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Meloni smaschera il «paradosso» della sinistra. E al corteo della Cgil c’è chi se la prende
Collettivi, pacifisti, partigiani, sindacati internazionali: ci sono un po’ tutte le anime della sinistra al corteo della Cgil partito intorno all’ora di pranzo da piazza della Repubblica e diretto a piazza del Popolo, dove sarà chiuso dal comizio del segretario generale Maurizio Landini. La manifestazione, il cui titolo è “Italia, Europa, ascoltate il lavoro”, ha avuto l’endorsement di Enrico Letta e vede, tra le altre, la presenza il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Il corteo, che è stata indetto alcune settimane fa, ha lo scopo di illustrare le richieste del sindacato al governo che verrà contro il quale, dunque, non si scaglia formalmente. Non lo stesso è avvenuto alle manifestazione dei giorni scorsi, durante le quali invece sono state anche bruciate immagini di Giorgia Meloni. Una circostanza che la leader di FdI ha commentato parlando di «paradosso».
Meloni: «La sinistra al governo manifesta contro il governo che non c’è»
«Stiamo vivendo un paradosso in cui la sinistra, attualmente al governo, scende in piazza contro “le politiche del governo Meloni” non ancora formato», ha scritto Meloni sui social. «Comprendo la voglia di protestare dopo anni di esecutivi inconcludenti che ci hanno condotto nell’attuale disastrosa situazione, ma – ha aggiunto – il nostro obiettivo sarà restituire futuro, visione e grandezza all’Italia. A breve volteremo finalmente pagina». Benché non facesse alcun riferimento al corteo della Cgil, il post della Meloni vi è stato messo in relazione, tanto da portare l’ufficio stampa di FdI a precisare che a suscitarlo erano state le «manifestazioni organizzate nei giorni scorsi». Nel frattempo, però, alcune reazioni avevano finito per estendere davvero quel paradosso di cui parlava Meloni anche all’iniziativa del sindacato.
Centrodestra, vertice ad Arcore tra Meloni, Salvini e Berlusconi: «Importanti passi avanti»
Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si sono incontrati ad Arcore. La notizia del vertice tra i tre leader del centrodestra è giunta un po’ a sorpresa, dopo che ieri si era parlato di una giornata di riposto per la leader di FdI, impegnata da subito dopo il voto nello studio dei dossier e negli incontri quotidiani in vista della formazione del governo.
Il vertice del centrodestra dopo il voto
La questione delle priorità da affrontare con l’avvio della legislatura, fissato per giovedì 13, e il successivo conferimento dell’incarico da parte di Sergio Mattarella è stata al centro anche del vertice ad Arcore, il primo dopo le elezioni con tutti e tre i leader. Meloni, Salvini e Berlusconi hanno avuto modo di confrontarsi sulle prossime scadenze istituzionali e «sulla necessità di avere un governo forte e capace di rispondere alle urgenze del Paese, a partire – hanno riferito fonti del centrodestra – dall’emergenza dovuta ai costi dell’energia».
“Hitler, razzista, lecchino russo”. E Trump querela la Cnn: vuole 475 milioni di dollari di danni dall’emittente
Donald Trump fa causa alla Cnn per diffamazione e chiede un risarcimento danno per 475 milioni di dollari. E’ quanto si legge in una denuncia depositata presso un tribunale della Florida, nella quale si legge che la tv ha tentato di infangare l’ex presidente degli Stati Uniti “con una serie di termini sempre più scandalosi, falsi e diffamatori di ‘razzista’, ‘lacchè russo’, ‘insurrezionalista’ e infine ‘Hitler'”.
“Oltre a mettere semplicemente in evidenza tutte le informazioni negative sul querelante e a ignorare tutte le informazioni positive su di lui, la Cnn ha cercato di usare la sua enorme influenza, pretendendo di essere una fonte di notizie ‘affidabile’, per diffamare il querelante davanti suoi spettatori e lettori allo scopo di sconfiggerlo politicamente”, denunciano i legali.
L’emittente ha rifiutato di commentare il caso.
Dagospia sfotte la partigiana Michielin: la resistenza la fa alla sfilata di Moschino con la Ferragni?
Ora, fa notare Dagospia, non è che andare alla sfilata di moda può lontanamente essere paragonato alla lotta partigiana. Quindi la resistenza Michielin dove la fa? Alle sfilate di moda? In pratica questi vip che aderiscono entusiasti all’antifascismo di maniera si aggrappano solo a vuoti slogan, ignorando del tutto le ragioni di chi ha votato in modo diverso da loro. Di chi, cioè, non frequenta il bel mondo, non fa passerelle, non confonde X Factor con la realtà.
Guardando la foto della neopartigiana Michielin si comprende molto bene perché la sinistra non riesce più a dialogare con le persone vere e a intercettare i problemi della gente comune. Una sinistra che è ormai diventata un miscuglio indigeribili di schwa e antifascismo buono per le storie Instagram dei Ferragnez.
Elon Musk rilancia l’offerta su Twitter. Il social cauto sospetta una manovra legale
Elon Musk rilancia a sorpresa una nuova offerta per acquistare Twitter inaugurando, così, un nuovo capitolo nella telenovela intorno al social network fondato da Jack Dorsey.
Il fondatore di Tesla e di Space X, infatti, secondo quanto riferisce il ‘Washington Post‘ che cita fonti vicine al dossier, ha presentato una nuova offerta al prezzo di 54,20 dollari per azione, il prezzo convenuto inizialmente, a due settimane dall’inizio del processo previsto per il 17 ottobre.
Musk, infatti, si era impegnato a rilevare il social network prima di cambiare decisione. Ora il miliardario sembra una nuova volta aver cambiato la sua decisione.
Musk ha inviato la sua nuova proposta in una lettera durante la notte e Twitter sta valutando se accettare la proposta, ha spiegato una fonte vicina al dossier,
Nella lettera Musk si dice pronto a chiudere l’accordo di acquisizione e di porre fine a tutte le controversie.
“Twitter sta valutando la proposta e non agirà per almeno un altro giorno, secondo una delle fonti”, vicine al dossier. Da parte di Twitter, infatti, si chiedono se la lettera rappresenti una manovra legale.
Milano, aggredito in pieno centro l’ex-Ad di Tim Ruggiero: “La situazione è fuori controllo”
Due mesi fa l’icona radical chic Chiara Ferragni aveva denunciato “la situazione fuori controllo” della sicurezza a Milano salvo poi rimangiarsi tutto dopo 24 ore per non dare dispiaceri al sindaco Sala che si era indispettito, piccato per la figuraccia che aveva rimediato.
Riccardo Ruggiero, 61 anni, ex amministratore delegato di Tim, invece, non ci sta a tacere. E racconta come è stato aggredito e rapinato in pieno centro a Milano, ultima vittima di una microcriminalità in crescita impetuosa che Sala non riesce ad arginare.
L’ex-amministratore delegato di Tim ripercorre con l’Adnkronos l’episodio che lo ha visto vittima e che non smette di turbarlo.
“In pausa pranzo camminavo in via Palestro, all’angolo con via Marina, quando un ragazzo mi si è avvicinato per chiedermi come raggiungere una farmacia. Gli ho risposto, ma lui ha iniziato ha obiettare e a dirmi, con marcato accetto sudamericano, ‘sono disperato’. Mi ha afferrato con forza il braccio sinistro riuscendo a sganciare l’orologio coperto dalla giacca. Io mi sono divincolato e sono riuscito a riprendere l’orologio caduto a terra, prima che il suo complice – spuntato all’improvviso – riuscisse ad afferrarlo e scappare. E’ successo tutto in una manciata di secondi”, racconta ancora incredulo Ruggiero.
I social incoronano la Meloni: dopo il voto guadagna un milione e duecentomila follower. La classifica
Giorgia Meloni è la regina dei social. È la leader politica che, prima e soprattutto dopo il trionfo elettorale del 25 settembre, ha visto maggiormente crescere i propri follower su tutte le piattaforme: in totale ha guadagnato oltre un milione e duecentomila seguaci. Lo rivela il Messaggero che cita uno studio pubblicato dall’Istituto Arcadia.
I social incoronano Giorgia Meloni
Ed ecco i numeri. Dal 25 luglio al 2 ottobre la pagina Facebook di Giorgia Meloni ha guadagnato quasi 200mila follower, passando da 2.35 milioni a oltre 2.5. Oltre 51mila sono arrivati nella giornata del 26 settembre. Ancora più evidente la crescita su Instagram, dove i follower guadagnati sono oltre 300mila, di cui la metà (158mila) ottenuti il 26 settembre. Infine, su TikTok il seguito della leader di FdI è cresciuto di 357mila unità solo nell’ultima settimana. «Quello che ha premiato Meloni – spiega al quotidiano romano Domenico Giordano, il ricercatore che ha curato lo studio – è stata la coerenza mostrata in dieci anni in cui è stata sempre all’opposizione, al contrario di Letta e Salvini. A questo si è aggiunta la capacità sua e del suo team di presidiare tutte le piattaforme».
Degrado a Roma, la ricetta di Gualtieri: cancellare le vie dedicate al colonialismo fascista
Criminalità, violenza, spaccio, degrado? Non ci sono o comunque possono aspettare. Per il Campidoglio la priorità per salvare Roma è cancellare le tracce del colonialismo fascista. Proprio così. Sono mesi che la maggioranza che sostiene il sindaco Gualtieri ha in mente la campagna ispirata alla cancellazione dello scandalo storico.
La Giornata della memoria per le vittime del colonialismo
Ma adesso, che la pericolosa destra si appresta a guidare il governo, è diventata un’iniziativa ‘necessaria’. L’obiettivo, di stretta attualità e di cui i romani sentono un bisogno estremo, è presto detto. Istituire, niente meno, la Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano in Eritrea, Libia, Etiopia e Somalia. Lo prevede una mozione proposta dal Pd per la nuova celebrazione “da svolgersi il 19 febbraio in ricordo delle vittime africane durante l’occupazione italiana”.
Il reddito di cittadinanza mette a rischio pure il vino: «Fa preferire il divano alla vendemmia»
Anche il vino rischia di essere danneggiato dal reddito di cittadinanza: mancano lavoratori per la vendemmia. A lanciare l’allarme sono i vertici di due cantine di grande rilievo, come la sarda Argiolas e la siciliana Donnafugata. «I ragazzi non hanno voglia di imparare il mestiere perché a parità di stipendio preferiscono stare a casa per non perdere il reddito di cittadinanza», ha spiegato Valentina Argiolas, chiarendo che «la vendemmia è molto difficile quest’anno in Sardegna», perché «mancano trattoristi, potatori, innestatori, in sostanza tecnici che lavorano con le mani».
La testimonianza di Valentina Argiolas
Argiolas, che guida una delle cantine sarde più note e prestigiose, ha sottolineato in un’intervista all’Adnkronos che quelle che servono sono «professionalità che appartengono a una generazione di ultrasessantenni che non vengono sostituiti dai giovani», ma i ragazzi preferiscono adagiarsi sul reddito di cittadinanza «e quindi siamo costretti a chiamare sempre di più squadre esterne all’ambito territoriale». Uno scenario che prima non si verificava: «Avevamo manodopera sarda sia stagionale che fissa», tuttavia, anche in questo settore così duramente messo alla prova dalla crisi e dall’impennata dei costi di produzione, non tutto sembra perduto. «Ci sono tanti ragazzi volenterosi che stanno impiantando vigneti nella nostra zona tra Serdiana e Dolianova, a nord di Cagliari, magari sono figli di viticoltori della zona che lo fanno come attività secondaria, laureati, impiegati di banca, comunque persone con una certa cultura». Questo, ha sottolineato Valentina Argiolas, «è un fatto positivo».
La Corea del Nord lancia un missile balistico che sorvola il Giappone. Usa e Ue: «Gravissimo»
Nuova, pericolosa provocazione da parte della Corea del Nord. Pyongyang ha lanciato un missile balistico che ha sorvolato il Giappone, escalation per la quale il capo del governo di Tokyo, Fumio Kishida, ha parlato di “comportamento violento”. A dare notizia del test sono stati i vertici militari sudcoreani: lo Stato maggiore ha riferito che i nordcoreani hanno lanciato un missile balistico a medio raggio, che ha sorvolato la parte orientale dell’arcipelago giapponese, raggiungendo una distanza di 4.500 chilometri e un’altitudine di 970, prima di finire nell’Oceano Pacifico.
Corea del Nord, il missile ha sorvolato il Giappone
Il missile balistico lanciato dalla Corea del Nord è il primo a sorvolare il Giappone dal settembre del 2017. Lo evidenzia l’agenzia Kyodo, spiegando che il missile ha sorvolato il nordest del Paese e che nelle scorse ore il governo di Tokyo ha chiesto agli abitanti dell’isola di Hokkaido e della prefettura di Aomori di mettersi al riparo. Secondo la Bbc nel nord del Giappone si sarebbero svegliati con il suono delle sirene e messaggi di allerta.
Boschi: “Il Pd è finito per sempre, Giorgia Meloni è stata brava ma deve anche dire grazie a Letta “
“Il Pd ha terminato la sua corsa. Perché nel giro di qualche mese dovrà scegliere se stare con Conte o con i riformisti, con il reddito di cittadinanza o con il JobsAct. E a quel punto la divisione sarà inevitabile”. Non ha dubbi sul destino del suo ex partito Maria Elena Boschi. Intervistata da Libero, è impietosa con il partito di Letta. “Non so – dice velenosa come Renzi – se a marzo 2023 ci sarà il congresso, ma sono sicura che non ci sarà più il Pd. Il Pd ha preso il 19% ma è il partito del passato, noi l’8% ma siamo il partito del futuro”.
Boschi: noi siamo il futuro, il Pd è il passato
Gongola per il risultato elettorale anche se l’obiettivo delle due cifre è sfumato dentro le urne. “Due mesi fa ci davate tutti al 2%, oggi siamo quasi all’8%. Se in due mesi abbiamo fatto questo risultato, lei immagina che cosa potremo fare nei due anni che ci separano dalle Europee?”. Sulla sopravvivenza dell’alleanza con Calenda non si sbilancia troppo. “Abbiamo lavorato insieme e tutti noi sappiamo – a cominciare da Renzi e Calenda – che disperdere questa speranza sarebbe folle. Tutti noi sentiamo la responsabilità della fiducia data dagli elettori”.
Romario guida la carica dei senatori di Bolsonaro: il parlamento brasiliano svolta a destra
L’ex calciatore Romario de Souza Farias, cannoniere e miglior giocatore della Coppa del Mondo del 1994 negli Usa con la nazionale brasiliana, è stato rieletto senatore con il Partito Liberale (Pl) del presidente uscente, Jair Bolsonaro. Romario ha ottenuto più di 2,3 milioni di voti (circa il 29%) e rappresenterà lo stato di Rio de Janeiro nella Camera alta per i prossimi otto anni.
L’ex attaccante del Barcelona e del Valencia, campione del Mondo nel 1994 con la Seleção, aveva dichiarato in un’intervista a “Veja”, magazine brasiliano, le ragioni della sua militanza a destra: “Difende la famiglia e questo è molto importante per me. È contrario all’aborto e alla legalizzazione delle droghe. È spontaneo, vuole che il Brasile vada avanti”. Aveva però sottolineato che il suo sostegno non fosse senza condizioni: “Difendo Bolsonaro però non sono un Bolsominion”, aveva specificato. Romario è dal 2021 vicepresidente del Senato brasiliano.
La cacciata della Boldrini ne è la conferma: il Pd esce sconfitto nelle urne e nelle piazze
Loro sono un gruppo femministe famoso, con un nome famoso. Si chiamano “non una di meno”. Si chiamano così perché sono ragazze che tengono all’unità, alla tolleranza. Giusto, no?
Le donne iraniane? Alle femministe italiane non interessano
Ieri si sono riunite per dar vita a una manifestazione nel centro di Roma. No, no, non per protestare contro la strage di donne che sta avvenendo in Iran, dove ammazzano quelle che protestano contro l’obbligo di portare il velo e anche di portarlo in un certo modo. Per ora questo dettaglio nella lotta delle donne non interessa molto. Si vedrà magari tra qualche anno. Loro sono preoccupate per l’aborto in Italia. Temono che venga vietato dalle destre. Anche se le destre, il centrodestra, i berlusconiani, i salvinisti e i meloniani non hanno mai minacciato di toccare la legge sull’aborto. Però, sai com’è: son di destra, forse fascisti, sicuramente pericolosi per le donne, anche se a guidarli, per la prima volta nella storia d’Italia, c’è una donna.
“Chiara Ferragni al posto di Letta alla guida del Pd”. La previsione tragicomica di Vittorio Sgarbi
«Il prossimo segretario del Partito democratico? Chiara Ferragni. Nessuno meglio di lei rappresenta la deriva modaiola della sinistra». La risposta di Vittorio Sgarbi, nella sua intervista al quotidiano “La Verità”, vorrebbe essere una delle sue solite provocazioni, ma forse non lo è, alla luce di quello che è accaduto negli ultimi mesi nel Pd. La Ferragni, influencer adotatta dalla sinistra frivola che ama gli slogan a effetto e le passerelle tv, è l’unica forse ad essere ascoltata quando dice una cosa “non di destra”. Il popolare critico d’arte, uscito sconfitto dal duello con Casini in Emilia Romagna, non nasconde di aspirare a un ruolo nel nuovo governo di centrodestra, ma a quanto pare non ci ha messo il pensiero. Gli interessa di più bacchettare la cosidetta intelligenthia di sinistra.
Chiara Ferragni leader del Pd, Sgarbi nel governo Meloni?
Un ministero da tecnico o da politico, gli viene chiesto. E Sgarbi risponde così: “Rimettiamo a posto le parole. Il governo Draghi non era un governo tecnico, ma un governo prettamente politico. Il governo Meloni, invece, sarà il vero ‘governo dei Migliori’. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incaricato Mario Draghi mettendo insieme partiti diversissimi in maniera incongrua. Ci siamo ritrovati un governo con un presidente del Consiglio straordinario, ma deturpato dai vari Roberto Speranza, Dario Franceschini e Luigi Di Maio. Imbarcare tutti ha rappresentato una lusinga di Draghi ai partiti, per ottenere in cambio i voti per salire al Quirinale. Ma l’operazione di Draghi è stata fallimentare. È stato semplicemente un governo politico che ha mancato il suo obiettivo”.
Putin, chi può tradirlo nel cerchio magico. Il dossier che agita il Cremlino
Nove nomi. Tra questi potrebbe esserci il successore di Vladimir Putin. Nel cerchio magico dello Zar ci sono solo fedelissimi ma la piega che sta prendendo la guerra in Ucraina e la situazione socioeconomica della Federazione potrebbe portare un cambiamento drastico al Cremlino. Le voci di golpe e di tradimenti delle alte sfere del potere russo si susseguono dall'inizio della guerra, è vero, ma la mobilitazione militare in Russia ha portato il conflitto a un nuovo livello.
Ma chi può rovesciare Putin? Il sito Politico Europe, emanazione nel vecchio continente della testata Usa, ha tracciato il profilo dei nove uomini che potrebbero tradire il capo. Tra questi un uomo di fiducia storico dello Zar, Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza ma già scelto in passato come presidente dallo stesso Putin. Secondo l'analisi, dopo lo scoppio del conflitto ha iniziato a mettere alla porta gli oligarchi preparando la sua scalata da Mosca. Il sindaco della capitale Sergei Sobyanin scelto proprio da Medvedev, è un altro nome "attenzionato".
Nella lista c'è Nikolai Patrushev, amico di Putin fin dai tempi del Kgb e segretario del Consiglio di Sicurezza. Una vita dietro le quinte. Suo figlio Dmitry Patrushev, è l'attuale ministro dell'Agricoltura e siede nel consiglio d'amministrazione di Gazprom.
Caro bollette, lo smart working costa troppo: gli statali chiedono il bonus
Con il caro bollette lavorare da casa diventa un salasso. Il caro energia rischia di frenare lo start working nel privato ma soprattutto nella Pubblica amministrazione dove dai ministeri fanno sapere che molti lavoratori senza rimborsi per l'energia non vogliono lavorare da casa.
Nel pubblico il lavoro agile "ibrido" è volontario "e passa attraverso un accordo tra dirigente e dipendente", ricorda il Messaggero che fa sapere come "gli statali adesso chiedono (senza ottenerlo) una sorta di bonus per coprire parte delle spese legate alle forniture di luce e gas" dal momenti che i consumi aumenteranno con il crescere delle ore trascorse a casa.
Luce, riscaldamento, acqua peseranno ancora di più con l'arrivo del freddo. Secondo un rapporto dell'Inapp - Istituto per l’analisi delle politiche pubbliche- solo il 20% dei dipendenti pubblici è disposto a guadagnare meno pur di svolgere il lavoro da remoto per una parte della settimana. A usare maggiormente il lavoro da casa sono state finora soprattutto le imprese del Nord Est (70%), molto meno quelle del Nord Ovest (53%) e del Centro (57%). Al Mezzogiorno la percentuale scende al 30%.
Governo Meloni, per la Salute spunta il super-tecnico. I nomi "d'area" in lista
Tecnici puri o d'area, pare che tutto si giochi sulla proporzione di esperti e figure terze - ma non estranee alla politica - nella lista dei ministri del governo di centrodestra che sarà guidato con tutta probabilità da Giorgia Meloni. Secondo un retroscena della Stampa, la leader di Fratelli d'Italia ha l'obiettivo di presentare una squadra di qualità che convinca tutti, principio che secondo il quotidiano viene letto dagli alleati come la possibilità che alla fine Meloni pensi anche a dieci tecnici in squadra su 15 ministeri con portafoglio. "Si tratterà di tecnici di area", è la frase attribuita dal quotidiano a fonti di FdI dopo le parole di Silvio Berlusconi che aveva chiesto un governo basato su forze parlamentari.
Tanti i nodi da sciogliere egli equilibri da trovare, a partire dal ruolo di Matteo Salvini nell'esecutivo. Nei giorni scorsi si era parlato, per il leader della Lega, in caso sfumasse il sogno del Viminale, del ministero dell'Agricoltura o del Lavoro, e in parallelo la possibile nomina a vicepremier. La Stampa aggiunge alla lista "le Infrastrutture e forse anche lo Sviluppo Economico".
Rula Jebreal, "prezzemolina arrogante": Facci, il ritratto indiscreto
Chi pensa che le belle donne non possano essere intelligenti trova in Rula Jebreal una clamorosa conferma, un autentico spot anti-femminista semovente: è come fare una campagna per dire che i calciatori possono essere acculturati e prendere come testimonial Antonio Cassano. Il quale, però, un dono ce l'ha: è scafato, è consapevole, conosce i propri limiti, si è fatto largo nonostante i propri difetti e non espressamente grazie ai propri difetti. Non siamo sicuri che per Rula Jebreal si possa dire altrettanto.
Questo che leggete però sarebbe un ritratto, perché a Libero piace vincere facile e perché la Jebreal è rimbalzata alle cronache per una scemenza che ha scritto. Se ne parla qui a fianco, quindi non infieriamo: notiamo solo che la signora 49enne ha attaccato Giorgia Meloni scrivendo che suo padre «è un famigerato trafficante di droga criminale condannato», sicchè, considerando che questo padre ha abbandonato la figlia Giorgia quando lei aveva un anno, e che lei non l'ha più visto da quando di anni ne aveva 11, l'unica correlazione colpevolizzante a questo punto sarebbe una condivisione del patrimonio genetico, una responsabilità razziale odi sangue: non male per appartenere alla penna di una signora con cittadinanza israeliana, cresciuta espressamente in Israele prima di trasferirsi in Italia, dove ha fatto una carriera in stile Alan Friedman: probabile che nel paese d'origine non se la sarebbe filata nessuno. È solo un'opinione.
La gaffe della Boldrini: va in piazza per le donne iraniane ma spunta la foto di quando metteva il velo (video)
Laura Boldrini è tornata in piazza, dopo essere stata cacciata dalle femministe qualche giorno fa, per provare a recuperare lanciandosi sul tema dei diritti delle donne iraniane, con slogan inneggianti alla vita e alla libertà. Tutto bene se non fosse che il web ha memoria lunga e non perdona le ipocrisie. E’ spuntata così una foto dell’ex presidente della Camera che durante un incontro ufficiale alla Moschea di Roma esibiva la testa con il velo, non esattamente un elemento di emancipazione femminile per le donne islamiche con le quali si è schierata la Boldrini. E quelle due ragazze, Mahsa Amini e Hadis Najafi, nel cui nome la Boldrini è scesa in piazza, sono state uccise proprio per quel velo…
“Donna, vita, libertà. Alla manifestazione ‘The Time Has Come’ per il popolo dell’Iran, oppresso da un regime che cancella diritti e libertà fondamentali. È importante essere qui, a unire le forze con i ragazzi e le ragazze iraniani che nel loro paese, così come in molte capitali, stanno protestando contro il regime che li opprime. La loro voce deve essere ascoltata. E il pensiero va a Mahsa Amini, Hadis Najafi e tante altre: sono sempre le donne a pagare il prezzo più alto, il primo bersaglio delle dittature. Finché esisterà anche un solo posto nel mondo in cui le donne sono oppresse, non ci sarà piena parità per nessuna di noi”, scrive sui social la Boldrini, deputata del Partito democratico. Le reazioni dei suoi follower, però, non sono tenere: “Ipocrita , sfacciatamente ipocrita. Ma nn erj quella, ‘la loro cultura sarà la nostra’- Come faccia a votarti la gente è un mistero”, scrive un utente. “Apperó ..dopo più di 40 giorni..si è ricordata delle repressioni che stanno subendo le #donneiraniane…”, è il giudizio acido di una donna. “Lei è senza pudore. Neanche davanti alla morte di una povera ragazza. #MahsaAmini”, fa notare una ragazza, postando la foto della Boldrini col velo. Poi l’ironia: “Mica come quelle sottone che mettono il velo per diplomazia…”.
Violenza sessuale sul tram a Milano, cinque immigrati palpeggiano due studentesse liceali
Due liceali quindicenni vittime di molestie da una parte. Dall’altra, due adolescenti egiziani, di 14 e 15 anni, che ora devono rispondere all’accusa di violenza sessuale di gruppo. Si fa luce sul gravissimo fatto di cronaca accaduto a Milano nel marzo scorso. Si tratta di migranti senza genitori, già in comunità e che frequentano una scuola della zona.
Violenza sessuale dopo la mattinata a scuola
Le ragazzine stavano tornando a casa dopo la scuola. Erano sul tram della linea 24 a Milano. I due aggressori le videro e immediatamente iniziarono ad agire. Le spinsero, le palparono le parti intime, le molestarono sessualmente. Non erano soli, c’erano altre tre persone: due sono indagate e un terzo giovane non è ancora stato identificato. Nonostante i pianti e le urla, nessuno era intervenuto. Al capolinea le vittime scesero ma lì vissero la seconda parte dell’incubo. Furono accerchiate, cercarono di scappare ma non ci riuscirono. Una delle due studentesse fu costretta a baciare l’aggressore sulla bocca mentre gli altri continuavano a palpare.
“Rula Jebreal, sei scema?”. L’affondo in prima pagina di Sallusti contro la “signora nessuno”“Rula Jebreal, sei scema?”. L’affondo in prima pagina di Sallusti contro la “signora nessuno”
“Una signora nessuno“. Un Alessandro Sallusti indignatissimo dedica un editoriale vibrante all’intervento infame di Rula Jebreal che ha avuto l’effetto di attirarsi strali ovunque, dai social, dai suoi follower, persino dai suoi “amici”, da politici di sinistra ed editorialisti. “Ma sei scema?”, è il titolo scelto da Libero, che, siamo pronti a scommettere, qualche anima bella troverà eccessivo. Giorgia Meloni ha trovato la solidarietà di tutti (poche, però, le voci delle donne di sinistra). Sallusti spera che la leader di FdI non si faccia troppo ferire da tutto questo scempio che arriva a chiamarla in causa sui precedenti penali di un padre morto e da lei mai più rivisto, volutamente, dall’età di 11 anni. “Tutti la stanno ferendo e tanti altri lo faranno da qui in avanti”, scrive il direttore, che dedica alla vicenda squallida che sta tenendo ancora banco parole di fuoco.
Sallusti ,Rula Jebreal “icona di quella spazzatura umana che è la sinistra elitaria”
Soccorso “rosso” di fine governo: il terrorista Battisti “promosso” detenuto comune. FdI: “Vergogna”
Un colpo di coda del governo Draghi, verrebbe da dire, un soccorso “rosso” transitato per una decisione del Dap che fa capo al ministero della Giustizia. Un provvedimento che cambia lo “status” del terrorista rosso Cesare Battisti e non modifica la sua pena, ma dal significativo impatto simbolico (e sulle misure collaterali) ora che sta per insediarsi un governo di centrodestra. Proprio una delle vittime di Battisti, Alberto Torregiani, ha da sempre combattuto la sia battaglia di giustizia al fianco della destra e da FdI, mentre l’assassino ha sempre cercato e spesso trovato sponda a sinistra. Difficile credere che quella decisione del Dap di declassificare Battisti da “alta sicurezza” a “detenuto comune” sia un mero atto burocratico visto che arriva a distanza di tempo dalla richiesta avanzata dal difensore dell’ex leader dei Pac.
La decisione apre a Battisti la strada dei “benefici di legge
Il provvedimento non cambia nulla rispetto alla pena che Battisti deve ancora scontare ma aumenta la possibilità di accedere ai benefici di legge. L’unica novità, che non ha a che fare col provvedimento, è che l’ex protagonista della lotta armata potrebbe essere trasferito dal carcere di Ferrara a quello di Parma. Quello che cambia è lo stato d’animo delle vittime. Non a caso, da Fratelli d’Italia si fa notare la strana coincidenza di tempi con la prossima fine del governo Draghi.
Stangata elettrica. Da ottobre bolletta della luce su del +59 per cento
Bonus sociali confermati, oneri di sistema azzerati e nuovo metodo di calcolo del gas
Non c'è il raddoppio della bolletta elettrica. Ma la stangata resta pesante. Dal primo ottobre il conto sarà più salato del 59%. Con un intervento straordinario, ritenuto necessario per le condizioni di eccezionale gravità della situazione, l'Arera (l'Autorità di settore dell'energia) ha limitato l'aumento dei prezzi dell'energia elettrica per le famiglie ancora in tutela. A limitare il rincaro l'intervento eccezionale dell'Autorità per il quarto trimestre del 2022, che si somma agli interventi del Governo.
«I prezzi all'ingrosso del gas, giunti a livelli abnormi negli ultimi mesi a causa del perdurare della guerra in Ucraina, dei timori sulla sicurezza dei gasdotti e delle tensioni finanziarie, avrebbero portato ad un incremento del 100% circa, nonostante l'intervento del Governo con il decreto Aiuti bis» spiega l'ente guidato da Besseghini che, per limitare ulteriormente gli aumenti dei prezzi su famiglie e imprese, ha deciso di posticipare eccezionalmente il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati, anch' essi caratterizzati da aumenti straordinariamente elevati. Nel terzo trimestre 2022, in base ai dati di preconsuntivo, il prezzo unico nazionale dell'elettricità (PUN) infatti è pressoché raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2022 e quasi quadruplicato rispetto al livello medio del corrispondente trimestre del 2021.
Rampelli: dal Pd un messaggio anti-italiano su di noi. Dal Pnrr all’aborto, le risposte alla falsa narrazione
Il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli chiarisce ruolo e progettualità del governo che sta per formarsi e dei rapporti interni al centrodestra e con l’opposizione. Così come quello che sarà l’approccio con cancellerie e osservatori stranieri. Ribadendo, in un’intervista a La Stampa in edicola oggi, quanto detto ancora ieri nello studio di Uno Mattina. E lo fa smantellando, uno ad uno, etichette e allarmi lanciati dalla sinistra, in Italia e all’estero. «Ancora oggi la stampa internazionale ci cataloga come “estrema destra” (far right wing) o “destra dura” (hard right), spiega l’esponente di Fdi. Ma, aggiunge a stretto giro, «in Italia tutti sanno che noi non siamo né l’una né l’altra. E che è il Pd che ha divulgato questo messaggio anti italiano che potrebbe scoraggiare gli investitori stranieri a venire da noi».
Rampelli, vi spiego ruolo e sfide del governo che verrà
Mentre, prosegue, «potrebbe ancora lanciare un segnale. Spiegare a cancellieri e ministri che Enrico Letta è andato a incontrare, che la sinistra ha perso le elezioni. Ma che la destra italiana non è né «estrema», né «dura», e che governa da decenni Regioni e Comuni». Dando prova, ancora una volta, «che sarà un avversario leale delle socialdemocrazie europee. Anche questo potrebbe essere un modo per restaurare un bipolarismo buono. Ripristinare l’alternanza. Lavorare per modernizzare lo Stato e varare una qualche forma di presidenzialismo», suggerisce tra le righe dell’intervista al quotidiano di Torino, Fabio Rampelli. Poi, una volta sgomberato il campo da equivoci e paletti, spiega che la composizione del governo non sarà un problema: «Già governiamo in Regioni e Comuni e la quadra l’abbiamo sempre trovata». E di non essere preoccupato per le richieste degli alleati: «Non mi pare una cosa particolarmente difficile mettere d’accordo i partiti della coalizione in base ai pesi elettorali».
Energia, dramma bollette: quanto aumenta ancora la luce. Associazioni in rivolta
Venerdì 30 settembre sarà una data importante per i bilanci di famiglie e imprese. Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, comunicherà infatti l’aggiornamento delle tariffe dell’energia elettrica. Tariffe che saranno in vigore dal giorno successivo, primo ottobre, e per i successivi tre mesi, con i consumatori che andranno incontro "a una variazione estremamente rilevante, in un quadro rilevante di variazione di tutto il sistema", come affermato dallo stesso presidente di Arera, Stefano Besseghini, all'Italian Energy Summit organizzato a Milano dal Sole 24 ore. Gli aumenti, stima una rilevazione di Facile.it, potrebbero arrivare fino al 120% per una famiglia tipo.
Ma non si tratta dell’unica novità in arrivo. L'aggiornamento stavolta riguarderà solo l'elettricità, mentre per il gas bisognerà aspettare il 30 ottobre: troppo volatile il prezzo, che verrà calcolato sui prezzi medi mensili del Punto di scambio virtuale del mercato italiano. Sempre dal primo ottobre le compagnie potranno recapitare ai consumatori una bolletta mensile, invece che bimestrale. Una decisione su cui si dividono i giudizi delle associazioni di tutela dei consumatori. Se per Assoutenti "non apporterà alcun contributo alla lotta al caro-energia”, per l’Unc i consumatori "potranno sapere prima a quanto ammonterà la stangata, scoprendolo a novembre invece che a dicembre", e in tal modo “potranno intervenire prima per porvi rimedio, ad esempio riducendo i consumi".
Femministe in piazza. Non per le donne iraniane ma contro Giorgia Meloni e il modello Dio-Patria-famiglia
Le femministe scendono in piazza. Per le donne iraniane? No, contro la vittoria di Giorgia Meloni. Un fatto esilarante e drammatico nello stesso tempo. Esilarante perché questo spezzone di mondo della sinistra, incurante del messaggio che è arrivato dagli italiani e dalle italiane, persegue fanaticamente il racconto della “Meloni cattiva” che vuole togliere il diritto all’aborto. Drammatico perché questa gente non rispetta libere elezioni democratiche. E così con l’appello alla mobilitazione di “Non una di meno” (le stesse che avevano parlato di centinaia di alpini stupratori a Rimini) hanno in varie città dato vita ai primi cortei contro il governo Meloni che ancora deve nascere. La scelta del 28 settembre non è stata casuale: si tratta della giornata per il diritto all’aborto libero e sicuro. Scelta che in Italia nessuno ha mai messo in discussione.
Nei loro cortei le femministe contestano il modello Dio-patria-famiglia. Lo spiega Il Manifesto, gongolando per il risveglio delle piazze “resistenti”: “Dio, patria, famiglia? No, grazie. Non Una Di Meno ha intenzione di rispedire al mittente il modello di società che ha in testa Giorgia Meloni. Da subito. Non è un caso che la prima mobilitazione nazionale dopo la vittoria delle destre sia del movimento femminista, che da sei anni riempie le piazze e si batte per la conquista di nuovi diritti di donne e persone lgbtqi+”. Sono scese in piazza in 17 città. Roma, Torino, Milano, Verona, Bologna, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e molte altre. Tutte fiere di uno slogan contro la prima donna che potrebbe essere premier in Italia: “Meloni non cantar vittoria, ti cacceremo fuori dalla storia”.
La classe operaia va al governo: tute blu il 30% degli elettori FdI. Solo la Camusso non le vede
«Donne, giovani e operai», titola il Messaggero presentando l’identikit dell’elettorato di Fratelli d’Italia. Sì, anche operai. Anzi, soprattutto operai. Ben il 30 per cento di chi domenica ha votato il partito di Giorgia Meloni proviene dalle antiche tute blu, un tempo perno inossidabile del voto di sinistra. Nessun altro partito riesce a fare altrettanto. Neppure il Pd, che pure ha eletto Susanna Camusso, già leader della Cgil. In quel partito la “classe operaia” non va infatti oltre uno striminzito 13,4 per cento, ben al di sotto di autonomi (16) e – soprattutto – dei pensionati (29,1). Uno vera rivoluzione sociologica, che racconta un’Italia diversa da quella di alcuni decenni fa, quella riunita intorno ai sindacati di massa, vera cinghia di trasmissione del consenso politico.
La Camusso: «Colpa di una sinistra non credibile»
Oggi quelle stesse sigle – a cominciare dalla Cgil – trovano il proprio baricentro rappresentativo più nei pensionati che negli operai. Non stupisce perciò che chi l’ha guidata tenda a non vedere la mutata realtà. È il caso proprio della neo-senatrice Camusso, secondo cui non è cambiato proprio nulla. «I voti al centrodestra sono sempre gli stessi, immancabili negli anni il cui peso varia a seconda dei modelli elettorali e soprattutto dell’andamento dell’astensione. Nulla di strutturale direi», risponde all’Adnkronos. Il problema, rimarca, «è che manca la sinistra credibile». E detto da una che è con la sinistra è stata appena eletta, fa un certo effetto.
Governo, la Meloni riceve Salvini: «Clima di grande collaborazione e unità d’intenti»
Matteo Salvini dopo Antonio Tajani. Nel centrodestra continuano gli incontri in vista della preparazione della squadra di governo. Oggi Giorgia Meloni ha incontrato a Montecitorio il leader della Lega. Nessuna dichiarazione da parte di quest’ultimo al termine dell’incontro, durato circa un’ora. In compenso è arrivata una nota stampa. «Presso gli uffici di FdI a Montecitorio – vi si legge – si sono incontrati questo pomeriggio il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni e il segretario della Lega, Matteo Salvini. Il colloquio, primo dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche, si è svolto in un clima di grande collaborazione e unità di intenti.
Meloni e il leader leghista si sono visti alla Camera
«Entrambi i leader – prosegue la nota – hanno espresso soddisfazione per la fiducia data dagli italiani alla coalizione e hanno ribadito il grande senso di responsabilità che questo risultato comporta. Meloni e Salvini – conclude il comunicato – hanno fatto il punto della situazione e delle priorità e urgenze all’ordine del giorno del governo e del Parlamento, anche alla luce della complessa situazione che l’Italia sta vivendo». Nel frattempo, com’è normale che avvenga in situazioni come questa, fioriscono le voci e le ipotesi intorno alla squadra di governo.
Giorgia Meloni, Lollobrigida rivela il piano: le mosse per il governo
Modificare la Costituzione, "senza stravolgerla e con la collaborazione di tutti". Lo dice Francesco Lollobrigida, capogruppo uscente di Fratelli d’Italia, in una intervista a Repubblica. "Nessuno vuole stravolgere la Costituzione", assicura Lollobrigida, "non intendiamo toccare i valori fondanti contenuti nella prima parte. Non siamo i primi a chiedere che altre norme vengano riviste: basti pensare al titolo V o alla riforma di Renzi bocciata dal referendum. Noi crediamo che occorra una rivisitazione. A partire dal presidenzialismo". Per quanto riguarda lo strumento da mettere in campo per arrivare alla riforma della Carta. Lollobrigida ipotizza una Costituente o una commissione bicamerale, "si può trovare la formula. Basta che raggiungiamo l’obiettivo".
Tra le altre riforme a cui pensa il partito di Giorgia Meloni c’è il rafforzamento "del principio di sussidiarietà" per dare più poteri ai sindaci "e rivedere le Province: dopo la riforma Delrio sono creature ibride, restituiamo agli elettori la possibilità di rivedere i vertici. Oggi i presidenti nascono da intrugli fatti dai partiti. E la norma su Roma Capitale: occorre dare più competenze all’assemblea capitolina su materie come energia e rifiuti", continua Lollobrigida. Sul tema della sovranità del diritto europeo, poi, l’esponente di Fratelli d’Italia sottolinea che "il principio della sovranità del diritto europeo su quello nazionale è oggetto di dibattito anche in altri Paesi. È un concetto che dovrebbe essere oggetto di riflessione. Sì, la sovranità del diritto Ue va rivista, discutiamone". Infine parla anche del Pnrr
Fuori dal coro, Vittorio Feltri su Matteo Salvini: "Ha perso consensi ma non è giusto dargli tutte le colpe"
Durante la puntata di Fuori dal Coro in onda su Rete 4, Vittorio Feltri analizza il delicato momento che sta vivendo Matteo Salvini all'interno della Lega. "Esistono pericoli per Salvini - spiega il direttore editoriale di Libero - la cui leadership viene messa in discussione in questi giorni. La cosa mi dispiace perché lui ha portato la Lega dal 4% al 34% alle Europee, è stato capace di una cosa prodigiosa. Non si capisce come mai, quando si è messo nel governo gialloverde e ha fatto bene da Ministro dell'Interno. Poi è nato un governo e un altro ancora, nel quale è entrato insieme non solo al Movimento Cinque Stelle che aveva lasciato per motivi polemici, ma anche con Forza Italia, questo va bene, e addirittura con gli ex Comunisti, il Partito Democatico. Questo ha sconcertato l'elettorato, che non ha capito più nulla e ha perso stima e fiducia in Salvini".
Poi Feltri parla dei rapporti di forza all'interno del centrodestra. "Tensioni con Meloni? Lei non c'entra in questa cosa, ha raccolto i voti che gli italiani le hanno dato e non può essere accusata di qualcosa. La Lega adesso ha tutto l'interesse di rimanere agganciata a Fratelli d'Italia per fare un governo che possa funzionare. Solamente in questo caso può rimontare di molti punti. Certo è che bisognerà che i leghisti importanti, come i governatori, sostengano Salvini altrimenti sarà costretto a mollare l'osso e tornare a casa. Ma non sarebbe giusto, quando le cose vanno bene il merito è di tutti, mentre se vanno male la colpa è solo sua e viene presi a calci nel c... ".
La femminista rossa Lidia Ravera plaude la Meloni: “S’è meritata la vittoria, la sinistra sulle donne è indietro”
“Giorgia Meloni è una avversaria politica. Ovvio che non festeggio la sua vittoria anche se sono certa che se l’è meritata: noi donne fatichiamo di più, siamo più empatiche, più capaci di comunicare, meno ingessate nel gergo astratto e iniziatico della politica. Più dirette. Più libere anche, se non scimmiottiamo gli uomini, se non facciamo ‘le uome‘. Probabilmente sono tutti fattori che hanno influito sullo straordinario successo di Giorgia Meloni: dal 4% fino ai fasti del 25 settembre”. Parola della scrittrice Lidia Ravera, storica femminista sessantottina, comunista mai pentita, autrice del best seller generazionale “Porci con le ali”. La Ravera commenta così, all’Adnkronos, i risultati delle elezioni che hanno assegnato la vittoria al partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, con una posizione sorprendente, senza lagne sulle fantomatiche modifiche della legge 194 e senza processi alle intenzioni sui diritti delle donne messi a rischio dalla Meloni, secondo il main streaming della sinistra.
Truffa sulle mascherine, la Corte dei Conti accusa Zingaretti: danno erariale da 11 milioni di euro
La Corte dei Conti del Lazio, in seguito all’esposto della consigliera regionale del Lazio di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo, sulla fornitura di mascherine anti-Covid, accusa il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, candidato al Parlamento, insieme con il responsabile della Protezione civile, Carmelo Tulumello, di un danno erariale del valore di 11,1 milioni di euro.
È la Verità a svelare quelli che sono gli esiti della denuncia presentata da Chiara Colosimo in relazione alla vicenda della fornitura di mascherine anti-Covid.
Per i pm contabili, il governatore e il dirigente avrebbero causato quel buco con gli affidamenti alla cieca alla Ecotech Srl di Frascati per la fornitura di milioni mascherine. Contratti in gran parte pagati in anticipo e che – scrive La Verità – alla fine non sono stati onorati”.
“Adesso – rivela il quotidiano – la Corte dei conti sembra pronta a chiedere la restituzione del denaro direttamente ai due ‘indagati’, visto che la Ecotech non è mai riuscita a restituire gli anticipi incassati e subito girati ai subfornitori, la svizzera Exor Sa e l’inglese Giosar Ltd, società straniere, ma con titolari italiani”.
Feltri: “Festeggeremo il 25 settembre, la liberazione dai comunisti” E canta l’inno “Letta ciao”
Festeggerremo una nuova liberazione. Data, 25 settembre. Liberazione dai comunisti. Un Vittorio Feltri che si lascia trasportare dal clima di euforia per la vittoria storica della destra di Giorgia Meloni, verga anche un inno ad hoc, con la complicità dell’addio di Letta alla segreteria del Pd, sia pure in differita. “Una mattina mi son svegliato, o Letta ciao, Letta ciaio, Letta ciao ciao ciao…”. Ironia e non solo. “Benvenuti tutti nel paese reale. Finalmente i comunisti sono sconfitti”, esordisce dalle colonne di Libero. “Le elezioni ci hanno affrancato -speriamo per sempre- dai cosiddetti progressisti. Quelli che combattono i morti di settant’anni orsono, ossia i fascisti: gente ignota alle ultime tre o quattro generazioni. Evidentemente prendersela con i defunti porta scalogna”.
Feltri racconta la sua giornata, dopo avere appreso la definiva e larga vittoria del centrodestra a trazione FdI. La gente al bar Basso di Milano fgli si è fatta incontro per “celebrare con me il trionfo della destra politica. Un po’ imbarazzato sono stato al loro gioco e alla fine mi sono pure divertito. Forse ho esagerato nella esultanza, ma la mia città era scossa da un’aria frizzantina, fresca, che incitava all’allegria”. C’era aria di nuovo – racconta- un clima inedito. “Per la prima volta dopo tanti anni i conservatori nella nostra Nazione, in cui non c’è nulla da conservare se non l’ottimismo, sono riusciti a sorridere dopo una elezione”. Così, prima un po’ in imbarazzo, poi si è lasciato trascinare, si è unito ai festeggiamenti. Non prima di avere mandato una messaggino a Giorgia.
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