Esultanza per il ritorno alla normalità dopo tanti mesi di chiusure e sacrifici dovuti al Covid e alle scelte del Governo per limitare la diffusione dei contagi. È raggiante Paolo Bianchini, presidente di MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità, per le notizie sulle imminenti riaperture, che trovano la convergenza di praticamente tutti i partiti all’interno della maggioranza di Governo: “Questa è una settimana decisiva. Attendiamo, giorno dopo giorno, il ritorno alla normalità, con il comparto dell’ospitalità a tavola messo finalmente nelle condizioni di poter programmare la ripresa a regime del lavoro. Se ora si parla di allentamento e/o abolizione del coprifuoco e di riaperture totali, è grazie ai ‘piccoli’, ai piccoli imprenditori di MIO Italia che da un anno circa, costantemente, pazientemente e con determinazione hanno portato avanti le istanze di un settore irragionevolmente penalizzato da restrizioni di tipo ideologico, non supportate da evidenze scientifiche”.
“È grazie - prosegue Bianchini - alle proteste fragorose ma anche e soprattutto alle interlocuzioni con politici attenti e aperti all’ascolto, che ora si può cominciare a programmare e a sperare nel ritorno alla piena attività”.
Per capire l’importanza di questo passo in avanti basta vedere le cifre snocciolate dalla Coldiretti. Il superamento del coprifuoco e la possibilità di apertura all’interno dei locali per il servizio al tavolo e al bancone in bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi in tutta Italia vale in fatturato almeno 3,5 miliardi di euro al mese. Attualmente circa la metà delle attività di ristorazione hanno potuto riaprire sulle 360mila presenti in Italia lungo tutta la Penisola che sono stremate dalle chiusure obbligate, dallo smart working e dall’assenza del turismo.
Coprifuoco alle 23 dal 17 maggio e non solo: mozione del centrodestra unito, le richieste sul tavolo di Mario Draghi
Il centrodestra di governo ha presentato al Senato una mozione in cui chiede di spingere sulle riaperture. All’interno del testo non si parla solo di coprifuoco, bar e ristoranti, ma si chiede un’accelerata generale per consentire la riapertura in sicurezza di tutte le attività, in modo tale da incentivare la ripresa economica del Paese. La mozione è stata firmata da tutto il centrodestra che fa parte dell’esecutivo presieduto da Mario Draghi: Lega, Forza Italia, Udc e Cambiamo.
Difficile che tutte le richieste vengano accolte, dato che in molti punti appare come una clamorosa fuga in avanti mentre si è in attesa dei dati sugli effetti delle riaperture avvenute lo scorso 26 aprile. Quindi potrebbe essere presto per parlare di via libera alle cerimonie numerose e agli impianti sportivi, a cominciare dagli stadi. Più concreta la richiesta avanzata dai ministri del centrodestra, capitanati da Mariastella Gelmini. La responsabile degli Affari Regionali si è infatti fatta portavoce della necessità di prorogare il coprifuoco almeno alle 23 a partire dal 17 maggio. Forse, questo il vero obiettivo della mozione.
Durante la cabina di regia convocata per discutere sui nuovi provvedimenti da inserire nel decreto Sostegni, è stata quindi la Gelmini a porre la questione, ricordando che “il governo si era impegnato a rivedere il calendario delle riaperture a metà maggio e poiché la data è arrivata dobbiamo discuterne entro la fine di questa settimana”. Al termine della riunione la ministra di Forza Italia, appoggiata dai colleghi Giancarlo Giorgetti ed Elena Bonetti, ha chiesto una discussione urgente. Secondo le indiscrezioni del Corriere della Sera, il premier Draghi sarebbe orientato a concedere la proroga del coprifuoco, ma prima è in attesa dei dati del monitoraggio di venerdì, quantomai decisivo per capire la reale situazione epidemiologica del Paese.
Francia, la lettera-choc dei militari anti-islam: "La guerra civile sta covando, lo sapete perfettamente"
Dopo tre settimane di distanza dall'appello dei generali (molti in pensione) al presidente Emmanuel Macron e al governo perché "ritrovassero l'onore difendendo la Francia dal caos dalle orde delle banlieue e dalla incombente guerra civile provocata dall'islamismo", con la minaccia di un intervento dell'esercito, il settimanale Valeurs Actuelles ha pubblicato un nuovo testo nel quale duemila militari sostengono quell'appello e vanno oltre: "Vigliaccheria, inganno, perversione. I nostri commilitoni più anziani hanno ragione. Sì, se una guerra civile scoppia, l'esercito manterrà l'ordine sul suolo francese. Nessuno desidera una situazione così terribile ma sì, ancora una volta, la guerra civile cova in Francia, e voi lo sapete perfettamente", si legge nel testo
Il primo appello, scritto da Jean-Pierre Fabre-Bernadac, 73 anni, ex ufficiale di fanteria, era stato firmato da un migliaio di militari in pensione tra i quali 20 generali, alcuni peraltro richiamabili in servizio. La presa di posizione dei militari aveva suscitato sconcerto in tutti i partiti tranne nel del Rassemblement National di Marine Le Pen che al contrario aveva lodato "i patrioti dell'esercito che hanno il coraggio di dire la verità". Il nuovo testo è invece anonimo. "È questo il coraggio, quello di restare anonimi?", avverte il ministro dell'Interno Gérald Darmanin.
Secondo Valeurs Actuelles, settimanale ultra-conservatore, già ieri sera (martedì 10 maggio) quasi tre milioni di persone avevano letto il nuovo appello. "Questi sono militari in attività", spiega Jean-Pierre Fabre-Bernadac. Ma, secondo il Corriere della Sera, in Francia "c'è chi sospetta un'azione dietro le quinte di Marine Le Pen, in una rincorsa all'estrema destra in vista delle presidenziali 2022 che però potrebbe risultare rischiosa, e compromettere gli ormai antichi sforzi di normalizzare la sua immagine e proposta politica". E c'è anche chi fa notare che oltralpe l'esercito viene chiamato il grande muto e se, invece, parla in questo modo c'è da restare seriamente preoccupati.
Grillo è un comico senza cultura di governo, Santoro a valanga sul M5s
Michele Santoro dopo venti anni torna negli studi di Mediaset come fa notare prontamente Nicola Porro. Il giornalista è ospite nella puntata di lunedì 10 maggio, per un’ampia intervista che tocca le tematiche del momento: l’uscita del suo libro “Nient’altro che la verità”, dove racconta la storia del killer Maurizio Avola e lo scenario politico odierno.
Santoro non si risparmia e nel corso del suo intervento lancia una critica feroce al Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, rimpiangendo persino il Silvio Berlusconi di governo con il quale lo scontro era all’ordine del giorno: “Oggi siamo agli sgoccioli. Perché per lo meno quando c’era Berlusconi, per quanto io possa pensare criticamente a quel periodo, c’era lui in campo che combatteva in difesa dei suoi interessi ma anche di una sua visione politica del paese e c’eravamo noi che contrastavamo Berlusconi. Quando questo dualismo, che era una democrazia malata per me, non c’è rimasto più niente. Che cosa è rimasto? Quelli che facevano da pungolo al sistema che dovevano servire ai partiti per rigenerarsi sono andati al potere, con un volume sterminato di voti senza avere alcuna cultura per governare un paese.” Santoro non risparmia le critiche affermando in buona sostanza che i grillini sono il risultato dello sgretolamento dei partiti che vi erano al potere allora.
Covid, i poliziotti non ne possono più: «Non siamo sceriffi». 5.080 i nuovi contagi, 198 i decessi
Sono 5.080 nuovi contagi da Covid in Italia. Registrati inoltre altri 198 morti. Secondo i dati della Protezione Civile, sono 130mila i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore, l’indice di positività è del 3.9%. 2.158 i ricoverati in terapia intensiva (-34 da ieri), 80 i nuovi ingressi Covid: 15.427 ricoveri ordinari (+20 da ieri). 3.619.586 i guariti in totale (+15.063), 373.670 gli attualmente positivi (-10.184). Campania con 943 casi e Lazio con 680 sono le regioni con il più alto numero di contagi.
Covid, il Mosap: «Non siamo sceriffi»
A tenere alta l’attenzione sono anche le norme sul coprifuoco. Sull’orario da far rispettare è sceso in campo il sindacato di Polizia Mosap. «Non vorremmo passare come sceriffi. I cittadini, in particolare i giovani, dovrebbero comprendere il nostro compito, il nostro dovere di tutelare l’incolumità delle persone e la loro salute: è giusto che ci rispettino». Lo ha detto all’Adnkronos Fabio Conestà, segretario generale nazionale del sindacato. «Il nostro è un compito ingrato, siamo visti un po’ come il nemico, in particolare dai giovani e giovanissimi – ha aggiunto Conestà – ma il nostro dovere è far rispettare le regole, le norme dettate dal governo. Sembriamo un po’ i guardiani della notte, ma dobbiamo far rispettare le regole anche se con un certo disagio dato che comprendiamo perfettamente la stanchezza e la voglia di libertà delle persone».
Un francese su due non considera Marine Le Pen un “pericolo per la democrazia”. Lei si prepara per l’Eliseo
A meno di un anno dalle prossime presidenziali nel Paese, cresce il numero dei francesi che non vede nel Rassemblement National “un pericolo per la democrazia”, anche se solo un terzo del campione interpellato ritiene il partito capace di governare e un quarto crede che Marine Le Pen “sarebbe un buon presidente della Repubblica”. Il 42% dei francesi interpellati per un’inchiesta Kantar Public per FranceInfo e Le Monde ritiene che Rn non rappresenti “un pericolo per la democrazia” (un punto percentuale in più rispetto al 2020 e 6 punti percentuali in più rispetto al 2017) mentre ritiene il contrario il 49%.
Marine Le Pen e la scoperta di nuovi elettori
Cresce l’adesione alle idee del Rn, con il 29% d’accordo con le tesi del partito (+3 punti percentuali in un anno) mentre una chiara maggioranza (62%) non è d’accordo con le idee del movimento. Cresce anche il numero di quanti non hanno mai votato per il Rn ma che considera la possibilità di farlo (12%, + 4 punti).
Il 55% ritiene il partito di Marine Le Pen capace “di accedere al potere” ma solo il 33% la considera capace di “partecipare ad un governo”, con il 56% che si dice convinto che il movimento ha come vocazione quella di riunire i voti dell’opposizione”. Marine Le Pen è vista dal 67% delle persone come “persona di volontà” e “capace di prendere decisioni” (53%) ma solo il 24% crede che sarebbe un buon presidente.
Santoro fa il pentito: Berlusconi con la mafia non c’entra, e la sinistra su Salvini sbaglia tutto…
Michele Santoro non è più quello che cantava Bella ciao in tv, non è più quello che col pugno chiuso aderiva all’invito della Procura di Milano che declamava “resistere, resistere, resistere”. In altre parole per lui Silvio Berlusconi non è più il nemico numero uno.
Santoro e il libro sulla mafia
Ne parla in una lunga intervista con il direttore di Libero Pietro Senaldi, che prende spunto dal libro Nient’ altro che la verità (Marsilio, 19 euro), un saggio-inchiesta nato dagli incontri con Maurizio Avola, ottanta omicidi sulle spalle, artificiere della bomba che uccise il pm Paolo Borsellino e autore con il boss tuttora latitante Matteo Messina Denaro dell’assassinio del giudice Antonino Scopelliti. «Incontrarlo – confessa Santoro – mi ha fatto capire che dovevo iniziare un percorso di autocritica».
Chi era Carmelo Bene: vita dell’attore italiano
Attore, poeta, scrittore, regista e drammaturgo si è mostrato in grado di abbracciare numerose forme artistiche con grande talento.
Protagonista della cosiddetta “neoavanguardia” teatrale italiana e padre del “nuovo teatro italiano” è oggi uno degli esponenti più importanti del settore. Ecco la storia e la carriera del grande artista Carmelo Bene.
Chi era Carmelo Bene
Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene (Campi Salentina, 1º settembre 1937 – Roma, 16 marzo 2002) è stato un artista italiano.
Cresce nella provincia di Lecce con i genitori che gestiscono una fabbrica di tabacco e che lo educano seguendo gli insegnamenti della religione cattolica. Un educazione rigida che lo porta poi ad allontanarsi completamente da qualsiasi forma di spiritualità.
Salernitana in Serie A dopo 23 anni: parte la festa!
PESCARA - La Salernitana raggiunge l'Empoli e viene promossa in serie A. La squadra di Lotito vince a Pescara 3-0 e torna nella massima serie dopo 23 anni. Il Monza viene fermato dal Brescia in casa e chiude al terzo posto. La squadra di Brocchi si qualifica per i play off insieme al Lecce, Venezia, Cittadella, Chievo e Brescia, Niente da fare per la Spal.
Serie B, calendario e risultati
I verdetti della serie B
Serie A: Empoli, Salernitana
Play off: Monza, Lecce, Venezia, Cittadella, Chievo, Brescia
Retrocesse in C: Entella, Pescara, Reggiana, Cosenza
Sbarchi a Lampedusa, Sos sanitario. Il medico Cascio: «Con questi numeri impossibile gestire i contagi»
La situazione sanitaria è fuori controllo. I continui e massicci sbarchi a Lampedusa rischiano di mandare in tilt la gestione dei contagi. E la campagna vaccinale nell’isola rossa. A lanciare l’allarme è il medico Francesco Cascio. Da tre anni responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa. “Con 350 persone sul molo e 1.200 nell’hotspot, se dovesse esserci un caso di Covid sarebbe complicatissimo gestirlo. E mantenerlo in isolamento”.
Lampedusa, 2000 immigrati: è allarme sanitario
All’indomani dell’ondata di sbarchi, che ha portato sulla più grande delle Pelagie oltre 2mila persone, con altri tre arrivi registrati a partire dalla mezzanotte, sul molo dell’isola restano i migranti che non hanno trovato spazio nell’hotspot di contrada Imbriacola. Ormai stracolmo con oltre 1000 ospiti a fronte di una capienza di 250 persone. Una tenda li proteggerà dal sole e dall’umidità della sera, perché lì trascorreranno la loro notte. “Il centro di accoglienza è ancora un cantiere nonostante la fine dei lavori fosse prevista lo scorso anno”, denuncia Cascio. Mi chiedo se qualcuno monitori lo stato di avanzamento del cantiere…”.
La Rai sinistra di Fedez e Fabio Fazio fa saltare i programmi culturali di Alberto Angela
La Rai delle sceneggiate di Fedez, delle interviste in ginocchio di Fabio Fazio e delle battutacce della Littizzetto, dei milioni regalati a chiunque da Amadeus ogni sera, si concede il lusso di cancellare (anche se viale Mazzini parla di rinvio) il programma culturale di punta della rete ammiraglia, “Ulisse”, condotto da Alberto Angela. Secondo alcuni siti specializzati il programma farebbe registrare ascolti deludenti: da qui la decisione di annullare e rinviare, forse a fine giugno, la quarta e la quinta puntata che dovevano andare in onda di mercoledì.
L’Ulisse di Alberto Angela slitta a fine giugno
I primi tre appuntamenti del mercoledì sera avevano fatto segnare prima 3.388.000 telespettatori con il 14,96% di share e una settimana dopo 3.190.000 telespettatori ed il 13,88% di share, fino al dato di mercoledì scorso, 5 maggio, ancora in calo con 2.833.000 telespettatori ed il 12,87% di share. La concorrenza di “Chi l’ha visto?” è stata decisiva, nelle settimane in cui esplodeva il caso della presunta Denise Pipitone comparsa in Russia. Mercoledì al posto di Alberto Angela andrà in onda il solito commissario Montalbano.
Secondo il direttore di RaiUno, però, la cancellazione di “Ulisse, il piacere della scoperta“, non è dovuta al calo degli ascolto ma al Covid. “Alberto Angela e il team di Ulisse sono al lavoro per le ultime due nuove puntate del ciclo primaverile dedicate a San Francesco e all’ambiente. Alcuna sospensione del programma! Solo un piccolo ritardo nella preparazione causa emergenza covid. Ulisse non si tocca e torna presto!”, ha twittato Stefano Coletta. Sarà una mezza verità o una parziale ammissione?
Caos procure, Palamara: "Davigo non ha seguito le procedure". Morra: "Ha fatto solo il nome di Ardita"
A "Non è l'Arena" Nicola Morra ha portato la sua testimonianza sugli atti di Piero Amara e Luca Palamara ha confermato una procedura non regolare di Davigo
La magistratura italiana è nel caos e dopo il caso Palamara è scoppiato il caso Davigo-Storari. La vicenda è quella dei verbali di Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni, che racconta di una presunta loggia massonica "Ungheria". Per questo caso è indagato Paolo Storari, magistrato che ha consegnato i verbali a Piercamillo Davigo, sentito come testimone. Quegli stessi documenti che sono poi finiti ai giornalisti. Sono quattro le Procure attualmente coinvolte. A "Non è l'arena" Massimo Giletti ha approfondito il caso con Luca Palamara, Paolo Mieli e Sandra Amurri. Oltre ad aver raggiunto Davigo, Massimo Giletti ha portato in studio la testimonianza di Nicola Morra, presidente della Commissione antimafia, che ha dichiarato di aver preso visione degli atti per mano di Piercamillo Davigo.
La puntata è iniziata con il riascolto dell'audio di Nino Di Matteo, Consigliere del Csm che a Radio Radicale ha scoperchiato il vaso di Pandora sulla questione. "È notorio che a volte sono stato su posizione diversa rispetto a lui ma dimostra che chi non ha fatto parte delle correnti può diventare un valore aggiunto. Lui è andato fino in fondo per capire la verità", ha detto Luca Palamara in merito all'azione di Di Matteo.
Mascherine, Pierpaolo Sileri: "Con 30 milioni di vaccinati stop all'obbligo di indossarla all'aperto"
Presto si potrà dire addio alla mascherina. La conferma arriva dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: "Quando saranno raggiunti i 30 milioni di persone con almeno una dose di vaccino e saranno trascorse tre settimane per avere una buona protezione, la mascherina all’aperto dove non c’è assembramento credo sia sensato mettersela in tasca". Un pensiero, espresso durante un'intervista a Radio24, che fa ben sperare. Già adesso, infatti, siamo a circa 23 milioni e mezzo di dosi somministrate.
Parlando di ritorno alla normalità, Sileri è stato molto chiaro in un'altra intervista al Corriere della Sera. In particolare, ha affermato che tra meno di un mese, a giugno, l'Italia sarà come la Gran Bretagna. Dunque ci saranno maggiori libertà. Nello specifico, ha detto: "Questo è un virus cattivo. Ma capisco le persone e il bisogno di ricominciare a fare una vita normale, serve ancora pazienza per 2-3 settimane, aspettare che si concludano le vaccinazioni di tutti gli over 80 e che si arrivi a 30milioni di italiani coperti con almeno la prima dose di vaccino".
Il sottosegretario del M5s si è detto anche piuttosto ottimista sul fronte vaccino: "Con 500 mila vaccinazioni al giorno, aumenterà anche il numero delle persone vaccinate e l’aumento dei contagi non dovrebbe avere effetti sui ricoveri. I decessi sono ancora parte della terza ondata. Ma se la campagna vaccinale continua ad andare avanti così, entro la fine del mese quel numero si dimezzerà". Infine, sul green pass, ha spiegato che "arriverà entro due settimane e sarà un ulteriore stimolo a farsi vaccinare".
Lo ammette pure Crisanti: il coprifuoco serve a poco. Ma allora perché insistono?
Gli strenui difensori del coprifuoco alle 22 tutti i costi si inerpicano in acrobatici equilibrismi per difendere una norma sempre più inaccettabile a oltre un anno dall'inizio del Covid. «Il virus si trasmette alle 8 di mattina così come alle 10 o alle 11 di sera», arriva ad ammette il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, intervenendo in collegamento ad Agorà su Rai3 lunedì 10 maggio.
Ma - c'è sempre un ma - siccome «più ci si incontra e più aumenta la probabilità di trasmissione» di Covid-19, «con il coprifuoco si dà un piccolo contributo al controllo dell’Rt». E impatti sull’Rt «anche piccoli», derivanti dalle diverse misure, «se sommati insieme ci aiutano a uscire da questa situazione prima possibile». Quindi la regola in sé del divieto di uscire dalle 22 sembra non avere altra ragione che una generica volontà di limitare gli spostamenti anche se il virus circola, eccome, la mattina sui mezzi di trasporto, per dirne una.
«Io capisco le difficoltà a comprendere il problema del coprifuoco», riconosce Crisanti. Ma il punto, precisa, è che «la trasmissione è esclusivamente un problema di probabilità: più ci si incontra e più aumenta la probabilità di trasmissione». Quindi «ogni azione conta - insiste l’esperto - Conta indossare la mascherina, conta il distanziamento, conta evitare assembramenti e conta sicuramente la probabilità di incontrarsi in condizioni non protette per più ore».
Però la tendenza dei dati è positiva. «Non c’è dubbio che la dinamica dei decessi riflette l’effetto delle vaccinazioni. Sicuramente» anche in Italia «siamo di fronte a una diminuzione significativa della letalità, che certamente è da attribuire alle vaccinazioni fatte nelle Rsa e tra gli anziani» dice il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. «Che il vaccino funziona non ci sono dubbi - aggiunge - Dobbiamo soltanto cercare di vaccinare più persone possibili, facendo correre loro meno rischi possibili».
Altri mille migranti "invadono" Lampedusa. Lega in pressing su Draghi
Sono quasi 1000 i migranti sbarcati a Lampedusa nelle ultime ore: si trovano tutti nell'hotspot dell'isola in attesa della nave quarantena, tra loro un neonato
Migliorano le condizioni meteomarine nel mar Mediterraneo e tornano a intensificarsi gli sbarchi nel nostro Paese. Nelle ultime ora a Lampedusa sono arrivati oltre 1000 migranti in cinque diversi momenti, a distanza ravvicinata gli uni dagli altri. La prima imbarcazione ha condotto sulla più grande delle Pelagie 325 persone. Il malandato barcone in legno, lungo circa 20 metri, è stato intercettato a 8 miglia dall'isola. Dopo pochi minuti un secondo barcone, individuato a 5 miglia dalla costa, è stato scortato dalla Guardia di finanza fino al molo Favaloro con a bordo 85 migranti di varie nazionalità. Tra loro c'era anche una bambina di poche settimane.
Si sono poi susseguiti altri sbarchi all'alba, due barconi con 98 e 16 migranti a bordo. Il primo trasportava tutti uomini, prevalentemente provenienti dal Bangladesh e il secondo tutti uomini provenienti dalla Tunisia. Nella tarda mattinata è stato intercettato il quinto barcone della giornata a 3 miglia da Lampedusa con a bordo altri 398 migranti, tra i quali 6 bambini. L'imbarcazione si trovava in avaria ed è stata condotta in porto. Sono successivamente arrivate altre due imbarcazioni, una con 97 migranti e un'altra con 38 persone a bordo. Altri due approdi si sono registrati nelle ultime ore: si tratta di un barcone con 109 uomini, tra cui un bimbo, e di una carretta del mare con 20 uomini.
L'isola di Lampedusa è così tornata in piena emergenza con l'hotspot al collasso. A tutti i migranti è stato effettuato un primo triage sanitario e sono stati trasportati nella struttura di contrada Imbriacola, dove si trovano alcuni dei migranti giunti nei giorni scorsi. Nell'isola non ci sono più a disposizione le navi quarantena. L'ultima, l'Allegra, ha lasciato le coste lampedusane in settimana con a bordo 446 migranti.
Coronavirus, Matteo Bassetti: "Terroristi delle varianti". Ciò che non ci dicono sul contagio: una bordata a Massimo Galli?
Matteo Bassetti non comprende chi fa terrorismo sulle varianti del coronavirus. "Tutti le definiscono negative, ma possono esserci anche quelle benigne e sono molte. E' un modo che ha il virus di mutare. Finora abbiamo osservato e studiato quelle maggiormente contagiose e più aggressive come la variante inglese. Ma ad oggi i vaccini a mRna funzionano". E ancora: "Per questo non comprendo molto chi, spesso senza conoscenze approfondite, da tempo specula e terrorizza sulle varianti". Difficile non leggere tra le righe il nome di Massimo Galli, il primario dell'ospedale Sacco di Milano che, in una recente intervista, a proposito delle varianti ha detto: "Quel che abbiamo ora è un ottimo vaccino per un virus che girava un anno fa in Cina. Il panorama attualmente si è molto variegato e questo rende difficile poter pensare con l’attuale vaccino di raggiungere l'immunità di gregge".
Commentando, poi, la scoperta dello Spallanzani di Roma su alcune varianti "benigne" tra gli indiani rientrati in Italia, l'infettivologo del San Martino di Genova all'Adnkronos ha dichiarato: "Sono d'accordo con quanto emerso dallo studio dello Spallanzani e con la riflessione del direttore Vaia: non tutte le mutazioni peggiorano la situazione". E in effetti proprio oggi Francesco Vaia ha invitato tutti alla calma sull'argomento: "Abbiamo appena tracciato alcune varianti 'benigne' tra gli indiani rientrati: è un ceppo meno grave di quello prevalente nel nostro Paese".
"Il nemico è il virus, non le varianti. Le mutazioni ci aiutano a capire come avere strumenti sempre adatti a fronteggiare la pandemia. Ma non ci devono spaventare - ha assicurato Vaia in un'intervista al Messaggero -. La ragazza positiva alla sudafricana è in via di guarigione, la situazione è sotto controllo". Sulla scoperta delle varianti "benigne", invece, ha spiegato: "Questo è positivo, significa che il virus può mutare in forme meno invalidanti".
Terrorismo, Gasparri: basta misteri. Mattarella e Draghi conducano l’operazione verità sulle stragi
Terrorismo, Gasparri: basta misteri. Mattarella e Draghi conducano l’operazione verità su Ustica e Bologna. Nella giornata che ricorda il sacrificio delle vittime gli Anni di piombo e il dolore delle loro famiglie e di una comunità intera, il senatore azzurro, Maurizio Gasparri, lancia un appello che risuona come un monito. E rivolgendosi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Mario Draghi, dichiara: «La Giornata dedicata alle Vittime del terrorismo da un lato deve essere occasione di omaggio a quanti furono sterminati da una follia omicida che alcuni ancora oggi difendono con irresponsabilità. Dall’altro, deve essere un momento che ci impegni tutti a una ricerca delle verità più profonde e ancora negate».
Terrorismo, Gasparri: triste che ci siano ancora intellettuali che lo difendano
Non solo. Nel suo contributo al dibattito, rinvigorito dalla giornata commemorativa di oggi, Maurizio Gasparri, componente del Comitato di presidenza di Forza Italia, entra nel merito delle sue affermazioni. E tra argomentazioni politiche e suggerimenti pragmatici, rileva: «Per quanto riguarda il primo aspetto, è triste vedere presunti intellettuali e politici falliti difendere i terroristi comunisti recentemente arrestati in Francia, dopo decenni di impunità. Quella gente – prosegue il senatore di FI – che non mostra alcun pentimento, deve essere rapidamente estradata in Italia. Dove deve scontare in carcere le condanne a cui si è sottratta».
JULIUS EVOLA
Evola nacque da una famiglia siciliana di nobili origini. Le poche notizie sui suoi anni di formazione si possono ricavare dalla sua autobiografia (Il Cammino del cinabro):
«Nella prima adolescenza si sviluppò in me un interesse naturale e vivo per le esperienze del pensiero e dell'arte. Da giovinetto, subito dopo il periodo di romanzi d'avventure, mi ero messo in mente di compilare, insieme ad un amico una storia della filosofia, a base di sunti. D'altra parte, se mi ero già sentito attratto da scrittori come Wilde e D'Annunzio, presto il mio interesse si estese, da essi, a tutta la letteratura e l'arte più recenti. Passavo intere giornate in biblioteca, in un regime serrato e libero di letture. In particolare, per me ebbe importanza l'incontro con pensatori come Nietzsche, Michelstaedter e Weininger.»
Si espresse inizialmente nell'arte della pittura, aderendo alle tendenze artistiche più moderne. Entrò in contatto epistolare con Tristan Tzara e divenne uno dei principali esponenti del Dadaismo in Italia. Nell'ambito della poesia entrò in contatto con Gottfried Benn e Filippo Tommaso Marinetti quindi s'interessò al Futurismo.
“Politically correct”, meno male che esiste da poco: ci avrebbe negato pure Totò e Celentano
È una vera fortuna che la “diversamente censura” del politically correct sia un fenomeno relativamente recente. Pensate un po’ quante cose ci saremmo persi se il suo rogo ardesse già da tempo. Quanti film non avremmo visto e quante canzoni non avremmo ascoltato. Ci pensi bene, perciò, Adriano Celentano prima di buttarsi a corpo morto addosso a Fedez mentre il rapper digrignava tutti i suoi denti (ma quanti ne ha?) contro una presunta sforbiciata Rai alla sua invettiva anti-Salvini dal Concertone del 1° maggio. Ci pensi bene e poi ci dica se oggi sarebbe libero di cantare «e uno schiaffo all’improvviso le mollai sul suo bel viso rimandandola da te» senza passare per potenziale femminicida.
La nuova censura colpisce ora per allora
E già che c’è, consigli prudenza ad un progressista doc come Roberto Vecchione, cui oggi non perdonerebbero versi («e una negra grande come un ospedale da aspettare») come questi cantati in Arthur Rimbaud. Un testo del 1984, ma che sembra la fotocopia di «Siamo i Watussi» del 1963 con i suoi «altissimi negri». A conferma che in oltre vent’anni di musica leggera e impegnata nessuno aveva dato importanza a quel «punto G» che oggi scatena l’eccitazione del politically correct ogni qualvolta diciamo “negro” anziché “nero”. E ve lo immaginate il duo Mogol-Battisti sommerso da dislike e insulti social per «donna tu sei mia, mia e quando dico mia dico che non vai più viva»? Oggi sarebbe roba da Anonima sequestri.
"Picchiato dalla polizia", ma era falso. Sbugiardato il pachistano idolo delle Ong
Il suo caso aveva bloccato i respingimenti verso la Slovenia. Ma era tutto falso
La storia di Mahmood Zeeshan, il pachistano privato dei suoi diritti, ammanettato e respinto a bastonate in Slovenia dalla polizia italiana che lo ha catturato a Trieste in stile Pinochet è una bufala. Il 27 aprile lo ha stabilito, nero su bianco, un’ordinanza del tribunale di Roma firmata dalla presidente del collegio Luciana Sangiovanni, che ha accolto il ricorso del ministero dell’Interno. Peccato che in gennaio un altro giudice della capitale, Silvia Albano, di Magistratura democratica, avesse preso per oro colato la storiella del pachistano anche se in realtà il migrante non sarebbe mai arrivato in Italia secondo le prove presentate dal Viminale. Per di più la fake news è servita come pretesto alla giudice per bloccare le “illegittime” riammissioni dei clandestini della rotta balcanica in Slovenia. “Così quest’estate arriveranno ancor più migranti sapendo che non possono venire mandati indietro” spiega una fonte del Giornale in prima linea nella lotta all’immigrazione clandestina. Nel 2020 sono stati rintracciati 6477 clandestini in Friuli-Venezia Giulia e solo 1301 erano stati respinti in Slovenia, ma adesso le riammissioni sono bloccate.
La caduta di una star. Da "Dottor Sottile" a pasticcione isolato dai colleghi
Nel pool era celebre per i sillogismi manettari. Ma tra le correnti delle toghe fa sempre flop
E se poi, passo per passo, con il dovuto rispetto, si facesse strada il sospetto che Piercamillo Davigo non fosse il più intelligente di quella squadra micidiale che fu il pool Mani Pulite? Se i fatti incresciosi di questi giorni, la tempesta perfetta che ha investito settori cruciali della magistratura italiana, costringessero a rivedere con occhio critico i quasi trent'anni di gloria mediatica di questo umleno* smilzo e facondo, portando alla conclusione che dietro l'innegabile agilità dialettica non si celi altrettanta profondità di pensiero? Perché un dato è certo: la mossa che fa Davigo accettando di ricevere brevi manu dal collega Paolo Storari i verbali del (forse) pentito Pietro Amara fa a botte con l'immagine finora scolpita nell'immaginario collettivo di un giurista saggio ed accorto. Magari alla fine Davigo se la caverà senza danni. Noie disciplinari non può più averne, perché il suo datore di lavoro non è più il ministro della Giustizia ma l'Inps, ufficio pensioni. Grattacapi penali la Procura di Roma ha già chiarito di non volergliene procurare, interrogandolo come semplice testimone sulla ricezione del papello dalle mani dell'incauto Storari. Ma viene da chiedersi come sia stata possibile tanta sciatteria formale - la copia di brutta consegnata a mano, per strada se non in un bar: e in questi casi la forma è sostanza - da parte di un magistrato davanti al quale un tempo, come dinnanzi al barone Scarpia, «tremava tutta Roma».
Così diventa inevitabile pensare agli anni di Mani Pulite. E rianalizzare bene il contributo che ciascuno dei membri del pool diede all'impresa. L'intelligenza fulminea di Di Pietro, la capacità di analisi di Colombo, la regia minuziosa di Borrelli, tutto chiaro. Ma Davigo? A guardare bene, il vero apporto è la produzione di un paio di sillogismi giudiziari che diventano l'arma finale del pool. Il primo cancella di fatto dal codice la figura della corruzione impropria, che renderebbe più difficile usare le manette; il secondo dà dignità giuridica alla prassi di tenere in galera gli indagati finché non cantano. Sono armi decisive, farina del sacco dell'umleno. Perché Davigo è un cinico che sa usare le parole, che sforna ragionamenti impeccabili, aforismi memorabili come quelli di Oscar Wilde. Ma dietro, cosa c'è?
Perché Taiwan è “il posto più pericoloso del mondo”
“The most dangerous place on Earth“. Per l’Economist il luogo più pericoloso sulla faccia della terra è situato in Asia e si chiama Taiwan. Il noto settimanale ha dedicato una copertina alla “provincia ribelle” rivendicata dalla Cina e protetta dagli Stati Uniti. Nella ricostruzione grafica l’isola è al centro di un radar, esattamente a metà strada tra due flotte navali, quelle cinesi a ovest e quelle americane a est. Chiaro il messaggio: la resa dei conti per il futuro di Taiwan non può più essere rimandata. Anzi: è sempre più vicina. E, a seconda di come sarà gestita la vicenda, non è da escludere l’ombra di una guerra tra Washington e Pechino.
Una guerra che potrebbe pure estendersi su larga scala e coinvolgere altri attori globali, in un pericoloso risiko a decretare l’antipasto di una specie di terza guerra mondiale. Per capire i nodi del presente bisogna fare un breve tuffo nella storia. Quando nel 1949 Mao Zedong fondò la “nuova Cina”, la Repubblica Popolare Cinese, i nazionalisti del Kuomintang, guidati dal generale Chiang Kai-shek, fuggirono a Taiwan. Da quel momento in poi nacque la Repubblica di Cina, uno Stato che si è subito proclamato indipendente ma che, fin dall’inizio, è stato considerato dall'”altra Cina” parte integrante del proprio territorio. La disputa non è ancora stata risolta.
La Ferragni nella bufera: "Anche la bimba è ustionata?"
Vacanza con polemica in Toscana per Chiara Ferragni: le foto insieme a sua figlia per la festa della mamma preoccupano i seguaci
Chiara Ferragni e Fedez stanno trascorrendo un weekend di relax in Toscana, immersi nella bellezza della Maremma grossetana. I Ferragnez ne hanno approfittato per festeggiare il compleanno dell'imprenditrice digitale e la festa della mamma. Questo è anche il primo viaggio di Vittoria, l'ultima arrivata ed è stata l'occasione per ritagliarsi qualche giorno immersi nella natura insieme al primogenito Leone. Inutile dire che la location della quale i Ferragnez sono ospiti sia una residenza di lusso con tanto di campo da basket, per la gioia di Fedez, pronto a staccare la spina dopo il putiferio sollevato contro la Rai.
Al di là delle solite polemiche sull'ostentazione della ricchezza da parte dei Ferragnez, che in realtà è semplicemente promozione pubblicitaria per chi ha offerto loro la vacanza, ce n'è un'altra che sta animando i commenti sotto uno uno degli ultimi post pubblicati da Chiara Ferragni. Nel giorno della festa della mamma, l'influencer ha condiviso un post carosello con alcuni scatti insieme ai suoi due figli Leone e Vittoria. Teneri ricordi della prima vacanza in quattro per i Ferragnez, che hanno però messo in allarme gli utenti, preoccupati per l'insolito colorito della piccola di casa. Sono stati giorni dei tempo splendido in Toscana, tanto che la famiglia si è anche concessa delle escursioni al mare. Chiara Ferragni, inoltre, ha mostrato la schiena ustionata al termine di una giornata all'aria aperta e non sono pochi gli utenti che si domandano se anche Vittoria non abbia preso troppo sole.
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