bombardamenti americani sulle città italiane NapoliI bombardamenti sulle città italiane iniziarono l’11 giugno 1940, circa 24 ore dopo la dichiarazione di guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, mentre le ultime bombe caddero all’inizio di maggio 1945 sulle truppe tedesche in ritirata verso il Brennero. Nei cinque anni che passarono tra queste due date, quasi ogni città italiana fu bombardata. I centri industriali del nord come Genova, Milano e Torino subirono più di 50 attacchi ciascuno; le città portuali del sud, come Messina e Napoli, più di un centinaio. Milano registrò più di 2000 vittime civili; Napoli, nell’anno peggiore, il 1943, perse quasi 6.100 abitanti sotto le bombe. Città più piccole furono pure pesantemente danneggiate: per esempio, a Foggia le bombe distrussero il 75% degli edifici residenziali, mentre altre località come Rimini subirono ripetuti attacchi per periodi prolungati perché si trovarono per mesi sulla linea del fronte.

L’Italia centrale non fu attaccata fino alla primavera del 1943 (e per questa ragione ospitò gli sfollati da altre regioni), per diventare la parte più bombardata del paese nei 15 mesi seguenti mentre il fronte, lentamente, si spostava dal sud al nord Italia 2 . Dall’ingresso dell’Italia in guerra all’autunno del 1942, la Royal Air Force britannica (RAF) bombardò il sud dalla base di Malta. Palermo subì il primo bombardamento il 23 giugno 1940: le bombe mancarono l’obiettivo, il porto, e caddero sulla città uccidendo 25 civili. A Napoli, il porto, il nodo ferroviario, le raffinerie petrolifere e il centro cittadino furono colpiti per la prima volta il 31 ottobre. L’11 novembre, tre navi della flotta italiana furono seriamente danneggiate nel porto di Taranto. Anche se non era diretto contro il morale dei civili, psicologicamente, questo attacco cambiò la percezione della guerra tra la popolazione locale. Il giornale pugliese “La Gazzetta del Mezzogiorno” sostenne che non ci fu alcun danno e che anzi, il nemico era stato colpito dalla contraerea italiana 3 ; malgrado ciò, la gente si riunì intorno al porto cittadino in una sorta di lutto collettivo per la flotta. Nei giorni seguenti, la RAF bombardò Bari, Brindisi e ancora Taranto, mentre parte della popolazione locale iniziò a sfollare nei paesi vicini 4 . Da allora e per tutto l’anno seguente, i porti e le città del sud e della Sicilia vennero bombardate ripetutamente, secondo la strategia di guerra contro l’Asse in Africa per impedire i rifornimenti alla Libia, che partivano soprattutto da Napoli. Nello stesso periodo anche il nord fu bombardato, se pure con minore intensità, dalle basi della RAF in Gran Bretagna. Anche se i primi obiettivi, al nord come al sud, erano principalmente militari e industriali 5 , ne conseguivano “danni collaterali”. Nel caso del primo attacco su Torino, l’11 giugno 1940, l’obiettivo doveva essere la FIAT Mirafiori, ma le bombe caddero sulla città uccidendo 17 abitanti. Nei giorni seguenti, altri obiettivi furono i depositi di petrolio nei porti di Genova e Savona, le raffinerie di Porto Marghera, i porti di Livorno e Cagliari, le fabbriche dell’Ansaldo e della Piaggio a Genova. Tra il 15 e il 16 giugno Milano fu colpita per la prima volta: le bombe mancarono le fabbriche aeronautiche della Caproni, Macchi e Savoia Marchetti e caddero sulla città. Nel giugno 1940 si verificarono alcuni bombardamenti francesi, dalle basi in Algeria, su Cagliari (con gravi danni all’aeroporto), Palermo e Trapani. L’ultimo attacco su Cagliari avvenne appena prima dell’armistizio italo-francese del 24 giugno.

di Claudia Baldoli  da https://www.unive.it