Il catasto, ma anche il decreto bollette e quello sulla concorrenza. Per il governo si apre una settimana intensa, e difficile. Pesa quanto accaduto giovedì proprio sulla riforma del catasto, quando la maggioranza è andata in frantumi dopo non essere riuscita a trovare un accordo su un testo che garantisse che la misura non avrà fini fiscali, ovvero che non si trasformerà nel grimaldello per nuove tasse sulla casa. Oltre al merito, infatti, si è aperto un fronte politico che porta il tema degli equilibri interni alle forze che sostengono Mario Draghi anche sulla questione delle presidenze di Commissione.
Lega e FI ora chiedono le presidenze di Commissione
A parlarne apertamente è stato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, avvertendo che «non è possibile che il nostro partito e la Lega non siano rappresentati: poniamo la questione al capo dell’esecutivo e ovviamente ai presidenti dei due rami del Parlamento». Il fatto è che quelle presidenze risalgono ai tempi del governo giallorosso e, dunque, non rappresentano l’attuale compagine di maggioranza. Con effetti pratici sulla possibilità di incidere che sono emersi chiaramente proprio in sede di discussione sull’emendamento del centrodestra per mettere dei paletti chiari alla riforma del catasto.
L'ex comandante di Gladio e dei servizi segreti: “Sto con Putin, il problema della guerra è Zelensky”
«Credo che nessuno possa avere dubbi sul mio sentimento anti russo, però questa volta sono piuttosto perplesso e più ‘putiniano’ che non ‘zelenskyano’. Sono più dalla parte di Putin che non da quella di Zelensky». Esordisce così il Generale Paolo Inzerilli, Capo di Stato Maggiore del Sismi e per 12 anni comandante della Gladio, struttura militare segreta appartenente alla rete internazionale Stay-behind creata per contrastare una possibile invasione nell’Europa occidentale da parte dell’Unione Sovietica. «Io ho due pallini, la storia e la geografia - spiega il Generale -, ma in genere la gente evita di ricordare ciò che è successo nel passato. La Russia, fin da quando era zarista, è sempre stato un Paese a disagio perché si è sempre sentita circondata, in qualche modo bloccata, sentivano di non avere libertà di movimento. Con l’Unione Sovietica era lo stesso, perché è stata creata la Nato contro l’eventuale espansionismo sovietico. La situazione, dunque, si è tramandata. Tutto quello che sta succedendo adesso, perciò, è sempre dovuto al fatto che la Russia, non più Unione Sovietica, ha paura, si sente circondata da Paesi ostili. E il presidente dell’Ucraina, Zelensky, a mio parere fa una dimostrazione di forza quando in effetti tutto quello che la Russia ha chiesto è la dichiarazione ufficiale di non ingresso dell’Ucraina nella Nato e la demilitarizzazione del Paese. Ecco, non mi sembrano richieste assurde, ma Zelensky non ne vuole sapere».
Fu sospesa dal lavoro per avere criticato su Fb il governatore Emiliano: il giudice (due anni dopo) le dà ragione
Si era lamentata su Facebook con il governatore Michele Emiliano della scarsa qualità delle mascherine che la Regione Puglia aveva dato al personale delle ambulanze del 118: per questo era stata sospesa dal lavoro e dalla retribuzione. Un’autista soccorritrice del 118 di Fasano (Brindisi) dovrà ora essere risarcita dall’associazione per cui presta servizio, associazione che dovrà anche pagare le spese legali all’avvocato che l’ha assistita, Sara Zaccaria. Lo ha stabilito con una sentenza il giudice del Lavoro di Brindisi, Maria Forastiere accogliendo il ricorso della donna.
L’operatrice del 118 sospesa per un commento a un post di Emiliano
La donna, secondo quanto contestato dal datore di lavoro aveva, aveva “commentato, sul social network www.facebook.com, un post pubblicato dal Presidente della Regione Puglia, dott. Michele Emiliano, relativo all’acquisto da parte dell’Amministrazione regionale di materiale Dpi contro la diffusione del Covid 19”. In particolare aveva “dichiarato pubblicamente che la situazione dell’Asl Br è “vergognosa”, allegando un’immagine fotografica della dotazione sanitaria in uso agli operatori del Seu 118” e aveva anche “affermato che vi sono casi di contagio di Covid 19 anche tra gli stessi operatori del 118 (…) Orbene, tali dichiarazioni, oltre a gettare discredito sull’immagine dell’Asl di Brindisi e del SEU 118, generando un allarmismo ingiustificato nell’opinione pubblica sulla diffusione del Covid 19”.
L'età non è un ostacolo alla vita! Un cardiologo di 109 anni ha svelato il segreto della sua longevità e salute eccellente
Il dottor Pesce afferma che il segreto della longevità risiede nei vasi sanguigni: se sono sani e puliti, si può vivere fino a 100 anni e persino di più, sentendosi completamente sani. Il cardiologo ha confermato in pieno tale affermazione.
Il nostro reporter è riuscito a intervistare il dott. Orazio Pesce, che ha spiegato come ha prolungato la sua vita pulendo i vasi sanguigni.
- Dott. Orazio Pesce, Lei ha affermato diverse volte che avere dei vasi sanguigni puliti è la base per la salute. Perché?
- È semplice. Il funzionamento degli organi e degli apparati del corpo umano dipende dalla qualità della circolazione sanguigna, che fornisce ossigeno e nutrienti agli organi interni, oltre a raccogliere l'anidride carbonica e i prodotti metabolici. Durante l'infanzia, l'adolescenza e la gioventù facciamo più movimento, i vasi sono nuovi, elastici e puliti e il nutrimento degli organi è massimo. Di contro, con l'età ci muoviamo di meno e i nostri vasi iniziano a sporcarsi. Ciò è dovuto a molti fattori, non solo dannosi (come il fumo, un'alimentazione poco sana, un ambiente povero e uno stile di vita sedentario), ma anche naturali (come il deposito di lipidi, processo che si svolge in ogni organismo).
Salvini: “Putin non è folle, approfitta dell’Occidente diviso. Sì al dialogo con Mosca”
“Putin non è folle, è organizzato e approfitta delle divisioni dell’Occidente“: così Matteo Salvini ospite da Bruno Vespa a Porta a Porta sulla guerra in Ucraina. “Penso che sia tutt’altro che folle – afferma il leader della Lega in risposta a Enrico Letta –. E’ organizzato, è determinato e approfitta di un Occidente diviso”. “E’ andata l’Ue a Mosca a parlare con una sola voce? No – fa presente Salvini -. Ci è andato un giorno Macron, un giorno Scholze, l’Italia forse, chissà”.
Salvini: “Putin non è folle, approfitta dell’Occidente diviso”
Quindi, sottolinea, con “un Occidente diviso” è fondamentale che l’Italia dialoghi con la Russia. In tal senso, fa presente il leader della Lega, “pieno mandato a presidente Draghi, che ha mantenuto una posizione equilibrata”. “Di fronte alla guerra, ai carri armati e alle persone in fuga non possono esserci distinzioni politiche“. In tal senso il leader della Lega auspica una posizione unica della politica italiana sulla crisi ucraina.
Salvini replica a Letta sulle sanzioni: “Se la Russia domani chiude il rubinetto del gas, l’Italia spegne la luce”
Poi però Salvini replica ancora al segretario del Pd, che ha parlato di Russia in difficoltà per le sanzioni, precisando che il danno per Mosca è minimo, visti la ricchezza della Russia – “riserve per 630 miliardi di dollari e un debito pubblico del 17%” – e gli accordi commerciali su gas e petrolio. E a tal proposito sottolinea: “Se la Russia domani chiude il rubinetto del gas, l’Italia spegne la luce: è per questo che non ci sono sanzioni sul gas“. “Domani, se la Russia ci chiude il gas – prosegue Salvini – Porta a Porta non va in onda”.
Draghi promette: stop allo stato d’emergenza il 31 marzo. Via le zone a colori, scuole aperte per tutti
Arriva la conferma ufficiale. “Il Governo è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale. E ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese. Voglio annunciare che è intenzione del Governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo“. L’annuncio, tanto atteso, arriva dal premier Mario Draghi a Firenze, nell’incontro con le autorità e il tessuto imprenditoriale fiorentino al Teatro del Maggio Musicale. Un discorso “ecumenico” quello del premier, che va dalle tensioni nell’Est d’Europa all’economia, alla pandemia, al caro bollette.
Draghi: “fine graduale al certificato verde rafforzato”
Dal primo aprile, ha aggiunto il premier, “non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate. Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine FFP2 in classe. Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto: tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze. Ma il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto”. Le sue parole sembrerebbero prefigurare una svolta nell’approccio restrittivo fin qui tenuto.
Ucraina, Mosca sbeffeggia Di Maio: «Diplomazia non è assaggiare piatti esotici alle cene di gala»
L’informativa di Luigi Di Maio in Parlamento sulla crisi ucraina ha suscitato una risposta tanto piccata, quanto irriguardosa da parte del ministero degli Esteri russo. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa Tass e Interfax, infatti, Mosca avrebbe bollato come una «strana idea di diplomazia» quella emersa dalle parole del titolare della Farnesina, che ha escluso «nuovi incontri bilaterali» finché non ci saranno segnali di distensione.
Il ministero russo a Di Maio: «Strana idea di diplomazia»
La diplomazia, ha commentato il ministero russo guidato da Sergej Lavrov, «serve solo per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi ad assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala». «I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia come professione», ha sottolineato quindi il ministero degli Esteri russo.
Migranti, l’invasione silenziosa: altri 573 sbarcati ad Augusta. Ma la Lamorgese non muove un dito
Lo sbarco dei migranti su una delle nostre coste è una certezza. Mentre l’accordo politico sui ricollocamenti automatici degli extracomunitari recuperati lungo la rotta del Mediterraneo centrale resta una promessa. Un miraggio irraggiungibile sfumato ancora una volta al largo di Augusta, dove la macchina dell’accoglienza, necessariamente oliata a dovere, è continuamente in funzione. E dove, dalla notte di lunedì, non si ferma il lavoro dei sanitari del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom). Intervenuti insieme alla Guardia costiera nelle operazioni di soccorso di 573 migranti, di cui 19 minori accompagnati, che si trovavano a bordo di due pescherecci a 70 miglia a largo di Capo Spartivento. Tra loro anche una salma.
Migranti, il bollettino degli sbarchi di quest’anno è già da record
Con loro, dunque, il bollettino degli sbarchi si aggiorna: e come riferiva nelle scorse ore Il Giornale, sono già oltre quattromila i migranti approdati quest’anno nelle coste italiane. Per l’esattezza, «i clandestini sbarcati essenzialmente in Sicilia sono: 4701. 3035 in gennaio e 1666 in febbraio». E per l’appunto, l’ultima operazione di salvataggio è quella avvenuta al largo delle coste calabresi di Capo Spartivento. Dove la Diociotti ha recuperato i 573 passeggeri che, ha spiegato la Guardia Costiera, erano in difficoltà. «A bordo di due pescherecci sovraccarichi. E lasciati in balia delle onde», che dopo i soccorsi, sono poi sbarcati ad Augusta. Se poi pensiamo che non lontano da Augusta, esattamente a Pozzallo, solo qualche giorno fa dalla Ocean Viking sono sbarcati 338 migranti, 35 dei quali risultati positivi al Covid e imbarcati nella nave quarantena Azzurra in rada, è chiaro come i totali aumentano e preludono ai numeri impressionanti che si concretizzeranno con gli sbarchi a profusione che registra ogni stagione estiva, pandemia o no, indifferentemente…
Ucraina, il generale Bertolini: "Joe Biden ha umiliato la Russia. Noi e Vladimir Putin vittime degli Usa"
"La Russia è vittima, come noi, della voglia di stravincere americana": il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, offre un'analisi piuttosto lucida del conflitto in Ucraina, dove la notte scorsa è iniziata l'invasione ordinata da Vladimir Putin. Scendendo nel dettaglio, il generale spiega cosa ci sia alla base dell'ostilità della Russia: "Gli Stati Uniti non si sono limitati a vincere la Guerra Fredda ma l’hanno anche voluta umiliare prendendole tutto quello che in un certo senso rientrava nella sua area di influenza. Ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e la Bulgaria: di fronte all’Ucraina che gli avrebbe tolto ogni possibilità di accedere al Mar Nero, ha reagito".
Secondo Bertolini, insomma, gli Stati Uniti avrebbero non poche responsabilità in questo contesto: "C’è stata un po’ di arroganza nello spingerli in un angolo, adesso hanno reagito", ha spiegato all'Adnkronos. Aggiungendo, poi, che anche in Ucraina non se la passano bene al momento: "C’è un problema di tenuta del regime, si è creata una situazione con un primo ministro abbastanza improbabile, uno che viene dal mondo dello spettacolo", ha detto riferendosi a Volodymyr Zelenskij, che prima di intraprendere la carriera politica era un attore e un comico.
Trattata come un mostro su mia figlia: lo sfogo della Meloni sul vaccino. La pesante frecciata a Salvini
Uno sfogo sulle tante critiche ricevute per la questione della figlia e diversi segnali agli (ex?) alleati del centrodestra. È un fiume in piena la Giorgia Meloni che ha rilasciato un’intervista a Bianca Berlinguer nella puntata del 22 febbraio di Cartabianca, il talk show del martedì sera di Rai3: “Io ho avuto mia figlia sbattuta su tutte le prima pagine avendo fatto una scelta comune a tantissimi italiani, visto che meno il 10% degli italiani ha vaccinato i figli con meno di 10 anni contro il Covid. Non si creano mostri, io sono una madre come tutte le altri madri. C’è stata troppa aggressivit» sulla questione dei vaccini”. Poi la questione delle concessioni balneari: “Quelle aste non le vinceranno i giovani, verranno vinte tutte da multinazionali straniere. Noi avremmo prorogato le concessioni fino al 2033”.
Si passa quindi alla situazione del centrodestra, con la presidente di Fratelli d’Italia che è netta e chiara: “Il modello Le Pen funzionerebbe se gli altri partiti del centrodestra dicessero che non vogliono Fdi. Se andiamo con questa legge elettorale, dovrebbe esserci una coalizione. Se Fdi avrà il peso che io spero che abbia, il rischio che Fdi vada a fare un governo col Pd o i 5 Stelle non c’è. Con Matteo Salvini non ci siamo più sentiti. Non ci siamo ancora incontrati ma è già accaduto in passato che ci fossero dei periodi in cui non ci siamo sentiti. Valuteremo. Oggi i dati dicono che se si votasse e ci fosse un centrodestra compatto ragionevolmente potrebbe vincere le elezioni e governare senza il Pd. Bisogna evitare le polemiche e andare ai fatti e sui fatti prima o poi sicuramente ci sarà un momento per parlare. Io penso che nel centrodestra nessuno ha creduto come Fdi che mai ha fatto accordi con la sinistra. Io - ribadisce la Meloni - agli italiani dico ‘volete un governo di centrodestra?’ Se votate Fdi siete sicuri di averlo, per gli altri non posso garantire”.
Svolta green pass, c'è la data della liberazione. Ma sull'obbligo vaccinale Draghi va fino in fondo
C'è una data per il "liberi tutti" delle restrizioni Covid ma non sarà come nel resto d'Europa, perché una delle misure più severe che ha caratterizzato la linea dura dell'Italia contro i no vax continuerà a sussistere ben oltre il termine di altre limitazioni.
La road map del governo di Mario Draghi per l'allentamento graduale delle restrizioni toccherà il culmine entro il 30 aprile, data in cui ci si aspetta un "liberi tutti", spiega il Corriere della sera che ha raccolto le ultime indiscrezioni sull'orientamento dell'esecutivo. Ma c'è un "ma": "Eliminato il green pass per la maggior parte delle attività, resterebbe l'obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori e per gli over 50 fino al 15 giugno".
Il nuovo decreto del governo vedrà la luce tra la prima e la seconda settimana di marzo per entrare in vigore dal primo aprile, una "data simbolo, che segnerebbe l'inizio del percorso verso la libertà". Il giorno predente infatti scade lo stato d'emergenza e gli italiani sperano di non trovarsi a un pesce d'aprile.
Alcune misure cadranno e altre saranno prorogate, con un calendario del ritorno alla normalità per negozi, bar, ristoranti e alberghi. Il tema più spinoso è quello del green pass. Escluso che venga eliminato di netto, come trapela da Palazzo Chigi e dal ministero della Salute. Anche perché al certificato verde è legato il tentativo di stimolare ancora le terze dosi di vaccino. Tra le misure che saranno rinnovare l'obbligo della mascherina al chiuso nei luoghi diversi dalle abitazioni private.
Non ci sarà l'obbligo di mascherina Fpp3 all'aperto negli spettacoli mentre sarà rinnovato quello al chiuso per teatri, cinema, locali di intrattenimento, musica dal vivo e competizioni sportive al chiuso. Il punto è: fino a quando?
Niente multe ai no-vax, il Garante per la privacy sbugiarda Roberto Speranza per i ritardi sull'obbligo vaccinale
“È destituita di ogni fondamento l’affermazione che il Garante per la protezione dei dati personali abbia rallentato o bloccato l’attuazione della norma che individua le sanzioni per i cittadini e i lavoratori ultra 50enni sottoposti all’ obbligo di vaccinazione contro il Covid-19”. Lo precisa in una nota l’Autorità spiegando che “la relativa norma (d.l. n. 52/2021), che dà attuazione alle disposizioni in tema di certificazioni verdi Covid-19 e di obblighi vaccinali per cittadini ultracinquantenni, nonché per il personale delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica coreutica e musicale e degli istituti tecnici superiori, è entrata in vigore il 1 febbraio 2022, ma il ministero della salute ha inviato al Garante la richiesta di parere sullo schema di decreto che dà attuazione a tale quadro normativo solo in data 15 febbraio 2022”.
Il dicastero guidato da Roberto Speranza ha quindi trasmesso la richiesta soltanto nel giorno in cui scattavano le misure contro gli over 50 non vaccinati. Una svista clamorosa. “Il Garante, come sempre in questi casi - puntualizza la nota - si è occupato della questione con la massima urgenza, rilasciando il parere positivo sullo schema di decreto oggi stesso, dopo due soli giorni dalla ricezione della documentazione”. “Il testo del decreto, che già recepisce le indicazioni fornite dal Garante nel corso dell’istruttoria e le considerazioni espresse durante la specifica audizione in Parlamento - termina così il comunicato - prevede che i trattamenti di dati personali connessi all’attuazione dell’obbligo vaccinale e alle nuove modalità di verifica del green pass in diversi contesti (scuola, lavoro) avvengano nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, adottando misure di garanzia appropriate per tutelare i diritti fondamentali e gli interessi delle persone fisiche”.
A Roma i morti possono attendere. Nel piano cimiteri di Roberto Gualtieri i cantieri saranno "eterni"
Sarà la volta buona? Dopo anni di abbandono tra sporcizia, incuria, tombe in condizioni indegne e attese interminabili per le cremazioni, il Campidoglio si dice intenzionato a rilanciare i cimiteri capitolini con un piano di investimento da 7,3 milioni con cui innovare i servizi funebri e restituire dignità ai luoghi di sepoltura, a partire dal Verano e dal cimitero Flaminio. Il piano è stato presentati ieri dal sindaco Gualtieri e dall'assessore all'Ambiente Sabrina Alfonsi, anche se per realizzare interventi attesi come il potenziamento degli impianti crematori di Prima Porta ci vorranno dai due ai cinque anni, mentre per l'ampliamento degli altri cimiteri esistenti e la realizzazione di nuovi serviranno dai 5 ai 10 anni. Già da quest' anno comunque sindaco e assessore hanno annunciato la costruzione di nuovi loculi per l'ossario al cimitero di Ostia Antica, vari interventi sul Cimitero Laurentino, la manutenzione straordinaria degli edifici e dei loculi a Maccarese (440mila euro), la progettazione di nuove linee di impianto di cremazione e la messa in sicurezza della Chiesa di San Michele al cimitero Flaminio (oltre 200mila euro) e interventi di impermeabilizzazione di alcune coperture più il rifacimento di un tratto di muro perimetrale al Verano.
Secondo il sindaco Gualtieri, si tratta di «una svolta attesa da anni per un settore chiave dell'attività di Roma Capitale». Sempre entro un anno si punta alla messa in sicurezza delle alberature, con l'avvio di un tavolo tecnico dedicato, in particolare per le alberature del Verano. Sempre per il Verano, a breve saranno messi a bando di 615 loculi, resisi disponibili per effetto delle retrocessioni o per la scadenza dei termini concessori. Entro due anni si provvederà invece al recupero di spazi utili alle comunità religiose che ne sono sprovviste.
Omicron, la rivelazione della sudafricana Coetzee: "Dall'Europa mi hanno detto di tacere"
Angelique Coetzee, scienziata sudafricana che ha scoperto per prima la variante Omicron, ha dichiarato al Daily telegraph di aver subìto pressioni da alcuni Paesi stranieri affinché dicesse pubblicamente che Omicron fosse "pericolosa" e che di conseguenza evitasse di dire che causava "principalmente una malattia lieve". La notizia è stata riportata sul sito di Nicola Porro che ricorda che all'epoca la Coetzze aveva detto: "La studio da un mese, dà sintomi lievi". Quasi nessuno però le aveva dato retta e il direttore generale dell’Oms arrivò a dire che "lo tsunami di casi" era tale da non poter "essere classificata come lieve".
"Se il Sudafrica era a conoscenza della minore pericolosità della mutazione, perché chiudere tutto? Non è che l’obiettivo era proprio quello di mantenere alta la tensione al fine di poter stringere le maglie del controllo sociale?", si chiede ora Porro. La scienziata sudafricana infatti ha detto: "Mi è stato chiesto di non dichiarare pubblicamente che si trattava di una malattia lieve. E di dire che eravamo di fronte a una malattia grave. Io ho rifiutato perché dal quadro clinico non vi erano indicazioni che si trattasse di una malattia molto grave. Il decorso è per lo più mite. Non sto dicendo che si ammalerà nessuno. Ma la definizione di malattia lieve da Covid-19 è chiara, ed è una definizione dell’Oms: i pazienti possono essere curati a casa e non hanno bisogno di ossigeno o di ricovero".
Franco Bechis lascia “Il Tempo”: andrà a dirigere il nuovo quotidiano economico di Belpietro
Franco Bechis lascia la direzione del quotidiano ‘Il Tempo’ che ha guidato negli ultimi tre anni dal 19 novembre 2018. Secondo indiscrezioni che trovano conferma in ambienti ben informati, Bechis è in procinto di prendere la direzione del nuovo quotidiano economico-finanziario, che vedrà Maurizio Belpietro in veste di editore.
Il passaggio si inserisce in un mercato piuttosto movimentato dell’editoria di destra. Bechis lascia infatti, Il Tempo di proprietà dell’imprenditore ed esponente di Forza Italia, Antonio Angelucci in un momento caldo dell’editoria di destra. Angelucci sarebbe infatti in trattative per rivelare dalla famiglia Berlusconi il quotidiano Il Giornale. La testata dal 1992 è nelle mani del fratello minore di Silvio, Paolo Berlusconi, attraverso la Società Europea di Edizioni. L
Stasera Italia, Vaia contro i fanatici del green pass: "Non va ideologizzato"
Comincia a vedersi la luce in fondo al tunnel della pandemia, e tutte le restrizioni imposte fino ad oggi per limitare i contagi vengono messe in dubbio alla luce del calo dei contagi. Di questo si parla con Francesco Vaia, direttore dell'Istituto nazionale di malattie infettive dello Spallanzani, durante la puntata di mercoledì 16 febbraio di Stasera Italia, il talk show politico in onda su Rete4 e condotto da Barbara Palombelli.
“Non ideologizziamo il green pass” afferma il direttore, che, da uomo di scienza quale è, si sforza di offrire al pubblico di Rete4 una visione limpida dell’attuale quadro pandemico. “Sul green pass, così come sul virus in generale, si sono combattute troppo battaglie ideologiche – afferma Vaia - mascherine, distanziamento e green pass sono misure che possono essere utili in un determinato momento ma quello che ci deve fare andare avanti, e che ci ha insegnato questa pandemia, è che non dobbiamo andare avanti con misure che sono un po’ vecchie, ma bisogna andare avanti con l’innovazione. Con farmaci innovativi, terapie, vaccini innovativi.”
E riprende la battaglia di diversi colleghi che contestano il metodo in cui vengono conteggiati i morti da virus: “In alcuni Paesi, dove hanno fatto un’analisi un po’ più fine, il numero si è ridotto del 25%. Forse è arrivato il momento che, chi deve fare questo, penso innanzitutto all’Istituto Superiore di Sanità, deve cominciare a verificare se le persone che escono nell’elenco dei morti sono persone morte perché malate esclusivamente di Covid o se questo non è stato l’elemento scatenante”.
Pensioni, quanti miliardi ha risparmiato l'Inps "grazie" al Covid: le cifre-choc che spiegano la strage
Triste a dirsi ma i morti per Covid hanno fatto risparmiare all'Inps 1,11 miliardi di euro. Al primo gennaio del 2021 infatti, "risultavano in pagamento presso l’Inps 423.009 prestazioni previdenziali con durata quarantennale, erogate cioè a persone andate in pensione nel lontano 1980 o ancora prima; l’anno precedente erano 502.327. Il decremento è del 16 per cento, pari a 79.318 prestazioni eliminate, molte delle quali a causa del nuovo coronavirus, i cui esiti si sono manifestati più severamente nei confronti degli over 65", si legge nel Rapporto Itinerari Previdenziali sul bilancio del sistema previdenziale italiano presentato al Senato.
Il 96,3 per cento "dell’eccesso di mortalità" registrato nel 2020, spiega ancora il rapporto, "ha riguardato persone con età uguale o superiore a 65 anni, per la quasi totalità pensionate e che percepivano in media circa 1,17 pensioni IVS (non disponibili i dati sulle prestazioni assistenziali eliminate). Considerando per compensazione l’erogazione delle nuove reversibilità, la pubblicazione quantifica dunque in 1,11 miliardi di euro il risparmio, tristemente prodotto nel 2020 dal Covid a favore delle casse Inps, e in circa 11,9 miliardi la minor spesa nel decennio (2020-2029)".
Greta Thunberg, la fucilata di Antonio Zichichi: "Riscaldamento globale? Perché dovrebbe tornare a scuola"
«Da bambino chiedevo a mia madre perché il Sole brilla, perché siamo diversi dai gatti e dagli altri animali. Volevo capire com' è fatto il Mondo. Il mio sogno è poi stato riuscire a decifrare sempre meglio la Logica che sta scritta sulle pagine del libro della Natura. Libro di cui è autore Colui che ha fatto il Mondo. Sull'irresistibile fascino del Tempo che scorre a partire dalla nostra infanzia, quando iniziamo a conoscere come è fatto il mondo, ho scritto un libro». Chi parla è il professore Antonino Zichichi, fisico e accademico italiano che ha fatto della ricerca scientifica e sulle particelle elementari il suo motivo di vita.
Professor Zichichi che ruolo ebbe la figura di Ettore Majorana, siciliano come lei, nella sua carriera accademica e professionale?
«Ettore Majorana nacque a Catania e fu allievo di Fermi che lo definì "genio a livello di Galilei e Newton". Ancora oggi i neutrini di Majorana sono al centro dell'attenzione scientifica mondiale. Eppure Majorana era passato nel dimenticatoio nazionale. Quando nel 1962 a Ginevra riuscii a far nascere per decreto del Direttore del Cern, il Centro che porta il nome di Majorana, furono in molti ad accusarmi di campanilismo scientifico. Adesso il valore di Ettore Majorana, grazie al Centro di Erice, è fuori discussione».
Graziella Accetta, madre di un bimbo ucciso dalla mafia, attacca Saviano: “Non è credibile, fa solo spettacolo”
“Roberto Saviano è un personaggio di spettacolo, tanti altri giornalisti che hanno la scorta fanno vera lotta alle mafie senza fare spettacolo”. È il giudizio, durissimo, di Graziella Accetta, la mamma del piccolo Claudio Domino, il bambino ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 ottobre del 1986.
La donna, che con il marito Ninni chiede da 36 anni la verità sull’assassinio del proprio figlio di appena 11 anni, critica aspramente il giornalista e scrittore Roberto Saviano che sabato sera è tornato in tv con il suo nuovo programma ‘Insider, faccia a faccia con il crimine‘. Quattro puntate di prima serata faccia a faccia con le organizzazioni criminali, intervistando pentiti, testimoni di giustizia e agenti infiltrati che le hanno vissute dall’interno. Saviano ricostruisce nel programma, anche grazie al materiale di repertorio, i contesti in cui la storia dei protagonisti ha preso forma.
Commentando i risultati del programma, in onda su Rai3, che ha raccolto davanti al video 941.000 spettatori pari ad uno share del 4.7%, Graziella Accetta dice sui social: “La gente non lo segue perché non ha fiducia in lui, non gli crede”. E aggiunge: “Se la stessa trasmissione fosse stata fatta da un giornalista credibile e con familiari che non si sono arricchiti, ma che hanno fatto vera lotta alla mafia, saremmo stati davanti alla tv”.
Vaccino Covid ai bambini, Antonella Viola e il flop sulla sperimentazione under 5: "Non ha dato i risultati sperati"
“Il vaccino anti Covid sui bambini sotto i 5 anni? Sospeso”. A darne notizia è stata l’immunologa Antonella Viola in un intervento al TG3 domenica 13 febbraio. La ricercatrice ha annunciato: “Sui bambini lo studio clinico del vaccino Pifzer, sottoposto a revisione dalla Fda americana, non ha dato i risultati sperati. Non per problemi di sicurezza, ma l'efficacia non è risultata sufficiente, la protezione non è abbastanza e per questo la Fda ha sospeso il giudizio in attesa di ulteriori dati che includano la terza dose”.
Dunque non ci sarà un vaccino per i bambini al di sotto dei 5 anni d’età prima dell'estate. Sul quadro pandemico generale in Italia, Viola ha sposato la linea del Ministro della Salute, Roberto Speranza: “Stiamo uscendo da una fase acuta ma non possiamo correre, non sappiamo se Omicron sarà l'ultima o se arriveranno altre varianti come già successo. Bisogna muoversi con estrema prudenza. Uno studio Usa dimostra che anche la terza dose nel tempo perde efficacia”. E infatti sull'ipotesi di una quarta inoculazione, la professoressa dell’Università di Padova ha avvertito: “La decisione dipenderà da cosa farà il virus, da come si comporterà. Probabilmente una nuova dose sarò necessaria almeno per i fragili, se non adesso in autunno”.
Covid, “liberi tutti” a Londra e Parigi, ora è ufficiale
“Liberi tutti” sia a Londra che – in misura simile – a Parigi, come riporta Tgcom24. Sarà la volta buona per la fine dell’emergenza?
“Liberi tutti” a Londra e Parigi
Liberi tutti, sia a Londra che a Parigi. In tutta l’Europa, in generale, le restrizioni calano. Chi è più avanti è ancora una volta la Gran Bretagna, con un mese di anticipo. La Francia, nel frattempo, revoca il super green pass alla fine di marzo. E il ritorno alla normalità sembra vicino anche negli Stati Uniti, dove a New York abbandonano le mascherine al chiuso.
Boris Johnson è il primo a dare un “liberi tutti” che in Gran Bretagna partirà dal 21 febbraio, data a partire dalla quale finiranno le restrizioni oltremanica. D’altronde i britannici erano già stati i primi a liberarsi delle mascherine a fine gennaio, quando il governo aveva deciso di puntare solo alle vaccinazioni riducendo al minimo le restrizioni. Anche l’obbligo di autoisolamento in caso di positività dovrebbe cadere a breve, se i dati continueranno ad essere incoraggianti.
Mattarella: omissivo ricordo delle foibe. Prima non aveva paura di citare il comunismo. Che è accaduto?
E’ vero, c’è una ricorrente allergia – nel giorno che ricorda i martiri delle foibe – a pronunciare la parola comunismo. Allergia che quest’anno ha contagiato anche Sergio Mattarella, appena riconfermato al Quirinale per volontà della sinistra. Che si è opposta ad ogni altro nome proveniente dal centrodestra.
Chi ha voluto il Mattarella bis? Gli eredi del Pci
Ecco perché il Capo dello Stato ha pensato bene di non alienarsi le simpatie dello schieramento che fin da subito, nel nome dell’immobilismo e dello status quo, aveva fatto il tifo per il Mattarella bis. Schieramento non tanto capeggiato da Enrico Letta, che comunista non è mai stato. Ma da Goffredo Bettini, Gianni Cuperlo e Massimo D’Alema che comunisti lo sono stati e nel fondo del loro animo lo sono ancora. Per cultura e mentalità.
Il discorso di Mattarella diverso da quelli degli anni precedenti
Così, come commenta oggi Libero, il discorso di ieri di Mattarella per il Giorno del Ricordo “è stato una somma di non detti e di -ismi generici, di mancato riferimento ai colpevoli e di rovesciamento della prospettiva”. Mattarella ha detto che occorreva ricordare quanti “dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo”. Quindi notava come «la sciagurata guerra voluta dal fascismo e l’occupazione nazista furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie». Venivano nominati fascismo e nazismo come cause scatenanti della questione orientale, ma mai citato, neppure di striscio, il comunismo.
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