capture 040 22112019 173137La crisi politica è sempre più crisi di sistema. E rischia seriamente di trasformarsi in crisi istituzionale. Di tanto sono convinti i monarchici dell’Umi che da venerdì a domenica prossimi celebreranno all’hotel Massimo D’Azeglio di Roma il loro XIII Congresso nazionale. A guidarli, Alessandro Sacchi,  55 anni, da sette alla guida anni dell’Unione. Napoletano e avvocato, Sacchi coltiva da sempre un unico, ambizioso, obiettivo: scrostare la patina di vecchiume dall’Umi. E fare dell’ideale monarchico un’opzione politica a tutto tondo, ben diversa dalla versione caricaturale tutta titoli nobiliari e stemmi araldici che se ne dà.

 

Il presidente Sacchi: «L’Umi non è più un club di nostalgici»

«Per decenni siamo stati quelli, un po’ fuori dal mondo, che si lamentavano del referendum del 1946 celebrato in maniera poco pulita», premette l’avvocato. «Oggi – prosegue – la nostra associazione è frequentata da persone perfettamente inserite nei settori produttivi della società civile». Sacchi si rivolge a professionisti, studenti e persino operai. «È nostro dovere – spiega – adeguare strategie e strutture in vista delle nuove sfide imposte dai nuovi tempi».  Insomma, stop all’«aventinismo politico» e  avanti con la modifica della Costituzione proprio laddove ogni modifica è proibita: la forma repubblicana dello Stato.

di Valerio Falerni per www.secoloditalia.it