capture 054 17042020 095459La denuncia, che parla di «epidemia prevedibile», è stata firmata da 500 dottori

A nome di 500 colleghi, il dottor Fabrice Di Vizio ha  presentato una denuncia penale contro il Governo francese per «impreparazione davanti a una epidemia prevedibile».

L’ha presentata alla Court de Justice de la République. Contro Macron, Presidente. Contro il precedente Ministro della Salute e contro quello attuale. Contro il Ministro dell’Interno.

I medici francesi accusano di «irresponsabilità» il primo Ministro e il suo governo.

La causa è penale, secondo l’articolo 223-7 che punisce «chiunque si astiene volontariamente dal prendere misure che permettano di combattere un sinistro che potrebbe creare pericolo alle persone».

 

Se accettata, potrebbe creare difficoltà alla presidenza Macron.

E se facessero una denuncia contro Conte e i suoi ministri anche i medici italiani?

Responsabilità penale.

Non è una cosa da prendere alla leggera.

Sono morti 69 (SESSANTANOVE) medici.

Sono stati contagiati 10.000 operatori sanitari.

Non sono numeri da prendere alla leggera.

Sono persone che si sono ammalate e sono morte, perché il Governo non aveva previsto  in tempo di fornirli di mascherine, guanti, tute, occhiali di protezione.

Perché il Governo non aveva previsto in tempo un protocollo per accessi e degenze separate nei Pronto Soccorso, in vista del probabile arrivo del coronavirus dalla Cina.

E, prima di ammalarsi e di morire, questi medici e questi infermieri hanno, loro malgrado, poiché non sapevano di essere contagiati, diffuso il coronavirus ai loro pazienti.

Così è accaduto, gli scienziati lo hanno stabilito senza ombra di dubbio.

Proprio oggi, sono usciti i soliti sondaggi sulla fiducia nel Governo.

Cresce.

Io temo che cresca perché non è facile, durante una tragedia di questa portata, accettare l’idea che le persone nelle cui mani stai affidando la tua vita, non siano affidabili.

Magari sbaglio.

Ma i fatti, purtroppo, sono questi.

E, secondo me, bisogna dirlo.

di Antonella Boralevi per www.lastampa.it