Nel caso di Israele, ha ricordato, circa 140 persone muoiono normalmente ogni giorno, per questo chiudere gran parte del sistema economico per un virus che uccide ogni giorno 1 o 2 persone è un errore radicale che costerà al Paese il 20% del suo Pil.
La tesi è stata duramente contrastata in diretta da Gabi Barbash, capo di un ospedale ed ex direttore generale del ministero della Sanità, che ha denunciato l’errore del matematico spiegando che le morti sarebbero state ancora di più se Israele e altri Stati non avessero preso i passi conosciuti.
Una risposta non gradita da Ben-Israel – che è anche capo dell’Agenzia spaziale israeliana – secondo cui i dati di quei Paesi che non hanno preso misure radicali (come Singapore, Taiwan e la Svezia) provano la sua tesi.
I forti tassi di mortalità in certi Paesi, ha aggiunto, hanno spiegazione con il fatto che i loro sistemi sanitari sono stati sopraffatti. Anche l’andamento della pandemia a New York per Ben-Israel va a sostegno della sua tesi: crescita e picco fino a circa 40 giorni e poi discesa. (fonte Ansa)
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