capture 050 05012020 201442 M5s è sempre più diviso, ma qualcuno, nella maggioranza e non solo, pensa di trarne vantaggio, spiega Jacopo Iacoboni, giornalista politico de La Stampa, esperto del fenomeno pentastellato. Il giornalista è stato intervistato da Italia oggi. Poco convinto della quantità di voti elettorali per l'ala contiana dei grillini che guarda al Pd. "Prendendo con le pinze i sondaggi che circolano, M5s è accreditato del 17% circa. Ma il brand Conte rischia di non vederne nemmeno la metà. Non facciamoci fuorviare dal gradimento del capo del governo, che quando è intorno al 40-45% è nella norma. Anzi, bassino".Secondo il giornalista nei 5 Stelle la posizione prevalente è la parte incline al sovranismo: "Di sicuro nell' elettorato. Si tratta di un sovranismo grillino, sui generis fin dal principio.

È quello di Di Battista, Lezzi, di tanti eletti al Sud, dello stesso Paragone. La loro è una posizione almeno minimamente coerente e più lineare dell' altra, di quella che guarda a sinistra, per capirci. Sono scettico sui numeri di una pattuglia Fioramonti, ma soprattutto sui voti che prenderebbe. In questi anni M5s ha sviluppato - era una precisa direzione indirizzata da Gianroberto Casaleggio - una propaganda molto dura e estrema, convergente con quella leghista. Quando questo è avvenuto, gli elettorati hanno iniziato a convergere. Si è creato un aggregato elettorale quasi unico. Nei primi mesi del Conte 1, M5s è sceso dal 32 al 20% circa, mentre la Lega è salita di quasi 10 punti. Non è un travaso, ma ci va vicino. Adesso, a quattro mesi dal varo del Conte 2, non vediamo un travaso di voti dal M5s al Pd. È un fatto, non una mia opinione".

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