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Benzina, la stangata di Capodanno: aumentano i prezzi dei carburanti. Quanto ci costerà fare il pieno
La stangata sulla benzina arriva a Capodanno. Dopo una settimana di quiete, tornano questa mattina 31 dicembre a salire i prezzi consigliati dei carburanti. Lo ha comunicato una nota di Staffetta quotidiana dell'Eni secondo la quale a determinare l'aumento sono i tre rialzi consecutivi delle quotazioni dei prodotti raffinati in Mediterraneo dei giorni scorsi.Stando alla consueta rilevazione, Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina, gasolio e Gpl. Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri 30 dicembre su circa 15mila impianti: benzina self service a 1,588 euro/litro (invariato, compagnie 1,597, pompe bianche 1,565), diesel a 1,483 euro/litro (+1 millesimo, compagnie 1,490, pompe bianche 1,464).
Bruno Vespa: "Anno bruttissimo, c'è il buio oltre la siepe del governo. Che Dio ci assista"
Bruno Vespa traccia un "bilancio catastrofico" per l'Italia. Questo anno "sotto il profilo della crescita economica, è stato il peggiore dell'Italia unita", scrive nel suo editoriale su il Giorno. Basti considerare che "i nostri titoli di Stato valgono meno di quelli spagnoli e portoghesi: qualche anno fa sarebbe stata una bestemmia. Il rapporto tra debito e Pil è aumentato del venti per cento: solo la Grecia sta peggio".Il dramma, continua il direttore di Porta a Porta, è che "le prospettive non ci fanno sperare che il 2020 sarà un 'anno bellissimo' (come dice Giuseppe Conte, ndr). Avremmo bisogno di uno shock fiscale, per i cittadini e per le aziende. Ma questo non può avvenire se alla fine dell'anno - come lo erano all'inizio dell' anno che si chiude - sono al governo partiti incompatibili per storia, ideologia e programmi".
Prefetto di Cosenza indagata per corruzione. “Filmata mentre intasca la tangente”
Il prefetto di Cosenza Paola Galeone è indagata con l’accusa di aver intascato, in un bar del capoluogo bruzio, 700 euro che aveva richiesto a una imprenditrice. Lo riporta La Gazzetta del Sud. “Il rappresentante del Governo posto alla guida della provincia più vasta della Calabria – si legge sul quotidiano – è stata denunciata dalla vittima alla quale avrebbe proposto di emettere una fattura fittizia per 1220 euro con l’obiettivo di intascare la parte del fondo di rappresentanza accordato ai singoli prefetti che era rimasta disponibile alla fine dell’anno. Settecento euro sarebbero andati alla Galeone e 500 all’imprenditrice, questo il piano, come regalo per la disponibilità mostrata”.
La vergogna di Ferentino. Perché Zingaretti non dice una parola?
È inaccettabile il silenzio di Nicola Zingaretti sulla incredibile vicenda delle Terme di Ferentino dove una decine di famiglie con ragazzi autistici si sono visti rifiutare il soggiorno per Capodanno.
Sulla triste storia venuta alla luce, come rileva il sito Fb 7colli si registra un’interrogazione del gruppo regionale di Fratelli d’Italia, che pretende chiarezza sia dal sindaco della città che dalla regione.
Franco Bechis, i sondaggi su Giuseppe Conte: "Perché gli indici di fiducia sono fallaci". Una fine tragica?
"Un oscuro caso di doppia personalità". Così, con garbo, Franco Bechis demolisce la figura di Giuseppe Conte. "Sono fallaci sempre più i sondaggi, ma lo sono ancora di più le rilevazioni della fiducia che gli italiani avrebbero nei leader politici", spiega il direttore del Tempo a proposito del premier e del suo annuncio di voler restare in politica anche alla fine del suo mandato". "Io credo che Conte si sia un po' innamorato come Narciso della sua immagine riflessa negli indici di popolarità che sfoglia con voluttà. Secondo quei dati la maggioranza degli italiani si spellerebbe le mani per il premier in carica, e il diretto interessato ne è ancora più convinto ogni volta che lo portano in pubblico e la gente gli chiede un selfie". A testimoniare la bizzarria di queste rilevazioni, Bechis ricorda come al debutto di Conte a Palazzo Chigi il suo indice di fiducia fosse del 63%, altissimo, nonostante "quasi tutti gli italiani ignoravano la sua esistenza fino al giorno precedente".
Concita De Gregorio attacca Lucia Borgonzoni che "sparge odio". Ma il post è un fake, la leghista la smaschera
Concita De Gregorio è scivolata su un post fake di Lucia Borgonzoni. La giornalista ha infatti rilanciato un fantomatico messaggio della candidata della Lega alle elezioni in Emilia Romagna che recitava: "Ragazzi che paura, mentre facevo la mia passeggiata mattutina scorgevo in mezzo agli alberi due sagome nere che mi assalivano. Per fortuna non erano africani ma solo due cinghiali in calore". E ha quindi commentato: "E' questo il tempo in cui viviamo".Peccato che la "radical-chic, di quelle ossessionate dalle fake news e dalla Lega e dal centrodestra che “spargono odio”", ha poi scritto la Borgonzoni, "con il consueto stile da maestrina dalla penna rossa punta il dito su un post falso, di un profilo che mi fa la parodia".
Papa Francesco, sconcerto in Vaticano: la fedele gli tira la manica in piazza, lui la prende a schiaffiScena sconcertante in piazza San Pietro: Papa Francesco la sera di Capodanno si è visto "costretto" a schiaffeggiare la mano a una fedele che da oltre l
Scena sconcertante in piazza San Pietro: Papa Francesco la sera di Capodanno si è visto "costretto" a schiaffeggiare la mano a una fedele che da oltre le transenne continuava a tirarlo per la manica e a strattonarlo. La sicurezza non è intervenuta, perché è stato lo stesso Bergoglio a risolvere la situazione in maniera piuttosto brusca, con tanto di rimbrotto vistoso alla signora un po' troppo entusiasta. Per una volta lo spirito cristiano del Natale ha lasciato spazio, sul volto del Pontefice, a una espressione di umanissima stizza. Ovviamente, il video ha fatto il giro del mondo sul web raccogliendo commenti divertiti e altri decisamente contrariati per la mancanza di pazienza del Papa, che forse a giudicare dalla smorfia sul viso deve aver provato un po' di (inatteso) dolore.
Alfonso Bonafede, l'indiscrezione: perché il prossimo ministro a lasciare la poltrona sarà lui
Alfonso Bonafede potrebbe essere il prossimo a sloggiare: dopo Lorenzo Fioramonti, che ha appena contribuito a salvare l'lstruzione pubblica dimettendosi dalla guida del ministero preposto, adesso l' indiziato numero uno come prossimo ad abbandonare il governo è appunto il Guardasigilli di Luigi Di Maio. La Dea Giustizia ringrazierà sentitamente, stravolta com'è dallo stivale chiodato del ministro più manettaro che si ricordi a memoria d' uomo (e di detenuto). E dire che non sembrerebbe proprio, questo avvocato civilista venuto a Roma da Mazara del Vallo dopo aver risciacquato il doppiopetto a Firenze (non l' eloquio però: parla con la stessa inflessione dolcemente cantilenata di Stefania Prestigiacomo), il fenotipo del mozzorecchi. Dietro quegli occhialoni rettangolari che gli comprimono il volto da roditore boschivo, s' indovina una certa mitezza, quasi una gentile bonomia siciliana sempre comunicata con buon uso di mondo mediatico.
Alessandro Sallusti, auguri a Giuseppe Conte: "Un mitomane o un bugiardo, che il 2020 ci liberi da lui"
Il 2019 si chiude con un pessimo presagio per il 2020. Alessandro Sallusti accoglie con un misto di fatalismo e rabbia l'annuncio di Giuseppe Conte di voler restare in politica anche alla fine del suo mandato da premier. "La cosa - commenta il direttore del Giornale nel suo editoriale - è oggettivamente incomprensibile e illogica. O Conte pensa di essere un nuovo messia oppure ci sta dicendo che è lui il leader o dei Cinque Stelle o del Pd. Non so che cosa ne pensino Di Maio e Zingaretti". Nella testa di Sallusti però balena anche un'altra ipotesi: quella di "essere di fronte o a un mitomane o a un bugiardo, come lo fu Mario Monti quando da premier per caso prima giurò di non voler farsi partito e poi fondò Scelta Civica, movimento con il quale andò a schiantarsi alle elezioni con buona pace di tutti". Molto più prosaicamente, conclude, "è probabile che Conte più che partito voglia farsi Vinavil, cioè colla con cui attaccarsi a vita alla poltrona".
La destra è più femmina della sinistra: tutte le donne al potere, senza neanche bisogno delle quote rosa
L'unica leader di partito. La prima presidente del Senato. Due candidate alle prossime regionali, una governatrice che ha espugnato l'Umbria con un'impresa che ha un sapore epico considerati i cinquant'anni di incontrastato dominio rosso. Infine, due donne a capo dei gruppi parlamentari. Eccola, la destra accusata di sessismo e machismo, rappresentata come una forza demoniaca che riduce la donna a una statuina bella e muta. Senza ricorrere all'ipocrita stratagemma delle quote rosa che garantiscono una percentuale minima di signore nelle liste come fossero dei Panda in via di estinzione da tutelare, l'attuale centrodestra ha molte più donne al potere rispetto ai tempi della Boldrini, pure così attenta alle declinazioni femminili dei termini politici (lei era presidenta, non presidente).
Donne che hanno espresso il proprio talento e si sono imposte senza il bilancino delle pari opportunità. Prendete Giorgia Meloni. La tostissima leader di Fratelli d'Italia che a quindici anni, il giorno dell'uccisione di Paolo Borsellino, entra per la prima volta in una sezione missina e non ne esce più. Nata alla Garbatella, periferia popolare di Roma Sud, Giorgia non può perdere tempo con lo studio: suo padre Francesco ha abbandonato la famiglia e lei deve portare i soldi a casa. Si diploma, lavora come barista e fa da baby sitter al primo figlio di Fiorello.
Emmanuel Macron, smacco clamoroso: fa gli auguri di Natale all'Islam e si dimentica i francesi
In un video girato alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump e la First Lady, Melania hanno augurato ai loro concittadini un buon Natale cristiano, ricordando la nascita di Gesù. Da Londra, il premier britannico, Boris Johnson, fresco di vittoria alle elezioni, si è mostrato in un video di auguri di due minuti, nel quale si è detto «vicino a tutti i cristiani perseguitati nel mondo», sottolineando che «il Natale è prima di tutto il giorno della celebrazione della nascita di Gesù». E dalla Francia «figlia primogenita della Chiesa», che quest'anno, con l'incendio di Notre-Dame, si lascia alle spalle uno dei periodi più difficili per la comunità cristiana? Un silenzio assordante.
Tutti (ma proprio tutti) a logorare Gratteri continua su: https://www.fanpage.it/attualita/tutti-ma-proprio-tutti-a-logorare-gratteri/ http://www.fanpage.it/
C’è stato di tutto dopo l’ultima operazione coordinata da Gratteri contro la ‘ndrangheta: giornali “distratti”, accuse di protagonismo verso il magistrato, accuse dalla moglie parlamentare di uno degli indagati, accuse dai colleghi e per finire una bordata del Procuratore Generale Otello Lupacchini direttamente dalle reti Mediaset. Tutto normale?Raccontiamola dall'inizio questa storia perché i fatti messi in fila a volte raccontano molto di più delle opinioni. Giovedì scorso l'indagine Rinascita Scott coordinata dal procuratore Nicola Gratteri porta all'arresto di 334 persone disarticolando le cosche di ‘ndrangheta nel vibonese e coinvolgendo politici importanti della zona come l'avvocato massone Giancarlo Pittelli (ex senatore di Forza Italia poi passato in Fratelli d'Italia) e un noto dirigente del Partito Democratico come Nicola Adamo. Nell'indagine sono coinvolti anche un ufficiale dei carabinieri e gli esponenti della cosca Mancuso. Che l'indagine di Gratteri sconquassi l'equilibrio di alcuni potentati locali è evidente così come è chiaro che gli arresti provochino molto fermento negli ambienti criminali, sia quelli bassi della manovalanza mafiosa sia in quelli più alti dei colletti bianchi che si sentivano intoccabili da anni (del resto quando indagò su alcuni di loro Luigi de Magistris fu lui a perdere il posto, mica loro).
Gratteri, Anm lo difende dalle accuse del Procuratore Lupacchini: ‘Sconcertanti’. Togati di Area e MI chiedono apertura di una pratica
Il Procuratore Generale aveva accusato il capo della Dda di condurre operazioni spettacolari ma che, successivamente, si rivelano "evanescenti". Solidarietà a Gratteri anche dal Movimento 5 Stelle e da Area, il principale gruppo di consiglieri togati al Consiglio Superiore della Magistratura .L’Associazione Nazionale Magistrati si schiera al fianco del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dopo le critiche arrivate dal Procuratore Generale, Otello Lupacchini, che ha lamentato scarsa collaborazione tra la Direzione distrettuale antimafia, guidata appunto da Gratteri, e la Procura Generale, oltre ad accusare gli uomini della Dda di procedere con operazioni spettacolari che successivamente vengono ridimensionate: “Almeno in questo anno – aveva dichiarato Lupacchini – i risultati sono stati molto al di sotto delle aspettative. Quando si catturano tante persone che poi vengono rimesse in libertà o si censurano i provvedimenti, non da parte mia ma da parte della Corte di Cassazione, tacciandoli di pregiudizio accusatorio e di evanescenza indiziaria. Non ha visto come son finite tutte le indagini del signor Gratteri? ”.
‘Ndrangheta, la deputata Pd (e moglie di un indagato) attacca Gratteri dopo gli arresti in Calabria: «Fa spettacolo»
Scoppia la polemica nel Pd calabrese dopo gli attacchi della deputata dem Enza Bruno Bossio contro il procuratore Nicola Gratteri, nel giorno in cui la procura di Catanzaro ha messo a segno più di 300 arresti contro la ‘ndrangheta, tra i quali quello del marito della deputata, l’ex consigliere regionale Nicola Adamo, finito nell’inchiesta per traffico di influenze.L’accusa di Bruno Bossio contro Gratteri è di voler usare l’intera inchiesta come palcoscenico per uno spettacolo: «La sensazione che il procuratore Gratteri abbia in mente di “smontare la Calabria come un Lego” non partendo dai reati ma dai politici – scriveva la deputata il 19 dicembre – Ovviamente non tutti i politici ma solo quelli che non si assoggettano, che non si inchinano, che non si genuflettono davanti al “più grande spettacolo dopo il big bang”. Autocelebrandosi come sempre, anche questa mattina il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha annunciato di avere fatto la più grande retata della storia».
Pd, imbarazzo per la deputata che attacca Gratteri: “Arresta metà Calabria. È giustizia? No è solo uno show!”
Enza Bruno Bossio, è vicinissima ad Oliverio. il governatore dem uscente che il partito non ha ricandidato e che corre da solo. E' anche la moglie dell'ex consigliere regionale Nicola Adamo, anche lui finito nell'inchiesta del pm di Catanzaro. Il Nazareno prende le distanze
L'Italia scopre la 'ndrangheta infiltrata nelle sue istituzioni da Nord a Sud, ma in Calabria la polemica esplode sulle inchieste antimafia. Ed è tutta interna al Pd, ancora agitato dalla decisione del Nazareno di non ricandidare il governatore dem uscente, Mario Oliverio, per appoggiare "un civico", poi individuato nell'imprenditore Pippo Callipo.
Nicola Morra fatto fuori da Conte e Di Maio. M5s, aria di vendetta interna in Senato
L'hanno lasciato senza poltrona, ancora. Ma adesso Nicola Morra, grillino duro e puro molto vicino a Roberto Fico, potrebbe prendersi la sua rivincita in Senato, facendo tremare il governo. Il Giornale ricorda come il presidente della Commissione Antimafia contasse di entrare nella squadra di Giuseppe Conte come ministro dell'Istruzione, ma gli sono stati preferiti Lucia Azzolina, collega di Movimento, e il "tecnico" Gaetano Manfredi d'area Pd. Altra delusione, dopo che nel 2018 gli furono soffiati i posti a Salute e Mezzogiorno, per cui sembrava favorito. La sua reazione dopo la doppia nomina di sabato scorso? "Ora converrebbe che, facendo un grande respiro, si capisse che il silenzio e la riflessione in certi momenti sono fondamentali per resistere e per ripartire. Abbiamo responsabilità enormi. Ricordiamocelo". Messaggio affidato ai social e piuttosto criptico, laddove non minaccioso. Morra, infatti, è stato tra i grandi sponsor del patto tra M5s e Pd e di fronte alle ritrosie di Luigi Di Maio, e con un contesto molto fluido a Palazzo Madama tra dissidenti grillini responsabili contiani e ribelli attratti dalla Lega, anche il suo voto peserà, eccome. Come? Lo suggerisce sibillino, sempre il Giornale: "Ricattando il governo su tutti i provvedimenti".
Sardine, l’attacco di Casa Savoia: “Ambientalismo ideologico. Riscoprire amore per la Patria”
Nel discorso di fine anno rivolto agli italiani da Casa Savoia, Vittorio Emanuele ha anche espresso vicinanza ai carabinieri e alla città di Venezia
Far riemergere l'amore per la Patria, una forte critica al movimento delle ''Sardine'' e l’affetto per i cittadini che, per un motivo o per un altro, in questo 2019 che sta per finire hanno sofferto o perso la vita nell’adempimento del proprio dovere.
Sono questi i punti salienti del tradizionale discorso di fine anno rivolto agli italiani da Casa Savoia. Vittorio Emanuele, infatti, si sofferma sulla situazione politica e cita il movimento anti-salvinista che, nato in Emilia-Romagna in vista delle elezioni, si è diffuso anche in altre Regioni. Non tanto per benedirlo, però. L'approccio al movimento civico è decisamente critico.
Gratteri: "Ho paura ma ho fatto una scelta di campo: credo nel lavoro che faccio"
«Certo che ho paura ma la cosa importante è addomesticarla, parlare con la morte per ragionarci così non si perde il controllo della situazione». Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a «L'intervista di Maria Latella» su Sky Tg24.
«Ho fatto una scelta di campo nel 1989 - ha aggiunto il magistrato - quando hanno sparato a casa della mia fidanzata e poi l’hanno chiamata per dirle che avrebbe sposato un uomo morto. In questi anni ho fatto in modo che non uscissero le notizie ma ho subito tantissime minacce ed evitato diversi attentati, informazioni tratte da intercettazioni, non da lettere che non ho mai ricevuto. Ma questo non mi ha fatto cambiare idea. Credo fermamente nel lavoro che faccio, mi emoziona ancora e penso di fare qualcosa per questa terra, per la Nazione. E come me sono la stragrande maggioranza dei miei colleghi e delle forze dell’ordine. Abbiamo un alto senso dello Stato».
‘Ndrangheta, Rinascita-Scott, Gratteri: l’operazione boicottata dai grandi giornali
"E' la disperazione che porta a rivolgersi alla 'ndrangheta. La responsabilità è di tutti noi, forse avremmo dovuto, e dovremmo fare, molto di più rispetto a quello che facciamo; ma principalmente della politica, di chi amministra, di chi progetta, di chi programma il futuro di una regione o di una nazione". Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a 'L'intervista di Maria Latella' su Sky Tg24 parlando dell'operazione Rinascita-Scott che ha portato alla disarticolazione delle cosche del vibonese. "Negli ultimi 20 anni - ha detto ancora Gratteri - la politica si è indebolita tantissimo e questo ha avvantaggiato la 'ndrangheta che ha occupato gli spazi dal punto di vista dell'interlocuzione sociale. Mediamente un politico è presente sul territorio sei-sette mesi prima delle elezioni, poi magari cambia anche il numero di telefono. Il capo mafia è presente 365 giorni all'anno, dà risposte - sbagliate, truccate, drogate, di sottosviluppo, di dipendenza, di schiavismo - ma dà risposte in aree in cui la disoccupazione sfiora anche il 50%. Per questo è la disperazione che porta a rivolgersi alla 'ndrangheta". "La politica - ha aggiunto il magistrato riferendosi al condizionamento delle cosche - è fortemente inquinata ed il problema riguarda tutta l'Italia oltre al fatto che per il riciclaggio ed il traffico di droga la 'ndrangheta è l'unica mafia presente in tutti i continenti. La strategia della 'ndrangheta di fare accordi con le istituzioni risale al al 1970 quando fu creata la nuova dote della 'santa' che consente la doppia affiliazione alla 'ndrangheta ed alla massoneria deviata.
LETTERA A Nicola Gratteri, grazie per la Calabria (e l’Italia tutta)
Buongiorno Beppe, volevo fare i complimenti al procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri. Persona eccezionale. È sempre un piacere ascoltarlo quando parla di ‘ndrangheta e non solo. È illuminante, le sue esposizioni sono sempre chiare e non danno mai adito a dubbi di interpretazione. Tutto per lui è bianco o nero. Punto. È un uomo coraggiosissimo, e vive sotto scorta dal 1989. Con l’operazione "Rinascita-Scott", insieme ai suoi colleghi, bravi come lui, è riuscito a decapitare un’intera cosca-piovra calabrese con implicazioni in tutti i settori politici e amministrativi. L’Italia ha bisogno di persone come lui, in tutti i campi. Sono convinto ci siano queste persone, purtroppo rimangono ai margini, non occupano i posti che dovrebbero ricoprire e che meritano. Nicola Gratteri doveva diventare Ministro della Giustizia con il governo Renzi, ma fortunatamente, qualcuno da lassù ha guardato giù e l’ha lasciato al suo posto. All’inizio pensavo fosse uno scandalo non nominare ministro una persona così. Ma pensandoci bene il giudice Gratteri sta bene dove sta, a fare quello che sa fare meglio: educare i giovani a non diventare delinquenti, indagare e arrestare i mafiosi.
Matteo Salvini: "Molla un ministro? Ne mettono due. L'amore per le poltrone di questi impostori senza limiti"
Matteo Salvini con un post pubblicato sul suo profilo Twitter fa a pezzi Giuseppe Conte e Luigi Di Maio che hanno sostituito il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti dopo le sue dimissioni, con due nuovi ministri: Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi. "Molla un ministro? Ne mettono due! L'amore per le poltrone di questi impostori è senza limiti", scrive il leader della Lega. Salvini ha anche postato una sorta di vignetta con il presidente del Consiglio che come un prestigiatore raddoppia le poltrone: "Governo, uno lascia e lui raddoppia", si legge ancora insieme con lo strappino della notizia che annuncia i due nuovi ministri, uno per la Scuola e l'altro per la Ricerca.
Massimo Cacciari, il governo di Pd e M5s è già morto. "Comunque vada in Emilia cadrà su una buccia di banana"
"Il Pd in Emilia non perderà. Ma se succede, salta il governo". Massimo Cacciari, intervistato al Fatto Quotidiano, si lancia in una profezia sulle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio. Se la Lega sfonderà nella roccaforte rossa, sarà crisi. "Il colpo a livello d'immagine sarebbe troppo forte". Il filosofo con dichiarate (anche se critiche) simpatie per il centrosinistra si dice però tranquillo: "Non perderanno perché Bonaccini si presenta forte di una buona esperienza di governo", ma anche perché "l'Emilia Romagna è conservatrice, perché dall'altra parte c'è l'impresentabile e perché sono nate le sardine".Tuttavia, Cacciari non è però sicuro che l'alleanza giallorossa possa reggere più di tanto ancora, in quanto "il governo è così fragile che può cadere su qualunque buccia di banana".
Mario Giarrusso, guerra civile nel M5s: "Perché non ridò i soldi e perché è Di Maio che deve dimettersi"
Da inizio 2019, Mario Giarrusso ha smesso di restituire i rimborsi da senatore al fondo del M5s, come da regolamento interno al Movimento. Circa 2.300 euro, da detrarre alla sua indennità: si è tenuto tutto, e ora è anche lui nella lista dei morosi per oltre 25mila euro. Intervistato dal Corriere della Sera, l'avvocato siciliano però non fa passi indietro e anzi dichiara guerra a Luigi Di Maio, invitandolo a mollare senza troppi giri di parole.
"Questi soldi - spiega Giarrusso, alla seconda legislatura e dunque virtualmente fuori dal Parlamento - li ho dovuti accantonare per affrontare cause civili e penali che sono state intentate contro di me per quanto ho fatto nell'ambito della mia attività politica. Quella penale più rilevante, per cui sono stato rinviato a giudizio, riguarda la querela sporta dall'allora candidata sindaca di Agira, per un post sul blog di Beppe Grillo in cui denunciavo le ombre mafiose nella campagna elettorale del Pd di Enna. Per un altra causa civile a Porto Empedocle mi vengono invece chiesti 50mila euro...". Il Movimento, rivela, non garantisce i suoi parlamentari per le spese legali.