'area euro». UnicreditChe «potrebbe essere accompagnata dal deterioramento del contesto economico e finanziario nella Ue e potrebbe avere un effetto negativo rilevante sull'intero settore finanziario, creando nuove difficoltà nella concessione di prestiti sovrani e alle imprese e comportando notevoli alterazioni delle attività finanziarie sia a livello di mercato sia a livello retail». Non solo. «Tale circostanza - scrive Unicredit - potrebbe avere un impatto negativo significativo sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo». Insomma, sarebbe una sorta di asteroide per i conti della banca.

Nel prospetto depositato in Consob si leggono altri dettagli interessanti sull'aumento in rampa di lancio. Alla data del documento nessuno degli azionisti rilevanti (ovvero con partecipazioni pari o superiori al 3% del capitale), nè i membri del cda e del collegio sindacale, nè i dirigenti con responsabilità strategiche «hanno espresso alcuna determinazione in ordine alla sottoscrizione delle nuove azioni loro spettanti in opzione».

dall'articolo di   per ilgiornale.it 

 

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