Bergoglio insegna noBergoglio insegna, con le sue parole e il suo esempio, che dubitare delle verità di fede è cosa buona e che quelli che non lo fanno sono «cristiani mondani». Blasfemia da quattro soldi. Per essere un buon cristiano, secondo questo energumeno infernale, si dovrebbe mettere in discussione, per esempio, la divinità o la resurrezione di Gesù Cristo. L’“insegnamento” bergogliano contraddice assolutamente quello di Nostro Signore, che rimproverò all’Apostolo Tommaso di non aver creduto alla testimonianza degli altri Apostoli sulla Sua resurrezione: «Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e méttila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”» (Gv 20, 27-29).

  Si immagini un catechista che dicesse ai suoi studenti che egli non fa altro che dubitare di ciò che insegna e che questo sarebbe per lui, non solo positivo, ma anche necessario per arrivare ad essere un buon cristiano. Ebbene, qui abbiamo un presunto «Papa», supremo dottore della fede cattolica, che ci dice più o meno così: «Cari fratelli, per essere cristiani autentici, vi invito a dubitare come faccio io, che non ho smesso di farlo in alcuna delle molte fasi della mia vita, e che continuo a farlo anche adesso che sono il Vicario di Cristo. Perché attenzione, se alcuni non lo fanno, significa che sono cristiani meschini e mondani, incapaci di muoversi verso le “periferie” e di praticare la “cultura dell’incontro”»


Tutto questo è semplicemente inconcepibile. Non c’è una sola frase della Sacra Scrittura o del Magistero della Chiesa che possa essere interpretata come un “invito a dubitare” della rivelazione divina; né si può trovare qualcosa del genere negli scritti dei Santi.

Ciò che supera ogni comprensione è Il fatto che Bergoglio abbia il coraggio di dire questo nientemeno che nella stessa Basilica di San Pietro, e che nessuno, assolutamente nessuno reagisca, si levi e lo rimproveri ad alta voce, in maniera energica e con coraggio, denunciandolo pubblicamente per quello che è: un acerrimo nemico di Dio e della Chiesa, un corruttore della fede ed uno che impugna la rivelazione divina.

Davvero è necessario ricordare che chi vuole indebolire la nostra fede è proprio il demonio? E che qualsiasi dubbio sulla fede viene sempre da lui e mai da Dio?

Da questo si può dedurre con totale certezza che gli “insegnamenti” di Bergoglio sono lineari e chiaramente satanici. Non riconoscerlo è segno di una profonda debolezza interiore, di una fede pusillanime e vacillante, di un’agghiacciante cecità spirituale. Per non parlare della più che perversa suggestione secondo la quale la rivelazione divina si potrebbe legittimamente considerare come un “sogno” [!!!]; né dei “rimproveri” che questo insensato ha il coraggio di muovere al nostro adorabile Redentore ...

di Alejandro Sosa Laprida da http://www.unavox.it