Uno sfogo sulle tante critiche ricevute per la questione della figlia e diversi segnali agli (ex?) alleati del centrodestra. È un fiume in piena la Giorgia Meloni che ha rilasciato un’intervista a Bianca Berlinguer nella puntata del 22 febbraio di Cartabianca, il talk show del martedì sera di Rai3: “Io ho avuto mia figlia sbattuta su tutte le prima pagine avendo fatto una scelta comune a tantissimi italiani, visto che meno il 10% degli italiani ha vaccinato i figli con meno di 10 anni contro il Covid. Non si creano mostri, io sono una madre come tutte le altri madri. C’è stata troppa aggressivit» sulla questione dei vaccini”. Poi la questione delle concessioni balneari: “Quelle aste non le vinceranno i giovani, verranno vinte tutte da multinazionali straniere. Noi avremmo prorogato le concessioni fino al 2033”.
Si passa quindi alla situazione del centrodestra, con la presidente di Fratelli d’Italia che è netta e chiara: “Il modello Le Pen funzionerebbe se gli altri partiti del centrodestra dicessero che non vogliono Fdi. Se andiamo con questa legge elettorale, dovrebbe esserci una coalizione. Se Fdi avrà il peso che io spero che abbia, il rischio che Fdi vada a fare un governo col Pd o i 5 Stelle non c’è. Con Matteo Salvini non ci siamo più sentiti. Non ci siamo ancora incontrati ma è già accaduto in passato che ci fossero dei periodi in cui non ci siamo sentiti. Valuteremo. Oggi i dati dicono che se si votasse e ci fosse un centrodestra compatto ragionevolmente potrebbe vincere le elezioni e governare senza il Pd. Bisogna evitare le polemiche e andare ai fatti e sui fatti prima o poi sicuramente ci sarà un momento per parlare. Io penso che nel centrodestra nessuno ha creduto come Fdi che mai ha fatto accordi con la sinistra. Io - ribadisce la Meloni - agli italiani dico ‘volete un governo di centrodestra?’ Se votate Fdi siete sicuri di averlo, per gli altri non posso garantire”.
Svolta green pass, c'è la data della liberazione. Ma sull'obbligo vaccinale Draghi va fino in fondo
C'è una data per il "liberi tutti" delle restrizioni Covid ma non sarà come nel resto d'Europa, perché una delle misure più severe che ha caratterizzato la linea dura dell'Italia contro i no vax continuerà a sussistere ben oltre il termine di altre limitazioni.
La road map del governo di Mario Draghi per l'allentamento graduale delle restrizioni toccherà il culmine entro il 30 aprile, data in cui ci si aspetta un "liberi tutti", spiega il Corriere della sera che ha raccolto le ultime indiscrezioni sull'orientamento dell'esecutivo. Ma c'è un "ma": "Eliminato il green pass per la maggior parte delle attività, resterebbe l'obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori e per gli over 50 fino al 15 giugno".
Il nuovo decreto del governo vedrà la luce tra la prima e la seconda settimana di marzo per entrare in vigore dal primo aprile, una "data simbolo, che segnerebbe l'inizio del percorso verso la libertà". Il giorno predente infatti scade lo stato d'emergenza e gli italiani sperano di non trovarsi a un pesce d'aprile.
Alcune misure cadranno e altre saranno prorogate, con un calendario del ritorno alla normalità per negozi, bar, ristoranti e alberghi. Il tema più spinoso è quello del green pass. Escluso che venga eliminato di netto, come trapela da Palazzo Chigi e dal ministero della Salute. Anche perché al certificato verde è legato il tentativo di stimolare ancora le terze dosi di vaccino. Tra le misure che saranno rinnovare l'obbligo della mascherina al chiuso nei luoghi diversi dalle abitazioni private.
Non ci sarà l'obbligo di mascherina Fpp3 all'aperto negli spettacoli mentre sarà rinnovato quello al chiuso per teatri, cinema, locali di intrattenimento, musica dal vivo e competizioni sportive al chiuso. Il punto è: fino a quando?
Niente multe ai no-vax, il Garante per la privacy sbugiarda Roberto Speranza per i ritardi sull'obbligo vaccinale
“È destituita di ogni fondamento l’affermazione che il Garante per la protezione dei dati personali abbia rallentato o bloccato l’attuazione della norma che individua le sanzioni per i cittadini e i lavoratori ultra 50enni sottoposti all’ obbligo di vaccinazione contro il Covid-19”. Lo precisa in una nota l’Autorità spiegando che “la relativa norma (d.l. n. 52/2021), che dà attuazione alle disposizioni in tema di certificazioni verdi Covid-19 e di obblighi vaccinali per cittadini ultracinquantenni, nonché per il personale delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica coreutica e musicale e degli istituti tecnici superiori, è entrata in vigore il 1 febbraio 2022, ma il ministero della salute ha inviato al Garante la richiesta di parere sullo schema di decreto che dà attuazione a tale quadro normativo solo in data 15 febbraio 2022”.
Il dicastero guidato da Roberto Speranza ha quindi trasmesso la richiesta soltanto nel giorno in cui scattavano le misure contro gli over 50 non vaccinati. Una svista clamorosa. “Il Garante, come sempre in questi casi - puntualizza la nota - si è occupato della questione con la massima urgenza, rilasciando il parere positivo sullo schema di decreto oggi stesso, dopo due soli giorni dalla ricezione della documentazione”. “Il testo del decreto, che già recepisce le indicazioni fornite dal Garante nel corso dell’istruttoria e le considerazioni espresse durante la specifica audizione in Parlamento - termina così il comunicato - prevede che i trattamenti di dati personali connessi all’attuazione dell’obbligo vaccinale e alle nuove modalità di verifica del green pass in diversi contesti (scuola, lavoro) avvengano nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, adottando misure di garanzia appropriate per tutelare i diritti fondamentali e gli interessi delle persone fisiche”.
A Roma i morti possono attendere. Nel piano cimiteri di Roberto Gualtieri i cantieri saranno "eterni"
Sarà la volta buona? Dopo anni di abbandono tra sporcizia, incuria, tombe in condizioni indegne e attese interminabili per le cremazioni, il Campidoglio si dice intenzionato a rilanciare i cimiteri capitolini con un piano di investimento da 7,3 milioni con cui innovare i servizi funebri e restituire dignità ai luoghi di sepoltura, a partire dal Verano e dal cimitero Flaminio. Il piano è stato presentati ieri dal sindaco Gualtieri e dall'assessore all'Ambiente Sabrina Alfonsi, anche se per realizzare interventi attesi come il potenziamento degli impianti crematori di Prima Porta ci vorranno dai due ai cinque anni, mentre per l'ampliamento degli altri cimiteri esistenti e la realizzazione di nuovi serviranno dai 5 ai 10 anni. Già da quest' anno comunque sindaco e assessore hanno annunciato la costruzione di nuovi loculi per l'ossario al cimitero di Ostia Antica, vari interventi sul Cimitero Laurentino, la manutenzione straordinaria degli edifici e dei loculi a Maccarese (440mila euro), la progettazione di nuove linee di impianto di cremazione e la messa in sicurezza della Chiesa di San Michele al cimitero Flaminio (oltre 200mila euro) e interventi di impermeabilizzazione di alcune coperture più il rifacimento di un tratto di muro perimetrale al Verano.
Secondo il sindaco Gualtieri, si tratta di «una svolta attesa da anni per un settore chiave dell'attività di Roma Capitale». Sempre entro un anno si punta alla messa in sicurezza delle alberature, con l'avvio di un tavolo tecnico dedicato, in particolare per le alberature del Verano. Sempre per il Verano, a breve saranno messi a bando di 615 loculi, resisi disponibili per effetto delle retrocessioni o per la scadenza dei termini concessori. Entro due anni si provvederà invece al recupero di spazi utili alle comunità religiose che ne sono sprovviste.
Omicron, la rivelazione della sudafricana Coetzee: "Dall'Europa mi hanno detto di tacere"
Angelique Coetzee, scienziata sudafricana che ha scoperto per prima la variante Omicron, ha dichiarato al Daily telegraph di aver subìto pressioni da alcuni Paesi stranieri affinché dicesse pubblicamente che Omicron fosse "pericolosa" e che di conseguenza evitasse di dire che causava "principalmente una malattia lieve". La notizia è stata riportata sul sito di Nicola Porro che ricorda che all'epoca la Coetzze aveva detto: "La studio da un mese, dà sintomi lievi". Quasi nessuno però le aveva dato retta e il direttore generale dell’Oms arrivò a dire che "lo tsunami di casi" era tale da non poter "essere classificata come lieve".
"Se il Sudafrica era a conoscenza della minore pericolosità della mutazione, perché chiudere tutto? Non è che l’obiettivo era proprio quello di mantenere alta la tensione al fine di poter stringere le maglie del controllo sociale?", si chiede ora Porro. La scienziata sudafricana infatti ha detto: "Mi è stato chiesto di non dichiarare pubblicamente che si trattava di una malattia lieve. E di dire che eravamo di fronte a una malattia grave. Io ho rifiutato perché dal quadro clinico non vi erano indicazioni che si trattasse di una malattia molto grave. Il decorso è per lo più mite. Non sto dicendo che si ammalerà nessuno. Ma la definizione di malattia lieve da Covid-19 è chiara, ed è una definizione dell’Oms: i pazienti possono essere curati a casa e non hanno bisogno di ossigeno o di ricovero".
Franco Bechis lascia “Il Tempo”: andrà a dirigere il nuovo quotidiano economico di Belpietro
Franco Bechis lascia la direzione del quotidiano ‘Il Tempo’ che ha guidato negli ultimi tre anni dal 19 novembre 2018. Secondo indiscrezioni che trovano conferma in ambienti ben informati, Bechis è in procinto di prendere la direzione del nuovo quotidiano economico-finanziario, che vedrà Maurizio Belpietro in veste di editore.
Il passaggio si inserisce in un mercato piuttosto movimentato dell’editoria di destra. Bechis lascia infatti, Il Tempo di proprietà dell’imprenditore ed esponente di Forza Italia, Antonio Angelucci in un momento caldo dell’editoria di destra. Angelucci sarebbe infatti in trattative per rivelare dalla famiglia Berlusconi il quotidiano Il Giornale. La testata dal 1992 è nelle mani del fratello minore di Silvio, Paolo Berlusconi, attraverso la Società Europea di Edizioni. L
Stasera Italia, Vaia contro i fanatici del green pass: "Non va ideologizzato"
Comincia a vedersi la luce in fondo al tunnel della pandemia, e tutte le restrizioni imposte fino ad oggi per limitare i contagi vengono messe in dubbio alla luce del calo dei contagi. Di questo si parla con Francesco Vaia, direttore dell'Istituto nazionale di malattie infettive dello Spallanzani, durante la puntata di mercoledì 16 febbraio di Stasera Italia, il talk show politico in onda su Rete4 e condotto da Barbara Palombelli.
“Non ideologizziamo il green pass” afferma il direttore, che, da uomo di scienza quale è, si sforza di offrire al pubblico di Rete4 una visione limpida dell’attuale quadro pandemico. “Sul green pass, così come sul virus in generale, si sono combattute troppo battaglie ideologiche – afferma Vaia - mascherine, distanziamento e green pass sono misure che possono essere utili in un determinato momento ma quello che ci deve fare andare avanti, e che ci ha insegnato questa pandemia, è che non dobbiamo andare avanti con misure che sono un po’ vecchie, ma bisogna andare avanti con l’innovazione. Con farmaci innovativi, terapie, vaccini innovativi.”
E riprende la battaglia di diversi colleghi che contestano il metodo in cui vengono conteggiati i morti da virus: “In alcuni Paesi, dove hanno fatto un’analisi un po’ più fine, il numero si è ridotto del 25%. Forse è arrivato il momento che, chi deve fare questo, penso innanzitutto all’Istituto Superiore di Sanità, deve cominciare a verificare se le persone che escono nell’elenco dei morti sono persone morte perché malate esclusivamente di Covid o se questo non è stato l’elemento scatenante”.
Pensioni, quanti miliardi ha risparmiato l'Inps "grazie" al Covid: le cifre-choc che spiegano la strage
Triste a dirsi ma i morti per Covid hanno fatto risparmiare all'Inps 1,11 miliardi di euro. Al primo gennaio del 2021 infatti, "risultavano in pagamento presso l’Inps 423.009 prestazioni previdenziali con durata quarantennale, erogate cioè a persone andate in pensione nel lontano 1980 o ancora prima; l’anno precedente erano 502.327. Il decremento è del 16 per cento, pari a 79.318 prestazioni eliminate, molte delle quali a causa del nuovo coronavirus, i cui esiti si sono manifestati più severamente nei confronti degli over 65", si legge nel Rapporto Itinerari Previdenziali sul bilancio del sistema previdenziale italiano presentato al Senato.
Il 96,3 per cento "dell’eccesso di mortalità" registrato nel 2020, spiega ancora il rapporto, "ha riguardato persone con età uguale o superiore a 65 anni, per la quasi totalità pensionate e che percepivano in media circa 1,17 pensioni IVS (non disponibili i dati sulle prestazioni assistenziali eliminate). Considerando per compensazione l’erogazione delle nuove reversibilità, la pubblicazione quantifica dunque in 1,11 miliardi di euro il risparmio, tristemente prodotto nel 2020 dal Covid a favore delle casse Inps, e in circa 11,9 miliardi la minor spesa nel decennio (2020-2029)".
Greta Thunberg, la fucilata di Antonio Zichichi: "Riscaldamento globale? Perché dovrebbe tornare a scuola"
«Da bambino chiedevo a mia madre perché il Sole brilla, perché siamo diversi dai gatti e dagli altri animali. Volevo capire com' è fatto il Mondo. Il mio sogno è poi stato riuscire a decifrare sempre meglio la Logica che sta scritta sulle pagine del libro della Natura. Libro di cui è autore Colui che ha fatto il Mondo. Sull'irresistibile fascino del Tempo che scorre a partire dalla nostra infanzia, quando iniziamo a conoscere come è fatto il mondo, ho scritto un libro». Chi parla è il professore Antonino Zichichi, fisico e accademico italiano che ha fatto della ricerca scientifica e sulle particelle elementari il suo motivo di vita.
Professor Zichichi che ruolo ebbe la figura di Ettore Majorana, siciliano come lei, nella sua carriera accademica e professionale?
«Ettore Majorana nacque a Catania e fu allievo di Fermi che lo definì "genio a livello di Galilei e Newton". Ancora oggi i neutrini di Majorana sono al centro dell'attenzione scientifica mondiale. Eppure Majorana era passato nel dimenticatoio nazionale. Quando nel 1962 a Ginevra riuscii a far nascere per decreto del Direttore del Cern, il Centro che porta il nome di Majorana, furono in molti ad accusarmi di campanilismo scientifico. Adesso il valore di Ettore Majorana, grazie al Centro di Erice, è fuori discussione».
Graziella Accetta, madre di un bimbo ucciso dalla mafia, attacca Saviano: “Non è credibile, fa solo spettacolo”
“Roberto Saviano è un personaggio di spettacolo, tanti altri giornalisti che hanno la scorta fanno vera lotta alle mafie senza fare spettacolo”. È il giudizio, durissimo, di Graziella Accetta, la mamma del piccolo Claudio Domino, il bambino ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 ottobre del 1986.
La donna, che con il marito Ninni chiede da 36 anni la verità sull’assassinio del proprio figlio di appena 11 anni, critica aspramente il giornalista e scrittore Roberto Saviano che sabato sera è tornato in tv con il suo nuovo programma ‘Insider, faccia a faccia con il crimine‘. Quattro puntate di prima serata faccia a faccia con le organizzazioni criminali, intervistando pentiti, testimoni di giustizia e agenti infiltrati che le hanno vissute dall’interno. Saviano ricostruisce nel programma, anche grazie al materiale di repertorio, i contesti in cui la storia dei protagonisti ha preso forma.
Commentando i risultati del programma, in onda su Rai3, che ha raccolto davanti al video 941.000 spettatori pari ad uno share del 4.7%, Graziella Accetta dice sui social: “La gente non lo segue perché non ha fiducia in lui, non gli crede”. E aggiunge: “Se la stessa trasmissione fosse stata fatta da un giornalista credibile e con familiari che non si sono arricchiti, ma che hanno fatto vera lotta alla mafia, saremmo stati davanti alla tv”.
Vaccino Covid ai bambini, Antonella Viola e il flop sulla sperimentazione under 5: "Non ha dato i risultati sperati"
“Il vaccino anti Covid sui bambini sotto i 5 anni? Sospeso”. A darne notizia è stata l’immunologa Antonella Viola in un intervento al TG3 domenica 13 febbraio. La ricercatrice ha annunciato: “Sui bambini lo studio clinico del vaccino Pifzer, sottoposto a revisione dalla Fda americana, non ha dato i risultati sperati. Non per problemi di sicurezza, ma l'efficacia non è risultata sufficiente, la protezione non è abbastanza e per questo la Fda ha sospeso il giudizio in attesa di ulteriori dati che includano la terza dose”.
Dunque non ci sarà un vaccino per i bambini al di sotto dei 5 anni d’età prima dell'estate. Sul quadro pandemico generale in Italia, Viola ha sposato la linea del Ministro della Salute, Roberto Speranza: “Stiamo uscendo da una fase acuta ma non possiamo correre, non sappiamo se Omicron sarà l'ultima o se arriveranno altre varianti come già successo. Bisogna muoversi con estrema prudenza. Uno studio Usa dimostra che anche la terza dose nel tempo perde efficacia”. E infatti sull'ipotesi di una quarta inoculazione, la professoressa dell’Università di Padova ha avvertito: “La decisione dipenderà da cosa farà il virus, da come si comporterà. Probabilmente una nuova dose sarò necessaria almeno per i fragili, se non adesso in autunno”.
Covid, “liberi tutti” a Londra e Parigi, ora è ufficiale
“Liberi tutti” sia a Londra che – in misura simile – a Parigi, come riporta Tgcom24. Sarà la volta buona per la fine dell’emergenza?
“Liberi tutti” a Londra e Parigi
Liberi tutti, sia a Londra che a Parigi. In tutta l’Europa, in generale, le restrizioni calano. Chi è più avanti è ancora una volta la Gran Bretagna, con un mese di anticipo. La Francia, nel frattempo, revoca il super green pass alla fine di marzo. E il ritorno alla normalità sembra vicino anche negli Stati Uniti, dove a New York abbandonano le mascherine al chiuso.
Boris Johnson è il primo a dare un “liberi tutti” che in Gran Bretagna partirà dal 21 febbraio, data a partire dalla quale finiranno le restrizioni oltremanica. D’altronde i britannici erano già stati i primi a liberarsi delle mascherine a fine gennaio, quando il governo aveva deciso di puntare solo alle vaccinazioni riducendo al minimo le restrizioni. Anche l’obbligo di autoisolamento in caso di positività dovrebbe cadere a breve, se i dati continueranno ad essere incoraggianti.
Mattarella: omissivo ricordo delle foibe. Prima non aveva paura di citare il comunismo. Che è accaduto?
E’ vero, c’è una ricorrente allergia – nel giorno che ricorda i martiri delle foibe – a pronunciare la parola comunismo. Allergia che quest’anno ha contagiato anche Sergio Mattarella, appena riconfermato al Quirinale per volontà della sinistra. Che si è opposta ad ogni altro nome proveniente dal centrodestra.
Chi ha voluto il Mattarella bis? Gli eredi del Pci
Ecco perché il Capo dello Stato ha pensato bene di non alienarsi le simpatie dello schieramento che fin da subito, nel nome dell’immobilismo e dello status quo, aveva fatto il tifo per il Mattarella bis. Schieramento non tanto capeggiato da Enrico Letta, che comunista non è mai stato. Ma da Goffredo Bettini, Gianni Cuperlo e Massimo D’Alema che comunisti lo sono stati e nel fondo del loro animo lo sono ancora. Per cultura e mentalità.
Il discorso di Mattarella diverso da quelli degli anni precedenti
Così, come commenta oggi Libero, il discorso di ieri di Mattarella per il Giorno del Ricordo “è stato una somma di non detti e di -ismi generici, di mancato riferimento ai colpevoli e di rovesciamento della prospettiva”. Mattarella ha detto che occorreva ricordare quanti “dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo”. Quindi notava come «la sciagurata guerra voluta dal fascismo e l’occupazione nazista furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie». Venivano nominati fascismo e nazismo come cause scatenanti della questione orientale, ma mai citato, neppure di striscio, il comunismo.
Maxi truffa da 21 milioni di fondi Covid: acquistati pure yacht per fare le vacanze in Sardegna
Ancora una maxi truffa, da 21 milioni di euro, di fondi per il Covid: tra gli arrestati c’è pure chi ha acquistato uno yacht per andarci in vacanza in Sardegna. La Guardia di finanza ha smantellato un’organizzazione attiva in Piemonte, Lombardia, Lazio e Sardegna che, con false identità, otteneva finanziamenti come “fondo garanzia Covid” e prestiti bancari. Dieci le persone arrestate, otto in carcere e due ai domiciliari, su disposizione del Gip del tribunale di Asti. Da qui è partita l’operazione denominata “Warranty“.
Scoperta maxi truffa da 21 milioni di fondi Covid
Sequestrati conti correnti, imbarcazioni di lusso, immobili e società. In particolare, i finanzieri del comando piemontese, in collaborazione con i militari del gruppo di Olbia, hanno sequestrato tre imbarcazioni appartenenti a uno degli indagati. Si tratta di due gommoni e uno yacht di 15 metri, con tre motori fuori bordo da 450kw, del valore di oltre 300mila euro. Le imbarcazioni sequestrate su disposizione del gip del Tribunale di Asti sono ormeggiate al porto di Olbia e servivano all’indagato per le sue vacanze in Sardegna.
Giallo sulla morte di Montagnier, cos'è successo al Premio Nobel
Giallo sulla morte di Luc Montagnier. Nelle ultime ore si è sparsa la voce della morte del Premio Nobel per la Medicina. La notizia è stata lanciata con un tweet da FranceSoir che, però, per il momento non è stata confermata da altre fonti. Ma neppure è giunta una smentita dal diretto interessato. Nel tweet si legge: "Il professor Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina 2008, è morto pacificamente l'8 febbraio 2022 alla presenza dei suoi figli. 18 agosto 1932 - 8 febbraio 2022".
Dal suo account personale su Twitter, il direttore di FranceSoir, Xavier Azalbert, ha ribadito la notizia e aggiunto ulteriori dettagli. Negli ultimi mesi Montagnier è diventato un punto di riferimento per tutto l'universo no-vax per le sue posizioni sui vaccini. Per questo il mistero che avvolge la sua morte continua ad alimentare il mistero.
Vaccino ed eventi avversi, "eccesso di miocarditi nei giovani maschi". Cosa spunta dal rapporto dell'Aifa
Dalla pubblicazione del Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 dell'Aifa, l'agenzia del farmaco italiana, emergono anche indicazioni sugli eventi avversi e sugli effetti collaterali. L'attenzione di tutti è rivolta a bambini e ragazzi, da quando è stata estesa la campagna vaccinale per le fasce di età superiori ai 5 anni di età.
Pertanto il focus più atteso, visti anche i precedenti, è quello legato alle miocarditi. La maggior parte degli eventi avversi riguarda sintomi lievi o comunque poco pericolosi, come febbre, cefalea e vomito. Ma non solo. "A pagina 95 e 96 del rapporto Aifa si legge che lo studio, condotto su un'ampia popolazione di vaccinati, «conferma l'eccesso di rischio di miocardite e pericardite associato ai vaccini a mRna, in particolare nei maschi giovani e dopo la vaccinazione con Spikevax, soprattutto dopo la seconda dose»", scrive Maurizio Belpietro sulla Verità.
Per Belpietro "nella sostanza sono confermate le segnalazioni raccolte nei mesi scorsi, che rilevavano un aumento straordinario dei casi di infiammazione del pericardio e del miocardio, soprattutto in persone giovani e di sesso maschile, non di rado tra ragazzi fino a prima della vaccinazione in perfetta salute e anzi a volte tra atleti". Il rapporto sarebbe però limitato alle segnalazioni inviate agli enti di controllo fino a dicembre, prima dell'accelerazione della campagna vaccinale nei più piccoli "per i quali non esistono analisi pregresse che consentano di escludere effetti come quelli rilevati nei «maschi giovani»". In ogni caso sembra confermato che i giovani che hanno ricevuto sieri a mRna sono più esposti a reazioni serie anche se rilevazioni, però, si fermano a dicembre.
Francesco Vaia, "l'anomalia dei morti per Covid in Italia: cosa vedo in corsia". Una bomba: maxi-truffa sui numeri?
"È un dato anomalo e per questo credo sia giunto il momento di fare un’analisi della mortalità da Covid": Francesco Vaia, direttore dell'ospedale Spallanzani di Roma, commenta il numero di morti da Covid in Italia. Un numero sempre molto alto, nonostante la discesa della curva dei contagi, e molto lontano da quello di molti altri Paesi. A tal proposito l'esperto, sentito da La Stampa, ha detto: "A mio giudizio molti decessi sono con e non per Covid, lo vediamo anche qui allo Spallanzani. Nei Paesi come la Germania che questa verifica l’hanno fatta, la mortalità effettiva per Covid si è ridotta del 25%".
Il medico, poi, ha affrontato la questione restrizioni, invocando un allentamento delle misure anti-Covid graduale ma necessario: "Le misure restrittive non possono, ma devono essere allentate", anche perché "siamo già in fase endemica, ossia di convivenza con il virus. Oltre il 90% di quello circolante è Omicron, che è molto meno patogeno". Questa variante, infatti, spinge rapidamente verso l'alto la curva dei contagi, ma altrettanto rapidamente la fa scendere. "In tempi non sospetti avevo messo in guardia dagli ingiustificati catastrofismi che ingenerano solo ansia nella popolazione - ha proseguito Vaia -. Oggi possiamo dire che siamo molto vicini al mare calmo".
Green pass, la mail uscita dal Cts inguaia il governo. Lo dice la scienza? Giordano dà di matto a Fuori dal coro
L'imposizione del green pass è una misura politica e gli scienziati non sono stati neanche interpellati dal governo di Mario Draghi a riguardo. Questo sembra emergente dai documenti mostrati martedì 8 febbraio a Fuori dal coro, il programma di Rete 4. Il direttore e Mario Giordano è furibondo: "Questa è una mail di uno dei più importanti esponenti del CTS, il comitato tecnico-scientifico, che dice che il green pass è una misura politica" sbotta il giornalista mostrando alcuni stralci di una email.
Comunicazioni in cui "questo esponente del comitato tecnico-scientifico, quindi rappresentante della scienza, si dice sconcertato di una delle ultime decisioni del governo, a gennaio - attacca Giordano - che è una decisione politica, dice e lo scienziato". Da due anni ogni restrizione decisa dall'esecutivo è stata prese "in nome della scienza", oggi c'è la prova che spesso e volentieri non è così. "Lo dice la scienza una mazza, se è sconcertato questo figurarsi quanto siamo sconcertati noi" dice ancora Giordano.
Ma cosa dice la mail che risale a gennaio 2022, quando con il Dl Covid è stato appena introdotto l'obbligo vaccinale. Un "altissimo rappresentante del comitato tecnico-scientifico" e "ascoltato consulente del ministero" scrive così in questa email: "Le confesso che anch'io sono sconcertato a fronte di certe decisioni, rispetto alle modalità in cui vengono prese. Le cito ad esempio il nostro mancato coinvolgimento" nell'ideazione delle misure. Insomma, lo dice la scienza ma gli scienziati del Cts non sono stati neanche interpellati.
I morti si potevano salvare, l'accusa della Gismondo sul Covid
I morti per Covid vanno distinti da quelli che, invece, muoiono per altre cause pur essendo positivi al Covid. È questa la posizione di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze all’ospedale Sacco di Milano. La dottoressa, ospite della puntata di mercoledì 9 febbraio di "Stasera Italia", ha ancora una volta lanciato un allarme, così come il collega virologo Matteo Bassetti: la conta dei morti da Covid viene fatta male. “Ormai da quasi due anni dico che i numeri di questa pandemia sono stati calcolati in maniera errata. Vorrei sottolineare che ancora negli ospedali si ha questa conta dei decessi senza distinzione tra morti con Covid e morti per Covid”.
Oltre a questo, la Gismondo sottolinea l’importanza delle cure che, se somministrate con criterio e nelle giuste tempistiche, possono salvare molte vite. “Vorrei anche cogliere l’occasione per sottolineare un fattore molto importante di cui non si parla – afferma la dottoressa - Io mi chiedo se alcuni di questi morti, non certamente tutti, avrebbero potuto non essere morti ma guariti se finalmente si usassero gli antivirali e le terapie delle quali si parla poco. Per l’accesso a queste terapie c’è una burocrazia così lunga da vanificare il loro utilizzo”.
I negazionisti delle Foibe assaltano la sede di FdI di Fermo. Meloni: “Di questo odio nessuno parla”
Non è una coincidenza, ma una certezza: nella sede di FdI di Fermo in questi giorni era prevista la cerimonia in ricordo delle Foibe, cerimonia su cui è calata la furia dei negazionisti di sinistra. “Sono entrati sfondando la porta con un piede di porco e hanno completamente devastato la sede di Fratelli d’Italia a Fermo. Ma di questa violenza, di questo odio, non ne sentirete parlare dal mainstream. Spero che tutte le forze politiche condannino l’ennesimo attacco nei confronti di una sede di FdI”. La denuncia su Facebook arriva direttamente dal presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, all’indomani del gravissimo atto vandalico compiuto da ignoti all’interno della sede di Fermo di Fratelli d’Italia.
Foibe, l’assalto alla sede di FdI di Fermo
“Mi auguro che i responsabili siano presi e puniti. Non ci facciamo intimidire dall’odio politico”, commenta Emanuele Prisco, commissario regionale Fdi nelle Marche. L’ingresso della sede, dove storicamente si è sempre riunita la destra fermana, è stato forzato e sono stati strappati i manifesti al suo interno e messa a soqquadro l’intera sala. In questi giorni, infatti, si sarebbe dovuta tenere lì la manifestazione in ricordo dei Martiri delle Foibe organizzata da Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile di FDI. “Si tratta di un atto gravissimo, soprattutto perché il livello del dibattito democratico continua a scadere sempre più velocemente in quella lotta senza quartiere di epoche buie della storia repubblicana. Abbiamo piena fiducia nel lavoro di Forze dell’Ordine e della magistratura che sono già al lavoro per individuare i colpevoli”, aggiunge Emanuele Prisco, commissario regionale Fdi nelle Marche.
Foibe, la Lega allerta il ministro Messa: «Il rettore Montanari si fa beffa del Giorno del Ricordo»
«Tomasi Montanari fomenta divisioni e politicizza lui stesso una vicenda che dovrebbe essere consegnata allo studio della storia e al rispetto di quanti su quel confine persero la vita». A sostenerlo, almeno questa volta, non è il Secolo d’Italia, ma un’autorità di governo nella persona del sottosegretario Tiziana Nisini. L’esponente leghista davvero non le manda a dire al rettore dell’Università per Stranieri di Siena, segnalatosi già nell’estate scorsa per il suo negazionismo sulle foibe. E che ieri è tornato sull’argomento annunciando un convegno che si presenta ambiguo sin dal titolo. Eccolo: “Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del Ricordo“.
Nel mirino il convegno organizzato da Montanari
Persino un bambino s’accorgerebbe che il vero obiettivo di Montanari è parlare d’altro. Di tutto, forse, tranne che della tragedia che si abbattè sugli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia alla fine del secondo conflitto mondiale «Vorrei ricordare a Montanari – ha aggiunto la Nisini – che la legge che istituisce il Giorno del Ricordo non ha come scopo solo quello di onorare la memoria delle vittime innocenti e degli esuli. Ma ha anche quello di creare una memoria condivisa sulle vicende che interessarono il nostro confine orientale». La sottosegretaria non è l’unica del suo partito ad strigliare Montanari.
La protesta No Vax dei camionisti canadesi raccoglie in due giorni 3,5 milioni di dollari
Partito a gennaio per protestare contro l’obbligo vaccinale per i camionisti che fanno la spola tra Canada e Stati Uniti, il Freedom Convoy è diventato un più ampio movimento di protesta che sta raccogliendo sostegni politici e fondi anche dagli Stati Uniti.
Un sito di crowdfunding raccoglie 3,5 mld di dollari per Freedom Convoy
Basti pensare che dopo non aver potuto ricevere i diversi milioni di dollari raccolti con GoFundMe, ora il movimento – animato da molti gruppi dell’estrema destra nordamericana – si è rivolto ad un sito cristiano di crowdfunding che in due giorni ha raccolto oltre 3,5 milioni di dollari.
Proteste anche davanti al Parlamento della Nuova Zelanda
Sulla scia della protesta di Ottawa, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza anche davanti al Parlamento della Nuova Zelanda. Bloccando la circolazione nel centro di Wellington. Il “convoglio per la libertà” con camion e camper si è radunato fuori dal Parlamento a Wellington in vista del primo discorso dell’anno del primo ministro Jacinda Ardern.
Lollobrigida: “Poco credibile chi dice di essere alternativo alla sinistra e poi ci governa assieme”
“Esistono due centrodestra: uno tra la gente, che è fatto di valori e di programmi ed è maggioritario in Italia, e un altro parlamentare che si è frantumato”. Lo ha detto in un’intervista a Il Messaggero il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.
“FdI è rimasta coerente, gli altri no”
“La responsabilità – spiega Lollobrigida – non è certo di Fratelli d’Italia, che è rimasta nel centrodestra, ma di chi oggi governa insieme al Pd, all’estrema sinistra e al Movimento 5 Stelle e ha scelto di votare nuovamente un presidente della Repubblica che per storia è espressione del centrosinistra. Abbiamo chiesto coerenza e lealtà ai nostri alleati: noi eravamo sempre sulla stessa posizione mentre loro l’hanno cambiata. Quando si andrà a votare, gli elettori sapranno premiare chi li rappresenta meglio”.
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