municipio di BibbianoI fatti non sono assolutamente legati in alcun modo all’inchiesta sugli affidi. «MI ha detto di tirargli giù i pantaloni…». E ancora: «Mi ha fatto vedere un film porno sul telefonino e poi mi chiedeva di ripetere quegli atti». Parole scritte in un diario dal pugno di un bambino di 11 anni che tracciano una vicenda scabrosa della quale omettiamo più particolari possibili per tutelare il minore stesso e la famiglia, per evitarne dunque l’identificazione. Racconti raccapriccianti e i piccoli frangenti riportati sono solo quelli ripetibili. Presunto responsabile degli abusi è un uomo che lavora in municipio a Bibbiano dove svolge mansioni per conto di un soggetto terzo e dunque non stipendiato direttamente dal Comune della val d’Enza che però – dopo lo scandalo ‘Angeli e Demoni’ – si trova nuovamente nell’occhio del ciclone. 

La vicenda risale all’estate di un anno fa e siamo ancora in fase di indagini preliminari. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Marco Marano. L’accusa nei confronti dell’indagato finito nel registro del pm è pesantissima: violenza sessuale aggravata perché commessa su un minore infradodicenne.

All'epoca dei fatti contestati, il piccolo aveva dieci anni. I suoi comportamenti al di sopra delle righe per un bambino della sua età (epiteti sessuali ripetuti continuamente e linguaggio spinto) insospettiscono le maestre della scuola elementare che frequentava. Le docenti così convocano i genitori. Alla fine del colloquio, la madre ottiene così la devastante confessione dal figlioletto che scoppia a piangere profondamente turbato, e decide di raccontare tutto. A violare la sua innocenza sarebbe stata una persona vicina alla famiglia, durante un periodo di vacanza. La mamma così si rivolge prima ai carabinieri, sporgendo denuncia, e poi alla onlus reggiana ‘La Caramella Buona’ che si occupa di tutelare i minorenni che subiscono violenze sessuali. Alla quale il bimbo ha consegnato un diario coi dettagli di cui sarebbe stato vittima, acquisito poi dalla Procura. Così come sarebbero stati sequestrati all’uomo – al fine di svolgere ulteriori accertamenti – pc e smartphone. Al momento non sono state applicate misure cautelari nei confronti dell’indagato che sta continuando a svolgere le sue mansioni in Comune.

«Confermo che seguiamo il caso da circa un anno – dice Roberto Mirabile, presidente della onlus che nonostante le bocche siano cucite per la delicatezza della vicenda, rilascia una breve dichiarazione – Presenta aspetti inquietanti. A tutela del minore e della famiglia, non possiamo dire altro che siamo certi di poter dimostrare nelle prossime udienze l’attendibilità della testimonianza del bambino. E che faremo emergere la verità». Abbottonatissimo l’avvocato Simone Servillo che assiste la vittima dei presunti abusi: «Al momento non posso dire nulla. Siamo in una fase troppo delicata».

di DANIELE PETRONE da https://www.ilrestodelcarlino.it