Nicola Zingaretti il volto nuovo del PdSì, lo so, mi redo conto che denunciare i danni che il Pd ha fatto e continua a fare (dove governa) al nostro già Belpaese è un po’ come sparare sulla Croce rossa. Ma tant’è anche questo è il mio mestiere. Volgiamo dunque la nostra attenzione a una Regione guidata appunto dal Pd (che io chiamo “Poco democratici”) e da quel Nicola Zingaretti che si candida a futuro segretario del partito, inneggiando a un presunto rinnovamento nella politica. Lo scorso 12 settembre 2018 è stato approvato, con emendamenti, l’articolo 3della proposta di legge regionale n. 55 del 2018 sulla semplificazione amministrativa effettuata dalla Giunta regionale del Lazio, presieduta appunto da Nicola Zingaretti, articolo che ha modificato l’articolo 26 della legge regionale Lazio n. 29/1997 e successive modifiche sulle aree naturali protette.

 La modifica riguarda la procedura di approvazione dei piani delle aree naturali, dove ora varrà il silenzio-assenso: “Trascorsi tre mesi dall’assegnazione della proposta di piano alla commissione consiliare competente la proposta è iscritta all’ordine del giorno dell’Aula (…) Il Consiglio regionale si esprime entro i successivi centoventi giorni, decorsi i quali il piano s’intende approvato”.

In pratica, in complessivi sette mesi di silenzio-assenso il piano dell’area naturale protetta potrà esser approvato senza la benché minima discussione. Una norma che sembra fatta apposta per favorire le speculazioni all’interno dei parchi. Allo stato, in particolare, una. La proposta di piano della riserva naturale “Tenuta dell’Acquafredda” che prevede ben 180mila metri cubi di volumetrie “a scopo socio-sanitario” per la “valorizzazione di terreni di proprietà dell’ente ecclesiastico Amministrazione patrimonio sede apostolica”, il Vaticano, per capirci.

“I preti” la chiamano “valorizzazione”, perché è chiaro che agli occhi di un cristiano la terra senza cemento non vale nulla, anche se la terra ci è stata donata da Dio (!). Tra l’altro, non è la prima volta che – nonostante i vincoli – “i preti” fanno il bello e il cattivo tempo nelle aree protette laddove sono proprietari. Vedasi il caso recente dell’esteso taglio di alberi nella riserva naturale di Decima Malafede.

Tornando alla norma, l’operazione appare decisamente grave sul piano politico-ambientale, ma rivela anche profili di incostituzionalità, visto che contrasta con gli articoli 12, 22 e 25 della legge n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette), che, per quanto riguarda i piani paesistici delle aree naturali protette, obbliga la Regione alla pianificazione in uno con il ministero dell’Ambiente e con il ministero per i Beni e attività culturali. Tant’è che il Gruppo d’intervento giuridico onlus dell’amico Stefano Deliperi rivolgerà un’istanza al governo perché la impugni davanti alla Corte costituzionale per lesione delle competenze statali in materia ambientale.

Ma torniamo a Zingaretti e alla sua idiosincrasia per ambiente e territorio. Guardiamo all’autostrada Roma-Latina. Dopo il recente pronunciamento del Consiglio di Stato che ha annullato il bando per realizzare l’arteria, egli ha dichiarato che essa è “un’opera fondamentale” e sarà realizzata comunque, eventualmente in house. Peccato che un tratto di questa autostrada ricada interamente nel territorio della Riserva naturale statale del litorale romano. La riserva è suddivisa in due zone: zona 1 in cui è vietata qualsiasi trasformazione del territorio e la zona 2 in cui è possibile, previo rilascio del nulla osta, realizzare opere. Il tratto in questione di circa 15 km di cui oltre l’80%tutto all’interno della riserva, con la sua opera più importante, il cosiddetto Viadotto Tevere (circa 1500 metri), ricade interamente in zona 1 dove è appunto vietata qualsiasi trasformazione del territorio.

E veniamo a un’altra caratteristica del Pd e di Zingaretti in particolare: il feelingper i cacciatori. A gennaio ha posticipato la chiusura della caccia a tordi e cesene e poi ha anticipato al primo settembre scorso l’apertura della caccia ed esteso le ore giornaliere.

Il 14 ottobre, Zingaretti, durante il suo tour Piazza grande (“Il domani appartiene a chi ha il coraggio di inventarlo” il motto), è stato contestato per i motivi di cui sopra da un gruppo di animalisti. Lui li ha definiti “malati psichiatrici”. Questo la dice anche lunga sulla tolleranza e il rispetto verso gli altri del candidato segretario Pd.

Articolo di Fabio Balocco per ilfattoquotidiano.it del 21 Ottobre 2018