"Il nuovo idolo di Pd, Conte e 5 Stelle... bella roba". Dopo il monologo di Fedez dal palco della festa dei lavoratori contro alcuni esponenti della Lega per il Ddl Zan ne è scaturita una vera e propria guerra, a colpi di audio pubblicati sui social. L'ultima denuncia è quella del Carroccio che sul profilo Facebook Lega - Salvini Premier scrive: "Nel giorno del 160esimo anniversario dell'esercito italiano riemergono le disgustose parole della canzone di Fedez Tu come li chiami. E questo vorrebbe dare lezioni all'Italia intera?".
Sotto al post un diluvio di commenti: "Vergognoso". "Vergogne da studiare". E ancora: "Nei testi che canta (per modo di dire)ci sono parole che usano teppistelli e delinquenti. E vuole dare anche lezioni di vita?".
Come richiesto dal presidente Alberto Barachini, il direttore di Rai3, Franco Di Mare, sarà ascoltato a palazzo san Macuto domani. A fronte delle accuse di censura contro la Rai, mosse da Fedez, lo stesso direttore della terza rete di viale Mazzini, difende la sua squadra: "Le dichiarazioni dell'artista sono gravi e infamanti parimenti a quanto sono infondate e il pubblico che segue Rai3 proprio perché la reputa una rete libera merita una risposta" e rimanda all'audizione in Vigilanza promettendo di "fare chiarezza" sulla vicenda.
Il caso Fedez apre tuttavia una questione annosa in "mamma Rai", quella di una riforma più volte annunciata e che mai si è concretizzata. Il tutto in vista del rinnovo dei vertici che dovranno espletarsi entro il 30 giugno. Intanto entro giovedì mattina dovrebbe essere pronto l'elenco dei candidati al Cda Rai che hanno inviato il proprio curricula a Camera e Senato, e che, un mese dopo la pubblicazione, saranno votati dalle due Camere. In sostanza dunque il nuovo Cda non arriverà prima di giugno. Oltre ai 4 membri scelti dal Parlamento, nel Consiglio di amministrazione di viale Mazzini siedono due membri designati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell'Economia, dal momento che il Mef è azionista di maggioranza, mentre l'ultimo consigliere è designato dai dipendenti della Rai. Sulle due nomine di competenza del Consiglio dei ministri è probabile, nelle prossime settimane, un incontro tra il premier Mario Draghi e il ministro dell'Economia, Daniele Franco. Il dossier, viene spiegato da fonti di maggioranza, sia pur ritenuto rilevante non è tra quelli urgentissimi per palazzo Chigi e il Mef. C'è tempo fino a giugno, viene fatto notare, spiegando che verranno attentamente vagliati i curriculum più meritevoli tra quelli recapitati alle Camere.
"Pompadour alla corte di Speranza". Bassetti affetta Galli, è rissa aperta
Cosa succederà questa estate e nei prossimi mesi? A Coffee break, martedì 4 maggio su La7, ci si chiede quali saranno gli sviluppi della pandemia in Italia e le ripercussioni sulla vita economica e sociale del Paese. In collegamento c'è tra gli altri Matteo Bassetti, infettivologo direttore al Policlinico San Martino di Genova.
Molto probabilmente quest'anno accadrà quello che è avvenuto l'estate scorsa, dice Bassetti: "Siamo arrivati a un indice di positività tra i più bassi, così pochi contagi non ne vedevamo da mesi. E speriamo che anche i decessi continuino a decrescere" in modo importante. "Nel mese di maggio" assisteremo a un "esaurimento della terza ondata. Poi d'estate ci sarà qualche caso, ma molti meno rispetto a oggi. Sarà un'estate di vaccinazioni, chi rimarrà in città verrà vaccinato, soprattutto i più giovani, e ci ritroveremo a settembre spero con il 75 per cento degli italiani" protetti, è l'auspicio dell'infettivologo.
L'Italia è un po' indietro, ma i numeri dei Paesi che hanno vaccinato "sono impressionanti", continua Bassetti, "ieri in Inghilterra c'è stato un solo morto, in Israele i positivi" sono quasi a zero. "Sono ottimista, meno Cassandra di qualche mio collega che spende la sua vita a terrorizzare il prossimo", continua l'infettivologo che riapre così le ostilità col suo arci-nemico scientifico e mediatico, il professor Massimo Galli del Sacco di Milano.
Inter, rabbia e preoccupazione per la folla a Milano: «Facile prevederlo, Sala dov’era?»
All’indomani dei festeggiamenti per lo scudetto dell’Inter i virologi – e non solo – non nascondono la loro preoccupazione per quelle 30mila persone che si sono riversate in strada a Milano e che, in larga parte, si sono assembrate in piazza Duomo, con buona pace delle norme anti contagio. «Assolutamente non possiamo permetterci queste immagini, vanno evitati gli assembramenti anche se la gioia si può comprendere. Ma deve prevalere il senso di responsabilità e rispettare i 121mila morti che abbiamo avuto in Italia», ha detto il coordinatore del Cts, Franco Locatelli. Insomma, ancora una volta sembra che la responsabilità sia tutta dei cittadini. Ma è davvero così o c’è stata una mancanza da parte di chi, a partire dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha la responsabilità di vigilare ed evitare che situazioni del genere si verifichino?
Confcommercio: «Bar e ristoranti chiusi, poi…»
Il vaccino ai guariti è utile? Tutti i dubbi sulle direttive di Speranza
Per il ministero della Salute chi ha fatto il Covid può vaccinarsi con una singola dose entro 3-6 mesi dalla guarigione. Con il ciclo completo oltre i 6. Ma diversi studi sulla durata degli anticorpi in chi è guarito sollevano dubbi sui protocolli
Lucia ha 64 anni e non ha fatto il Covid. O almeno così credeva. A metà aprile prima di prenotarsi per il vaccino decide di fare il test sierologico. Risultato: ha oltre 21 mila IgG (anti-spike), gli anticorpi contro il Sars-CoV-2, quando il limite minimo per essere protetti è 50. Segno che deve aver contratto il virus in forma asintomatica. Ma ora: data l’alta concentrazione di anticorpi, il vaccino va fatto o no? “Il mio medico - racconta Lucia - ha chiamato il referente della nostra Asst, che però ha lasciato a chi mi farà il vaccino la responsabilità di decidere in base alle direttive ministeriali. Insomma, ne so come prima”.
Ecco come Roma inventò la geopolitica
Roma seppe manovrare con forza una complessa strategia geopolitica. Che fu la vera chiave della durata del suo potere
La geopolitica non è scienza esatta né supposta “arte magica” che guida la condotta delle potenze come alcuni suoi teorici o critici ritengono. Per quanto si possa ritenere difficile supporre l’esistenza di una precisa “grammatica strategica”, è chiaro che la relazione tra dinamiche geografiche e costruzioni politiche è diretta e strategica. La geopolitica in un certo senso nasce con la stessa storia delle istituzioni politiche, di fronte alla necessità per sovrani e regni di mediare tra le ambizioni di grandezza, le necessità di provvedere alla sicurezza collettiva dei popoli e i limiti che, soprattutto nell’antichità imponevano le grandi strutture fisico-naturali.
Una potenza in particolar modo seppe veramente praticare vere e proprie dottrine geopolitiche in passato: Roma. Nel corso della sua ascesa da città isolata dell’Italia centrale a impero universale Roma seppe espandersi operando strategie in grado di conciliare la visione espansiva, missionaria e ideale con un pensiero strategico che non si esplicitava esclusivamente nella metodicità delle armate nel contesto delle campagne di conquista di nuovi territori e di ampliamento delle frontiere imperiali. Ma aveva il suo punto apicale nella chiara e precisa consapevolezza della valenza politici di temi come la costruzione di alleanze, la creazione di regni satelliti, la determinazione dei confini, lo schieramento delle legioni. A cui si aggiungeva una precisa capacità di cooptare gradualmente i popoli conquistati nel disegno imperiale dell’Urbe.
Tour in Arizona: cosa vedere e come organizzare il viaggio
Forse, quando pensate allo stato dell’Arizona, non realizzate fin da subito quanti siti famosi possa contenere eppure dovete sapere che questo è lo stato che ospita i più famosi parchi nazionali e panorami di tutti gli Stati Uniti. Le cose da vedere in Arizona sono molte, per questo abbiamo pensato a raccogliere in un unico articolo le risorse migliori per organizzare al meglio il vostro viaggio.
Il Grand Canyon State (così viene chiamato) offre ai visitatori una vasta selezione di parchi naturali fra cui scegliere e cittadine gradevoli da visitare, che si riveleranno degli ottimi punti di appoggio per pianificare il vostro tour dell’Arizona. Abbiamo diviso le attrazioni principali in una nostra personale top 10 segnalandovi quelle che non potete assolutamente perdervi, in più ne abbiamo aggiunte delle altre che valgono sicuramente una visita, nel caso abbiate intenzione di trascorrere qualche giorno in più in questo magnifico stato.
Mal di schiena: sintomi, cause, tutti i rimedi
Il mal di schiena può dipendere da diverse cause come una postura scorretta, stress psicofisico o dal sovrappeso. Scopriamolo meglio.
> Cause
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> Cure naturali contro il mal di schiena
Sintomi del mal di schiena
Il dolore di solito si localizza al basso dorso (lombalgia), tra i bordi dell'arcata costale e i limiti dei muscoli glutei. Oltre ai disturbi prettamente ortopedici connessi (ernia del disco, artrosi lombare, scoliosi o lordosi, osteoporosi), si possono verificare problemi legati al mal di schiena che interessano l'apparato urogenitale, affezioni neurologiche e intraddominali.
Il dolore è il primo sintomo, che si manifesta come una fitta acuta, continua o periodica, che si irradia generalmente verso il gluteo. Il dolore dipende da una stimolazione del nervo e spesso è associato a un'importante contrattura riflessa della muscolatura paravertebrale, che a sua volta è responsabile di un "blocco" che immobilizza il tratto lombare della colonna.
Striscia la Notizia, la verità sul pomodoro cinese spacciato per italiano: le gravi conseguenze sulla salute
Striscia la Notizia torna a parlare di pomodoro cinese spacciato per italiano con l'inviato Max Laudadio. Tutto è nato con il maxi sequestro di prodotti alimentari a base di pomodoro fatti passare per italiani. Con il coinvolgimento anche di una nota azienda del settore. Il tg satirico spiega adesso quali sono le conseguenze di questa pratica e dell'importazione ed esportazione di pomodori provenienti dalla Cina e rivenduti in Paesi terzi.
Il servizio di Striscia riprende innanzitutto un’intervista del 2018 a Jean Baptiste Malet, autore del libro “Rosso marcio”, una sconvolgente inchiesta internazionale sul pomodoro che finisce nei nostri piatti. All’epoca disse: “I cinesi per prendere il mercato soprattutto in Africa vendono questo prodotto che è pericoloso per la salute, un concentrato con additivi chimici. Un problema importante per la salute degli africani”.
Striscia, sempre nel 2018, aveva parlato dell’esportazione del pomodoro cinese, che transita pure dall’Italia, anche con Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav, l’Associazione di categoria delle aziende che si occupano del pomodoro: “Noi in Italia importiamo 33mila tonnellate dalla Cina. L’85 per cento viene riesportato nei Paesi terzi e in Italia – o per meglio dire in Europa – restano poco più di 4mila tonnellate rispetto ai 5 milioni e 300mila tonnellate processate nel nostro Paese.
Conte "Jack lo squartatore", la variante Fedez e BoJo: quindi, oggi...
Quindi, oggi...: il disco rotto di Saviano, lo scandalo Csm e la Rai
- Conte che chiede la riforma della Rai è come Jack lo squartatore che si lamenta per il troppo crimine che infesta la città. Non era lui che nel 2017 scrisse che "per la Rai abbiamo fatto le nostre scelte" per garantire "il rilancio della principale industria del Paese"? Alla faccia della lottizzazione altrui
- ogni volta che si sente dire: "Fedez ha espresso più idee di sinistra dal palco che ecc. ecc. ecc.", un militante della festa dell’Unità muore. Berlinguer intanto si rivolta nella tomba. E ne ha tutto il diritto
- Fedez aveva registrato la telefonata con i vertici Rai. Ma anche a viale Mazzini hanno fatto lo stesso. Occhio Fedez che quelli sono tosti, eh. Per sopravvivere in mamma Rai e arrivare in alto devi comunque saperti muovere. Non è gente sprovveduta
- il problema della predica di Fedez dal palco del concertone non è tanto quello che ha detto, o non solo, ma il fatto che non abbia capito di essersi comportato da illiberale. Qui proviamo a dargli una lezione di democrazia
- dobbiamo dare merito al cantante-dalle-unghie-smaltate di averci liberato per alcune ore dalle notizie sul coronavirus. La chiameremo la variante Fedez
- sui festeggiamenti di Milano è inutile sperticarsi ora in previsioni su possibili casi stile Atalanta-Valencia. E tutto da vedere. Non resta che attendere 14 giorni
- altre novità sul caso Csm. Ma la fortuna delle toghe è che la faccenda è molto complessa e soprattutto al grande pubblico non interessa granché. Almeno finché non finiscono pure loro nelle grinfie di un “sistema” che tutto appare tranne che limpidissimo
Franco Di Mare convocato in Commissione di Vigilanza Rai: "Credono a Fedez?", attacca chi lo ha nominato
Franco Di Mare è stato convocato mercoledì 5 maggio davanti alla Commissione parlamentare di Vigilanza sul caso Fedez. Il direttore di Rai3 ha difeso la sua rete e la sua vice Ilaria Capitani dalle accuse di aver tentato di censurare il noto rapper, insieme ad alcuni organizzatori del concertone del primo maggio. Dopo aver parlato di dichiarazioni “gravi e infamanti” nonché “infondate”, Di Mare ha dato notizia tramite i social della sua convocazione in Commissione di Vigilanza, dove dovrà fare chiarezza sull’intera vicenda.
Nel frattempo il direttore di Rai3 ha parlato di “conversazioni manipolate” da Fedez, accusato di aver fatto un taglia e cuci per far valere le proprie ragioni: “Nella sua versione ci sono gravi omissioni e questi tagli alterano oggettivamente il senso di quanto detto dalla vicedirettrice che nel colloquio esclude fermamente, ben due volte, ogni intenzione censoria e che alla domanda esplicita dell’artista se può esprimere considerazioni che lei reputa inopportune ma lui opportune lei risponde con un netto ‘assolutamente’. Ma di questo nella versione di Fedez non c’è traccia alcuna”.
“Mi dispiace - ha aggiunto Di Mare - che molti, troppi, hanno immediatamente perso per buone le sue affermazioni senza neanche prendersi il tempo del prudente approfondimento utile a capire se ci fosse un’altra versione, una diversa verità”. Un attacco, neanche troppo velato, alla politica che lo ha nominato direttore di Rai3? D’altronde sia Giuseppe Conte che Luigi Di Maio sono subito saltati sul carro di Fedez e chiesto la “rivoluzione” in Rai.
Di Mare sbugiarda Fedez, la verità sulla telefonata. E la Lega va all'assalto: ha fatto pubblicità occulta
La guerra dei video sul caso Fedez-Rai continua, con il direttore di Rai3 Franco Di Mare che accusa il rapper di aver manipolato ad arte il filmato che documenta la telefonata con Ilaria Capitani, vicedirettrice della rete, durante la quale si sarebbe consumato il tentativo di censura del monologo pro ddl Zan sul palco del concertone del primo maggio.
In attesa di "fare chiarezza" nell’audizione in Vigilanza prevista per mercoledì 5 maggio alle 19, Di Mare rilancia il video integrale e offre alla sua vice "vicinanza umana e la mia stima professionale". "Ci si rende subito conto che nella sua versione ci sono gravi omissioni e che questi tagli alterano oggettivamente il senso di quanto detto dalla vicedirettrice - scrive su Facebook Di Mare - che nel colloquio esclude fermamente, ben due volte, ogni intenzione censoria e che alla domanda esplicita dell’artista se può esprimere considerazioni che lei reputa inopportune ma lui opportune lei risponde con un netto 'assolutamente'". La stessa domanda che negli stralci pubblicati da Fedez non riceva la tempestiva risposta della Capitani e dell'organizzatore del programma. "Ma di questo nella versione di Fedez non c’è traccia alcuna". "A me francamente spiace sempre quando si manipolano conversazioni per far valere le proprie ragioni - continua Di Mare - che lo abbia fatto un artista del calibro di Fedez che è anche un riferimento positivo per tanti giovani mi spiace ancor di più. Come mi dispiace che molti, troppi, hanno immediatamente preso per buone le sue affermazioni senza neanche prendersi il tempo del prudente approfondimento utile a capire se ci fosse un’altra versione, una diversa verità. Ma purtroppo si sa: ai tempi dei social la velocità conta più della ponderatezza".
Fedez-Rai, Lega al contrattacco: "Tirate fuori il contratto, cosa risulta dalle nostre verifiche"
La Lega al contrattacco. Dopo il discorso-invettiva di Fedez al concertone del Primo Maggio contro alcuni esponenti del partito di Matteo Salvini per il Ddl Zan, il Carroccio adesso si fa sentire. Lo fa attraverso Massimiliano Capitanio, il capogruppo della Lega in commissione di Vigilanza, che spiega come si muoverà la Lega sulla vicenda Rai-Fedez nei prossimi giorni. "Vogliamo vedere il contratto tra la società esterna che ha organizzato il Concertone e la Rai. Dalle prime verifiche che ho fatto risulta che la Rai abbia speso circa 600mila euro tra costi esterni e costi di produzione. Chiederemo approfondimenti per vedere se ci sono gli estremi per un esposto alla Corte dei Conti e per esprimere un atto di indirizzo in Vigilanza, affinché l'Azienda di Servizio Pubblico impugni il contratto alla luce dei gravi errori che ci sono stati sul palco del Concertone – ha spiegato Capitanio, come riportato da Repubblica -. E mi riferisco sia all'uso strumentale della festa dei lavoratori per parlare d'altro senza contraddittorio, peraltro in una rete pubblica, e sia al mancato controllo sulla promozione di marchi pubblicitari da parte di Fedez, cosa assolutamente vietata dalle policy Rai".
Sulle accuse mosse da Fedez, secondo cui gli sarebbe stato chiesto di inviare in anticipo il testo del suo discorso per tutti i controlli del caso, Capitanio ha spiegato: “Non mi risulta che nessuno della Lega abbia letto preventivamente l'intervento di Fedez, sicuramente nessuno della Vigilanza, anche perché non abbiamo mai avuto alcun atteggiamento censorio. Chi poteva leggerlo sono invece i rappresentanti del Pd e del M5s che hanno lottizzato quella Rete”. E ancora: “Dispiace vedere che alcuni giornali vogliano attribuire alla Lega responsabilità che stanno tutte a sinistra”.
Con la vittoria a Crotone e il pareggio dell’Atalanta, l’Inter di Antonio Conte ha vinto lo Scudetto con quattro giornate di anticipo
Grazie alla vittoria di sabato sera a Crotone e al pareggio dell’Atalanta contro il Sassuolo in una delle partite della 34ª giornata di Serie A giocate domenica, l’Inter è matematicamente campione d’Italia con quattro giornate di anticipo. Dopo i nove Scudetti consecutivi della Juventus, la Serie A ha una nuova vincitrice.
Per l’Inter è il diciannovesimo Scudetto in 113 anni di storia. Lo ha ottenuto a undici anni dall’ultima volta e dieci dopo l’ultimo trofeo vinto (la Coppa Italia del 2011). Con il suo diciannovesimo Scudetto l’Inter ha inoltre staccato il Milan — fermo a diciotto — come seconda squadra più vincente nella storia del campionato di calcio italiano.
Lo Scudetto dell’Inter è arrivato al secondo anno con Antonio Conte, allenatore ingaggiato con il chiaro obiettivo di tornare a vincere il campionato dopo le due stagioni di lievi miglioramenti avuti tra il 2017 e il 2019 con Luciano Spalletti in panchina. Paradossalmente, Conte fu l’allenatore che iniziò la serie di nove scudetti consecutivi della Juventus: serie che lui stesso ha contribuito a terminare.
Vladimir Luxuria a Libero: "Fr***o? Non sempre è politicamente scorretto, le parole vanno contestualizzate"
Tra i suoi molteplici talenti, pochi conoscono quello di cantante. Vladimir Luxuria non è transgender solo in senso sessuale, ma anche in termini di eclettismo artistico-intellettuale: attivista Lgbt, personaggio tv ed ex parlamentare, se la cava egregiamente pure con la musica. Tanto da aver sfornato un singolo intitolato King Kong, con testo e musica di Gennaro Cosmo Parlato e Alessandro Graziano, prodotto per la Melody Records da Corrado Ferrante e Michelangelo Tagliente. Un omaggio orecchiabile al celebre gorilla della cinematografia.
Luxuria, perché questa canzone? Per dire che certi scimmioni sono migliori di alcuni esseri umani?
«Be', diciamoci la verità. Un animale non conosce la cattiveria, se uccide lo fa solo per difendersi o nutrirsi, non per odio gratuito o prevaricazione».
Il testo della canzone invita King Kong a distruggere quelle persone «molto peggio di me che non son santi soprattutto nel privé» e «hanno la faccia come il culo». È un affondo contro certi salotti buoni che buoni non sono?
«Sì, mi riferisco a quelli che fanno i moralisti, i savonarola, puntano il dito verso gli altri, ma al calar delle tenebre si calano le braghe». La canzone comincia con l'immagine di lei «legata a un palo come Jessica Lange».
AstraZeneca sotto i 60 anni, Figliuolo spinge sul vaccino
AstraZeneca raccomandato anche sotto i 60 anni: questa l’ipotesi allo studio nel nostro Paese, secondo quanto comunicato dal Commissario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, che ha presenziato all’inaugurazione dell’hub vaccinale allestito al polo acquatico a Roma.
«I vaccini - spiega il generale - vanno impiegati tutti, AstraZeneca è un vaccino che è consigliato per determinate classi ma l’Ema dice che va bene per tutti, consideriamo poi che in Gran Bretagna ne hanno somministrate 21 milioni di dosi. È chiaro che ci sono degli effetti collaterali ma sono infinitesimi: dobbiamo impiegare tutto perché se non lo facciamo il ritmo della campagna non raggiungerà i risultati e gli effetti voluti nei tempi prefigurati insieme alla mia struttura e alle Regioni. È probabile che nell’ambito della Rolling review, ovvero la revisione dovuta all’esperienza durante le vaccinazioni di massa, si possa anche fare la raccomandazione su una classe inferiore ai 60 anni, questo si sta pensando nelle interlocuzioni che ho avuto con il Comitato tecnico scientifico, con l’Istituto superiore di sanità, con il Consiglio superiore di sanità e con l’Aifa. È un discorso che gli scienziati stanno valutando anche sulla base degli studi più avanzati che ci sono in Gran Bretagna, dove hanno utilizzato 21 milioni di vaccini AstraZeneca. Noi dobbiamo credere nella scienza, è l’unico modo per uscire da questa pandemia».
Giorgia Meloni sfida Mario Draghi: "Italiani delusi, si dia immediata attuazione all'odg di Fratelli d'Italia"
Gli italiani si aspettavano di più dal governo di Mario Draghi, invece sono rimasti delusi. Giorgia Meloni ne è convinta: "Penso che molti italiani che avevano creduto bastasse Draghi per dare la svolta dopo la pessima stagione di Conte siano rimasti delusi. Noi dal primo momento abbiamo evidenziato come non sarebbe bastato un premier, per quanto certamente più credibile di Conte, a modificare un assetto parlamentare in cui è la sinistra che la fa da padrone", dice la leader di Fratelli d'Italia in una intervista a Il Messaggero. "E infatti il risultato è stata una sostanziale continuità nelle scelte e nelle politiche. Nonostante Draghi debba fare i conti con un Parlamento in mano a Pd e M5S, avrebbe però potuto imporre delle scelte più coraggiose di quelle fatte finora in ambito di contrasto alla pandemia, ma anche di sostegno al nostro tessuto produttivo". Quindi lancia la sua sfida su Roma al governo e alla maggioranza: a fronte dell'occasione mancata dei fondi non previsti dal Recovery per la Capitale, "si dia immediata attuazione all'ordine del giorno di FdI con cui si chiede di trasferire poteri e risorse speciali per Roma Capitale".
Tant'è. Fratelli d'Italia è l'unico partito all'opposizione anche se ad aizzare le piazze è più Matteo Salvini che invece del governo fa parte. "Abbiamo annunciato un'opposizione patriottica ed è quello che stiamo facendo. Critichiamo aspramente i provvedimenti su cui non siamo d'accordo, difendiamo la democrazia parlamentare dal tentativo costante di esautorare le Camere, portiamo le nostre proposte per uscire dalla pandemia e dalla crisi economica", prosegue la Meloni. "Lo facciamo difendendo dall'opposizione le idee e i programmi del centrodestra che, nonostante gli sforzi dei nostri alleati, sono quasi sempre marginalizzati nell'agenda di questo governo. Se oggi si è messo in discussione il coprifuoco ed è stata resa evidente l'inadeguatezza di Speranza è grazie alle iniziative parlamentari di Fratelli d'Italia. Continueremo a farlo".
Coronavirus, bollettino 2 maggio: minor numero di morti del 2021, si vede la luce? Ecco l'effetto-vaccini
Continua a migliorare la situazione epidemiologica dell’Italia, anche se il vero banco di prova sarà tra una decina di giorni, quando si vedranno gli effetti delle prime riaperture che sono scattate lo scorso 26 aprile. Il bollettino di oggi, domenica 2 maggio, rilasciato dal ministero della Salute dà conto di 9.148 contagiati, 8.637 guariti e 144 morti su 156.872 tamponi analizzati, con il tasso di positività che è risalito al 5,8 per cento (+2,4 rispetto a ieri).
La buona notizia è che il numero dei decessi è il minore fatto registrare in tutto il 2021: la speranza è di continuare a vederlo scendere rapidamente, forte dell’aumento delle somministrazioni delle dosi di vaccino. Per quanto concerne il sistema sanitario nazionale, la pressione si sta lentamente ma costantemente abbassando: oggi il saldo dei ricoverati in reparti Covid è -36 (18.345 posti letto attualmente occupati), mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva è +2 (2.524) con 109 nuovi ingressi. Gli attualmente positivi sono leggermente saliti a quota 430.906, mentre i morti sono 121.177.
Nel frattempo la campagna di vaccinazione continua a correre anche nel fine settimana: nelle ultime 24 ore sono state somministrate oltre 400mila dosi, per un totale di 20.524.435. Inoltre tra il 5 e il 7 maggio in Italia è prevista la consegna di circa 2 milioni e 200mila dosi di Pfizer, che saranno poi distribuite alle Regioni. Tra ieri e oggi sono stati già distribuiti in generale altri 2,5 milioni di vaccini, segno che l’approvvigionamento non è più un problema.
Domenica In, Mara Venier: "Al fianco degli omosessuali, bisognava avere coraggio ai tempi", stoccata a Fedez?
Anche a Domenica In è stato sfiorato il caso di Fedez, della Lega e della Rai quando in studio da Mara Venier sono entrate Eva Grimaldi e Imma Battaglia. Quest’ultima ha esordito elogiando la padrona di casa, che ha sposato certe cause in tempi non sospetti e soprattutto molto più complicati di quelli attuali. “Sei sempre stata al fianco delle nostre lotte, quando non era di moda”, ha dichiarato Imma Battaglia. La Venier ha gonfiato il petto: “Bisognava avere coraggio, adesso è un po’ più facile”.
Non a caso poi Imma Battaglia ha ricordato com’era difficile ai tempi fare volontariato o sposare le cause degli omosessuali: “Si parlava dell’Aids come della malattia degli omosessuali”. A questo punto la padrona di casa è intervenuta di nuovo per ricordare un episodio che lo ha segnato molto: “Mi ricordo quando una volta ci siamo incontrate per caso in aeroporto. Ci siamo abbracciate forte senza dirci niente, erano anni in cui nessuno aveva coraggio”.
Più avanti nel corso dell’intervista Imma Battaglia ha nominato anche la Lega in accezione negativa correlandola alle sue battaglie, ma la Venier ha preferito non toccare il tasto politico: “Io sono per la libertà, ognuno può dire quello che vuole. Non c’entra la politica ma l’amore, una come te le battaglie le faceva fuori dalla politica”. La Battaglia non è parsa particolarmente d’accordo…
Il leghista Ostellari: "Fedez? Sbaglia ma lo perdono"
E’ stato il bersaglio degli strali di Fedez dal palco del Concertone del Primo Maggio. Andrea Ostellari, senatore della Lega, presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama e relatore del Ddl Zan, ragiona nel “day after” al telefono con il Tempo. “Fedez ha strumentalizzato ma lo perdono – dice - evidentemente non sa le cose o non gliele hanno spiegate. Chi gli sta suggerendo, lo sta facendo male”
In che senso?
"Guardi, a me dispiace quando in temi come quello oggetto del Ddl Zan si tiri in ballo la mia figura non sapendo bene come sono andate le cose. Forse fa più comodo dividere che unire, ma i fatti vanno raccontati correttamente. C’era un problema tecnico sulla presentazione dei testi, tra cui la proposta di Zan, e allora è stata presa la decisione di inviarli alla Presidente Casellati che poi ha deciso l’assegnazione in sede referente. Questa decisione è stata presa all’unanimità dall’ufficio di presidenza della Commissione".
La accusano di aver perso tempo.
"Questo ha richiesto del tempo, ma io fino ad oggi ho applicato il regolamento, che è lì per garantire il corretto svolgimento di un iter parlamentare di un provvedimento".
La mossa a sorpresa di Salvini. Bomba dalla d'Urso, così mette Fedez all'angolo
"Se Fedez si lamenta della tentata censura non può imporre la censura a chi difende la famiglia basata sulla mamma e sul papà". Il leader della Lega Matteo Salvini a Domenica Live rivolta contro il rapper la polemica del giorno, quella del concertone del primo maggio trasformato in un comizio in favore del ddl Zan e le accuse alla Rai di tentata censura.
"Ieri era la Festa delle lavoratrici e dei lavoratori, ci hanno portato invece su una polemica che non c’entra niente con il lavoro", ha sottolineato Salvini in collegamento con il programma di Barba d'Urso dove spunta l aproposta che non ti aspetti: "Litigare non serve, è un momento drammatico, con persone in ospedale, un milione di posti di lavoro a rischio. Penso di costruire, di proporre, sono a disposizione per confrontarmi con chiunque voglia parlare di diritti e di lavoro. Le frasi citate ieri sera da Fedez sono disgustose - ha aggiunto -. Chi aggredisce va punito, condanniamo chiunque si esprime in modo bestiale. Noi contestiamo che serva una nuova legge, perché le pene esistono già. Il ddl Zan prevede addirittura la galera per chi esprime alcune idee come me e alcuni milioni di italiani. Per me i bimbi hanno bisogno di una mamma e di un papà, e sono contro l’utero in affitto".
"Polemica interna alla sinistra". Ecco chi è la vice direttrice Rai
Ilaria Capitani nel 2006 è stata portavoce di Walter Veltroni, ex sindaco di Roma del Pd. Salvini attacca: "Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta"
Continua a far discutere il litigio telefonico avvenuto tra Fedez e la Rai, accusata dal cantante di aver tentato di censurare il suo intervento in occasione del Concertone del Primo maggio. Il rapper italiano ha postato sui propri profili social un video in cui si può sentire la conversazione avvenuta prima della sua esibizione. Ma dalla Rai è arrivata la pronta smentita che cambia la versione raccontata dal marito di Chiara Ferragni: "È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale Concertone del Primo maggio per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta".
A un certo punto della telefonata è intervenuta Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai3. Da Viale Mazzini sostengono che il video pubblicato sia stato tagliato, eliminando alcune parti del discorso di Capitani. "La Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che la Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà. Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo. Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua", sarebbero state le sue parole.
Caos magistratura, è ora che i giudici facciano pulizia
Gentile Direttore, Luca Palamara è stato radiato dalla magistratura ed è sotto processo a Perugia per capi di imputazione continuamente modificati. Certo, le Sezioni Unite civili della Cassazione potranno accogliere il suo ricorso (solo perché nella sezione disciplinare vi era Davigo, sentito come persona informata sui fatti dalla Procura di Perugia su uno dei capi di incolpazione, e quindi correttamente ricusabile) e, per l’effetto, riammetterlo in magistratura. Certo, vige la presunzione di non colpevolezza, e, quindi, la sua sottoposizione a processo penale è un dato significativo ma al momento non rilevante. È un suo problema, e, come tutti i problemi personali, destinato a retrocedere rispetto all'interesse del Paese. Anche se non posso non rilevare come tutto appaia concluso con la radiazione. Nessuna altra condanna disciplinare, nessuna indagine aperta dopo il palamaragate, eppure diverse circostanze avrebbero meritato un approfondimento. Quasi che, cacciato il «mostro», tutto possa tornare come prima. E chissenefrega se la gente non ha più fiducia nella magistratura. E, principalmente, chissenefrega dei tanti magistrati che quotidiamente svolgono il loro lavoro con correttezza e che, purtroppo per loro, continueranno a svolgerlo in un mondo immutabile e che la loro minoranza di potere vuole che tale resti. Ma se fosse solo questo non le avrei scritto. Perché farle perdere tempo. Invece vi è qualcosa di nuovo.
Vaccino, Figliuolo: "Dopo over 65 possibile aprire a tutte le classi d'età"
Il piano vaccinale va seguito con ordine, dopo aver vaccinato gli over 65 si potrà aprire a tutte le classi di età. Per quanto riguarda gli over 80, il Lazio è al 94% su una media di oltre l'85% a livello nazionale mentre sugli over 60 la media è bassa, ci dobbiamo concentrare su di loro, soprattutto sugli over 65. Come prima cosa dobbiamo mettere in sicurezza le persone che possono avere conseguenze gravi. Dopo gli over 65 apriremo a tutte le classi di età e poi sarà la volta delle classi produttive, penso al settore alberghiero". Così il Commissario Straordinario Generale Francesco Paolo Figliuolo all'inaugurazione dell'hub vaccinale all'interno del Centro Commerciale Porta di Roma.
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