I minori kosovari e albanesi arrivano dai parenti in Italia. Poi si fingono soli per avere vitto, alloggio e scuola gratis. La legge parla, o parlerebbe, chiaro. Senza eccezioni: per migrante minore non accompagnato (Msna) si intende un minorenne senza cittadinanza italiana che si trova in italia "privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti". Tradotto: dovrebbe essere solo. Nessun contatto, nessun familiare. Alcune volte è così, come nel caso di chi sbarca a Lampedusa. Ma non sempre.

Da qualche tempo, infatti, si sta sviluppando una rotta segreta che porta giovani albanesi e kosovari nel Belpaese. Arrivano legalmente, si fingono "non accompagnati" e vengono accolti (a nostre spese) nelle strutture per minori. "Conoscono questo sistema e lo sfruttano per garantirsi l’istruzione ‘a gratis’. Mentre noi mandiamo i nostri figli a fare i master in Inghilterra, i loro genitori li inviano in Italia a fare un po’ formazione professionale senza spendere un euro”. A parlare è una fonte che lavora per Comune di Firenze nell’ambito dei servizi sociali. Conosce bene i dettagli e le magagne di un sistema che drena ogni anno milioni di euro dalle casse statali e comunali. "Se avvenisse tutto in modo regolare e preciso, su 10 minori accolti a Firenze ne rimarrebbero solo 3 o 4". Gli altri sfruttano le falle dell'accoglienza.

L’Italia garantisce vitto, alloggio e percorsi di integrazione a 7.580 migranti sotto la soglia della maggiore età. Di questi, la maggioranza arriva proprio da Albania e Kosovo. Parliamo di 2.021 persone, ovvero il 25,6% degli Msna censiti nel territorio nazionale. Solo a Firenze sono 270.

Lo schema è collaudato e in pochi approdano superando il confine illegalmente. "Arrivano accompagnati dai genitori, alcuni pure comodamente in aereo - spiega la fonte - Oppure vengono consegnati con una procura all’autista di un bus diretto nel Belpaese". In generale, per raggiungere l’Italia hanno bisogno "dell’invito" di un parente o amico che abita qui. Si tratta di una documento in cui uno straniero legalmente residente "dichiara di voler ospitare" il minore, di farsi carico delle "spese di sostentamento", di aver "stipulato a suo nome un’assicurazione sanitaria" e di aver messo a disposizione una fideiussione bancaria. Con questo foglio in mano, un minore albanese può entrare tranquillamente. Alla scadenza del visto dovrebbe tornare a casa, però "poco prima del termine appallottola il documento, si presenta alla polizia e dichiara di essere un minore non accompagnato". Di quel foglio non resta traccia, "perché non viene registrato". E così inizia la festa.