M5SCinque Stelle all'attacco: "Subito alle urne, obiettivo 40%". Di Battista: "Tutto il governo perde la faccia"."Fumata bianca della Consulta. Habemus Legalicum! Ora c'è una legge elettorale costituzionale e pronta all'uso per il voto subito". Beppe Grillo festeggia la sentenza della Consulta che ha bocciato una parte dell'Italicum e chiede di andare subito alle urne. "Non ci sono più scuse", dice il Movimento Cinque Stelle,

Ecco alcune frasi dette da Alessandro Di Battista (M5S) nel corso della sua intervista a DiMartedì nella puntata del 24 gennaio 2017. " Io non ho mai chiesto il permesso per rilasciare una intervista in tv". "Renzi aveva promesso entro Natale nuove case per i terremotati di Amatrice. Sciacallo è chi promette e non mantiene".  "Se non dovessimo riuscirci, non rivotate il M5S a Roma". Di Battista spiega che i giornali di Caltagirone “ci massacrano” da quando “abbiamo detto no alle Olimpiadi". E dice: "La Russia non riconosce tutti i diritti ai cittadini, certo. Ma in Italia tutti i diritti sono concessi a tutti i cittadini?".

Raggi indgataL’atteso avviso di garanzia è arrivato: la sindaca di Roma, Virginia Raggi, è indagata per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Sarà interrogata la prossima settimana dal pubblico ministero Paolo Ielo e dai sostituti titolari dell’inchiesta sulle nomine in Campidoglio. In quella sede dovrà chiarire per qualche motivo abbia mentito all’Anac, l’autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, sostenendo di «aver deciso in piena autonomia», mentre è accertato che sia stato Raffaele Marra, l’ex capo del Personale ora detenuto per corruzione, a predisporre la delibera. Oggi è stato interrogato come testimone l’assessore al Commercio Adriano Meloni.

M5S«I portavoce eletti del Movimento 5 Stelle hanno un compito ben definito: dedicarsi al compimento del programma. Il programma per le prossime elezioni non sarà definito dai parlamentari ma dagli iscritti. Chi non sarà d’accordo potrà perseguire il suo programma in un’altra forza politica». Lo scrive, in un post sul blog il leader del M5S Beppe Grillo, che sottolinea come tutte le «uscite comunicative» dei parlamentari vadano concordate con i responsabili comunicazione: «Non si fanno sconti a nessuno». 

raggi tassa vaticanoQualche giorno fa è (di nuovo) tornata alla ribalta la “notizia” secondo cui il Vaticano si dice pronto a pagare l’Imu e le altre imposte finora “evase”, come la legge prevede per i locali commerciali. E non si parla mica di bruscolini: fosse vero, nelle casse del Comune di Roma entrerebbero qualcosa come 19 milioni di euro derivanti dalle imposte di 297 strutture alberghiere gestite da religiosi nella Capitale. Di queste (aperte ai pellegrini con pecunia, ma pressoché chiuse a senzatetto e immigrati senza pecunia), il 62% risulta non in regola con i versamenti dell’Imu e più del 40% non è presente nei database dell’Ama per il pagamento della tassa sui rifiuti.

senatore ostaggio della castaMercoledì l'aula di Palazzo Madama voterà ancora, per la quarta volta, la richiesta di dimissioni di Giuseppe Vacciano. Finora sono sempre state respinte, inutili gli appelli a Grasso e ai capigruppo. E si avvicina la beffa della pensione parlamentare che tutti vorrebbero, anche a costo di tenere in piedi la legislatura: "Sono venuto qui per combattere quel privilegio. Colleghi, aiutatemi. Liberatemi". “Che sia la volta buona. Incrocio le dita”. Risponde dal terminal parlamentare che lo tiene prigioniero da più di due anni, come un Tom Hanks perso nel palazzo. Eccolo Giuseppe Vacciano, l’unico senatore della storia che non riesce a dimettersi. Non sono bastati 765 giorni per vedersi accogliere quella richiesta che in due anni l’aula ha respinto tre volte. Roba da Guinness dei primati, da petizione per la grazia.

Casaleggio e GrilloIl piano di Beppe Grillo e Davide Casaleggio è di andare al governo con la Lega. In un retroscena su Repubblica si parla di un asse tra il Movimento cinque stelle e Matteo Salvini. "Se dalla Consulta uscirà davvero una legge proporzionale", dice ai suoi il figlio del guru del M5s, "allora dopo il voto vedremo quali forze saranno disponibili ad appoggiare un esecutivo cinquestelle". Ergo la destra di Salvini e Giorgia Meloni.
Il ragionamento dei big grillini parte da una semplice e logica premessa: senza ballottaggio, nessuno raccoglierà il 40 per cento dei consensi, figurarsi il 50%. Meglio allora costruire un ponte con gli unici partner possibili. "Tra il Movimento e il Pd", ripete dall'altra parte il leader del Carroccio, "io scelgo sempre l'alternativa al Pd".

Virginia Raggi a diMartedì La7Dopo la bocciatura dei revisori varata una “mini-manovra” da 81 milioni di euro, possibile grazie a risparmi e qualche nuova entrata. Come ad esempio 5-6 milioni di euro che un paio di circoscrizioni (la prima e la seconda: proprio quelle a guida dem) si erano dimenticati di segnalare nel corso della stesura precedente. No alla dismissione delle partecipate, mentre sul gettito dall’Imu pagata dalla Chiesa, "è stata avviata un’interlocuzione con il Vaticano”, ha spiegato l’assessore Andrea Mazzillo. Più investimenti su trasporti e scuole, un ritocco ai fondi del sociale e obiettivi più precisi su imposte e partecipate (che però non sono e non saranno in vendita): la giunta di Virginia Raggi ha approvato il bilancio-bis dopo la prima bocciatura da parte dell’Oref.

Nessuno imane indietro M5SDati e indicatori economici di diversi istituti internazionali fotografano da tempo la stessa situazione: l'economia italiana è al palo, in fondo a tutte le principali classifiche. Se guardiamo, ad esempio, agli ultimi rapporti del Fmi e del World Economic Forum di Davos emerge l'eccezionalità della crisi del nostro Paese. Il Fmi certifica che la crescita italiana è 5 volte più lenta di quella mondiale: il Pil cresce 10 volte più lentamente di quello cinese, 2 volte più lentamente rispetto a quello francese, tedesco e britannico e più di 3 volte rispetto a quello spagnolo. Ci sono poi le classifiche del World Economic Forum, che ci vedono nel complesso al 27esimo posto su 30 Paesi avanzati.

Dal 2014, quando siamo entrati nel Parlamento europeo, abbiamo sempre voluto creare un gruppo nostro: un MoVimento 5 Stelle in Europa. Sono passati alcuni giorni dall’operazione politica che abbiamo cercato di portare a casa. E’ arrivato il momento di fare chiarezza.
Ancora oggi mando giù un boccone amaro con la consapevolezza di aver agito per il bene del MoVimento 5 Stelle, perché è la sola cosa che mi interessa. Lo è sempre stato: quando mi hanno eletto come primo consigliere comunale e quando ho accettato di intraprendere l’avventura europea. Con Beppe Grillo, abbiamo fatto il possibile per creare un nuovo gruppo in poco tempo, l’abbiamo fatto sfidando la legge dei grandi numeri. Ma senza questi numeri non si formano i gruppi in Europa. Questo è un dato di fatto.

Voglio farmi e rispondere alle domande che mi sono arrivate negli ultimi giorni.

M5S Europa 5 StellePerché avevate deciso di uscire dal gruppo politico EFDD?
Il dibattito sul futuro del MoVimento 5 Stelle dopo la Brexit ha coinvolto me e i miei colleghi per diversi mesi. Ukip abbandonerà l’Europa e con lui tutti gli eurodeputati inglesi. Farage ha già lasciato la leadership del partito. Efdd diventerà qualcosa di diverso. Mi sono mosso con delega di Beppe Grillo assumendomi la responsabilità di traghettare il gruppo europeo in una nuova dimensione. Dopo aver compreso che non c’erano le basi per la creazione di un nostro gruppo, abbiamo subito cercato un contatto col gruppo dei VERDI. Ci hanno fatto perdere del tempo prezioso, per poi essere liquidati con la solita motivazione che noi del Movimento 5 Stelle siamo stanchi di sentirci ripetere: “Il Movimento 5 Stelle rompe gli equilibri”. Agli inizi del mese di dicembre abbiamo iniziato a dialogare con l’unico gruppo che si è dimostrato disponibile a parlare con noi: l’ALDE. ALDE conta al suo interno 68 eurodeputati, suddivisi in due componenti che raccolgono i valori Liberali e Democratici europei.
68 eurodeputati che provengono da 21 nazionalità diverse (Belgio 6, Bulgaria 4, Repubblica Cieca 4, Danimarca 3, Germania 4, Estonia 3, Irlanda 1, Spagna 8, Francia 7, Croazia 2, Lettonia 1, Lituania 3, Lussemburgo 1, Olandesi 7, Austria 1, Portogallo 1, Romania 3, Slovenia 1, Finlandia 4, Svezia 3, Regno Unito 1) ognuna con la propria storia, ognuna col proprio percorso politico. Non esiste un’affinità completa. Esistono battaglie comuni e posizioni individuali. Immaginate cosa possano avere in comune un lettone con un inglese, un estone con un portoghese. Praticamente niente. Abbiamo incontrato il Presidente Guy Verhostadt più volte. Ci siamo conosciuti e confrontati. Non abbiamo mai nascosto le reciproche opinioni politiche.
Conosciamo le nostre diversità, perché in Europa funziona così: fai parte di un gruppo, ne accetti la struttura e porti avanti il tuo programma politico. Oltre a Verhostadt, a questi incontri, era sempre presente l’intero ufficio di Presidenza del gruppo ALDE: l’olandese Sophie in’t Veld e il cieco Pavel Telicka. Siamo giunti alla conclusione che c’erano margini di intesa su cui procedere.

Allora è vero che avete firmato un accordo?
No, non abbiamo firmato un accordo e i fogli che hanno circolato in rete sono documenti di ALDE. La scadenza, per la formazione dei gruppi per la seconda parte della legislatura, era fissata per il giorno 11 gennaio. Io ho dato la mia parola, Verhostadt ha dato la sua me. Questo significa definire un preaccordo e con questa garanzia abbiamo agito come sempre accade nel Movimento 5 Stelle:
1. Il garante politico propone un’opportunità politica
2. La rete esprime la sua volontà
3. I portavoce mettono in atto la decisione della rete
E mentre noi lanciavamo la consultazione online, chiedendo agli iscritti di votare su Rousseau (in linea coi principi di democrazia diretta del Movimento 5 Stelle), Verhostadt ha chiesto al suo gruppo che si opposto. Un intero sistema ha fatto pressioni per bloccarci.
Verhostadt si è piegato alle pressioni dell’establishment, rimangiandosi l’accordo. Verhostadt non è un leader. Noi abbiamo agito con l’appoggio dell’80% dei votanti su Rousseau. Lui è un mister senza squadra.

E’ vero che da questo (non) accordo qualcuno (me compreso) avrebbe “guadagnato” qualcosa di personale?
In ogni trattiva si cede qualcosa per ottenere qualcosa d’altro. Io non avrei guadagnato nulla, anzi avrei perso tutto. Ero co-presidente del gruppo Efdd insieme a Nigel Farage e avevo accesso alla Conferenza dei Presidenti. In ALDE non avrei mantenuto quella carica così come alcuni miei colleghi avrebbero dovuto cedere coordinamenti e incarichi nelle commissioni.
Avremmo rinunciato a parte dei fondi 400, ovvero parte del budget a disposizione del gruppo e del singolo eurodeputato destinato alle attività di informazione e formazione sul territorio europeo. In cambio loro ci hanno garantito totale libertà di voto e massima autonomia nel portare avanti il nostro programma. Non avremmo rinunciato e non rinunceremo mai alle nostre battaglie e alle nostre idee. Siamo riusciti anche ad ottenere la possibilità di realizzare un progetto autonomo e indipendente: DDM (Direct Democracy Movement). Un’identità che avrebbe espresso i nostri valori di democrazia diretta e partecipazione dentro al Parlamento europeo. Che ci avrebbe permesso di iniziare fin da subito ad aggregare realtà politiche che condividono con noi questi principi. Fuori dall’Italia sono tanti i movimenti che ogni giorno ci contattano per chiederci aiuto. Chiedono a noi un supporto. Vogliono sapere come abbiamo fatto ad arrivare dove siamo oggi. Vogliono sapere di Rousseau.

Reddito cittadinanza in EuropaE’ vero che i suoi colleghi portavoce non sapevano niente?
Chi doveva sapere, sapeva: Beppe Grillo, il capo politico del Movimento 5 Stelle. Tutti concordavamo nel voler creare un nostro gruppo. Le fughe di notizie ci hanno impedito di realizzare questo progetto. Le trattative sono azioni delicate che devono essere fatte con discrezione. Si sapeva che stavamo trattando, non si sapeva con chi.

Col senno di poi rifarei quello che ho fatto?
Certamente sì. Non ho un solo dubbio. Da questa esperienza ho capito che il Movimento 5 Stelle non fa paura solo in Italia. Facciamo paura anche in Europa. Con noi ALDE sarebbe diventato il terzo gruppo politico al Parlamento europeo e lì avremmo rappresentato l’ago della bilancia su tante decisioni importanti. Ma non cerco giustificazioni. Mi assumo le mie responsabilità oggi e l’ho fatto la sera stessa del saltato accordo, rimettendo i miei incarichi nelle mani di Beppe Grillo. Ho accettato le condizioni politiche di Farage, rinunciando alla co-presidenza. Non tollero gli attacchi personali. C’è chi oggi pensa solo al domani, io mi preoccupo del futuro di un Movimento che insieme a tanti attivisti come me ho collaborato a far nascere.
E se devo ammettere di aver commesso degli errori lo faccio, forte nel sapere che ho sempre agito per il bene del Movimento 5 Stelle. Le idee e i valori degli uomini fanno la differenza e per questo ringrazio ancora una volta Beppe e Davide che mi sono vicini. Rinnovo la mia totale fiducia a queste due persone eccezionali che hanno regalato un sogno a me e un’opportunità agli italiani.

di David Borrelli

Caro David, non abbiamo da rimproverarci nulla, sono altri a doversi vergognare per essersi rimangiati la parola data. Chi non capisce oggi, sono sicuro che capirà col tempo. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, fai e farai per il bene del MoVimento 5 Stelle.

Beppe Grillo