capture 282 29042020 121450Andrea Crisanti è a capo della task force sanitaria del Veneto. Andando contro le linee guida del governo ha di fatto sconfitto l’epidemia nella regione leghista. Lì, il tasso di mortalità si aggira attorno al 4%, mentre in Emilia-Romagna, dove c’è stata un’aggressione analoga del virus, all’11. In Lombardia, che ha però vissuto una concentrazione peggiore dell’epidemia, la mortalità è al 14 per cento.E ha spiegato a Libero come ha fatto: «Abbiamo fatto più tamponi di tutti per isolare il maggior numero possibile di positivi. Vo’ Euganeo, il primo nostro focolaio, è stata chiusa quasi subito, la popolazione è stata sottoposta a un doppio test, prima e dopo la “quarantena”, e il risultato è che i contagi, di fatto, si sono azzerati. Poi c’ è la questione legata agli ospedali».

«In quello di Padova, ad esempio, scoperto il primo contagiato abbiamo fatto il tampone a tutte le persone del reparto, sia medici che pazienti, e isolato immediatamente chi aveva contratto il virus. Siamo intervenuti in modo capillare perché la struttura funzionasse al meglio, riducendo al minimo la possibilità che l’ epidemia si diffondesse all’ interno, cosa che purtroppo è accaduta in alcuni ospedali lombardi. Questo ha permesso anche al nostro personale di lavorare in modo più sereno. Abbiamo sottoposto al test tutti, 6 mila persone, e ora abbiamo un tasso di infezione bassissimo».

Il governo ha sbagliato: «Avrebbe dovuto disporre il campionamento della popolazione in tutte le “zone rosse”. Non averlo fatto peserà sulle coscienze. Il 26 febbraio, a Vo’, il 3% della popolazione era infetta. Su scala nazionale significa che c’ erano già un milione e mezzo di contagiati, un numero enorme. L’ Italia ha perso due settimane a discutere dei danni all’ economia e di quelli d’ immagine: una follia. Quelle due settimane, mi creda, le stiamo ancora pagando».

 

Basta imporre i divieti: «Certo, un periodo di isolamento è necessario, io dico solo che a questo punto non servirebbe a niente imporre ulteriori divieti, la gente li sta già rispettando. Non è colpa degli italiani se abbiamo ancora migliaia di casi al giorno».

«Vanno sottoposte al tampone domiciliare tutte le persone che chiamano il medico lamentando i sintomi. Idem per i familiari, anche se sono asintomatici. I positivi vanno portati in alberghi e strutture ad hoc per interrompere la catena del contagio. I dati parlano chiaro: le case sono veri e propri incubatori d’ infezione. Da questa brutta storia se ne esce solo così».

«Se la curva continua ad andare su e giù, e finora è andata così, significa che i provvedimenti non hanno sortito l’ effetto sperato. La media del periodo d’ incubazione è di 5-7 giorni. Se implementi le misure restrittive dovresti vedere i risultati dopo 8-9. Non abbiamo visto ancora niente».

«Non abbiamo più i professionisti di un tempo, quelli che hanno gestito il colera, la malaria, il tifo».

«Il governo di un Paese che dopo un mese di “quarantena” conta ancora mille morti al giorno dovrebbe chiedersi cos’ha sbagliato, perché le misure di contenimento sono state inefficaci. E invece abbiamo a che fare con persone arroccate nelle proprie posizioni, che continuano a fare e dire cose sbagliate con sprezzo dell’ evidenza. Se una nazione adotta provvedimenti goccia a goccia significa che non ha una visione, che cerca solo di mettere delle pezze una dopo l’ altra. Finora chi doveva prendere le decisioni ha rincorso emotivamente la quotidianità senza avere il minimo piano d’ azione».

Nulla da aggiungere. Questo ha un cervello. Purtroppo non è lui che guida la lotta al coronavirus in Italia. Ma un branco di invasati.

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