lapresse xix veneziaSi accende il dibattito su “J'accuse”  e sulle quote rosa. La regista argentina:  «Rappresento molte donne che stanno lottando su temi di questo tipo e non vorrei essere in sala e applaudire». Poi aggiunge: «Non sono in alcun modo contraria alla presenza del suo film in concorso». ''Non ci sarò alla cena di gala di Polanski per non dovermi alzare ed applaudire''. Così Lucrecia Martel, presidente di Giuria al Festival di Venezia stamani commenta la partecipazione in concorso di 'J'accuse' firmato da Roman Polanski. Si accende così, su questa dichiarazione, la prima conferenza stampa al Lido (quella delle giurie) in cui Alberto Barbera ha dovuto difendere più volte la sua idea che riservare delle quote rosa non sia la strada giusta per fare giustizia.

Sul film J'Accuse invece ha detto: ''E' un film che mi è piaciuto molto. Non sono un giudice, ma un critico cinematografico, il mio lavoro finisce qui''. Insomma quella che doveva essere una tranquilla conferenza stampa dalla quale al massimo si rivela il criterio estetico dei giurati è diventato lentamente e irreversibilmente un acceso dibattito sul tema femminile. Un dibattito già in qualche modo annunciato visto che la stampa americana, e non solo, non ha amato la scelta di Barbera di selezionare il film del regista polacco accusato a Los Angeles di "violenza sessuale con l'ausilio di sostanze stupefacenti" ai danni di una ragazzina di tredici anni e undici mesi, Samantha Geimer.

La raffinata regista ha più volte ribadito all'incontro: "Io non separo l'uomo dall'opera. Ritengo così che ci possa essere disagio per l'eventuale presenza del regista anche se, dopo una piccola ricerca su Google, ho visto che la vittima di Polanski si ritiene ormai soddisfatta e io non sono nessuno per sovrappormi alla volontà della vittima''. E poi ha precisato:  "Non sono in alcun modo contraria alla presenza del suo film in concorso - sostiene Martel - Non ho alcun pregiudizio nei confronti del film e naturalmente lo guarderò allo stesso modo di tutti gli altri film del concorso. Se avessi dei pregiudizi, mi dimetterei dal mio incarico di presidente della Giuria". Sul caso interviene anche Barbera:"Non è facile in questo caso dare risposte univoche. Non riesco a fare una distinzione tra artista e uomo. La storia dell'arte è piena di artisti che hanno commesso crimini. Lui resta uno degli ultimi grandi maestri del cinema e non credo si possa aspettare anni per giudicare un suo film''. E tra Martel e Barbera non c'è accordo neppure per quanto riguarda le quote rosa. Dalla presidente di giuria arriva una provocazione:''iamo alla 76/ma edizione del festival perché per due anni non facciamo cinquanta per cento donne e cinquanta per cento donne e vediamo che succede''.

da lastampa.it