capture 129 24092021 100002Il vaccino ai bambini tra i 5 e gli 11 anni “spacca” Massimo Galli e Francesco Vaia: “Clamoroso scivolone”. Poi l’immunologo dell’ospedale Sacco di Milano avvisa: “Per il green pass è importante anche la conta degli anticorpi”. Secondo il direttore sanitario dell’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma, è troppo presto per pensare a fare il vaccino contro il Covid-19 nella fascia d’età che va dai 5 agli 11 anni: “I bimbi non si ammalano, prima di vaccinarli sistemiamo le scuole” ha detto in un’intervista a “Il Fatto Quotidiano” e in un’altra occasione ha aggiunto: “Non ci sono ancora indicazioni univoche da parte della comunità scientifica per vaccinare questa popolazione così sensibile. Dobbiamo evitare di rincorrere i comunicati stampa delle aziende. Ci sono opinioni contrastanti in merito. E quando accade il buon senso dice: aspettiamo sospendiamo, vediamo”.

Nella puntata di ieri de “L’Aria che Tira”, mercoledì 22 settembre, la conduttrice Myrta Merlino, ha chiesto al professor Massimo Galli, immunologo dell’ospedale Sacco di Milano, un parere su queste affermazioni e la risposta è stata tranchant: “Vaia ha preso uno scivolone piuttosto pesante in questo caso, forse perché ha parlato di un argomento su cui la sua formazione non è particolarmente addentro. Questa cosa non sta in piedi, mi dispiace non potervi mostrare uno studio pubblicato su una rivista importante, non su quella di Rocca Cannuccia, sull’enorme capacità del virus Delta di passare dai e tra i bambini. Finché il virus circola non sparirà mai e i bambini sono un grande polmone per il virus. Nei bambini qualche problema clinico c’è, con il vaccino proteggiamo loro e la società tutta”.

 

Massimo Giletti, ospite in studio, lo punzecchia ponendo il tema della credibilità degli scienziati in tv: “Vaia ha un peso specifico importante, non siamo alla rivista di Rocca Cannuccia come ha detto lei, siamo alle solite, a chi dobbiamo dare retta?” e Galli: “Non ponga a me il problema, lo chieda a Vaia. Misurate la storia individuale degli esperti in base alla loro pubblicistica. Mi dispiace prendere questa posizione, non c’è alcuna polemica verso Vaia, ma cosa volete che vi dica? Ha clamorosamente sbagliato forse per insufficienza di dati”. Poi si è lasciato andare a una battuta: “Mi dovete creare delle ostilità anche dove ci sono delle amicizie? Quando è, è. Questi sono i dati”.

Merlino ha spento la polemica sul nascere passando alla notizia che il vaccino AstraZeneca non sarà riconosciuto negli Stati Uniti. Un altro argomento spinoso a giudicare dalla riposta dell’immunologo: “La politica si sta dimostrando orrenda nelle sue capacità di interdizione reciproca, ve ne siete resi conto? Le persone che per lavoro stavano in Cina e lì hanno fatto il vaccino, sono ignorate in Italia, non possono avere il green pass. Chi ha fatto lo Sputnik a San Marino non so se hanno il certificato verde. Ufficialmente San Marino non è riconosciuto da EMA. Ci vuole una sanatoria: i governi del mondo e le agenzie del farmaco dovrebbero riconoscere che chi ha fatto almeno una vaccinazione è presumibile che sia immunizzato. Stringi, stringi si torna alla verifica degli anticorpi, ma pare che per i governi e le agenzie determinare gli anticorpi sia una specie di bestemmia. La verità è che non riescono a organizzarsi. Quando una persone dice che se ha avuto il Covid e ha sviluppato gli anticorpi non è giusto che non abbia il green pass, anche rispetto a chi è vaccinato ma magari non li ha sviluppati, ha titolo per dirlo”.

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