CETA 2Cosa prevede l'accordo Ue-Canada, il CETA: accesso agli appalti, tutele per i prodotti tipici, un nuovo sistema per regolare le dispute tra Stati e aziende. Chi sono i favorevoli e i contrari.
Favorevoli: Il Governo italiano è tra i più determinati nel sostenere l'intesa. Federalimentare prevede «importanti vantaggi al settore agroalimentare italiano», le associazioni confindustriali europee sono compattamente a favore. Gli economisti della Fondazione Einaudi e della Adam Smith Society hanno creato un Comitato per il Libero Commercio, davanti alla crisi di Ceta e Ttip.
Contrari: La Confederazione europea dei sindacati (cui aderiscono Cgil, Cisl e Uil e che è guidata dall'italiano Luca Visentini) ritiene insufficienti i passi avanti sugli arbitrati Stati-aziende. La Coldiretti è preoccupata, in particolare, per le diversità di regole sui pesticidi. L'associazione ambientalista Legambiente definisce il Ceta «un accordo tossico per i diritti e per il pianeta».

STOP AI DAZI, STANDARD RISPETTATI

Il commissario europeo al Commercio, Cecilia Malmström, ha definito il Ceta «il più avanzato e moderno accordo commerciale mai negoziato dall’Ue». Secondo i fautori, porterebbe a un incremento del pil dell’Ue di circa 12 miliardi di euro l’anno. L’accordo sopprime il 99% dei dazi, per 500 milioni di euro l’anno. Il trattato e un testo aggiuntivo di interpretazione siglato da Ue e Canada garantiscono che gli standard in vigore non saranno minimamente intaccati, il Canada dovrà rispettare le normative di ambiente, sicurezza, sanità, alimenti, consumatori, lavoro dell’Ue. Tradotto: niente carne agli ormoni o polli al cloro. E non saranno toccati i servizi pubblici. Soprattutto, l’accordo apre a tutte le imprese europee tutte le gare d’appalto in Canada a ogni livello. Sarà ridotta la burocrazia, perché saranno riconosciute le qualifiche professionali europee in Canada e viceversa. E saranno riconosciuti i certificati tecnici di conformità di prodotti elettrici, elettronici, macchinari, giocattoli. È prevista una cooperazione «volontaria» sulla regolamentazione, e questo è uno dei punti criticati: il timore degli oppositori è che le multinazionali possano influenzare le discussioni parlamentari degli stati su nuovi standard.

TUTELA DEGLI IGP

Finora, il Canada ha trattato – come gli Usa – denominazioni come Prosciutto di Parma o Parmigiano Reggiano come denominazioni generiche, e infatti nel paese si può trovare 'Parma Ham' fatto in Canada. Non sarà più così: il Canada riconosce 143 denominazioni di origine controllata Ue, di cui 41 italiane, dalla Mozzarella di Bufala alla Bresaola della Valtellina.

PROTEZIONE DEGLI INVESTITORI

È uno dei punti nodali della critica degli anti-Ceta. Inizialmente era previsto il tradizionale Isds («risoluzione dei contenziosi investitori-Stati»), oscuri panel che decidono se un investitore sia stato discriminato da uno Stato (ce ne sono migliaia già in funzione, anche in accordi bilaterali di vari Stati europei). Le proteste hanno però portato la Commissione a proporre – e fare 'ingoiare' al Canada – una forma molto più trasparente: una vera e propria corte internazionale, gestita da magistrati di professione nominati dagli stati, e con diritto di appello. Gli oppositori temono però che anche questa Corte possa 'scavalcare' il potere democratico dei Parlamenti.

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dall'articolo di Giovanni Maria Del Re per avvenire.it  

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