capture 051 17042020 085321Intervista a El Clarin: «Chi deve lavorare per mangiare, non può permettersela. Lo scorso anno l’influenza H1N1 ha ucciso 800 persone e non abbiamo chiuso nulla»

In Brasile le vittime del coronavirus sono 1.223, i contagi hanno superato quota 22mila. Il quotidiano argentino El Clarin ha intervistato Osmar Terra, medico, deputato del partito del presidente Bolsonaro, l’Mdb (movimento democratico brasiliano). Per otto anni ha guidato la Direzione della Salute nel suo Stato, il Rio Grande del Sud, e in quel ruolo ha affrontato l’epidemia H1N1, è stato ministro della Cittadinanza con Bolsonaro e dello Sviluppo sociale con Temer. È considerato uno dei principali difensori della politica di Bolsonaro sul coronavirus, posizioni contrarie al lockdown, impongono l’isolamento solo per i gruppi a rischio.

«Ho un curriculum, non sono qui per ciucciare i calzini a Bolsonaro. Provano a presentarmi così ma è ridicolo. Questa è la politica che abbiamo in Brasile, nessuno parla di dati».

«Sono stato il primo sindaco in Brasile ad attuare il piano di medicina di famiglia. Mi sento in dovere di parlare quando vedo che si sta andando in una direzione sbagliata. Devo stare zitto perché così nessuno pensa che voglia diventare ministro della Salute? Ho più autorità io a parlare del coronavirus di tutti i responsabili sanitari del Brasile».

 

«L’Oms è un organismo che fece decisamente meglio in passato. Non voglio discriminare il direttore dell’Oms – Tedros Adhanom Ghebreyesus- ma è stato del partito comunista-leninista d’Etiopia. Ha servito il governo maoista d’Etiopia, e ha portato all’Oms molte persone di sinistra. Il suo predecessore, Margaret Chan, medico cinese che doveva avere vincoli politici con il governo, era un tecnico, non impose niente. L’Oms è un organo consultivo, non c’è l’obbligo di obbedienza in caso di pandemia. La Cina ha bloccato Hubei ma il resto del Paese ha continuato a lavorare. La Corea del Sud non ha chiuso un solo ristorante, un negozio, non ha messo in quarantena una famiglia, ma controlla, geolocalizza, avverte, invia sms per testare».

«Le quarantene generalizzate non servono a niente, il virus si diffonde su larga scala a causa degli asintomatici. I nuovi casi sono quelli diagnosticati, ce ne sono molti altri che non vengono registrati. La base della curva epidemiologica dura tredici settimane. Così è stato per l’epidemia di influenza H1N1. E così è successo a Wuhan. In Brasile stiamo arrivando alla sesta settimana che è il picco della curva».

«C’è un’epidemia, non esiste una cura né un vaccino. Purtroppo molte persone muoiono. Io credo che il coronavirus non provocherà più morti dell’influenza invernale. L’anno scorso l’H1N1 ha provocato 800 morti e non abbiamo chiuso nulla. Dal 2009 le vittime sono state quattromila. Il coronavirus non sarà diverso. Siamo troppo lontani dalle previsioni per spaventare le persone».

«Questa invenzione della quarantena è emersa dall’Imperial College, parliamo di un gruppo di teorici di Londra che non hanno mai sperimentato un’epidemia. Hanno elaborato una proiezione matematica catastrofica e hanno spaventato i governi».

«Il dibattito in Brasile è aperto. Il problema è un altro: la quarantena è insopportabile per la popolazione. Bolsonaro tiene conto di quel che sente la popolazione. La signora che viene domani da ma a cucinare, può sopportare la quarantena? È roba per ricchi, per chi ha uno stipendio garantito, il frigorifero pieno, non per coloro che hanno bisogno di lavorare ogni giorni per mangiare».

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